DI PIETRO BERRUTO
Abitudine controversa del sistema con cui la DC organizza la sua linea editoriale è il fatto che ogni lustro o poco più le storie abbiano un restart, ricomincino narrando vicende e trame diverse ma utilizzando gli stessi protagonisti. Crisi sulle Terre Infinite, Flashpoint, Rebirth … lo scopo di questi eventi è offrire un punto di ripartenza facile da individuare e comprensibile per permettere ai nuovi lettori di scoprire i personaggi senza doversi preoccupare di comprare e leggere fumetti precedenti. Meno grave e impattante degli eventi che ho già citato, il recente Dawn of DC, senza creare troppi problemi alla continuità, ha finora prodotto ottimi titoli, come le serie di Superman, Green Lantern, Green Arrow e molte altre. Anche Harley Quinn riparte, non dal numero #1 bensì dal #28, con una nuova squadra creativa composta dalla scrittrice Tini Howard (Catwoman, Excalibur) e dall’artista Sweeney Boo (Eat, and Love Yourself). Poiché la serie è ancora in pubblicazione ed anche piuttosto lunga per un solo articolo, qui verrà analizzato solo il primo arco narrativo di questa run, che è stato pubblicato in Italia col sottotitolo “Ragazza in Crisi”, che va dal numero #28 al numero #31 e articoli futuri si occuperanno del resto.
La storia si presenta come parallela alla serie su Poison Ivy scritta da G. Willow Wilson, narrando le avventure di Harley a Gotham City mentre la sua fidanzata è fuori casa in missione. A causa di una faida con Due Facce che termina con l’arresto di Harley, veniamo a scoprire il primo, interessantissimo cambiamento di status quo del personaggio: viene costretta da un tribunale a svolgere lavori socialmente utili come professoressa di psicologia di un community college. Questa novità permette ad Harley di avere uno spazio per esprimersi esterno all’ambiente supereroistico, similmente a Superman che ha delle scene ambientate unicamente al Daily Planet come Clark Kent, e rinnova il cast dei personaggi tramite l’aggiunta dei suoi studenti. Il ruolo di insegnante le dà anche modo di sottolineare un dettaglio importante di sé stessa, che a volte sia gli autori che i fan si dimenticano, ossia che Harley Quinn è intelligente, anzi, è molto intelligente e non ha mai smesso di esserlo, anche dopo essere stata trasformata da una vasca di acidi da ricercatrice a criminale. Anche se lei viene costretta a ricoprire questo ruolo, in qualche modo si trova bene ad interpretarlo, sia come personaggio, sia visivamente, dal punto di vista dei lettori. Infine, questa novità permette di rispondere ad una domanda che viene spesso posta in merito ad Harley e al suo ex capo Joker: possono questi due ritornare ad essere membri produttivi della società? Almeno per quanto riguarda Harley e almeno per quanto riguarda questa storia, la risposta sembra essere sì, sviluppando positivamente il personaggio ancora di più verso una direzione eroica. Si comprende davvero la direzione in cui Howard ha intenzione di mandare avanti la storia alla fine del primo numero: dopo un altro scontro con Due Facce, Harley per sconfiggerlo prende il primo oggetto che aveva nelle vicinanze allo scopo di colpirlo, per la precisione, un pesce dall’aspetto bizzarro. Dopo aver preso Harvey Dent a “pesci in Facce” letteralmente e figurativamente, alla sua porta si presenta Lady Quark, guardiana del Multiverso di Terra 48, venuta a redarguire la pagliaccia per il suo comportamento avventato, poiché apparentemente senza volerlo lei avrebbe evocato il pesce, in realtà un artefatto magico e potentissimo, da un altro universo, Terra 26, nel frattempo andato in malora a causa dell’assenza dell’arma. Quark lancia un avvertimento: un altro viaggio fra i mondi del genere e, pur di proteggere il Multiverso, Terra 0 (quella di Harley) sarà distrutta. Aiutata dalle sue fedeli iene domestiche Bud e Lou, la nuova missione dell’ex supercattiva diventa ora capire come funzionino questi nuovi strani poteri e cercare di aggiustare i disastri combinati, per il suo bene e per quello dell’intero universo.
Il fatto che questa sia l’ennesima serie a fumetti di supereroi sul Multiverso potrebbe sembrare stancante, e le autrici lo sanno perfettamente. Inserire Lady Quark come antagonista è una scelta molto specifica e particolare, risultando una dichiarazione di intenti sul tono che la storia deve prendere. Questa versione del personaggio (l’originale, proveniente da Terra Sei e creata per Crisi sulle Terre Infinite, è scomparsa da tempo) è stata creata da Grant Morrison per la serie Multiversity; Morrison descrisse, in un’intervista per USA Today ai tempi dell’uscita di Multiversity, Terra 48 come un mondo in cui tutto è supereroistico, anche le persone normali e gli animali domestici e ogni commissione qualsiasi è in realtà un maxi-evento in cinque numeri. Un mondo dove tutto è intenso, assurdo e bombastico. Un mondo composto da parodie dei veri supereroi. Scegliere Lady Quark come guardiana del Multiverso e avversaria dell’arlecchina è sintomo dell’evidente linea comico-parodistica presente in Harley Quinn, esplicitando il desiderio di scherzare sui cliché del topos del viaggio in universi alternativi. D’altronde, è in sé assurdo (e perciò potenzialmente divertente) che un’umana qualunque come Harley abbia capacità di interagire con sistemi soprannaturali come il Multiverso. Anche questo concetto viene esplorato attraverso un momento quasi metanarrativo all’interno del numero #30: Harley subisce ciò che nella storia viene chiamata “Batmanizzazione” ossia il continuo accadere intorno a lei di eventi epici nonostante lei sia solo un essere umano, cosa che accade costantemente a Batman, da qui il nome del fenomeno. Altre piacevoli, più sottili, citazioni di Morrison e di altri autori sono presenti anche in questi soli quattro numeri, cosa che fa notare un’evidente ricerca ben fatta da parte di Howard sull’argomento Multiverso. Un’altra positiva caratteristica di questa ambientazione è la possibilità di dare spazio creativo a Sweeney Boo: lo stile artistico cambia parzialmente a seconda della Terra su cui ci si trova, dettaglio sempre piacevole. La palette cromatica, composta da tinte al neon, accentua il carattere spensierato della storia e dei personaggi. Lo stile cartoon estremamente espressivo è perfetto per portare leggerezza e carattere insieme, andando in perfetta sintonia con il tono della sceneggiatura. Altro grande pregio di questa storia sono i dialoghi, divertenti e frizzanti.
Oltre alla storia principale, ogni singolo numero comprendeva una seconda storia, più breve, indipendente dal resto. Questa minuta antologia, almeno apparentemente ininfluente sulla trama principale, racconta i diversi sogni di Harley, firmati ogni volta da autori differenti con stili ugualmente differenti. Riprendendo i temi delle storie di Howard e Boo, queste storie back up sono tendenzialmente parodie di generi cinematografici, letterari o fumettistici. Il primo sogno, Lovely Angel, scritto e illustrato da Erica Anderson, (Danger and Other Unknown Risks, Unbeatable Squirrel-Girl), ironizza su molti dei topoi della cultura nipponica, come le storie di kaiju e i maho shojo (qui Harley interpreta una parodia di Sailor Moon), il tutto disegnato in stile chibi. Nel numero #29 prendono la parola le iene Bud e Lou, in un sogno surreale portatoci da Adam Warren (Empowered, Gen13), in cui i due animali commentano potenziali retcon che potrebbero coinvolgere loro e Harley, allo scopo di trovare il migliore da implementare nel canone, riprendendo i temi metanarrativi della storia principale. Tutti odiano le missioni secondarie di Nicole Maines (Bad Dream: A Dreamer Story) e Mindy Lee ridicolizza le ambientazioni fantasy infestate da side quests che dirottano i piani dei protagonisti, che a volte vogliono solo arrivare alla fine della propria missione. Harley Genesis di Heather Anne Campbell (ex sceneggiatrice per Saturday Night Live) e Filya Bratukhin è una breve storia basata sulla narrativa mecha, con alcuni specifici riferimenti a Neon Genesis Evangelion. Nel complesso, questi accompagnamenti sono storie brevi, abbastanza piacevoli e divertenti, anche se magari non necessariamente originali o innovative.
Harley Quinn di Howard e Boo è un ottimo punto di partenza, nello spirito di Dawn of DC, per i nuovi lettori, offrendo la possibilità di conoscere il personaggio in modo nuovo. Le innovazioni allo status quo e la concentrazione intorno alle sezioni meno sviluppate del carattere di Harley rendono la storia piacevole sia per chi non conosce la storia sia per chi legge di Harley da tempo. Lo stile visivo, infine, rispecchia il personaggio principale e cattura l’occhio non stancandolo. Non si vedrà l’ora di leggere ancora.
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