The Lobster – La Morte Del Grigio

DI ALBERTO GROMETTO

Un film grigio grigio per raccontarti di come il Grigio sia morto e non esistano che il Bianco e il Nero. Devi scegliere, punto. Niente vie di mezzo.

Grigio è il suo protagonista, triste e solitario uomo di mezz’età scaricato dalla moglie.

Grigio è il mondo nel quale si muove, freddo e asettico, dove esiste una sorta di algida educazione ma non vi è traccia di pietà alcuna. 

Grigie sono le persone che popolano questa pellicola, educate e cortesi ma al tempo stesso spietate e feroci. 

Pensate che vi è un personaggio, interpretato da Angeliki Papoulia, una delle storiche attrici greche dell’Assoluto Maestro di questa pellicola, che si chiama “Donna Senza Cuore”. Ma la verità è che sono tutti senza cuore in questo film. O forse qualcuno un cuore ce l’ha, ma lo tiene ben nascosto dietro montagne di freddezza e grigiore. Son tutti fatti così, la Società nella quale si trovano è fatta in questo modo, non ci si può far niente. Ma davvero non si può? 

Che Genio che è YORGOS LANTHIMOS, uomo che ci ha regalato quasi solo capolavori di inestimabile grandezza! Forte del successo riscosso con le sue produzioni greche, fa il Grande Salto nel cinema internazionale e realizza la sua prima pellicola hollywoodiana.

L’anno è il 2015. E il film, capolavoro nel suo essere Grigio, è THE LOBSTER. L’aragosta. Questo è l’animale che il protagonista sceglie, qualora fallisse. Sì, esatto. Ci troviamo in un mondo che è in tutto e per tutto simile al nostro, tranne per il fatto che possono trasformarti in un animale qualora tu non sia capace di trovare l’anima gemella con la quale passare il resto della vita. In realtà non deve essere proprio l’anima gemella, l’unica cosa che conta è che sia una compagna o un compagno. Ma lo devi trovare, perché non puoi rimanere single. Sono le regole. Altrimenti diventi un animale. Almeno puoi scegliere quale. Bella questa cosa: non puoi scegliere di essere single, ma puoi decidere in che animale trasformarti se single rimani. Il protagonista David, interpretato da un sensazionale Colin Farrell che riesce a incarnare perfettamente un uomo grigio e sofferente e spaesato, sceglie l’aragosta perché le aragoste vivono a lungo. E poi, soprattutto, ama il mare.

David è stato cornificato dalla moglie. Non voleva essere single, gli è capitato. In quel caso che ti succede? Vieni preso e portato subito in un hotel dove hai 45 giorni di tempo per trovarti la compagna. O il compagno. Sì, David poteva scegliere al momento del check-in presso questo albergo tra “Uomo” e “Donna”. Vietato però indicare entrambi: ve l’ho detto, non esiste il Grigio, sei per forza “Carne” o “Pesce”, “Etero” o “Omosessuale”, “Single” oppure “Accoppiato”. E se sei “Single” non puoi più essere umano. Ma fondamentalmente, se ci pensate, chi vorrebbe essere un umano se questo significa essere così terribilmente spietati e vuoti come l’umanità tratteggiata da Yorgos e rappresentata e incarnata in questo film? 

Come al solito Lanthimos confeziona un racconto crudissimo e pungente e caustico e penetrante e grottesco, suscitando un sadico divertimento perverso da una parte e un triste disgusto orripilato dall’altra. Narra una storia sopra le righe, cupa, fuori dall’ordinario. Ma lo fa per raccontarci qualcosa di Noi. A quanti è successo di essere costretti a tutti i costi a fare qualcosa che non si voleva fare? O che magari si voleva anche fare, ma in modo diverso? Quante volte in famiglia, ad esempio, t’hanno chiesto quand’è che ti trovavi la fidanzata o il fidanzato? O hai sentito criticare una persona perché single ad una certa età? È la Società che fa pressioni. Soprattutto sono gli Esseri Umani, che quella Società la formano, a fare pressioni.

La Libertà di scegliere cosa sia meglio per te ci viene strappata via da un’umanità brutale e inumana che è convinta di sapere sempre cosa sia giusto per Noi. E che ti disintegra se non fai quello che dice.

O quantomeno ti trasforma in un’aragosta. 

David si ritrova così in questa struttura di reclusione che limita e calpesta la sua libertà di essere libero. Non ha nemmeno avuto il tempo di rendersi conto che la moglie gli aveva messo le corna, che eccolo gettarsi a capofitto in fretta e furia alla ricerca di una compagna! Avrebbe anche cercato tra gli uomini, ma ha dovuto scegliere e ha scelto “Donna”. Solo Bianco o Nero.

Esiste però un gruppo di ribelli. Una sorta di resistenza. I cosiddetti “Solitari”. Loro vivono nei boschi, credono nell’essere single e lottano per un mondo libero. Ma davvero lottano per un mondo libero? No, sono semplicemente l’altra faccia della medaglia, anche loro anime brutali e violente che calpestano e sopprimono la Libertà. Semplicemente hanno un’idea completamente opposta di cosa debba essere meglio. Ma anche loro te la impongono quella idea, e tu la devi accettare. 

Da una parte i grandi saloni eleganti d’albergo. Dall’altra i boschi immersi nel cuore della notte. Da una parte danze di coppia. Dall’altra tu balli da solo per conto tuo. Da una parte se ti masturbi, devi mettere la mano dentro un tostapane perché puoi essere soddisfatto sessualmente solo se sei con qualcun altro. Non quando sei single. Dall’altra, se ti innamori, ti possono cavare via gli occhi seduta stante. Dove sta la Libertà? Ancora: Bianco o Nero. Niente Grigio. Niente via di mezzo. Non puoi scegliere cosa sia giusto per te di momento in momento. Devi fare una scelta netta e precisa. Così vogliono quelli che siedono ai posti di comando.

Da una parte la fredda freddissima Direttrice dell’Hotel, impersonata da un’Olivia Colman che anche grazie a Lanthimos ha avuto modo di mostrare al mondo intero di essere tra le più brillanti e geniali e strepitose interpreti del nostro o di qualsiasi altro tempo. Dall’altra l’impetuosa e furiosa leader dei Solitari, portata in scena da una fenomenale Lea Seydoux. Entrambe sono alla fine lo stesso tipo di persona: forti e brutali e con idee nette e chiare, idee che non si fanno scrupoli ad importi a forza.

Una galleria di personaggi stralunati e tristi e assurdi. Dallo sventurato e debole e goffo John C. Reilly fino ad arrivare ad una Rachel Weisz veramente incantevole. Menzione speciale la merita la sensuale e affascinante Cameriera, interpretata da una divina Ariane Labed in stato di grazia, moglie di Yorgos Lanthimos e soprattutto attrice d’altissimo livello, personaggio conturbante e insieme penetrante, esemplificativa di questa impeccabile compostezza calcolatrice e fredda e crudelmente cruda e spietata e glaciale che permea questo mondo portato in scena innanzi ai nostri occhi: Lei, che tra una riverenza e un grazioso inchino, ti si presenta in camera, ti fa togliere i pantaloni, s’alza la gonna, ti si struscia sul pene e poi se ne va e ti lascia lì, impossibilitato a masturbarti, perché altrimenti ti infilano a forza la mano dentro un tostapane. È una crudeltà!, afferma esausto David, unico personaggio di questa sfilza ad avere un nome. Gli altri sono tutti identificati dalle loro caratteristiche: donna senza cuore, donna miope, uomo con la zeppola, uomo zoppicante… 

È interessante notare come tutti vengano chiamati con i nomi dei loro difetti. Soprattutto, è affascinante l’idea che per trovarti un partner, questi deve avere un difetto che hai anche tu. Sì, è una regola dell’albergo. Se sei miope e ti imbatti in una persona miope come te, allora potrebbe essere quella persona il partner di cui hai bisogno per non essere trasformato in un animale. Quasi come a voler dire: perché uno che ci vede perfettamente dovrebbe voler stare con qualcuno che è miope? L’inquietante e ambiguo (pertanto perfetto in questo film!) Ben Whishaw, con l’obbiettivo di mettersi insieme ad una ragazza che soffre di continue epistassi, arriva a farsi sanguinare il naso di nascosto. Naturalmente non la fa per amore, qui l’Amore non c’entra niente! Lo fa perché vuole continuare a rimanere un umano. Ma che prezzo sei disposto a pagare per essere un essere umano? Fino a che punto è davvero la scelta più conveniente?

Macabro e surrealista, in realtà è più che realista nel tratteggiare una realtà desolante che alla fin fine tanto diversa dalla nostra non è. Yorgos ci fa capire che forse dopotutto la scelta migliore era nuotare nel mare felice insieme alle aragoste, piuttosto che rimanere imprigionato tra umani che umani non sono e che ti dicono che devi essere single o accoppiato per essere felice, pure se tu fossi felice a rimanere così come sei. La Felicità è come la dicono loro, altrimenti sparisci! Eppure, in tutto questo doloroso marasma di dolore e sofferenza e grigio, ti capiterà di trovare quella persona che grigia non è. Che ti renderà tutto colorato, altro che grigio! E che ti importa se sarà miope o zoppa o con la zeppola? Quello allora sarà davvero l’Amore. La vera Felicità. Soprattutto perché sarai tu a deciderlo.

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