L’Arte della Carta: CHE INCARTO!

DI FEDERICA CANNATA

Con la mente assorta scrivi i tuoi pensieri su un foglio, con la vivace curiosità di un bambino leggi le pagine del tuo ultimo acquisto, con la meticolosa precisione di un artista segui delle linee immaginarie e crei eserciti di fiori, gru e cuori. 

La carta non è solo un materiale, non è solo un ammasso di fibre, la carta è veicolo del mondo interiore e astronave di mondi immaginari. Senza carta non avremmo memoria di quella che è stata la nostra storia, i pensieri e gli immaginari di coloro che ci hanno preceduti. La nostra origine sarebbe ignota. 

La storia della carta 

Da dove viene la carta? Ve lo siete mai chiesti? 

A me piace sempre partire dall’etimologia di un termine. Carta, in latino charta, deriva a sua volta dal greco χάρτης (chartis), “foglio”, che forse trae origine da un termine della cultura egiziana che sta ad indicare il foglio da scrivere ottenuto dalla lavorazione del papiro. 

Ma allora furono gli Egizi a inventare la carta?

In realtà no, qua l’etimologia inganna. Infatti, la carta subisce una lavorazione tale per cui le fibre, che vengono rotte in parti minutissime, si dispongono in maniera irregolare l’una rispetto all’altra e la loro disposizione iniziale viene persa. Questo non avviene nel papiro dove la struttura del materiale iniziale, ovvero la pianta Cyperus papyrus, viene mantenuta intatta. 

E quindi? Chi fu il primo inventore della carta?

Rullo di tamburi, trombe angeliche, peli rizzati per i fanatici del made in Italy, furono… i cinesi!

Ebbene sì, già nel primo secolo a.C. le testimonianze archeologiche ci regalano prove dell’uso di manufatti in carta in Cina. Secondo le cronache degli Han fu il gran dignitario di corte Ts’ai Lun a presentare all’imperatore i primi fogli di questo nuovo materiale. Precisiamo però che Ts’ai Lun fu, sì, un grande innovatore di questo materiale ma non l’inventore; infatti, diverse forme di carta furono documentate già dal III secolo a. C. in Cina.

A quell’epoca si iniziò ad usare la carta per gli usi più disparati: dalla carta ornamentale, alla carta per i pacchi fino alla carta igienica! Per farci un’idea dell’innovazione: nello stesso periodo i Greci e i Romani usavano pezzi di ceramica arrotondati, i pessoi, per pulir il gentil deretano oppure (anche se non tutti gli storici son d’accordo) il cosiddetto tersorium. Quest’ultimo era essenzialmente una spugna marina infilata su di un bastone che veniva utilizzata nelle latrine pubbliche per pulirsi; una volta usata si immergeva in acqua ed aceto et voilà, come nuova, pronta ad essere condivisa con qualcun altro.

(Il tersorium)

Ma torniamo alla carta. Devono passare più di mille anni affinché la carta si inizi a produrre anche in Italia. Le prime cartiere di cui si abbia notizia in Italia risalgono al 1200 e, anche se inizialmente questo materiale faticò a prendere piede, il nostro Paese divenne uno dei centri dell’innovazione tecnologica nella produzione di questo materiale. 

Avete presente i fogli Fabriano che si usano sempre a scuola? Prendono proprio il nome dalla città di Fabriano, nelle Marche, capofila dell’industria cartaria dell’epoca.

Piccola curiosità: fino a metà dell’Ottocento la carta non veniva realizzata con il legno ma… con gli stracci! Si iniziò ad usare la legna a seguito di un evento storico: la terribile epidemia di peste del Seicento. Le autorità sanitarie dell’epoca ordinarono il rogo degli abiti di tutti gli appestati e mandarono l’industria cartaria sull’orlo del tracollo costringendola a trovare delle fonti alternative per le proprie lavorazioni.

La carta come forma d’arte

La carta ci circonda, si nasconde nei più variegati anfratti della materia, difficile riuscire a citare un luogo in cui lei non si ritrovi a farci compagnia. Ci accompagna quando mangiamo, nelle ore passate a scuola, nelle giornate di shopping sfrenato, nei momenti in cui vogliamo restare soli… a scrivere i nostri pensieri. 

La carta può essere anche forma d’arte, non solo come base delle grandi opere artistiche e letterarie, ma anche in quanto materiale con le proprie peculiarità.

Solitamente gli scultori usano per le proprie opere materiali come il marmo o il calcare; e se vi dicessi che alcuni artisti invece utilizzano la carta?

(Li Hongbo, Pier)

Un esempio è Li Hongbo, artista cinese che realizza sculture di carta incollando insieme decine di migliaia di fogli. Quella che si presenta davanti ai nostri occhi sembra a tutti gli effetti una scultura compatta, il David di Michelangelo o un mezzo busto romano, eppure se si prova a “stretcharla” questa si deforma, a mostrare una struttura a nido d’ape tipica delle tradizionali decorazioni di carta cinesi. I video di queste deformazioni sono a dir poco rilassanti, consiglio di vederli prima di andare a dormire, sogni strani garantiti.

(Li Hongbo, Bust of David)

C’è chi invece, come l’illustratrice Sydney Nancy Liang, realizza con la carta delle fiabesche animazioni fatte a mano (qui per vederle) o chi, come Asya Kozina, si trasforma in costumista e crea abiti e parrucche interamente fatte in carta.

(Asya Kozina, parrucca e abito realizzato in carta)

Non posso non citare poi quella forma d’arte ultracentenaria quali sono gli origami. Questa pratica nasce in Giappone con una valenza addirittura sacrale, strettamente legata alla religione shintoista, sacralità testimoniata dal fatto che carta (紙) e dei (神) si pronunciano entrambi kami. I gran maestri di quest’arte non si limitano a dar forma ad origami già esistenti, anche complessi, ma ne inventano di nuovi creando figure mai realizzate prima.  Gli origami possono persino essere utilizzati come modelli per risolvere problemi ingegneristici reali! Molti grandi origamisti sono infatti matematici e fisici che hanno contribuito a sviluppare le regole matematiche alla base delle pieghe della carta. E questa matematica è quella che ci permette di risolvere i problemi di costruzione geometrici.

Insomma, la carta ha mille sfaccettature, è un materiale utile per la vita di tutti i giorni e una forma d’arte che permette di esprimere la propria interiorità!

Fonti:

Cosa si usava nell’antica Roma come carta igienica? – Focus.it

Drinking cup (kylix) – Works – Museum of Fine Arts, Boston (mfa.org)

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