DI ORIANA FERRAGINA
Dicembre: tempo di neve (anche se, da decenni, ormai non se ne vede l’ombra), regali sotto l’albero (anche se, quest’anno, mi devo accontentare di quelli formati mignon), presepi (idem come sopra, anche se qui è da almeno cinque anni che mia madre è costretta ad accontentarsi del formato piccolo) e cenoni infiniti con parenti che non vedi dall’anno prima e che insistono ad abbracciarti e baciarti (lo so, sono io che sono anormale e sono più simile ad un gatto che ad un umano: decido io quando devo essere abbracciata); e, puntualmente, in mezzo alla tavola imbandita tradizionalmente di rosso, tra i dolci primeggia il panettone.

Ma come nasce questa tradizione?
Secondo la leggenda più accreditata, il cuoco di corte di Ludovico il Moro, nel mentre che preparava il consueto dolce natalizio, se lo dimentica in forno, bruciandolo. Disperato, non avendo più niente da offrire a chiusura del sontuoso banchetto del suo signore, viene salvato in extremis dallo sguattero della cucina, Toni, che decide di preparare un dolce della tradizione della sua famiglia e, mischiando lievito madre con uova, burro, scorze d’arancia, uvetta sultanina e canditi, riesce a far presentare al disperato cuoco la pietanza al Moro e a tutta la sua corte; ovviamente, il dolce ebbe un successo straordinario, al punto che Ludovico chiese il nome della prelibatezza che era stata appena servita e il cuoco decise semplicemente di dire “l’è ‘l pan del Toni”, ovvero “è il pane del Toni”. Ed è così che nacque il Panettone, ormai diventato un classico delle festività natalizie.
In verità, dai miei studi di grammatica italiana dei primi anni di superiori, io mi ricordo un’altra versione della leggenda: in questa, la storia è ambientata nell’800 e non più nel XV secolo, e l’errore non fu del cuoco di corte di Ludovico il Moro, ma proprio dello sguattero Toni, in questa storia garzone di bottega della più rinomata panetteria di Milano, che, nel mentre che preparava il pane dolce per il giorno di Natale, se lo dimenticò in forno, bruciandolo tutto. Perciò, disperato e con i pochi ingredienti rimasti, decise di aggiungere, all’impasto, canditi e uvetta e mettere tutto in forno. Il giorno dopo, il dolce ebbe così tanto successo che il titolare della bottega, prendendo in giro l’errore del suo garzone, decise di chiamarlo “il Pan di Toni”.
Quale sia la vera storia dell’origine del panettone, è a oggi uno dei dolci tipici delle feste natalizie italiane, immancabile sulle tavole di tutti e in tutte le versioni possibili, visto che oggigiorno i panettoni si trovano anche senza uvetta e canditi e con altri ingredienti.
Detto questo, vi auguro un felice Natale e un buon Anno Nuovo e alla prossima.

Fonti principali: Wikipedia -> Panettone; Pasticceria D’Amore -> “Pan di Toni”: il panettone tra leggenda e tradizione; MilanoCittàStato -> Il PAN DI TONI: la strana storia dell’errore da cui è nato il panettone.
Vorresti leggere un articolo che parli di Natale? Allora premi qui!!!