Anatomia di una caduta: Vedere la Vera Verità la rende Vera?

DI ALBERTO GROMETTO

Di quante cose al mondo si può dire “Questo è così”, oppure “Questo non è così”?

L’Uomo è convinto di sapere sempre tutto, essere padrone della Verità, ma la vera verità è che non esiste cosa vera se non c’è certezza. Se un albero cade nel bosco ma nessuno racconta che quell’albero è caduto… allora, è caduto davvero? 

Noi viviamo in una realtà indecifrabile che ha costantemente a che fare con il Dubbio. Noi dubitiamo, dubitiamo di tutto, perfino di noi stessi. Financo dei nostri stessi dubbi. E questo perché il più delle volte la Verità ci è inaccessibile, oscura, fuori dalla nostra portata. Chi può realmente dire di conoscere qualcosa o qualcuno semplicemente osservandolo? 

Un uomo viene trovato morto nel bianco della neve, tintasi di rosso sangue, davanti alla sua baita in montagna, completamente isolata. Uniche persone presenti in loco la moglie e il figlio undicenne. È proprio il bambino, dopo essere andato a spasso col suo cane, ad aver ritrovato il cadavere del padre. Urla, urla a perdifiato, ed è allora che la madre esce di casa di corsa. Lei dice di aver dormito tutto il tempo fino a quando non ha sentito il figlio chiamarla. Dice. Sottolineo: DICE.

Unica ipotesi possibile: l’uomo si è buttato giù dalla finestra. Giusto? Non è così semplice, in realtà. Le tracce di sangue indicano che si è trascinato nella neve, prima di esalare il suo ultimo respiro. O che è stato trascinato. Se si fosse trascinato da solo, lo avrebbe fatto sulla schiena. Era in una posizione scomoda per strisciare in quel modo. Non che non sia possibile. Solo improbabile. E ancora: si è davvero buttato? Non sembrava affatto una persona in procinto di suicidarsi. Sottolineo: NON SEMBRAVA

Però quella lesione al collo indica che, quasi senza alcun dubbio, è stato colpito da un oggetto contundente con violenza, prima di rotolare di sotto. Sottolineo: QUASI senza alcun dubbio.

Certo che il fatto che suo figlio sia ipovedente e stranamente sbagli ogni volta che cerca di ricostruire cosa è successo, che venga fuori che il suo matrimonio in apparenza perfetto fosse in realtà allo sfacelo, e che ci fosse una musica fortissima al momento del suicidio… sono tutti elementi che non aiutano per niente il corso dell’indagine. Ma sarà stato un suicidio? Chi lo sa. Del resto non ci sarebbe un’indagine, ci fosse certezza.

Esatto, tutto è troppo strano. Nulla è chiaro. Per due ore e mezza di film non fanno altro che spuntare fuori fatti fuorvianti, indizi sospetti, alibi che non reggono, prove contraddittorie che non provano nulla se non quanto su tutta la vicenda aleggi un inquietante senso d’oscura ambiguità.

Non volevo dirlo, ma… ma non è che sarà stata lei, la moglie, ad averlo fatto fuori? Nessuno lo direbbe mai, no, è troppo orribile anche solo pensarlo. Anche se pensare non ha mai fatto male a nessuno, no? O forse sì. Però non puoi pensare di non pensare. Ed è così che, senza nemmeno rendercene conto, si insinua quel pensiero, quell’agghiacciante pensiero, che l’uomo non si sia ammazzato ma sia stato ammazzato, e che sia stata lei, la donna della sua vita, ad ucciderlo. 

Non sono un’assassina!, grida lei ad un certo punto del film. Non serve un assassino per uccidere, si potrebbe ribattere. Due ore e mezza che ti tengono costantemente incollato, costantemente in tensione, costantemente sul filo del rasoio. L’attenzione è sempre altissima e non cala manco per mezzo secondo. Un thriller cupo e agghiacciante e ansiogeno nel quale però non vediamo morire nessuno. Vediamo solo un morto, e solo quando il delitto è stato consumato. Sempre che ci sia stato, un delitto. 

Un thriller che in realtà sta a metà tra il giallo e il noir. Solitamente il Thriller è quel genere nel quale sappiamo chi sia il colpevole ed è il vederlo in azione che ci tiene agganciati. Il Giallo invece lo abbiamo quando il punto sta scoprire chi sia il criminale. Il Noir è tale grazie alla sua atmosfera che sa di marcio e sporco. Qui però li abbiamo tutti e tre. Un delitto sembrerebbe essere stato compiuto, ma non abbiamo idea di chi sia il colpevole, né se è realmente avvenuto. Ne esce fuori una vicenda caratterizzata da un’atmosfera veramente inquietante. Ma alla fine non è neanche tanto scoprire cosa sia avvenuto, ma è il vedere il mondo intero, fatto di tribunali e detective e avvocati e poliziotti, ad affannarsi intorno ad un delitto-che-forse-non-è-un-delitto, quello che davvero ci appassiona e ci intriga. È il NON SAPERE il vero criminale, il colpevole numero uno. 

La verità è che più guardi a una Verità e meno ti sembra vera. Tenere gli occhi ben aperti non sempre funziona. Talvolta, anzi, può essere deleterio. Tu continui ad osservare, e analizzare, studiando ogni singolo, microscopico dettaglio anatomico, passando in rassegna i fatti attentamente, meticolosamente. E più t’addentri e meno capisci. La verità è che a volte una Verità tu non puoi comprenderla. E puoi stare a guardarla fin quanto vuoi, finisci solo per cascarci dentro. E allora che puoi fare? Semplicemente scegli tu cosa sia vero, anche se non sei sicuro. Anche se sei divorato dai dubbi. Anche se non ci credi fino in fondo. Ma è il solo modo che hai per sbloccarti. Devi decidere tra una parte e l’altra, e speri solo di poter cadere in piedi, dalla parte giusta.

Vincitore della MERITATISSIMA Palma D’Oro al Festival di Cannes 2023, diretto da quella regista eccezionale e sapiente che dimostra di essere JUSTINE TRIET, scritto dalla stessa Triet insieme al fidanzato e collaboratore ARTHUR HARARI, caratterizzato da interpreti tutti quanti fenomenali (in primis la strepitosa protagonista SANDRA HÜLLER), con un’ambientazione e un aspetto tecnico da applausi: quella che vediamo andare in scena è la ricostruzione anatomica di vite intere che crollano travolte sotto il peso del dubbio e delle domande, di un’umanità che va a sgretolarsi e a corrodersi per il fatto di non sapere, né poter sapere.

In una realtà assurda e in costante mutamento come la nostra, in cui nessuno ha il monopolio della Verità, chi te lo dice cosa sia vero e cosa no? Solo una cosa è vera, e cioè che niente può essere vero a questo mondo. Ma quest’ultima cosa che ho detto… sarà vera?

Chi desidera cercare di comprendere la prima delle Verità, quella dietro il nostro Universo, s’avventuri pure in un pezzo nel quale capirà che la risposta era già nella nostra mente!!!

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Mercuzio and Friends è un collettivo indipendente con sede a Torino.

Un gruppo di studiosi e appassionati di cinema, teatro, discipline artistiche e letterarie, intenzionati a creare uno spazio libero e stimolante per tutti i curiosi.

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