DI GIOSUE’ TEDESCHI
Al Concilio del Valhalla che si tiene ogni mille anni, gli dèi hanno votato all’unanimità per l’estinzione della razza umana. Le uniche a opporsi sono le Valchirie, la cui leader, Brunilde, ricorda loro che in casi del genere è concessa all’umanità un’ultima possibilità, rappresentata dal torneo del Ragnarok: tredici combattenti umani e tredici combattenti divini devono darsi battaglia fino alla morte in un’arena. Da questo dipenderà il futuro dell’umanità.
La prima fazione a ottenere sette vittorie è considerata la vincitrice. Il destino dell’umanità è dunque in bilico tra l’estinzione e l’esistenza per altri 1000 anni. Coloro che vengono sconfitti nel Ragnarok vedono le loro anime ridotte in cenere e inviate a Niflhel, il regno nordico della nebbia, interrompendo il ciclo di reincarnazione e portando alla morte permanente dello spirito. Comincia così una serie di combattimenti dove grandi uomini della storia affrontano gli dèi per la salvezza dell’umanità sfruttando il potere e il legame con le Valchirie noto come völundr.
Dopo un iniziale vantaggio degli dèi nei primi due round grazie a Thor e Zeus, che sconfiggono rispettivamente Lü Bu e Adamo, gli umani mostrano il loro potenziale tornando in pari nel terzo e nel quarto round grazie a Sasaki Kojiro e Jack lo Squartatore, che sconfiggono Poseidone ed Eracle.
Iniziamo constatando quanto sia esteticamente bello questo anime. Tutti i personaggi hanno un design curato fin nei dettagli che rappresenta bene le loro caratteristiche. Già questo è un motivo sufficiente per guardarlo.
E dopo tutto quel tempo speso sul design dei personaggi gli animatori non sono stati da meno. Le battaglie sono di una fluidità invidiabile e non ci si perde mai nel flusso di colpi scambiati tra i contendenti.
Tuttavia anche la storia è molto avvincente. Riesce a tenerti incollato allo schermo evitando di appiattirsi negli scontri. Anzi più si va avanti più si scoprono le varie sottotrame tra i presenti al torneo. E sono meno scontate di quanto avevo pensato in prima battuta. Le storie più belle di questo anime sono però, ovviamente, quelle relative ai combattenti.
I flashback durante le battaglie che spiegano nei dettagli necessari le storie personali sia degli dei che degli umani fanno vedere come sono diventati ciò che sono, e perché non potevano essere altro da sé stessi. Sono tutte storie molto toccanti e devono esserlo, altrimenti non si spiegherebbe perché proprio loro sono stati scelti come rappresentanti di un’intera razza. Dei o umani che siano.
Hanno trovato la misura perfetta sia per la lunghezza delle battaglie che per il tempo dedicato all’emotività e alle storie delle vite dei contendenti. Ammetto che non ho fatto nessuna ricerca a riguardo ma penso siano piuttosto accurate. Per quanto possano esserlo delle leggende ovviamente, in dieci racconti ci saranno dieci differenze ma il succo rimarrà quello in tutte le versioni. E soprattutto ottengono l’effetto di far vedere come le storie di vita dei combattenti si riflettano nelle loro azioni e nelle loro strategie di combattimento.