“Tokyo Revengers: Christmas showdown”: Natale a suon di botte

DI ORIANA FERRAGINA

Ho impiegato molto meno tempo a finire la seconda stagione di “Tokyo Revengers” (solo due giorni rispetto alla settimana che ci ho messo per finire la prima) e devo confermare quanto ho detto per la prima: strabiliante, veramente una perla rara nel panorama degli anime shonen di questi ultimi anni; di più, posso affermare con sicurezza che questa seconda season ha addirittura superato, in quanto ad impatto emotivo, quella precedente.

Avvertimento: da qui in poi inizierò a trattare argomenti che si possono definire “spoiler”, perciò, se non avete visto la prima stagione o non avete letto il manga e non volete rovinarvi il finale della stagione precedente, vi consiglio di smettere di leggere in questo punto; se invece non vi disturba minimamente che vi vengano fatti spoiler di qualsiasi genere, prego, continuate pure. Io, comunque, ho avvisato e, come si dice: uomo avvisato, mezzo salvato.

Nella stagione precedente, avevamo lasciato Takemichi legato ad una sedia nel futuro, disperato dopo aver visto Kisaki uccidere a sangue freddo davanti a lui il suo amico e socio Chifuyu, che aveva cercato di rincuorarlo come poteva prima di morire. Dopodiché avevamo visto il principale cattivo della serie puntare la pistola contro la testa di Takemichi e, con una lacrima solitaria che gli rigava il volto, lo avevamo sentito apostrofare il nostro protagonista con il soprannome di “hero” (eroe), per poi udire uno sparo e non sapere cosa fosse successo esattamente tra i due.

La situazione viene rivelata nella prima puntata di questa seconda stagione, “Tokyo Revengers: Christmas showdown”, che inizia riprendendo, appunto, questi ultimi minuti della puntata numero 24 della stagione precedente, facendoci vedere cosa succede veramente: Kisaki, pistola puntata contro Takemichi, gli dice addio, per poi sparargli contro. Ma giusto prima che possa far fuoco, la sala in cui i due si trovano piomba nel buio e Takemichi, dopo aver perso conoscenza, si ritrova sotto un ponte in compagnia di quello che in un primo momento scambia per Baji, l’ex comandante della prima divisione della prima Toman, nonostante sappia che ciò non può essere possibile, visto che il ragazzo si è accoltellato da solo 12 anni prima.

Dopo la prima svista, Takemichi riesce a riconoscere il suo misterioso salvatore, che si rivela essere Kazutora. Quest’ultimo, dopo avergli dato un pugno in faccia, gli dice che era lì per salvare Chifuyu, e non Takemichi stesso; però, non essendo stato in grado di evitare l’omicidio dell’unica persona che gli è stata vicina dopo la sua uscita dal riformatorio, Kazutora aveva trascinato via lui dalla situazione in cui si trovava. Lo incolpa così di come sia degenerata la Toman, ricordandogli che Baji gliela aveva affidata proprio per evitare che diventasse un’organizzazione così depravata.

Takemichi, sentendosi in colpa, ammette che neanche a lui sta bene come sia diventata la Tokyo Manji Gang, per poi salire in macchina con Kazutora e farsi raccontare cosa è successo negli ultimi 12 anni da quest’ultimo, nel mentre che vanno a trovare Naoto. Scopre così che Chifuyu era un infiltrato della polizia che stava cercando di trovare del marcio su Kisaki, ma stranamente l’operazione stava andando a rilento.

Una volta raggiunto Naoto in un vicolo quest’ultimo arresta Takemichi, sotto gli occhi furiosi di Kazutora, e lo porta al commissariato, dove scopre qualcosa che lo sorprende: in questa linea temporale, è stato lo stesso Takemichi ad ordinare la morte di Hinata Tachibana; ed è anche per questo che l’operazione contro Kisaki era andata in fumo, perché, pur di proteggere il suo socio, Chifuyu aveva nascosto la verità a tutti.

Takemichi, distrutto dalla scoperta che in questa linea temporale è stato proprio lui a far uccidere la sua amata, si accascia a terra ed è solo l’intervento di Naoto che lo convince ad andare di nuovo indietro nel tempo per cercare di salvare Hina e cambiare nuovamente il futuro. Così, dopo una stretta di mano, il viaggiatore del tempo si ritrova di nuovo in camera sua, 12 anni nel passato, con una nuova missione: fermare la corruzione della Toman e cacciare Kisaki dal seggio di terzo capitano e dalla gang in generale. Riuscirà l’uomo bloccato nel corpo di un ragazzino a salvare finalmente tutti i suoi amici da una morte sanguinosa?

Rispetto alla prima stagione, questa seconda tratta un solo arco narrativo, ovvero la Battaglia di Natale; un nome che viene ripreso anche nel titolo nella sua controparte inglese, “Christmas Showdown”, e si compone di 12 puntate anziché le 24 della season precedente, dimezzando oltre a queste anche il numero di sigle di chiusura (da due a una), ma non le emozioni che lo spettatore prova nel vedere questa seconda dinamica stagione di “Tokyo Revengers”. Più combattimenti, più sangue e, soprattutto, preparatevi i fazzoletti perché verserete più lacrime; e questo detto da una che raramente piange di fronte ad uno schermo, qualunque esso sia: cinema, televisione, computer. Questo perché l’anime riesce a dar corpo alle emozioni che si provano leggendo il manga: le risate suscitate dalle situazione assurde e stupide che capitano ai personaggi, ma anche la tristezza per il dolore che sentono, sia emotivo che fisico; così come ci colpisce la determinazione, che non si attenua, ma anzi si rafforza ad ogni pagina letta, sia in Takemichi che in tutti i personaggi che incontrano il protagonista, che decidono di continuare a lottare anche quando tutto il resto del mondo gli dice di arrendersi.

Una particolarità: la sigla d’apertura di questa stagione, così come di quella precedente, è cantata dallo stesso gruppo, ovvero gli Official HIGE DANdism.

Ringrazio ancora la mia amica Eleonora per aver insistito che prendessi visione di questo anime e che leggessi anche il manga, portandomi quindi a vedere pure questa strabiliante seconda stagione e, come omaggio e tributo, ti dedico anche questo secondo articolo sui teppisti più vendicativi che ci siano nel mondo degli shonen giapponesi.

Se vuoi leggerti della prima stagione, clicca qua!!!

Se ami i viaggi nel tempo, questo è il pezzo che fa per te!!!

Se invece vuoi leggere qualcosa che non c’entra un emerito tubo con questo articolo, allora clicca qua!!!

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