DI ELODIE VUILLERMIN
Hercules è uno dei miei film Disney preferiti in assoluto, con una trama quasi perfetta e un villain così iconico da essere più simpatico del protagonista stesso. La cosa buffa è che la storia di questo lungometraggio c’entra poco o nulla con il mito originale di Ercole, anzi, è un miscuglio di diversi miti greci tutti diversi e privi di un vero legame tra di loro.

La primissima imprecisione sta nel nome del protagonista, Ercole, che in realtà si chiama Eracle: la Disney ha scelto il nome latino del personaggio, perché il pubblico era molto più abituato alla romanità che alla grecità. Egli non è affatto figlio di Zeus ed Era, ma è nato da una notte di passione tra Zeus (dio fedifrago per eccellenza) e una donna umana, quindi è semidio dalla nascita. Anfitrione e Alcmena non sono due contadini, ma un re e una regina, e hanno un altro figlio. Non è Ade il vero villain, bensì Era, che odia a morte Eracle. Ma spieghiamo le cose con calma.
Nel mito originale tutto ha inizio da Elettrione, figlio di Perseo e Andromeda, nonché re di Micene. Una banda di bruti capitanata da un certo Pterelao uccise tutti i figli maschi del sovrano tempo fa, lasciandogli solo una figlia femmina, Alcmena, di straordinaria bellezza. Elettrione la promette in sposa all’uomo che avrebbe giurato di vendicare il massacro: quell’uomo è Anfitrione, re di Tirinto. Il matrimonio tra i due avrebbe garantito l’unione tra Micene e Tirinto, poiché Anfitrione sarebbe stato l’erede di entrambi i troni.
Tuttavia l’uomo uccide per errore Elettrione durante una battaglia e per questo viene esiliato insieme ad Alcmena. Vengono accolti a Tebe e lì la fanciulla dichiara ad Anfitrione che lo avrebbe sposato, ma che si sarebbe concessa a lui solo se avesse vendicato l’affronto alla sua famiglia. Così Anfitrione parte per portare a termine la promessa.
A questo punto Zeus, accompagnato dal fidato compagno Ermes, si presenta da Alcmena con le sembianze di Anfitrione, la quale si concede al dio convinta di avere un rapporto con il marito appena tornato dalla sua missione. Nel frattempo Ermes rimane a fare la guardia travestito come Sosia, il servo di Anfitrione. Zeus sparisce all’alba e poco dopo torna il vero Anfitrione, che è riuscito a vendicarsi di Pterelao. Alcmena non sospetta di nulla e ha una notte di passione anche con lui. Alla fine rimane incinta di due bambini, Eracle (di Zeus) e Ificle (di Anfitrione).

Era viene a sapere di ciò che ha fatto Zeus e, gelosa, si reca ad Argo, dove si trova Nicippe, la sposa di Stenelo (zio di Alcmena), incinta ormai da sette mesi. Ferma e trattiene l’Ilizia, la dea che assiste alle nascite, in modo da ritardare il parto di Alcmena e accelerare il travaglio di Nicippe: viene al mondo così per primo il bambino di quest’ultima, Euristeo, che diventa il legittimo erede dei troni di Micene e Tirinto al posto di Eracle.
Alcmena, che ha dato alla luce i suoi bambini, viene a sapere delle vere origini di Eracle per merito di Tiresia, il dio indovino. Timorosa di subire l’ira di Era, la donna abbandona il neonato Eracle in un campo, lasciando a Zeus il compito di decidere il fato del piccolo. Ermes, su ordine di Zeus stesso, prende con sé il bambino e lo avvicina al seno di Era mentre ella dorme, in modo che possa bere un po’ del suo latte. Ma la dea, svegliatasi a causa di un morso del neonato, si infuria per l’affronto subito e manda due serpenti a uccidere Eracle: un gesto inutile, poiché il piccolo, reso forte dal latte della dea (che lo rende invincibile), riesce a strozzare da solo i due rettili; questa scena è stata ripresa dalla Disney, con Pena e Panico (gli scagnozzi di Ade) nel ruolo dei serpenti.
Anfitrione, colpito dalla straordinaria forza del bambino, va a farsi predire il suo futuro, scoprendo che la vita di Eracle sarebbe stata piena di imprese eroiche, perciò lo cresce come un ragazzo colto. Il giovane riceve gli insegnamenti dei migliori maestri (Chirone, Castore, Eurito e Autolico) e impara a conoscere le arti della medicina e della chirurgia, del combattimento, del tiro con l’arco, dell’uso delle armi. Tuttavia ha difficoltà a controllare la sua forza, al punto che uccide per sbaglio il suo maestro di musica, Lino, in uno scatto di rabbia, e per questo Anfitrione lo manda a lavorare come pastore in montagna. Proprio qui si ricongiunge con Chirone e impara le leggi scientifiche e morali.
Prima di ritirarsi da quella vita sul monte Citerone, una parentesi durata fino ai suoi diciotto anni, Eracle incontra sul suo cammino due donne affascinanti: la prima gli indica un sentiero erboso e idilliaco (il Piacere), l’altra una strada più sassosa e faticosa (il Dovere). Eracle sceglie la seconda e da quel momento in poi dedica tutta la sua vita ad aiutare i deboli e gli indifesi.
Tra le sue prime imprese ricordiamo lo scontro con Ergino, re di Orcomeno, che imponeva agli abitanti di Tebe pesanti tributi da pagare. Eracle riesce a sconfiggerlo e Creonte, re di Tebe, gli concede in sposa sua figlia Megara in segno di riconoscenza. Ma Era gli provoca un attacco di follia tale da spingerlo a uccidere alcuni amici, i suoi figli e, secondo alcune versioni del mito, anche Megara. Una volta tornato in sé, il senso di colpa è tale da spingerlo ad abbandonare la sua casa e recarsi, su consiglio del fratello Ificle, a Delfi. Qui l’oracolo del dio Apollo gli ordina di stabilirsi a Tirinto e sottoporsi alle dodici fatiche imposte da Euristeo, così da espiare le sue colpe. Egli riesce a superarle tutte, per quanto siano difficili e a volte umilianti, e nonostante i tranelli orditi da Era per farlo fallire.

Negli anni successivi viaggia in terre lontane e compie altre imprese: si ricorda infatti la sua partecipazione alla guerra di Troia. E sappiate che prima delle dodici fatiche è stato persino un Argonauta.
Durante uno dei suoi viaggi incontra e sposa Deianira, la principessa di Calidone. Un giorno salva la moglie dal centauro Nesso, che prima di essere ucciso da una freccia intrisa del veleno dell’Idra suggerisce alla donna di intingere nel suo sangue (che spaccia per un filtro d’amore) una veste del marito, per assicurarsi la sua fedeltà. Quando Eracle porta Iole, figlia di Eurito, a casa come concubina, Deianira viene a sapere che un tempo la fanciulla doveva essere la promessa sposa di Eracle e si ingelosisce. Così bagna una veste con il sangue di Nesso e la fa indossare al marito.
In realtà il sangue del centauro è un potente veleno e quando Eracle indossa la veste impazzisce dal dolore, al punto che si fa costruire una pira nella quale si getta per porre fine alle sue sofferenze; Deianira, disperata e in colpa, si toglie la vita. Ma Atena salva Eracle portandolo nell’Olimpo, dove il giovane sposerà Ebe, dea della gioventù, e otterrà così l’eterna giovinezza: una grande differenza rispetto al film, dove Ercole diventa un dio rischiando la vita per recuperare l’anima di Meg dal regno dei morti. Non solo, Eracle ottiene una costellazione che porta il suo nome (questo dettaglio, almeno, la Disney l’ha mantenuto).
La lista di inesattezze, errori mitologici e divergenze con l’opera originale però è ancora lunga. Ad esempio, le Muse dovrebbero essere nove in totale, eppure nel classico Disney ne appaiono solo cinque.
Quelli che vengono indicati come i Titani nel film, che hanno sembianze di mostri distruttori basati sui quattro elementi della natura, non sono i veri Titani. Nella mitologia greca i Titani hanno sembianze umane e sono la prima stirpe di dèi, quella che governò il mondo almeno fino all’arrivo degli olimpici e lo fece pacificamente. Nel film invece ci fanno credere che al tempo dei Titani il mondo era sconvolto da disastri naturali di ogni sorta.
Nella mitologia esiste un effettivo scontro tra i Titani e gli dèi olimpici, chiamato Titanomachia, ma Zeus non l’ha combattuto da solo, contrariamente a ciò che la Disney ci mostra nei primi minuti di film: egli era infatti affiancato dagli altri dèi dell’Olimpo, dai Ciclopi e dagli Ecatonchiri.

Narciso, nel film animato, appare tra gli dèi dell’Olimpo, ma nel mito originale è un semplice mortale che non raggiunge mai lo status divino.
Il Ciclope viene associato ai Titani, il che è un errore, ma solo in parte. Nelle prime versioni del mito i primi tre Ciclopi sono figli di Urano e Gaia, quindi sono fratelli dei dodici Titani, ma nonostante questo legame essi sono alleati degli dèi olimpici.
Pegaso non viene creato da Zeus come dono per il piccolo Eracle, ma nasce dal sangue di Medusa dopo che Perseo l’ha decapitata. Nelle versioni più recenti del mito, il cavallo alato è il figlio mai nato di Medusa e di Poseidone.
Pena e Panico sembrano basarsi su Deimos e Phobos, gli dèi della paura e del terrore, ma se così fosse non avrebbe senso che siano alleati con Ade, in quanto nel mito originale i due sono figli di Ares e di Afrodite.
Le Parche (Moire per i Greci) non sono delle vecchie di aspetto orrendo, né possiedono un solo occhio in comune. In realtà sono tutte delle giovani e bellissime donne. In alcune versioni del mito sono tre donne di età diverse (una giovane, una adulta e una anziana). Il trittico che ci presenta la Disney è più simile alle Graie, le quali sono effettivamente tutte vecchie e hanno un solo occhio e un solo dente che si passano a turno.
Il piano di Ade, nel film, è usurpare il trono degli dèi scatenando i Titani contro Zeus. In originale non ha mai avuto questo desiderio, anzi è al fianco di Zeus durante la Titanomachia ed è colui che aiuta il fratello a rinchiudere i Titani nel Tartaro. In generale Ade non ha mai davvero svolto il ruolo dell’antagonista in nessun mito, si può considerare piuttosto un dio neutrale.
Inoltre Ade, in quanto guardiano del Tartaro, potrebbe liberare i Titani senza nemmeno aspettare alcun allineamento planetario. Però non ha alcun desiderio di farlo, poiché nel mito non è un villain. Ah, e non ha poteri legati al fuoco, quelli sono una prerogativa di Efesto.
Filottete, da noi doppiato egregiamente da Magalli, non è l’addestratore di eroi, né un satiro: è un principe, figlio di Peante e amico di Eracle. Il suo unico ruolo è di accendere la pira funebre in cui Eracle si lascia bruciare verso la fine del mito. In originale è Chirone, un centauro benevolo, che fa da mentore a Eracle e che ha allenato numerosi eroi prima di lui, come Enea e Giasone. E la parte in cui Filottete fa il donnaiolo con le Ninfe? Quella è una caratteristica più propria di Pan.
Il centauro Nesso non rapisce Megara, ma Deianira, ed è colui che conduce Eracle alla morte.
La lotta di Eracle contro l’Idra è quasi identica a quella nel film, salvo qualche dettaglio. Per esempio, manca la parte in cui Iolao, nipote di Eracle, cauterizza con il fuoco i monconi delle teste tagliate, per impedirgli di ricrescere. Tecnicamente è la seconda fatica di Eracle, ma nella versione disneyana è la prima che il protagonista affronta, e inoltre lo fa a Tebe, non a Lerna. Come nel mito, l’Idra viene uccisa schiacciata a morte da un masso: nel caso dell’originale si tratta della sola testa principale (l’unica che dovrebbe essere immortale), nel caso del film trattasi del mostro nella sua interezza.
Nella canzone Ieri era zero (Zero to Hero in originale) vengono riassunte le altre imprese di Eracle. Tra queste ci sono alcune delle dodici fatiche di Eracle, tra cui la cattura del cinghiale del monte Erimanto (che in realtà qui viene ucciso), oppure la lotta contro il leone di Nemea, che vengono ridotte a brevi scene della durata di pochi secondi. Altre imprese, come lo scontro con un serpente marino, un grifone, un Minotauro e una Gorgone, sono inventate di sana pianta o prese in prestito da altri miti (come quelli di Teseo e Perseo).
Verso il finale del film Ade libera i Titani e li scaglia contro l’Olimpo e gli altri dèi, ma Ercole salva la situazione. In originale la Titanomachia è uno scontro molto più antico ed Eracle non vi prende mai parte, in quanto avvenuto ben prima della sua nascita, quando a quei tempi Zeus non era nemmeno ancora il re degli dèi. Quello che la Disney ci mostra a questo punto è più simile alla Gigantomachia, ossia lo scontro con i Giganti.
Eracle scende effettivamente negli Inferi per recuperare l’anima di una donna, ma non quella di Megara, bensì di Alcesti, la sposa di Admeto, un suo vecchio amico. Ade glielo concede senza fare alcun patto con lui.
Insomma, gli sceneggiatori sono stati poco accurati e poco fedeli rispetto alla storia originale, eppure non è stato un male. Al contrario, ritengo che hanno saputo dare un’interpretazione originale e creativa del personaggio di Eracle e dei miti greci in generale. E poi, considerando che la mitologia greca è un calderone di tradimenti, omicidi, travestimenti e macchinazioni ordite da divinità, non c’è da stupirsi che la Disney abbia edulcorato parecchio la trama di questo classico animato.

