DI ORIANA FERRAGINA
“Oshi no ko” è un manga pubblicato per la prima volta in Giappone il 23 aprile 2020, scritto da Aka Akasaka e disegnato da Mengo Yokoyari, e adattato in un anime con lo stesso nome il 12 aprile 2023, data in cui è uscita la prima puntata in Giappone.
La serie inizia premettendo che tutto quello che si vedrà è opera di finzione; o, almeno, alcune parti del mondo rappresentato sono una finzione: una bellissima menzogna messa in scena dalle idol (celebri adolescenti molto attraenti che operano nel mondo dello spettacolo) per i loro fan sfegatati, in cui le verità più scomode sono tenute nascoste con abilità e ingegno. La voce narrante, che scopriremo essere quella di Gorō Amemiya, termina dicendo che nel mondo dello spettacolo la menzogna è un’arma.
Nella prima puntata facciamo la conoscenza di Gorō Amemiya, un ostetrico di trent’anni che lavora in un ospedale di una cittadina di campagna, intento a far vedere ad un suo paziente una registrazione della sua idol preferita, Ai Hoshino. Ripreso da una delle infermiere per questo suo comportamento poco professionale, scopriamo che il dottore è appassionato a questa idol in particolare perché era quella preferita di una sua vecchia paziente, Sarina Tendōji, malata terminale, con cui lui aveva stretto un profondo legame di amicizia. Sarina aveva il sogno, un giorno, di diventare un’idol; purtroppo, la malattia della giovane le stronca le ali, facendola morire solo a dodici anni. Battuta importante della ragazza è quella con cui chiede al dottore se ogni tanto non immagini di reincarnarsi nel figlio di un’idol, con aspetto giusto e tutti gli agganci giusti nei posti giusti per fare successo.
Il ricordo della giovane e quell’ultima battuta perseguitano Gorō fino al giorno in cui accetta il caso di una paziente di sedici anni in avanzato stato di gravidanza e al suo primo check-up con un dottore. L’ostetrico si stupisce della cosa, fino a quando scopre la vera identità delle due persone che ha davanti: l’idol Ai Hoshino e il suo manager e produttore Ichigo Saitō, della Fragola Production. Dopo un primo momento in cui non crede ai suoi occhi e la spassosa scena in cui, sotto shock, il medico sbatte la testa contro il pavimento del corridoio, Gorō accetta l’incarico di portare a termine la gravidanza della giovane idol, che vuole a tutti i costi partorire e tenere i gemelli, nonostante i dubbi del manager: prima per il parto cesareo, che lascerebbe una cicatrice molto vistosa e sarebbe un impedimento per la carriera della giovane; poi per il parto naturale, non credendo che l’idol sia abbastanza ginnica per fare una cosa simile; e, soprattutto, si preoccupa di come reagirebbero i fan se venissero a conoscenza che la loro idol favorita non solo non sia casta e pura come appare, ma che abbia anche partorito i figli di un altro uomo. Lo prenderebbero come un tradimento verso di loro!
A dispetto di tutte queste rimostranze, Ai mantiene la mente lucida e serena, trovando una soluzione a tutto e, vedendo la determinazione nei suoi occhi, Gorō promette di fare del suo meglio per aiutarla a partorire i suoi due gemelli. Peccato che, la sera del parto, il dottore si assenti dall’ospedale per andare a riposarsi un attimo a casa sua e, lungo la strada, incontri un tipo losco, che gli chiede se sia vero che nell’ospedale si trova l’idol Ai Hoshino pronta a partorire. Insospettendosi, dato che nessuno avrebbe dovuto sapere quell’informazione tenuta segreta, Gorō inizia a chiedere da chi l’avesse appresa e, quando il ragazzo inizia a scappare, lo insegue senza pensarci due volte: un errore che gli costerà caro. Infatti, poco dopo, il medico perde di vista il fan e stalker di Ai proprio in cima ad un dirupo e, non sentendolo arrivare, viene sorpreso alle spalle e spinto giù di sotto, morendo sul colpo.
Con nostra somma sorpresa, anche se noi vediamo il cadavere sanguinante del povero ostetrico, Gorō riapre gli occhi e vede quelli di Ai, ritrovandosi nel corpo di uno dei gemelli che l’idol ha appena partorito. Ed è così che il dottore si ritrova reincarnato nelle membra del piccolo Aquamarine Hoshino.
Ben presto Aqua/Gorō scopre che anche la sorella Ruby è la reincarnazione di un fan di Ai, anche se non sa che è proprio la reincarnazione della paziente che lo ha iniziato al mondo delle idol: Sarina.
Comunque, i primi quattro anni di vita dei gemelli trascorrono tranquillamente, con loro che cercano in tutti i modi di sostenere e aiutare la madre (ad esempio si fingono le incarnazioni di divinità per impedire alla moglie del produttore di Ai e loro tutrice, Miyano, di vendere il segreto della madre alla stampa), imparando, con loro sorpresa e disappunto (questo Ruby, più che Aqua) la vera natura del mondo dello spettacolo, con tutte le sue menzogne e gli intrighi dietro la macchina dello show business; soprattutto Aqua riesce a cogliere appieno la cosa, riuscendo a sfruttarla lui stesso a favore della madre quando convince il regista Taishi Gotanda a prendere Ai come protagonista per la sua prossima pellicola, promettendo di recitare anche lui nel film dopo che, al loro primo incontro su un set, l’uomo aveva intuito le doti attoriali del piccolo bambino.
Gli anni felici di Aquamarine e Ruby con la madre però arrivano al termine, quando la donna viene accoltellata in casa sua proprio dallo stalker che aveva ucciso anche Gorō, perché sentitosi tradito dal fatto che Ai abbia avuto figli: l’idol muore sotto gli occhi di Aqua, riuscendo per la prima volta a dire ai gemelli che li ama e capendo di provare veramente quel sentimento per i propri bambini. Infatti, se prima d’ora non glielo aveva mai detto, era proprio perché aveva paura di mentire ancora una volta come aveva sempre fatto e non sentire per davvero quell’affetto per i figli. Con le sue ultime forze, la giovane donna consola i bambini, rimpiangendo di non poterli veder crescere e immaginandoli in futuro famosi nello show business: Aqua come celebre attore e Ruby come idol di successo.
Al funerale Aqua riflette su chi avesse potuto far trapelare l’indirizzo della loro casa allo stalker, arrivando alla conclusione che doveva essere qualcuno vicino alla donna, ma escludendo subito tutti quelli che conosce, per un motivo o per un altro. È allora che capisce una cosa: lui non conosceva veramente Ai e lei era molto più abile nel nascondere le cose di quanto egli avesse mai immaginato. Alla fine, però, il bambino ha il colpo di genio: deve essere stato il padre di lui e Ruby, a fare la soffiata allo stalker; e inoltre il padre non può che essere una persona del mondo dello spettacolo proprio come lo era Ai, perché solo lì la ragazza-madre avrebbe potuto conoscerlo, visto quanto seria fosse la passione per il suo lavoro di idol. Perciò, il piccolo bambino si ripromette di trovare il padre e vendicare la morte di Ai, uccidendolo con le proprie mani, decidendo di entrare seriamente nel mondo dello spettacolo e cercando di tenere il più lontano possibile da quell’ambiente la sorella Ruby. Per fare ciò, approccia il regista Taishi e gli chiede di prenderlo come apprendista, cosa che lui accetta.
Così finisce la prima puntata di “Oshi no Ko”, svelando molti segreti dello show business giapponese e durando la bellezza di 90 minuti! (In Giappone, infatti, hanno proiettato la prima puntata in anteprima al cinema per questo fatto).
La serie, dunque, si incentra sui meccanismi del mondo dello spettacolo nel Paese del Sol Levante, con tutte le sue ipocrisie e i suoi rapporti di do ut des, soffermandosi, soprattutto, sull’ambiente delle idol e quello degli attori, i due settori verso cui si affacciano i due gemelli protagonisti.
Nonostante ad un primo sguardo possa essere una serie shojo, che parla della lotta e scalata al successo della protagonista femminile nel mondo delle idol (il sogno di Ruby, la più innocente nel cast di personaggi dell’anime), sin dal primo episodio si capisce che la serie presenta tematiche dure e oscure: non a caso, l’anime è bollato come un seinen, ovvero adatto ad un target di giovani adulti. Tematiche quali cyberbullismo, stalker, intrighi, bugie, menzogne e mezze verità, misteri e omicidi: l’anime non tralascia niente, facendo credere talvolta allo spettatore di star vedendo un giallo piuttosto che un’opera sul mondo dello spettacolo.
Altra particolarità è il fatto che il nome della puntata appaia alla fine della stessa invece che all’inizio, quando solitamente negli anime compare dopo l’opening e un pezzo introduttivo dell’episodio. Cosa che mi ha sorpreso e che ho apprezzato, dato che in questo modo non veniva spezzato il filo di tensione che andava a intrecciarsi e a crescere con lo scorrere dei minuti.
Un’altra peculiarità è data dal fatto che per tutta la serie Aqua non chiami mai Ai “mamma”, continuando ad usare il suo nome proprio, non riuscendo a riconoscere nell’idol di cui era tanto appassionato nella vita precedente la sua nuova figura materna, all’opposto di Ruby, la quale già quando inizia a parlare durante il primo anno d’età chiama la idol “mama” ad ogni piè sospinto.
Un altro aspetto che ho notato (ma questa è una mia considerazione personale) è quanto il personaggio di Taishi Gotanda assomigliasse, sia di viso che nel comportamento, ad un altro character di un’altra serie di anime: ovvero a Shota Aizawa di “My Hero Academia”. Inutile dire che il regista è il mio personaggio preferito e per il quale ho preso una cotta immediata, visto che la stessa cosa era successa con Aizawa nella serie sugli eroi di Kōhei Horikoshi.
Mettendo in chiaro che di solito non sono attratta da questo genere di serie, ambientate nel mondo dello spettacolo, mi sono ritrovata a divorarla in pochi giorni, trovandola ben costruita e con personaggi ben delineati e reali: l’autrice è riuscita a rendere concreti tutti i characters del suo manga anche se avevano poche battute, essendo capace di farli diventare veri con pochi gesti e parole e attraverso le loro interazioni con gli altri personaggi. Devo, perciò, ringraziare calorosamente la mia amica Eleonora che mi ha consigliato di guardare la serie e l’insistenza del mio amico Alberto, che alla fine mi ha fatto cedere e vedere “Oshi no Ko”.
Detto questo, vorrei aggiungere solo un’ultima nota: è stata già annunciata l’uscita di una seconda stagione per l’anime di “Oshi no Ko”, tramite un teaser trailer alla fine dell’ultima puntata della prima serie; e che dire, non vedo l’ora che esca e guardare cosa succederà ad Aqua, a Ruby e a tutto il resto del cast di cui mi sono innamorata durante i primi undici episodi dell’anime.
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