La Tempesta – L’Onnipotente Grandiosità Dei Sogni

DI ALBERTO GROMETTO

Sarebbe troppo semplice iniziare questo articolo citando la frase, QUELLA FRASE, che subito ci viene in mente quando pensiamo al Maestro WILLIAM SHAKESPEARE, Colui che raccontandoci di fate e folletti e uomini con la testa d’asino ma anche di malefici sovrani e amori impossibili e famiglie in guerra tra loro, in realtà ci raccontava sempre qualcosa che ci riguardava tutti: qualcosa di Noi Umani, a Noi Umani, in quanto Umani.

Con le sue opere, Egli ha anticipato di oltre tre secoli Sigmund Freud, facendoci dono di personaggi talmente veri e umani e profondissimi che è impressionante pensare siano essi nati da mera fantasia, venuti fuori da dei sogni anziché dalla realtà. Le sue Storie parlano di Amore, Solitudine, Ambizione, Potere, Malvagità e Bontà. Ed è per questa ragione che esse sono eterne e hanno il sapore dell’immortalità. Quello di cui parlano non potrà mai passare di moda, perché sono parte integrante della nostra essenza: 

Finché esisterà l’Umano, esisterà Shakespeare.

No, citare la sua frase, la frase shakespeariana per eccellenza, QUELLA FRASE, sarebbe troppo facile. Ma una cosa possiamo dirla: presso quel capolavoro che è sempre stato il TEATRO CARIGNANO DI TORINO, la COMPAGNIA TEATROPERSONA, per lo spazio di poco meno di due ore, ci fa credere di star davvero assistendo, piuttosto che ad una messinscena teatrale, alla realizzazione e materializzazione di un sogno, sotto i nostri stessi, increduli occhi

(Il Mago Prospero e sua figlia Miranda)

Può sopra un palco scatenarsi una poderosa tempesta? 

Può la foschia nebbiosa avvolgere gli inermi spettatori nel bel mezzo della rappresentazione? 

Possono le voci degli spiriti riempire le orecchie del pubblico e ottenebrare la mente dei personaggi? 

È possibile fare tutto questo dentro un teatro?

A quanto pare sì, è possibile. Lo hanno fatto. 

Possenti mura che si aprono e si richiudono, travi di legno che restano straordinariamente in piedi da sole, guardaroba volanti che discendono direttamente dal Cielo. Sull’enorme, vastissimo palcoscenico troneggia una pedana che quasi sembra sospesa nel vuoto. Quella è l’ISOLA, l’isola dove l’intera vicenda ha luogo.

Tutto della messinscena, dalle musiche ai giochi di luce passando per gli effetti speciali, i costumi, l’oggettistica e naturalmente gli splendidi attori, ha un fascino sublime e dal sovrumano potere evocativo, dando sfoggio e dimostrazione di una grandiosità e una forza sostanzialmente magiche. Sì, quella è vera magia.

Questo è senz’altro merito della spettacolare regia dell’audace ALESSANDRO SERRA, che ringraziamo per aver saputo cogliere in pieno l’intento del divino Shakespeare quando scrisse «LA TEMPESTA»: prima ancora di raccontarti una Storia, Lui che di storie ne aveva raccontate tante per tutta la vita, quello a cui William davvero aveva puntato in questo caso era farti risuonare dentro la Magia del TEATRO!!! 

(Alessandro Serra)

Personalmente non ritengo infatti una mera casualità sia stata proprio questa l’ultima opera che ci consegnò il Grande Bardo, l’Uomo che meglio di chiunque altro ha saputo incarnare il Teatro, prima di lasciarci. Quante cose avrebbe raccontato fosse stato immortale! Ma in un certo senso lui lo è, immortale. Lo è come i sogni che ci ha fatto vivere. 

Non staremo qui a raccontarvi la storia, quella va in primo luogo saggiata, assaporata, vissuta: è l’incanto della Fiaba quello che sperimentiamo nel visionare quest’opera, gli stessi personaggi incarnano i migliori protagonisti della tradizione favolistica.

Vi è il potentissimo mago PROSPERO, autoritario e temuto, impersonato dall’attore MARCO SGROSSO col quale abbiamo avuto il privilegio di poter conversare terminata l’esibizione e che si è reso protagonista di una performance magnetica: ogni sua parola, ogni suo gesto, ogni suo respiro emanava un’austerità grave e severa, era impossibile non provare nei suoi confronti un timore reverenziale. Lo ringraziamo per l’affettuosa gentilezza che ci ha voluto cortesemente riservare.

(Insieme a Marco Sgrosso, che il Comitato di Redazione ringrazia)

Vi è lo spirito lieto e leggiadro come l’aria, ARIEL, che fa della bricconeria e dello scherzo il suo marchio di fabbrica, oltre che di una dolce tenerezza quasi fanciullesca. Tra i personaggi che più ci rimarranno impressi, soprattutto perché CHIARA MICHELINI che la interpreta ci ha regalato un’esibizione sospesa tra Danza e Recitazione, in cui le due Arti si fondono: lei salta, grida, ride, in continuo e perenne movimento, sempre però rimanendo perfettamente padrona della sua voce così come del suo corpo. In ogni movenza vi deve essere una cura meticolosa e attenta, eppure lei faceva tutto col massimo della leggerezza, facendoci sembrare quel vorticare impossibile la cosa più semplice al mondo.

(Chiara Michelini nella parte di “Ariel”)

Vi è l’orco cattivo che forse poi così cattivo e orco non è, uno schiavo perseguitato che a fatica riesce ad esprimersi a parole, ma che nella sua rabbia e nel suo dolore e nella sua frustrazione sembra più umano di molti altri esseri umani. Trattasi di CALIBANO. Molto divertente pensare che l’ottimo attore che lo interpreta magistralmente, JARED MCNEIL, il quale ha riempito il teatro con le sue grida e urla, facendoci a tratti ridere spassosamente e a tratti commuovere inaspettatamente, risulta essere una persona completamente diversa. Il Comitato di Redazione ha avuto infatti l’onore di poter chiacchierare anche con lui. Il suo cortese fare gentile e la sua calorosa cordialità, per cui non finiremo mai di ringraziarlo, sono in netto contrasto con la brutalità sofferente dello sventurato e mostruoso schiavo di Prospero. 

(Insieme a Jared McNeill, che il Comitato di Redazione ringrazia)

E poi ovviamente non possiamo non citare i due pagliacci, i buffoni più buffoni che ci siano, gli ubriaconi che se ne vanno in giro a gozzovigliare facendo il più grande baccano possibile: TRINCULO e STEFANO, impersonati dai fantastici e strabilianti MASSIMILIANO POLI e VINCENZO DEL PRETE, sono i due grandi mattatori dello spettacolo, le loro gag fisiche e verbali sono un tripudio di gioia e comicità, specie quando sono insieme a Calibano. Le loro scene, quelle che più di tutto il resto dell’opera sono state riadattate nei dialoghi col preciso obbiettivo di strapparci risate a non finire, meritano un applauso a parte in quanto sono quasi una sorta di spettacolo nello spettacolo. 

(Jared McNeill nei panni di “Calibano” insieme a Massimiliano Poli e Vincenzo Del Prete mentre interpretano “Trinculo” e “Stefano”)

Che poter dire ancora? In conclusione questa grandiosa produzione del TEATRO STABILE DI TORINO – TEATRO NAZIONALE è, per l’appunto, GRANDIOSA. L’intento di questo spettacolo, che siamo infinitamente grati e riconoscenti di aver potuto ammirare, è nei fatti molto semplicemente di essere quello che è: SPETTACOLARE.

Essere spettacolari per il gusto di esserlo, diventare qualcosa che non appartiene a questo mondo davanti agli occhi del pubblico trasformando così gli stessi spettatori in qualcosa che non erano. È questa, infine, l’essenza più pura del Teatro. L’essenza più pura dei sogni. La nostra essenza. 

Lo sapevo fin dall’inizio che alla fine, in qualche modo, l’avrei citata, quella Sua frase con cui ha consegnato sé stesso e le sue straordinarie opere alla Storia. Il Teatro è dappertutto intorno a Noi, perché il Teatro siamo Noi, Noi che continuamente viviamo di Sogni e per i Sogni. Che ne parliamo in continuazione. Che non ne siamo mai sazi. Perché, come ha detto Shakespeare, per bocca del suo Prospero, a tutti Noi, prima che il sipario calasse su di lui: 

«Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni.»

La Tempesta, Atto IV, Scena I

Il Sipario non potrà mai veramente calare su di Te, William. Sono passati secoli, e ancora veniamo a vederti adesso. E ancora applaudiamo. Non ho idea di dove Tu sia in questo momento, ma io amo pensarti su un palcoscenico, mentre reciti, ricordando a tutti Noi quello che siamo e sempre siamo stati: Sogni. 

Grazie per tutto quello che hai raccontato e che ancora continua ad essere raccontato.

Se ami il Maestro William Shakespeare (ma del resto è impossibile non amarlo!!!), allora pigia qui!!!

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