Otherside, capitolo 34: Mulan

DI ELODIE VUILLERMIN

Mulan è un altro di quei classici Disney con un posto speciale nel mio cuoricino, vuoi per la protagonista, vuoi per la storia in sé, vuoi per l’esilarante e straordinario Mushu. Si ispira a un racconto popolare cinese, La ballata di Mulan, che è stato tramandato oralmente per vari secoli ed è stato trascritto solo in seguito, ai tempi della Dinastia Tang. Si ipotizza che il suo autore fosse lo scrittore e filosofo Liang Tao. Alcuni antichi storici, quali Zhu Guozhen, hanno insistito sull’ipotesi che fosse un testo autobiografico, anche se oggi non abbiamo ancora prove concrete a sostegno di questa tesi.

Secondo la maggior parte degli studiosi, la versione scritta più antica del poema risale all’era della Dinastia dei Wei Settentrionale (386-535 d.C), ma le copie originali del testo sono andate perdute. Da allora la storia è stata rimaneggiata più volte da diversi autori, che hanno riadattato temi e personaggi a seconda del periodo storico in cui vivevano.

Il cambiamento più frequente è quello relativo ai nemici contro cui combatte Mulan. Nella versione più antica della leggenda essi sono i Rouran, popoli nomadi dell’ovest. In altre sono i popoli Xiongnu, ai quali appartenevano, probabilmente, anche gli Unni (i nemici nel classico Disney). Oppure i Göktürk, una popolazione di origine turca nota ai cinesi come tujue. O ancora i Manchu. Altre versioni raccontano che Mulan deve sedare ribellioni interne, come quella di An Lushan, generale ribelle della dinastia Tang, o del bandito “Pelle di Leopardo”.

A cambiare sono anche i finali. Nella versione più antica del poema, il sesso di Mulan viene scoperto quando i suoi compagni d’armi l’accompagnano fino a casa. Poi ci sono varianti in cui Mulan si toglie la vita per non diventare una concubina, o in cui si sposa e diventa una moglie devota, abbandonando la sua vecchia identità di guerriera.

In un’altra versione ancora, una volta tornata a casa, Mulan riceve pressioni da uno dei comandanti anziani dell’esercito, che insiste perché sposi una delle sue figlie, ma lei rifiuta sempre: per questo il comandante decide di indagare, scoprendo il suo vero sesso, e alla rivelazione il suo rispetto per lei diventa più grande di prima.

Perfino i cognomi di Mulan sono stati diversi. Prima che ella fosse consacrata come Hua Mulan, ha avuto come cognomi Wei, Ren e persino Zhu.

Ciò che rimane inalterata in ogni versione è la trama di fondo, che ora vado a raccontare.

L’imperatore sta mobilitando soldati da tutta la Cina, un uomo per ogni famiglia, per combattere gli invasori. Mulan, che sta filando presso il telaio, sospira triste perché il nome di suo padre è sulle liste dei coscritti. Decide di partire al posto del genitore, ormai vecchio e di salute debole. Va al mercato a comprare tutto il necessario e si unisce all’esercito. Combatte per molto tempo, arrivando a ricoprire il ruolo di generale e poi comandante delle armate settentrionali. Ma una volta conclusa la guerra e sconfitto uno dei più grandi generali delle forze nemiche, rifiuta qualsiasi promozione e premio le venga offerto, chiedendo soltanto di poter tornare dalla sua famiglia.

Mulan torna a casa accompagnata dai suoi commilitoni. Una volta entrata, cambia i suoi abiti e torna a vestire quelli femminili, per poi uscire davanti agli sguardi sbigottiti dei suoi compagni.

Passo in rassegna le differenze con il film Disney. Mulan non è figlia unica, ma ha una sorella più grande e un fratello più piccolo, che non può andare in guerra proprio per la sua giovane età. Non è affatto una completa inesperta in combattimento, anzi, è già abile nelle arti marziali e sa usare sia la spada che l’arco. Proprio per questo non si sostituisce al padre di nascosto, ma lo fa con il consenso della famiglia. Il cavallo non lo possiede fin dall’inizio, bensì lo compra apposta per la guerra, così come l’armatura, che invece nel classico Disney è quella che Mulan ruba al padre.

Mulan combatte nell’esercito per ben 12 anni e non partecipa a una battaglia soltanto. Inoltre la sua vera identità non viene mai scoperta sul campo di battaglia, poiché i suoi compagni d’armi ne rimangono sempre all’oscuro. La verità viene a galla quando torna a casa.

Nella ballata non si fa accenno ad alcun guardiano protettore della famiglia, né ad animali fortunati, né a spiriti. Quindi il draghetto Mushu, il grillo portafortuna e le anime degli antenati della famiglia Fa sono una pura invenzione disneyana.

Andiamo ora a vedere le più importanti rivisitazioni che la ballata ha subito nel corso degli anni.

La canzone di Mulan, opera di Wei Yuanfu risalente alla Dinastia Tang (618-907 d.C.), approfondisce il carattere dei personaggi e aggiunge qualche verso in più rispetto all’originale. A differenza de La ballata di Mulan, questa versione menziona esplicitamente che il padre di Mulan è anziano e di salute precaria. Inoltre, laddove la conclusione del poema originale enfatizza l’uguaglianza di genere, in quest’opera il finale pone l’accento sulla virtù e sull’importanza di portare a termine il proprio dovere, indipendentemente dal sesso.

Allo stesso periodo risale Mulan Temple di Du Mu, molto più corto della variante di Wei Yuanfu (è lungo appena quattro versi) ma più focalizzato sul conflitto interiore di Mulan, che fatica a conciliare il suo fingersi uomo con l’essere donna. La protagonista viene paragonata a Wang Qiang, più comunemente nota come Wang Zhaojun, una delle Quattro bellezze della Cina antica, ricordata per i sacrifici che fece per il suo Paese, al fine di garantire la pace con la Mongolia.

Siamo ora in piena Dinastia Ming. Xu Wei, durante il XVI secolo, scrive un’opera teatrale sulla leggenda di Mulan, dal titolo The Heroine Mulan Goes to War in Her Father’s Place. Egli introduce per la prima volta il cognome di Mulan, Hua (non Fa, come nel film Disney), e si focalizza maggiormente su come Mulan vive la sua condizione femminile una volta tornata dalla guerra.

La protagonista deve sconfiggere i banditi capitanati da un certo “Pelle di Leopardo”. Inoltre ha i piedi fasciati molto stretti, una pratica fatta apposta per avere i piedi piccoli (e questo è segno di bellezza nelle donne cinesi), per cui deve togliersi le bende per andare in guerra, per evitare che i suoi piccoli piedi possano smascherare la sua identità. Una volta tornata a casa, farà ricorso a una pozione magica ricavata dai fiori di loto che le fa tornare i piedi piccoli, così da avere un buon partito da sposare.

La madre all’inizio è contraria a lasciare partire Mulan, ma rinuncia quando si accorge che il marito si è depresso sin da quando ha ricevuto l’ordine di coscrizione, al punto da tentare il suicidio, e capisce che non ha altra scelta che far andare Mulan in guerra al posto del consorte. Una volta tornata a casa, Mulan si sposa con un uomo che ha saputo delle sue imprese sul campo di battaglia e del perché lo ha fatto, e ne è rimasto così ammirato da volerla in moglie.

Sempre in questo periodo, lo storico Zhu Guozhen è uno dei primi a raccogliere informazioni e resoconti sulla presunta esistenza storica di Mulan, asserendo che ella era una donna vergine vissuta ai tempi della Dinastia Sui, che si tolse la vita pur di non avere un ruolo da concubina nell’harem dell’imperatore.

Nel 1695, in piena Dinastia Qing, un tale Chu Renhuo pubblica un romanzo storico di 100 capitoli, Romance of Sui and Tang, che aggiunge qualche particolare in più al passato di Mulan e molti colpi di scena.

La giovane, mentre è in guerra, conosce Xianniang, la figlia dell’imperatore, anche lei una donna guerriera, che diventa sua grandissima amica. Le due combattono con onore, ma nonostante le vittorie da loro conquistate, è l’alleanza nemica a vincere, così si offrono in sacrificio per salvare la vita all’imperatore. I capi nemici, colpiti da un gesto così coraggioso, decidono di graziare le due guerriere. Mulan ottiene il permesso di tornare a casa, ma scopre che nel frattempo suo padre è morto e la madre si è risposata.

Nel finale, viene chiamata al palazzo del nuovo imperatore e obbligata a diventare una delle sue concubine, ma lei, pur di non perdere il suo onore, si suicida. Xianniang, invece, si sposa con Luo Cheng, il suo nemico in guerra e al tempo stesso il suo amante segreto.

Sempre ai tempi della Dinastia Qing risale The Complete Account of Extraordinary Mulan, un romanzo che introduce il personaggio del nonno di Mulan, Zhu Ruoxu. Egli apprende la magia nera in giovane età dal suo mentore Li Jing e prima di morire trasmette a Mulan i suoi insegnamenti, in modo che lei possa usare i poteri acquisiti a fin di bene. Alla fine, nonostante le vittorie e la gloria ottenuta, Mulan viene accusata dall’imperatore di voler usurpare il trono, e si toglie la vita per provare la sua lealtà alla nazione.

Nel 1850 un certo Zhang Shaoxian, dopo aver analizzato a fondo la leggenda di Mulan, scrive The Fierce and Filial Girl from Northern Wei, un romanzo che si focalizza sulle difficoltà della protagonista ad abituarsi al clima violento della guerra.

Ella parte in guerra sia per proteggere il padre, sia per evitare un matrimonio combinato. Rimane molto traumatizzata dalle battaglie a cui partecipa, tanto che piange sui corpi degli uomini che uccide e in un’occasione vomita sangue per lo shock, tuttavia rifiuta di lasciare che il suo lato tenero e sensibile abbia il sopravvento. Le esperienze, dure e spietate, la rendono una guerriera dalla tempra d’acciaio. Nel frattempo si fa amica la principessa dello schieramento nemico, Lu Wanhua. Nel finale si sposa e dà alla luce un bambino che diventerà il nuovo Primo Ministro cinese.

Un’altra rappresentazione teatrale della vicenda è Mulan Joins the Army del 1903. Qui la ragazza prende il posto del padre in guerra quando il cugino adottivo, Mushu (da cui hanno preso ispirazione per il draghetto nel film Disney), rifiuta di farlo lui stesso. Riesce a conquistarsi il rispetto dei suoi compagni, inizialmente scettici riguardo le sue abilità per via del suo fisico esile e snello, e a salvare l’armata cinese da una sconfitta certa facendo precipitare i nemici in un mare ghiacciato.

A partire dal periodo post-imperiale sono arrivate le prime trasposizioni cinematografiche della leggenda di Mulan, tra cui anche la nostra famosa versione disneyana.

C’è stata effettivamente una donna guerriera nella storia cinese: si tratta di Fu Hao, vissuta tra il 1250 e il 1200 a.C., sotto la Dinastia Shang. Era una delle mogli del re Wu Ding, che divenne Sacerdotessa e generale in capo dell’esercito (cosa incredibile per l’epoca). Combatté contro le tribù Yi, Qiang e Ba e sconfisse i Tufang in una sola battaglia. La sua tomba si trova nel cimitero di Xibeigang a Yin Xu, nei dintorni della città di Anyang. Forse la leggenda di Mulan ha preso ispirazione da lei.

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