DI ELODIE VUILLERMIN
Eccoci qui. Non immaginavo di dirlo, ma… siamo giunti alla fine di Otherside. Chiudiamo questo lungo viaggio di ben 46 capitoli con Strange World, uno degli ultimi film della Disney, una storia di conflitti familiari e di esplorazioni in mondi sconosciuti. Una trama ispirata, almeno in parte, a uno dei romanzi più famosi di Jules Verne: Viaggio al centro della Terra.

Prima di tutto, serve un riassunto breve della trama del libro originale, per capire al meglio i personaggi e le situazioni. Otto Lidenbrock è un famoso scienziato di Amburgo, noto per il suo grande genio ma anche per il carattere irritabile, impaziente, folle e un po’ arrogante. Un giorno torna di fretta a casa e convoca suo nipote Axel, ragazzino con tanto buon senso e sempre cauto nell’approcciarsi con lui, nel suo studio: ha messo le mani sul libro di Arne Saknussemm, scienziato islandese del XVI secolo, con al suo interno un crittogramma in runico. Decifrando quest’ultimo scoprono le indicazioni per raggiungere il centro della Terra, impresa che lo stesso Saknussemm aveva compiuto tempo fa, e Otto decide di organizzare una spedizione per ripetere l’impresa. Porta con sé Axel e una volta in Islanda i due trovano una guida, il mite e silenzioso Hans, che li accompagnerà al loro obiettivo. Dopo una lunga e faticosa camminata tra ambienti diversi, il gruppo finisce nel canale secondario di un vulcano attivo, che con l’eruzione li riporta in superficie fino all’isola di Stromboli. Soccorsi e portati a casa, nipote e zio vengono accolti con una festa e viene pubblicato un libro sull’impresa compiuta che diventa un successo mondiale. Hans torna in Islanda, Otto si guadagna fama e gloria e Axel sposa la sua fidanzata, che lo aspettava a casa.
Ora, passiamo alle differenze con Strange World.
Nel film c’è un prologo che narra della terra di Avalonia e di come la squadra di Jaeger e Searcher Clade, padre e figlio, partì alla ricerca di una scoperta che potesse cambiare il futuro della loro gente. Searcher scoprì una pianta miracolosa, il Pando, che produceva energia elettrica, e per questo si rifiutò di seguire il padre nell’esplorazione verso l’ignoto, convinto che il futuro della sua gente fosse già lì, a portata di mano. Jaeger partì quindi da solo per la propria strada, persistendo nella sua convinzione. Nel frattempo la scoperta di Searcher si rivelò un vero e proprio miracolo: il Pando divenne il fulcro di tutta l’economia di Avalonia.
Fin dai primi minuti di film appare chiaro che padre e figlio hanno visioni contrastanti su cosa significhi “cambiare il futuro in meglio”: per Jaeger è fare grandi esplorazioni, raggiungere terre lontane e forse pericolose anche a costo della vita, mentre Searcher ritiene che la scoperta di una nuova specie botanica basti a essere trattata come un fatto grandioso e rivoluzionario. Per uno conta la gloria e il rischio, per l’altro il sapere e la sicurezza. Tra l’altro Jaeger ha la presunzione di guidare gli altri dove vuole lui, senza chiedere mai a nessuno se è davvero quello ciò che desidera. Pretende che Searcher gli obbedisca e sia d’accordo con lui a prescindere. Il perché? “Sei mio figlio.” “Ma io non sono te”, gli fa notare Searcher, a ragion veduta. Questo crea una spaccatura nel loro rapporto, i cui effetti si fanno sentire anche a distanza di 25 anni.

Divenuto un agricoltore famoso, Searcher cerca di crescere al meglio il figlio Ethan, preparandogli un futuro nella fattoria di famiglia e facendo il possibile per tenerlo lontano dal mondo delle esplorazioni e tutto ciò che riguarda Jaeger. Questo perché Ethan ammira molto le leggende sul nonno e vorrebbe essere come lui. Searcher, timoroso di perdere il figlio, che da un giorno all’altro potrebbe partire per un viaggio verso orizzonti sconosciuti e non tornare mai più, cerca di tenerlo lontano da quel mondo di pericolo e di indirizzarlo sul sentiero che ha già tracciato per lui. Ma anche se le sue intenzioni sono buone, Searcher sta negando al figlio la possibilità di decidere da solo la propria strada e di mettere in mostra i suoi veri talenti. Cerca più volte di dire che non è come Jaeger, che non farà i suoi errori, eppure alla fine è tale e quale al suo genitore, perché (inconsapevolmente) sta forzando Ethan a diventare la copia di sé stesso.
Ethan, dal canto suo, prova forte ammirazione per il nonno e soffre per le imposizioni del padre. Non si sente realizzato in un mestiere così banale e noioso come quello dell’agricoltore e il fatto che il padre scelga per lui quel che dovrà fare, non accorgendosi che i suoi interessi sono altri, gli fa male. Ma anche il nonno, man mano che il film prosegue, si rivela una delusione per lui: come il padre, anche lui non capisce il suo punto di vista e cerca di decidere il suo destino a priori, senza chiedergli cosa preferirebbe fare.
In un certo senso, il rapporto tra Jaeger e Searcher, e anche tra Ethan e Searcher, ricorda molto quello tra Otto e Axel. La differenza è che Otto non sta obbligando Axel a seguire un futuro prestabilito, pur essendo simile a Jaeger sotto molti punti di vista: molto irascibile, scontroso, testardo, affamato di gloria e incapace di accettare altre opinioni all’infuori della sua. Il conflitto tra zio e nipote è dovuto più che altro alle divergenze di opinioni e di carattere, e niente di più, senza alcun dramma familiare di mezzo.
Il conflitto familiare dei tre maschi Clade, comunque, ritengo che sia più profondo a livello psicologico di quello tra Axel e Otto. È un terzetto nel quale c’è chi prova a convincere gli altri a essere come lui e chi si oppone rivendicando la propria diversità, chi si sacrifica per lasciare ai propri figli un’eredità che non vogliono e che non corrisponde ai loro interessi, causando infelicità a catena perché non capisce che la vera chiave è essere sé stessi e incoraggiare gli altri a fare quello che vogliono, qualunque sia la strada che decidono di seguire.
Se nel film Ethan Clade era molto più deciso a partire all’avventura, per dimostrare le sue qualità al mondo e soprattutto al padre, tanto da intrufolarsi di nascosto sulla Venture, la nave volante con cui il suo genitore scende nel mondo sotterraneo, Axel non vuole essere coinvolto nella spedizione dello zio. Anzi, quando egli decifra da solo, quasi per caso, il crittogramma in runico, subito si immagina che Otto, ostinato com’è, deciderà di partire per il centro della Terra e lo costringerà a venire con lui, trascinandolo in mezzo a pericoli potenzialmente mortali. Perciò nasconde la sua scoperta, fingendo che non sia successo nulla, e continua a restare zitto anche quando, nei giorni successivi, Otto salta i pasti e perde il sonno pur di tradurre quel crittogramma. Ma quando il professor Lidenbrock chiude Axel e la domestica in casa a chiave, senza lasciargli la possibilità di andare a rifornirsi di provviste, il ragazzo è costretto a vuotare il sacco e mostrare la traduzione del crittogramma.

Capite che storia? Anche Jaeger non è stato propriamente un santo o un buon padre/nonno, ma non è mai arrivato a tanto né con suo figlio né con il nipote.
Come Axel temeva, alla fine Otto lo vuole portare con sé nella spedizione fino al centro della Terra. Ha paura di partire non solo perché teme per la sua vita, ma anche perché non vuole separarsi dalla sua amata Grauben; eppure è proprio lei, con sua sorpresa, a incoraggiarlo a partire, promettendo di sposarlo una volta che sarà tornato. Anche durante il viaggio Axel spera che capitino imprevisti che obblighino lo zio a fare marcia indietro, ma ciò non avviene mai, perché Otto è più testardo e determinato che mai. Alla fine è obbligato a farsene una ragione e l’entusiasmo dello zio finisce per coinvolgerlo.
Tra l’altro Axel, a differenza di Ethan, è orfano di entrambi i genitori. Gli è rimasto solo lo zio Otto, a cui fa da assistente. Prova ammirazione per il suo genio, ma al tempo stesso ha paura dei suoi modi bruschi e prepotenti: per questo il più delle volte evita di andargli contro, anche quando sta compiendo follie.
Come Axel ha la sua Grauben, Ethan ha il suo Diazo. Grauben appare poco, ma ha un carattere forte ed esercita una grande influenza su Axel: lo spinge a superare i suoi timori, è molto decisa e nutre una gran fiducia in lui, è l’ancora di salvezza a cui lui si aggrappa quando si perde o è scoraggiato. Allo stesso modo, Diazo è per Ethan colui che lo spinge a migliorarsi costantemente, anche quando non è fisicamente con lui: infatti mentre è nel mondo sotterraneo cerca il più possibile di atteggiarsi a esploratore coraggioso nel tentativo di impressionare il suo amato, chiedendosi cosa penserà di lui.
Il personaggio di Hans, cacciatore islandese di poche parole e grandi azioni, impassibile anche nelle situazioni più pericolose, non ha un suo corrispettivo in Strange World, o almeno io non l’ho trovato.
L’ambientazione nel romanzo di Verne è, almeno agli inizi, l’Amburgo del 1863, poi ci si sposta in Danimarca, in Islanda e da lì nel cratere spento del vulcano Sneffels fino alle profondità della Terra; nelle ultime pagine del romanzo ci troviamo in Italia. Il lungometraggio animato si svolge nella fittizia Avalonia, almeno nella prima parte di film, per poi addentrarsi nel mondo sotterraneo o “Mondo Strano”.
Ciò che dà il via all’avventura, per Verne, è il ritrovamento del libro di Arne Saknussemm e del crittogramma misterioso, unito al piacere della scoperta, all’amore per la scienza e al desiderio di acquisire gloria e prestigio. Nel film Disney, invece, si parte per un motivo diverso: il Pando in superficie sta marcendo, tra un mese non ci sarà più una sola pianta e tutto il mondo di Avalonia sparirà con essa; quindi si parte per scoprire cosa sta causando il lento declino del mondo in cui i protagonisti vivono e, se possibile, salvare tutti.
Il viaggio nel libro è molto lungo. Prima di cominciare l’effettiva discesa verso il centro della Terra, i personaggi prendono svariati treni e barche per arrivare in Islanda, poi percorrono a piedi, e quando possibile a cavallo, la strada che li separa dallo Sneffels. Una volta arrivati al vulcano, ha inizio la discesa nel suo cratere spento e da lì si arriva alle profondità della Terra. Per esplorare tutto ciò che c’è là sotto e uscirne vivi, i protagonisti ci impiegano più di due mesi. Un viaggio molto faticoso e logorante, con dormite e pasti improvvisati da seduti su scomode rocce e con il vuoto sotto o intorno a sé. Nel film Disney i protagonisti impiegano circa un giorno ad addentrarsi nel “Mondo Strano”, principalmente perché si spostano tramite la Venture e delle motociclette volanti, il che facilita notevolmente l’impresa.


Nel romanzo, a un certo punto, Axel e Otto incontrano un uomo primitivo alto più di tre metri che vive nel mondo sotterraneo. Una scena simile a questa, nel lungometraggio animato, potrebbe essere quella in cui Jaeger, dopo anni in cui si era creduto morto, appare dal nulla per salvare Searcher da alcune creature tentacolari, simili a giganteschi nautilus di terra, con un lanciafiamme rudimentale; in quest’occasione lo vediamo con la barba lunghissima, una pelliccia addosso e altri tratti da uomo selvaggio. Ma la differenza è che nel romanzo Axel resta incredulo e dubbioso su ciò che ha visto e si convince di essersi sbagliato, che quell’uomo in realtà fosse una scimmia.
Il mondo sotterraneo descritto da Verne è molto vario, tra cristalli e rocce di ogni tipo e composizione, fiumi di lava, un mare sotterraneo, boschi di funghi e resti ossei giganti, e tanto altro. Lo abitano numerose specie, dalle più conosciute e vicine a noi (balene, coccodrilli, tartarughe, lucertole) a quelle più primitive (ittiosauro, plesiosauro, mastodonte), e si possono trovare persino umanoidi preistorici alti più di tre metri.
In Strange World, il mondo al di sotto di Avalonia è ancora più spettacolare. C’è una varietà di paesaggi decisamente più notevole: boschi di vegetazione sui toni del rosa, isole fluttuanti, caverne con piante bioluminescenti, montagne brulle, un mare di acido con geyser corrosivi e chi più ne ha più ne metta. C’è persino un nucleo gigante che funge da cuore per tutto lo “Strano Mondo”. La fauna e la flora sono molto lontani dai nostri standard di normalità, poiché ci si può imbattere, per esempio, in creature simili a pterodattili rosa, banchi di pesci che nuotano a mezz’aria, stelle marine bioluminescenti che si arrampicano sui rami come scimmie o melme senzienti con tentacoli appiccicosi. Il vero colpo di scena sta nello scoprire che tutta questa biodiversità sono in realtà gli organi interni di un gigantesco animale e che il Pando è un parassita che lo sta uccidendo piano piano.
E con questo si chiude l’articolo, ma anche la nostra avventura insieme alla scoperta delle vere storie dietro i film Disney. Spero che la cosa vi abbia appassionato quanto ha fatto con me.


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