DI ALBERTO GROMETTO
Sempre più spesso ci si ritrova a parlare di come stia andando a morire la Vera Originalità nel Mondo dell’Arte, delle Storie, del Cinema. Oramai viviamo tra sequel, prequel, remake, seconde edizioni, collane letterarie, copie, copiette, scoppiazzature… e chi più ne ha, più ne metta! La Grande Narrativa è forse andata ad esaurirsi e con essa tutte le Grandi Idee? Eppure ogni tanto se ne spunta fuori quell’Autore, e usiamo la A maiuscola, che realizza qualcosa che a tutti gli effetti viene subito etichettato come una bestialità, che viene presentato come una porcheria e che quasi quasi sembrerebbe essere l’ennesimo “buco nell’acqua”. E che invece è un CAPOLAVORO brillante e originale e di un livello talmente straordinario che non esistono aggettivi abbastanza grandi per racchiuderne la grandezza. Basta vederlo, questo capolavoro, per rendersi conto che è un capolavoro. Solo vederlo. E parte del suo essere GRANDE sta proprio nel non sembrare un capolavoro.
Quel CAPOLAVORO è THE SUICIDE SQUAD (2021).
E quell’Autore con la A Maiuscola è JAMES GUNN.
E con quel THE lui cancella completamente qualsiasi altro film realizzato prima sulla Suicide Squad.
Quanto sarebbe infinitamente più bello questo mondo esistessero Autori come lui!
L’ho visto al cinema quando uscì, l’ho rivisto a casa più e più volte e non faccio altro che ubriacare tutti quanti di entusiastici discorsi elogiativi a proposito di questa immensa pellicola. Poi, un giorno, il mio caro carissimo amico Simone mi scrive per dirmi che, dopo avergliene parlato così tanto che le sue stesse orecchie non facevano altro che gridare «The Suicide Squad», finalmente lo ha visto. Sì, finalmente. Cosa ne pensi?, gli domando. E dalla sua risposta ho trovato, oltre che l’ispirazione necessaria per scrivervi questo articolo, il titolo del pezzo. È UN CAZZO DI CAPOLAVORO!!!
Non esiste infatti modo migliore per definire la pellicola che si mostra come la più cazzara, la più demenziale, la più fottutamente esagerata oltre ogni limite e potenza… e che eppure, allo stesso tempo, ti riesce a raccontare qualcosa di così profondamente vero e umano e spaventoso e meraviglioso tutto insieme. Perché sì, sarà un film “del cazzo”, eppure è anche contemporaneamente un maestoso capolavoro perlaceo di assoluta bellezza che è vivida testimonianza di come l’Originalità vera e autentica appartiene ancora a questo mondo e ai narratori di Storie!!!
Il Maestro Gunn confeziona una vicenda che deve molto ad un altro Maestro Assoluto, e cioè quel mattacchione del nostro caro amico Quentin. Non tanto per il sangue: perché qui, ogni volta che si sente il nome di Tarantino, si pensa subito a fiumi di pallottole e violenza, quando invece Egli è, rappresenta e incarna ben altro. Egli è struttura narrativa per niente lineare, ridicoli dialoghi assurdamente belli, colpi di scena pazzeschi che rivoluzionano il cosiddetto “point of view” per i quali… se prima “stavi insieme” ad un personaggio e osservavi la vicenda dal suo punto di vista… ora vieni catapultato da tutta un’altra parte! Insomma: QT è il Cinema raccontato per essere il più emozionante e coinvolgente possibile per lo spettatore attraverso una narrazione che al centro di tutto mette la narrazione stessa. E di tarantiniano c’è tanto in questo film. Ma comunque sì: di sangue in questa pellicola targata DC COMICS ce n’è, e anche tanti morti ammazzati, oltre che tanto spasso folle e divertimento esagerato!
Stiamo parlando di un film in cui vi sono teneri omoni-squalo che staccano le teste a morsi, di iene ridanciane che camminano su due piedi ma poi non sanno nuotare, di ratti che divorano gli occhi di gargantuesche stelle marine aliene che spazzano via intere città. Detto così, sembrerebbe essere proprio una gran porcata! Oh, niente di più sbagliato, care amiche e cari amici di M&F! Questa pellicola all’insegna dell’eccesso e dell’esagerazione incarna perfettamente quello che è il vivo sguardo autoriale del Maestro Gunn che non ha timore di realizzare un film oltrepassando ogni limite, forte della Totale Carta Bianca lasciatagli dalla produzione, sicuro di avere qualcosa da raccontare. E qualcosa da raccontare ce l’ha eccome! E qualcosa di talmente importante e profondo che… che uno nemmeno se lo immagina, nel momento in cui va a vedere un’opera cinematografica di questo tipo, di ritrovarsi davanti tematiche di tale levatura!
Questo film rappresenta infatti uno dei miglior ganci nello stomaco mai sferrati a tutto quello che è il sistema di vita americano basato sull’intromettersi in questioni che non riguardano l’America, sfruttare altre Nazioni più deboli e popoli indifesi sostenendo questo o quel despota, “sistemare le cose” occupandosi però dei propri loschi affari e senza doverli sbrigare “a casa loro”, e poi andarsene via parandosi il culo. So che detto così, in un mondo che si sforza di essere sempre più globale e unito, potrebbe suonare male… ma se gli Americani sono i primi a dire che bisognerebbe pensare al Bene Comune, nel corso della loro Storia a più riprese hanno dato prova nei fatti di occuparsi sempre dei loro interessi personali e secondi fini, mettendo a repentaglio tante vite di persone-non-americane e quindi per loro “sacrificabili”, utili esclusivamente ai loro scopi e alla loro causa, qualunque essa sia, ma spesso molto sporca.
Questo film non fa sconti all’America e mostra chiaramente come i veri cattivi non siano questi poveri mentecatti, peraltro anche teneri e adorabili, considerati (neanche poi così a torto, per carità!) CRIMINALI. I veri cattivi sono i “Buoni”, quelli che stanno in Alto, ai vertici della Piramide. In una parola: i Potenti. Loro sono il Male che fa ciò che vuole fare, e poi cerca a tutti i costi di proteggere sé stesso, incurante delle vite che manda al macello. Ora: secondo me è qualcosa per cui applaudire gaudenti l’essere capaci di mettere nello stesso film quel pazzesco personaggio totalmente fuori di testa che è l’Harley Quinn della DIVINA E STELLARE MARGOT ROBBIE che entra in scena dicendo «Ciao a tutti! Ho fatto tardi, mi scappava il bisognone!»… e una critica così feroce, aperta, autentica e onesta alla mentalità tutta americana secondo la quale prima di tutto viene la Pace, la Pace che loro amano, e che però secondo loro si otterrebbe solo ammazzando e dietro la quale comunque, come polvere sotto il tappeto, nascondono le loro reali perfide intenzioni.
Citiamo dunque il personaggio di Amanda Waller, resa vera e vivida da un’IMPRESSIONANTE ED ECCELSA VIOLA DAVIS. Lei incarna la malvagità che sta al potere, che decide alto e basso quello che vuole, che non ha alcun tipo di scrupolo o sentimento, se non giusto la rabbia funesta di chi si incazza quando le cose non vanno come voleva ed è abituata a farle andare sempre come vuole. Lei è l’Ombra Malefica che muove i fili, la Gran Burattinaia, la Freddezza fattasi persona che si eleva a Divinità disponendo a suo piacimento delle vite della squadra suicida di pazzi criminali al centro del racconto. Lei è la vera pazza criminale. Lei mette insieme la Task-Force di super-criminali, ognuno dotato di particolari talenti veramente mortali, a cui affida la losca missione. Eppure alla fine la più pericolosa è Lei, Lei che non ha alcun super-potere, se non quello del ricatto, dell’inganno e della gelida crudeltà: Lei incarna il buio oscuro celato nei profondi recessi dell’anima umana.
La summenzionata missione consiste nel recarsi a Corto Maltese, isola su cui fino all’altro ieri regnava una dolce e innocua famiglia (di spietatissimi dittatori feroci e sanguinari sostenuti dagli USA), uccisa in un Colpo di Stato da dei rivoluzionari anti-americani (e comunque anche loro belli spietati e feroci e sanguinari!). Una volta lì, devono distruggere qualsiasi traccia di un misterioso progetto di natura scientifica. Dietro c’è molto molto molto altro. E se la Waller è un personaggio disgustoso, forse peggio di lei è lo scienziato a capo di quel progetto, Gaius Graves in arte «Thinker». Uomo dotato di una testa enorme, interpretato da un ENTUSIASMANTE E FANTASMAGORICO PETER CAPALDI, egli non è certamente uno di quelli che siedono ai posti di comando di cui dicevamo. Egli rappresenta un ingranaggio del sistema. Per l’esattezza un ingranaggio perfettamente consapevole della sua natura di ingranaggio, che si rende conto di quali atrocità sta commettendo e che conosce benissimo i governi, i poteri e le intenzioni che vi sono dietro. Lui sa tutto. «Non fare quella cazzo di faccia sorpresa» grida in uno dei momenti topici del film, quando ci si rende conto di quali orribili nefandezze si è pronti a fare, e senza il minimo rimorso o pensiero o preoccupazione. Lui è un servitore che sa quale padrone serve, e che si diverte come un matto a servirlo e a fare quello che fa. Gli dà un senso di potere sublime. Lui è lo schifo assoluto, in poche parole.
I nostri protagonisti, gente che sta chiusa in cella perché ha commesso degli errori, si ritrovano a servire lo stesso padrone di Thinker, ma non sanno niente, loro. Non sono loro i veri cattivi, o criminali. Anche se il mondo ha deciso così. Loro sono vittime, vittime innocenti del Sistema, pedine inconsapevoli dello sporco gioco di potere portato avanti dall’alto. Certo, fa eccezione il personaggio di Peacemaker, interpretato da quell’uomo veramente spassoso che è JOHN CENA, qui alla sua miglior interpretazione. È lui che afferma di vivere per la Pace e per ottenere la quale è disposto ad ammazzare chiunque. Lui non è propriamente come Thinker, non è il Male, lui serve il suo Paese perché lo ama e non perché si diverte a commettere azioni inumane. È a metà tra il consapevole e l’inconsapevole, anch’egli comunque una pedina. Molto significativo il suo personaggio.
Buffo davvero che in un film così divertente e spassoso e sganascia-risate possa nascondersi una morale così desolante e triste e preoccupante. Ma il buono c’è. Quei criminali che in realtà sono buoni hanno sofferto nella loro vita. Vittime non solo del loro Paese, ma anche degli eventi sfortunati che li hanno portati in quella prigione di massima sicurezza da cui poi sono stati raccattati. Quali che siano questi eventi sfortunati (genitori perfidi o sperimentazioni orribili), alla fine si ritrovano lì, insieme, sulla stessa barca. E si ripromettono di proteggersi a vicenda e avere cura l’uno dell’altro. E a volte la sola cosa che desiderano è passare una serata insieme a qualcuno come loro, che abbia sofferto come loro, e che li capisca. E dimenticare tutto il dolore, il male, le atrocità. E quando poi alla fine vedono qualcuno che sta per perdere tutto, come è successo a loro, quel qualcuno lo salvano. Persone così possono essere brutte o cattive? «I ratti sono i più infimi e i più disprezzati tra gli animali, amore mio: se hanno uno scopo loro, ce lo abbiamo tutti». Così si rivolge alla figlia il personaggio interpretato da quel gran uomo molto cool che è TAIKA WAITITI. Loro sono i ratti, disprezzati e malvisti. Quei ratti che sanno molto bene quanto è dura a questo mondo. E che, ciononostante, tirano avanti. Io allora dico: grazie James Gunn di averci fatto vedere come quelli che stanno in alto saranno pure degli eterni vincitori che mai cadranno giù… ma non valgono niente, quelli là, in confronto a dei piccoli roditori che fanno del loro meglio per portare almeno un po’ di bene in questa schifosa landa desolata che è la nostra casa.
Ha ragione Simoncino: che cazzo di film, che cazzo di capolavoro meraviglioso!