DI ELODIE VUILLERMIN
Gli anime sono capaci di creare trame assurde ed esilaranti che partono da premesse assai demenziali, e questo manga non è da meno in tal senso.
Kilari ha sempre avuto l’amore per il cibo e un solo desiderio: trovare un principe azzurro. Questo almeno finché non incontra Seiji, un giovane idol, e subito è con la mente al matrimonio con lui. Poco dopo incontra un altro ragazzo, Hiroto, con cui è odio al primo sguardo a causa del brutto carattere di lui. Immaginatevi la sorpresa di Kilari quando scopre che Seiji e Hiroto sono colleghi nella stessa band, gli Ships! Così decide di diventare lei stessa una idol, per stare accanto a Seiji. Una notizia che lancia in mondovisione, subito dopo un’apparizione a sorpresa sul palco dove gli Ships si stavano esibendo.
Da qui comincia la scalata di Kilari nel mondo dei giovani idol, in un crescendo di situazioni assurde e comiche allo stesso tempo. Ben presto quello che era cominciato come un semplice mezzo per arrivare a un altro scopo, diventa la ragione di vita della ragazza. Lei finisce per affezionarsi davvero al ruolo di idol. Le piace il suo lavoro e le piace portare gioia nel cuore del pubblico. Inoltre si scopre sempre più attratta da Hiroto.

Ma il mondo degli idol non è solo gioie e folle di fan urlanti da accontentare e intrattenere. Ci sono tanti sforzi e sacrifici da fare. Ti tocca spesso accettare anche lavori che non vorresti fare, subire insulti e umiliazioni, essere coinvolto in scandali o affrontare ritmi di lavoro stressanti. Ci sono scadenze da rispettare e orari da seguire. È un mondo competitivo, dove spesso si è pronti a imbrogliare o minacciare pur di scavalcare gli altri. Infatti Kilari ha a che fare con tanti rivali che, oltre che strambi, sono spesso falsi e si approfittano di lei. Mentre lei resta sempre genuina, sincera, gentile.
Certo, rispetto ad altre opere incentrate sul mondo degli idol, come Oshi no Ko, il manga di An Nakahara ha un tono decisamente più leggero. Ciò nonostante, ogni scena riesce a essere pregna delle giuste emozioni e nei momenti in cui la protagonista è vittima di colpi bassi, diffamazione e scorrettezze si sente la tensione narrativa.
In Kilari le stranezze e le scene spassose sono all’ordine del giorno. La premessa dell’intera opera è un concentrato di WTF che però funziona e il modo in cui viene sviluppata finisce per conquistare il lettore. Possiamo trovare animali con modi di fare quasi umani, che frequentano università o dirigono compagnie. Alcuni piani iniziali di Kilari per riuscire a fare carriera sono fuori di testa e ai limiti della legalità: travestimenti per fingersi maschio, entrate di soppiatto nel backstage di uno spettacolo, un quaderno con un piano che include l’ipnotismo e la seduzione di famosi produttori, e così via. Un ragazzo ammira Hiroto a tal punto che, quando lui gli dice “se tu fossi una ragazza ti sposerei”, prende la frase alla lettera e si traveste da femmina. E questi sono solo alcuni esempi. Se vi elencassi tutte le volte in cui sono scoppiata a ridere, finisce che facciamo notte (in inglese fahrenheit).

Kilari è un personaggio che ti conquista, vuoi per la faccia carina, la sua maturazione, il rapporto con la famiglia o la spensieratezza con cui si affaccia alle novità. La sua fame senza fondo è qualcosa di iconico e strappa una risata ogni volta che viene tirata in ballo. Non può fare a meno di vedere il buono in ogni persona e di provare sempre rispetto per i suoi avversari, anche chi non se lo merita. Non significa comunque che chi le faccia un’infamata la passi liscia. La sua rivincita se la prende sempre.
Dapprima Kilari era un’imbranata, ammettiamolo. In qualunque cosa si lanciasse, era un disastro. Se cantava, stonava di brutto. Se cucinava o disegnava ne veniva fuori qualcosa con i… funghi?
No, non sto scherzando. Ma più diventa cosciente del suo lavoro, più lo prende sul serio e più si spoglia dei suoi difetti. Raggiunge vari traguardi, tra spot pubblicitari, un cd con le sue canzoni, un ruolo da protagonista in un film, concerti, sfilate di moda e tanto altro.
Riesce a tirare fuori un’inventiva incredibile, come quando si crea da sola una linea di moda con un’idea originale. Ogni momento è un’occasione buona per fare esperienza e lei impara a trarre un insegnamento da tutto. Dimostra una notevole capacità di adattamento ai cambiamenti e sa affrontare le crisi con creatività, per esempio quando si tinge di nero una canottiera per creare un look punkettaro ma elegante in un concorso di moda a tema principesse, arrivando a stupire i giudici che le assegnano un punteggio molto alto. La sua ostinazione e risolutezza la portano a superare numerosi ostacoli, restando sempre sé stessa. Non perde mai di vista il suo scopo: portare felicità nei cuori della gente. Non scorda che la sua forza viene dal pubblico e dall’ammirazione che esso prova per lei, e lei ricambia quell’affetto con sforzi sempre più grandi per soddisfare le sue aspettative e regalargli delle gioie.

Na-san è un’altra star del manga. Questo gatto bipede con il fiocco ha studiato in una scuola specializzata e sa fare di tutto: cucinare, fare complessi calcoli matematici o traduzioni in altre lingue, pettinare Kilari, disegnare come un vero artista, comunicare con gli ultrasuoni (e qui direte: cosa?), usare mosse di karate e così via. Addirittura ogni sua “parola” ha di fianco la traduzione in lingua umana. Praticamente è un supercat, e fa ridere quando egli si identifica come “un semplice gatto”.
Hiroto, per quanto testardo, dai modi bruschi e a volte anche un po’ freddo, ha un lato tenero che mi ha sempre conquistata. Vuoi anche perché nell’anime tratto dal manga il suo doppiatore italiano è Simone D’Andrea, voce che si incolla perfettamente a tanti di quei ragazzi fighi per cui ci prendevamo una cotta da piccole (Sulfus di Angel’s Friends, Kaito di Mermaid Melody e via dicendo). Dà spesso a Kilari della scema o le fa notare i suoi difetti, ma correrà sempre in suo aiuto e agirà sempre per il bene di lei. Perché, anche se non ne è consapevole, la ama.
La dinamica di amore-odio tra Kilari e Hiroto è spesso portata sul ridere. Seppure a volte possa apparire frustrante, nel complesso è molto dolce assistere alle loro interazioni. Quando si abbracciano, si tengono per mano o si preoccupano l’uno per l’altra, si nota la profondità del loro sentimento. Per tutta la storia si confrontano con le rispettive ingenuità e testardaggini. Kilari impara a essere meno arrendevole e a combattere per il suo amore, mentre Hiroto diventa meno sarcastico e pungente, e finisce per ammettere a sé stesso che Kilari gli piace.
Seiji è un po’ ingenuo e con la testa fra le nuvole. O almeno così sembra. Se le cose si fanno serie, anche lui lo diventa. Però ho sempre trovato Hiroto il migliore, ha più rilevanza e più personalità. Ha una leggerezza tale che quando Kilari piomba sul palco e annuncia in mondovisione l’intento di diventare una idol, lui liquida la faccenda con un sorriso e un “capita spesso”. Inoltre funziona alla grande come figura opposta di Hiroto, come lo Yang al suo Yin, la pacatezza al carattere irritabile del compagno.
Tanti altri sono i personaggi che animano la storia. Il presidente dell’agenzia per cui lavorano gli Ships, Muranishi, dalla lacrima facile e con un incredibile fiuto per chi ha talento. La manager Kumoi, seria e impeccabile, che si trasforma in gran segreto in una fangirl con un debole per i bei ragazzi. La scorbutica Erina, idol in perenne competizione con Kilari, anche se è una rivalità a senso unico. L’illusionista Arashi, amico d’infanzia di Kilari soggetto a frequenti sanguinamenti dal naso. La superba Fubuki, altra idol ancor più odiosa di Erina. La direttrice Higashiyama, dell’agenzia rivale a quella di Muranishi, vera antagonista e mandante di quasi tutti i personaggi che mettono i bastoni tra le ruote a Kilari. E tanti, tanti altri ancora.


I disegni sono morbidi, semplici e gradevoli alla vista. I volti dei personaggi sono sempre molto espressivi, con rossori accentuati e occhi grandi e sbarrati. Le scene romantiche sono quelle meglio disegnate. Anche i momenti con le proporzioni del corpo deformate, molto “anime-style“, fatti per far ridere, sono belli esteticamente.
Di questo manga ne è uscita una versione anime carina, con doppiatori di grandissima bravura quali Sonia Mazza, il già citato Simone D’Andrea, Alessio De Filippis, Deborah Morese, Renato Novara e tanti altri. È stato fatto un lavoro niente male anche a livello di adattamento delle canzoni; Il mondo è con te e Balalaika sono tra le mie preferite. Ma il manga è più completo, permette di entrare più nel dettaglio dell’evoluzione di Kilari, oltre a dare un happy ending tra lei e Hiroto che rendesse felice chi li aveva shippati dal minuto uno (come me).
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