Oltre i tabù – Sesso e Intimità.  Ode al Salone e all’arte dell’incontro

DI SARA NOEMI SCATOLA

Siamo giunti alla conclusione del Salone del Libro di Torino. Con l’amaro in bocca e l’amore nel cuore, mi tocca fare i conti con questa realtà che ci terrà separati dal Salone per il prossimo anno. Ma forse, se il Salone fosse sempre presente, non avremmo la possibilità di apprezzarlo. Non molto tempo fa, ho sentito o letto da qualche parte questo pensiero: che, talvolta, il solo modo per farsi il minor male possibile è scrivere dell’oggetto amato. Non ricordo la fonte di questa riflessione, forse era Oceano mare di Baricco, forse no. A volte le parole prendono comodo alloggio nel tuo corpo in modo così naturale che pare di averle sempre avute dentro, e dove siano nate non ha più importanza.

(Illustrazione di Sara Noemi Scatola)

Eccomi qui, allora, a scrivere del Salone, perché scrivere del Salone è l’unica cosa che mi rimane. 

Ci sono luoghi, persone, in cui il tuo cuore si intreccia all’intimo degli altri, che, per un motivo o per l’ altro, scelgono di farsi leggere per un attimo, per un incontro, per qualche ora. E tu allora non sei più tu, ma la somma di te stesso e dell’intimità dell’altro. 

Ci sono tre aspetti della condivisione che trovo rasentino il sublime, quasi una linea su cui camminare in bilico tra spiriti: accogliersi, toccarsi e ritrovarsi. L’accoglienza implica l’ascolto, essere aperti all’imprevisto e alla sorpresa. Nell’ascolto potremmo scoprire una sensazione di familiarità, un sottofondo in cui ribolle qualcosa che sentiamo, che abbiamo già provato e da cui adesso ci lasciamo nuovamente toccare nel ritrovarlo nell’incontro con l’altro. Tiffany McDaniel ha scritto che “è così che sappiamo che esistiamo, vedendoci negli occhi degli altri”. Non c’è conoscenza di sé senza confronto con l’altro.

La poesia dell’incontro è proprio questa: toccare ed essere toccati da tante diverse anime. 

Il Salone del Libro è denso di esperienze come questa. Pensate a quante persone incrociano le loro strade anche solo per pochi secondi nel percorrere chilometri a piedi, avanti e indietro, naviganti che cercano la loro rotta – o che, forse, avendo compreso che il vero segreto del trovarsi a volte sta nel perdersi, la rotta cercano di smarrirla.

E scopri come siamo fragili, come siamo umani, e disumani, e come, a guardarsi dall’esterno, tutto il nostro “umano” appaia grottesco e insensato, ma forse, in fin dei conti, non possiamo fare altro che abbandonarci all’insensatezza. Perché è così che ci troviamo, percorrendo strade improbabili, venature di vita incontrollabili. Sono quelle dove cresci, le strade sterrate e fuori controllo. 

Abbiamo iniziato dalle due dimensioni di intimità e incontro. Adesso proseguiamo nell’esplorare queste realtà all’interno di una sfera che, in qualche modo, tocca la vita di ciascuno di noi: la sessualità.

Non sono un’esperta in materia e non parlerò come tale. Qui posso solo riportare una serie di riflessioni divaganti che partono dalla mia esperienza e dalle vite di altri che ho avuto la possibilità di ascoltare. Oltre i tabù è stato un evento e, soprattutto, uno scambio tra gli scrittori/le scrittrici e le persone che ci sono dietro agli scrittori/alle scrittrici dei due libri presentati: Autobiografia clitoridea, scritto da Teresa Cinque, e Ars amandi, scritto da Violeta Benini e Ivan Schisano.

La storia della sessualità di ciascuno di noi non è mai solo la nostra storia, ma è l’insieme delle narrazioni, dei vissuti, dei traumi e delle esperienze in cui ciascuno è stato immerso nel corso della sua vita. Spesso, molti dei vissuti che sperimentiamo nella sfera della nostra sessualità non provengono da noi, ma dalle persone che ci hanno “istruito” e dall’ambiente in cui viviamo. 

Teresa e Violeta ci hanno fatto il dono delle loro due preziose esperienze, diametralmente opposte: la prima ha subito una sorta di vera e propria ostracizzazione da parte del padre, il quale, nel momento in cui ha scoperto la figlia a masturbarsi, ha smesso totalmente di rivolgerle la parola, demonizzando pertanto un’esplorazione della sessualità del tutto legittima e normale da parte della figlia. La seconda, al contrario, nel momento in cui è stata scoperta dalla madre nella medesima situazione quando ancora era molto piccola, ha ricevuto un riscontro positivo direzionato a un fine educativo, che consisteva nel trasmettere il messaggio che non c’era nulla di sbagliato in quello che stava facendo, ma che si trattava di una sfera privata, e pertanto andava esplorata in un luogo privato.

Questo ci permette già di immaginare quale potrà essere stato l’impatto delle reazioni dei due genitori sul vissuto delle loro figlie: in un caso, abbiamo il timore e la confusione rispetto a un atto che era vissuto come naturale ma che è stato trasformato in uno sporco peccato. Nel secondo caso, invece, si è promosso un incoraggiamento all’esplorazione positiva di sé stessi e del proprio corpo, e una conseguente sicurezza nel parlarne con libertà.

L’esperienza di Ivan coniuga quelle di Violeta e Teresa, con una madre e un nonno molto sereni rispetto all’argomento, e una nonna invece che, nel scoprire alcuni giornaletti pornografici nascosti dal nipote, lo rimprovera severamente, facendolo sentire sporco e sbagliato. Il senso di sporcizia e di colpa torna frequentemente nei vissuti negativi attorno alla sessualità. Il vissuto di ciascuno è quindi profondamente influenzato dalle narrazioni che lo avvolgono.

La parola. La comunicazione. La condivisione. Come si può parlare di intimità e sessualità prescindendo dalla sfera della comunicazione? Non è forse scoprire una persona da zero, in tutte le sue fragilità e i suoi punti di forza, quello che rende un amore unico, emozionante e vibrante di vita? In una relazione abbiamo la possibilità, e il dovere forse, di costruire e inventare ogni volta da zero l’amore che va bene per noi, per l’altro, per la coppia. Questo significa giungere nudi all’incontro con l’altro, spogli di ogni pregiudizio o retorica, disposti all’accoglienza, curiosi dell’altro e desiderosi di costruire uno spazio di espressione libero da paure

Per quanto mettersi a nudo sia complicato e a volte terrorizzante, la comunicazione rende tutto più facile. Immaginate quanto ci sentiremmo sollevati se ci sentissimo liberi di indirizzare il nostro partner nell’esplorare la sessualità in coppia, se ci sentissimo liberi dal dovere di essere sempre all’altezza di un determinato livello di performance (questo vale soprattutto per gli uomini), dalle aspettative create dalla società attorno al sesso e alla sfera dell’intimità. Ecco, liberarsi dalle narrazioni e dalle aspettative attorno alla sfera della sessualità vuole anche dire eliminare il confine netto tra quello che è sesso e quello che non lo è, e incominciare a parlare di intimità. Permettiamoci di scoprire il significato che sessualità e intimità hanno per noi, lasciando fuori le imposizioni esterne. Impariamo a chiedere, a incominciare uno scambio con l’altro, a guidare e a lasciarci guidare, senza vergognarci di mostrare quello che più ci dà piacere o avere timore di offendere il partner nel comunicare le nostre preferenze. Abbiamo così tanta paura del fallimento, del confronto, di non essere in grado di soddisfare le aspettative dell’altro, ma la verità è che ognuno di noi è una persona a sé, con i propri desideri, che differiscono da quelli dell’altro.

Non esiste una sessualità giusta, un modello da seguire. Non siamo in un film, dove gli attori paiono tutti acrobati e contorsionisti esperti che al primo colpo sono in grado di vedere e far vedere le stelle e trasportarsi in reami sublimi del piacere. Il sesso reale è imperfetto, è imbarazzante, è fatto di prove ed errori, di incastri, di rumori, di facce strane e di buffe espressioni. Il sesso è fatto di verità, di corpi e anime che si presentano all’incontro con l’altro così come sono: umanamente imperfetti e ridicoli. 

Ed è questa la cosa bellissima: quando raggiungi con qualcuno un livello di intimità tale da essere a tuo agio in tutta la tua ridicola, bellissima e imperfetta umanità, sai di poterti sentire a casa. Non solamente con l’altro, ma soprattutto dentro te stesso, libero di abitare con fierezza e amore l’insieme di tutti quei frammenti che danno vita alla persona che sei.

Mercuzio and Friends è un collettivo indipendente con sede a Torino.

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