Storie in Rete – Rete d’amore (Betty Ivy)

DI ELODIE VUILLERMIN

Dopo quella piccola perla che è stata La via dei peccati, Eleonora Lanzi lascia il terreno dei gialli per cimentarsi nella scrittura di un dark romance. Sotto lo pseudonimo di Betty Ivy ci parla della storia di Rebecca, una giovane ginnasta che ha dovuto prendersi una pausa e ricominciare la scuola pubblica, dopo che un infortunio ha stroncato la sua promettente carriera sportiva e le ha impedito di andare alle Olimpiadi. Le cose per lei iniziano a cambiare quando incontra Alessandro, il ragazzo più figo dell’istituto, rubacuori e riservato. Nelle prime pagine sembra andare tutto bene tra loro, poi arriva il dramma che sconvolge la loro vita e quella di chi sta loro intorno. Da qui in poi è un circolo di incomprensioni, di sentimenti nascosti nonostante la distanza, casini personali e minacce.

(L’autrice, e oramai nostra cara amica, Eleonora Lanzi con in mano il libro con cui l’abbiamo conosciuta, e cioè «La via dei peccati»)

Devo ammettere che nelle prime pagine ho faticato ad appassionarmi. La trama sembrava il classico cliché della ragazza timida innamorata del bel tenebroso con un passato doloroso alle spalle, che a sua volta si innamora di lei al primo sguardo. Per fortuna l’autrice mi ha fatto ricredere totalmente sui miei pensieri iniziali e ha saputo regalarmi un’esperienza di lettura per nulla banale e noiosa; tutto merito del grande lavoro che è stato fatto a livello di character design.

Analizziamo a fondo i protagonisti. Rebecca considera Alessandro per lei irraggiungibile. Con l’autostima che ha, più bassa pure della mia ai tempi delle scuole medie e superiori, si convince che nessun ragazzo potrà mai trovarla attraente. Se qualcuno la cerca, è solo perché la considera un’amica e basta, oppure vuole usarla per avvicinare la sua migliore amica Luana, molto più carina. Adora la sua best friend, sia chiaro, ma al contempo prova un enorme senso di inferiorità nei suoi confronti. È questo contrasto tra ammirazione e invidia nei confronti di Luana che mi è piaciuto particolarmente.

Va sottolineato che gran parte dei problemi di Rebecca sono dovuti a sue convinzioni personali, spesso errate. Si lamenta di non piacere ai maschi, ma d’altro canto non si sforza molto di fare amicizia. Perché è introversa, è parte del suo carattere ed è più forte di lei. Continua a ripetersi che Alessandro non ama lei, non potrebbe mai interessarsi a qualcuno di così insignificante e ordinario, per paura di essere delusa e di scoprire che era tutto un’illusione. Però, se avesse più fiducia in sé stessa, si accorgerebbe fin da subito che Alessandro è davvero attratto da lei, e non da Luana.

Alcuni elementi della sua personalità, lo ammetto, mi avevano suscitato qualche perplessità e, in alcuni casi, un leggero fastidio. Sembrava la classica protagonista che si ritiene diversa dalle altre coetanee, che si arrabbia quando la reputano troppo strana e l’attimo dopo si deprime pensando “Non sarò mai come loro”. Tra l’altro si imbarazza e si scandalizza per ogni minima cosa, anche la più banale come un bacetto sulle labbra dato per gioco. Pare davvero una ragazza troppo timida e remissiva. Ma tutto ciò ha un senso e lo capisci con il progredire della storia.

Quando Rebecca ha un litigio con sua madre, lei l’accusa di aver buttato al vento “i nostri sogni”. Il che significa che Rebecca, probabilmente, sta solo seguendo la vita che la madre ha deciso per lei piuttosto che combattere per i propri desideri. La genitrice ha scelto al suo posto quale scuola frequentare, quanto tempo dedicare agli allenamenti e pretende anche di decidere quali compagnie frequentare e quali no. E Rebecca accetta tutto questo a testa bassa, perché ama i suoi genitori, sa che hanno sacrificato i loro sogni per crescerla e quindi non vuole deluderli.

Pure il fatto che sembra essere stata fuori dal mondo per secoli, tanto che non conosce il gioco della bottiglia, non è mai stata in discoteca nella vita, non ha mai giocato alla Nintendo né avuto esperienze con l’alcol o i ragazzi, pareva strano agli inizi. Invece ha una sua giustificazione: Rebecca è stata in una scuola privata per molto tempo e agli studi seguivano lunghe ore di allenamenti per le Olimpiadi di ginnastica ritmica; nella vita ha dovuto dedicare più tempo agli studi e allo sport che a sé stessa. Siccome ha avuto poco tempo per divertirsi, per fare ciò che le piaceva, è logico che provi curiosità un po’ per tutto e che non conosca passatempi che gli altri suoi coetanei sono soliti praticare.

Alessandro, invece, è segnato dalla perdita di una persona molto importante e ha una situazione familiare da schifo. Pure se è circondato da tanta gente, riesce comunque a sentirsi solo e smarrito. Invidia il suo amico Filippo perché, pur facendo il cretino spesso e volentieri, ha quell’entusiasmo e quella voglia di vivere che a lui non appartengono più. Pur stando sulle sue, è un attento osservatore e un tipo premuroso. Odia il destino che sembra godere nel togliergli ogni istante di felicità. Si vergogna molto dello stato penoso in cui si trova ora suo padre, ma ha più paura di mostrare lo stato penoso in cui si trova sé stesso.

A mio parere, ciò che Alessandro teme è l’intimità. Non intesa come sesso, quello lo fa senza problemi e con molte ragazze, ma intesa come la capacità di aprirsi agli altri nel profondo e di confessare le proprie vulnerabilità. Prova disgusto per sé stesso e si convince a priori che ogni ragazza proverà ribrezzo appena avrà conosciuto la vera parte di lui, anche se è sincera e di buon cuore come Rebecca. Per questo ha baciato e fatto sesso con tante adolescenti, ma non ha avuto una storia seria con nessuno. Perciò è il primo ad allontanare tutti da sé, amici o ragazze che siano, talvolta anche bruscamente. Non ne va fiero quando succede, ma sente di non avere altra scelta. Si sente sporco e sbagliato, è certo che il suo destino è di distruggere le persone a cui tiene, o peggio di perderle. Allontanarle, nella sua visione, è il suo unico modo di proteggerle da ogni male, ignorando che così facendo le ferisce ugualmente. È in perenne conflitto tra la voglia di aprirsi all’amore di Rebecca e la paura di coinvolgerla nei suoi problemi se solo osasse entrare troppo in intimità con lei.

Insomma, entrambi hanno le proprie ferite e li capiamo per questo. Ma al tempo stesso, pur sapendo che senza conflitto la storia non va avanti, in certi momenti ci viene voglia di gridare a questi due scemi, troppo orgogliosi per ammettere le proprie scelte sbagliate, “Ma parlate e chiaritevi, accidenti a voi!”, come ogni fan con la sua ship preferita quando i personaggi non si dicono mai le cose e danno troppo per scontato, facendo soffrire il pubblico (ogni riferimento alla Stolitz è puramente casuale). D’altronde, se ti imbatti in storie con l’elemento romantico, sia esso principale o secondario, devi essere pronto anche a questo rischio.

La narrazione del romanzo è in prima persona e grazie al punto di vista multiplo abbiamo modo di comprendere a fondo le motivazioni di più personaggi; non soltanto dei due protagonisti, ma anche dei loro amici Luana, Giulia e Filippo. Un espediente molto utile, grazie al quale possiamo vedere le stesse scene ma attraverso sguardi e pensieri diversi. Non solo, entrare nella testa di un altro permette di rendere chiaro ciò che, visto dagli occhi del personaggio che avevi seguito fino a poco fa, era strano o senza senso. Per esempio, perché Giulia prova tanto astio per Rebecca? O ancora, cosa è successo a Luana e agli altri prima dell’incidente? Tutto, alla fine, trova la sua logica, la sua spiegazione. Anzi, non tutto, perché alcuni particolari restano avvolti nel mistero, ma quella è una scelta voluta dall’autrice; dopotutto, questo non è un libro autoconclusivo.

(L’intervista ad ELEONORA LANZI registrata presso lo STAND di MERCUZIO AND FRIENDS in occasione del SALONE DEL LIBRO DI TORINO 2024 e condotta dal nostro Augusto Direttore ALBERTO GROMETTO, in merito al romanzo «La via dei peccati»)

Eleonora Lanzi (o meglio, Betty Ivy) non ha voluto parlare dell’amore come un sentimento banale, né darci quella rappresentazione idealizzata e troppo zuccherosa tipica delle fiabe, ma lo esplora in tutte le sue sfaccettature, anche le più negative e complesse: dal coinvolgimento affettivo alla mera attrazione sessuale, dal sentimento tenero e sincero alla passione più morbosa e ossessiva, fino all’odio e alla gelosia. È uno stato d’animo che può essere rivolto verso gli altri, ma esiste anche l’amor proprio e la sana fiducia in sé stessi e nelle proprie possibilità, così come l’accezione più narcisistica ed egocentrica di amarsi. A tutto ciò si intreccia la definizione di rete sociale e digitale, capace di unire le persone così come di dividerle.

Non c’è un modo unico di vedere l’amore. Alcuni lo trovano fantastico, altri lo evitano come la peste e non vogliono provarlo in alcun modo.

Ma è sempre colpa della persona amata? Oppure, a volte, le dinamiche complesse dell’amore possono coinvolgere anche noi stessi e le nostre aspettative, contribuendo a complicare la situazione? A volte, possono essere le nostre pretese a rovinare tutto?

(Rete d’amore, Betty Ivy – Premessa)

Alla fine, almeno a parer mio, l’amore è una questione di scelte. E non sempre si fanno quelle giuste.

Tutti i personaggi di questa storia amano qualcuno, ma al tempo stesso dubitano di loro stessi e delle proprie possibilità, e desiderano in continuazione ciò che non hanno. Così come sono capaci di amare, sanno odiare in svariate forme: provano odio per sé stessi, verso gli altri, per le disgrazie che sono capitate a loro. C’è chi ama così tanto una persona che, pur di vederla felice, preferisce spingerla nelle braccia di qualcun altro, magari più meritevole e sincero. Altri commettono sbagli con la convinzione di essere nel giusto. Si giustificano con un “l’ho fatto per il tuo bene”, e a volte forse è davvero così, ma a conti fatti hanno pensato più a sé stessi che a proteggere gli altri. Oppure, pur di piacere e attirare l’attenzione della loro persona speciale, fanno del male a sé stessi e al proprio corpo.

A volte sanno di fare errori e non ne vanno fieri, eppure preferiscono continuare a sbagliare: come quando stringono amicizie con persone poco raccomandabili e non riescono a staccarsene, perché sono comunque un punto di riferimento nella loro vita e senza il loro appoggio si sentirebbero smarriti. Ma soprattutto, perché la paura di rimanere feriti ancora è più forte del coraggio di farsi avanti e concedere una seconda occasione al proprio amato.

Come ciliegina sulla torta, l’autrice inserisce un elemento di mistero e tensione in questa storia: uno stalker che invia messaggi in forma anonima a Rebecca e Giulia, con contenuti molto espliciti sui loro segreti più profondi. Sembra conoscere molto bene i personaggi e si diverte a mettergli paura, a confonderli. Le sue minacce appaiono e scompaiono così improvvisamente che a tratti egli sembra non esistere, motivo per cui è stato ribattezzato “Il Fantasma”.

Qualche difetto c’è. Per esempio, alcuni pensieri dei personaggi (le frasi in corsivo, per intenderci) potevano essere benissimo rimossi, perché rimarcavano inutilmente un concetto che era già stato espresso poche righe prima. Come in questo caso:

“Non ho mai baciato nessuno e ora dovrei baciare a turno tutti quanti? Questa cosa non mi piace per niente!

Un bacio è qualcosa di importante, che non si dà al primo che capita”.

(Rete d’amore, Betty Ivy – pagina 20)

In alcuni punti del testo, poi, sento che serviva un pochino di attenzione in più allo show, don’t tell. Piuttosto che far dire alla protagonista “Mi sento in imbarazzo e fuori posto”, sarebbe stato meglio mostrare il suo disagio attraverso i suoi gesti e comportamenti in contrasto con quelli degli altri. Giusto per fare un esempio.
Ciononostante, il romanzo riesce a essere accattivante e piacevole, con un finale delirante e ricolmo di numerose situazioni lasciate in sospeso, che troveranno un loro sviluppo e una conclusione nel seguito di questo libro, Rete d’odio, la cui uscita è prevista nel 2025. Non ci resta che attendere e scoprire come tutto finirà, se in qualche modo i personaggi si chiariranno oppure se le loro gelosie e le macchinazioni del Fantasma distruggeranno tutto.

Abbiamo conosciuto Eleonora Lanzi al Salone del Libro di Torino 2024, presso il nostro stand mercuziano, ove abbiamo avuto il privilegio e l’onore di intervistarla: il merito di questo incontro è da attribuire ai nostri media partners e carissimi amici del COLLETTIVO SCRITTORI UNITI, che ringraziamo e omaggiamo!!!

(Il Collettivo Scrittori Uniti, nostri media partners e cari amici)

Se vuoi leggere a proposito del romanzo grazie al quale abbiamo conosciuto Eleonora Lanzi, e cioè «La via dei peccati», clicca qua!!!

Qualora volessi prendere visione dell’intervista condotta ad Eleonora Lanzi e attraverso cui l’abbiamo conosciuta, pigia qui!!!

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