La Grande Sfida dell’Amore: La pioggia nel pineto Vs Pucca

DI ALBERTO GROMETTO

Oh, l’Amore!

Innamorarsi, amare con amore, essere amanti e innamorati… esiste qualcosa di più bello? 

Ditemelo voi: trovarsi con qualcuno, e guardarsi negli occhi, ed essere solo Tu e l’altra persona e nient’altro, il resto non c’è, il resto non esiste, sparisce. Esistete Tu, l’Altra Persona e il Vostro Stare Insieme.

Innamorarsi, amare con amore, essere amanti e innamorati… esiste qualcosa che faccia più schifo? 

Sì, perché l’Amore è sofferenza acuta, una rotture di palle, amare significa star male come dei cani e soprattutto NON capire! 

Esatto: NON capire che diavolo ti succede, NON capire cosa poter fare, NON capire come mai quella maledetta e al tempo stesso benedetta persona di merda che ti ferisce a più non posso… possa essere così meravigliosa e splendida e incantevole!

È da secoli che l’Umano s’interroga sull’Amore senza venirne a capo. È da secoli che si pone grandi perché su questo sentimento così splendidamente orrendo. È da secoli che NON capisce. 

E dunque tutto questo pensare e riflettere e interrogarsi e cercare di capire è forse stato inutile? 

No, quello no, quello mai. E questo perché tutto ciò ha portato a Qualcosa. A qualcosa che merita la “Q” maiuscola. Ha portato ad opere d’una grandezza sublime, a storie di un’immortalità eterna, a parole di una straordinarietà e d’una bellezza e di un significato veramente ineguagliabili. 

Ha portato a capolavori come i due che andremo ad affrontare, analizzare e comparare in questa «Grande Sfida». 

Trattasi di due perle narrative che ai miei occhi sono talmente simili da risultare quasi del tutto indistinguibili tra loro. 

Da una parte abbiamo la Poesia con i suoi versi d’estrema preziosità, il Novecento italiano e il suo rigoglio intellettuale prima che le Guerre arrivassero e portassero sofferenza e dolore, il voler scrivere a parole di qualcosa che talvolta è impossibile quasi solo pensare. 

Dall’altro lato abbiamo invece l’ilarità e la giocosità del mondo dell’animazione seriale e l’audiovisivo con le sue onnipotenti capacità narrative, il XXI secolo con tutte le sue rivoluzioni digitali e tecnologiche e sociali e virtuali, l’intenzione di rendere vero davanti ai tuoi occhi qualcosa che fino a quel momento esisteva solamente nella tua testa.   

Da una parte abbiamo uno dei massimi “pezzi da novanta” della nostra letteratura, Colui che è stato ribattezzato “Il Vate”, una sorta di influencer ante litteram che ha rivoluzionato l’Italia del suo tempo e che è stato poeta e drammaturgo e scrittore e romanziere e giornalista e pure politico nell’Italia tra Ottocento e Novecento: GABRIELE D’ANNUNZIO.

Dall’altra parte abbiamo a che fare con un prodotto d’animazione che proviene dal panorama artistico sudcoreano e che in breve ha conquistato il mercato internazionale imponendosi come un fenomeno globale di massa, una serie fatta di episodi autoconclusivi e in cui si mescolano tra loro magia, azione e arti marziali, contenuti entro la cornice di un’ambientazione orientale. 

Da un lato abbiamo quello che è considerato, a torto o a ragione, il più bel componimento poetico di D’Annunzio, sicuramente la sua opera più conosciuta e citata e studiata in termini assoluti, quella che non manca in nessuna antologia italiana: LA PIOGGIA NEL PINETO.

Dall’altro lato invece, all’angolo dello sfidante, prende posto la serie animata che vanta come protagonisti dei personaggi animati tra i più amati e parodiati che ci possano essere, e mi sto riferendo a: PUCCA.

Sulla carta, sembrerebbero essere due opere profondamente e completamente diverse, al punto che il loro accostamento potrebbe apparire come la perversa follia partorita da una mente malata e scriteriata. SEMBREREBBERO

Che cosa ci azzeccano uno dei più celebrati e idolatrati componimenti poetici della letteratura nostrana e un cartone animato sudocoreano nato un secolo dopo o giù di lì? 

Beh, ma è chiaro, semplice, evidente, cristallino! Entrambi parlano d’AMORE.

«La pioggia nel pineto» venne scritta nel 1902, tra Luglio e Agosto, e fa parte della raccolta «ALCYONE», pubblicata l’anno successivo. Per tutto il tempo il Poeta si rivolge alla donna che ama, la sua Ermione. È estate, i due sono insieme e stanno passeggiando. Quand’ecco che sopraggiunge il temporale. Soli, loro due, nel pineto, mentre l’acqua cade e tutto copre. Le gocce risuonano dolci su alberi, rami, foglie, fiori, piante, cespugli. Tutto quanto risulta inebriante, ogni senso ne viene coinvolto. I suoni, i profumi, le sensazioni rendono i due amanti un tutt’uno con la natura nella quale s’amano. Quasi si trasformano, talmente sono immersi in questo verde naturale e rigoglioso.

«Pucca», nata a partire dal 1999, invece parla di tutt’altro tipo d’amore. Un amore che non è unione, comunione, armonia. Ma che è anzi tutto l’opposto: divisione, rifiuto, disarmonia. La protagonista che dà il nome alla serie è una ragazzina che ha un unico sogno e desiderio: poter aver tutto per sé il ninja del quale è perdutamente innamorata. Ma questo Garu, purtroppo, non è per nulla interessato a lei. Tuttavia lei non è per nulla interessata al disinteresse di lui. Per tutta la serie ella non fa altro che inseguirlo, rincorrerlo, braccarlo costantemente. E anche se questo significa venir coinvolti in pericoli d’ogni tipo e sorta e assurde avventure ai limiti del surreale e del paranormale, a lei non frega nulla: continuerà a inseguire il suo lui, a dispetto di tutto, pure a dispetto del suo stesso lui, che per quanto possa scappare non sarà mai abbastanza lontano da lei!

Okay, forse in effetti il fatto che parlino d’Amore è un po’ troppo poco per definire questi due prodotti “indistinguibili”. E forse la mia affermazione ardita voleva essere una mera e spassosa provocazione. Ma in realtà, nel parlare d’Amore, queste due opere finiscono per il dirci qualcosa di molto importante e molto simile sul sentimento che più d’ogni altro fa parlare continuamente di sé. E cioè che…

L’Amore ha due facce. Ce la ha da sempre. Amare significa stare bene con un’altra persona come mai si è stati bene in tutta la vita con nessun altro. Ma significa pure dover lottare, correre, inseguire. L’innamorato è la persona che sta vicino a chi ama diventandone un tutt’uno. Ma è anche la persona disperata che non ti molla, che ti bracca costantemente, che tutto il giorno tutti i giorni non pensa che a te anche se tu non la vuoi. Essere amanti significa guardare all’altro e capire che il suo abbraccio è il tuo posto. Ma significa pure, se l’altro non è della tua stessa idea, abbattere mari e monti, sradicare foreste, capovolgere il mondo per far sì che il tuo posto diventi “tuo”.

Tutto questo D’Annunzio e Pucca lo sanno, e lo hanno capito fin troppo bene. 

E così una poesia che tenta di tradurre in parole qualcosa per cui non esistono parole, ti racconterà pure dell’Amore come un fenomeno in cui l’unione e l’armonia vincono e ti fanno essere un tutt’uno in un solo flusso, ma al tempo stesso “ti mette il tarlo in testa” dicendoti che quel magico momento altro non è che un’illusione.

«E piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l’anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m’illuse, che oggi t’illude,
o Ermione.»

Gabriele, quando la scrisse, aveva in mente la sua “vera” Ermione, alla quale ha nei fatti dedicato gran parte della sua produzione poetica: l’attrice ELEONORA DUSE, che Egli avrebbe amato tutta la vita. “Il Vate” già sapeva che “La Divina”, con la quale ebbe una sofferta e travagliata relazione che si spense nel 1901, non sarebbe più stata “sua”. Che già non erano più una cosa sola. Anche se non avrebbe mai smesso di pensarla, ogni singolo giorno.

E così una serie animata sudcoreana che si propone la missione di farti ridere pur parlando di qualcosa di doloroso e sofferto come un amore non corrisposto, quando non vorresti che essere un tutt’uno con una persona che invece non lo vuole, ti racconta anche di come in più di un’occasione Garu, che ha fama di essere un grande ninja, non lo sarebbe senza quella pazza e folle e ostinata di Pucca che ad ogni episodio gli salva la vita e che si interessa a lui come nessun altro si interesserebbe. 

E quindi, alla fine

Dove sta la vera verità

Che cavolo è questo amore? 

Ah, non lo so! Se lo sapessi, probabilmente, oggi farei qualcos’altro invece di scrivere questi pazzi articoli folli e scriteriati.

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