DI ALBERTO GROMETTO
E voi lo avete mai avuto un Eroe?
L’Eroe è la persona nelle quale Tu crederai sempre, da sempre e per sempre. Non importa cosa accadrà lungo il percorso della Vita, che potrebbe succedere o che è successo. Tu, il tuo Eroe, lo hai avuto fin da quando ancora non sapevi nemmeno cosa fosse, un Eroe. È il punto di riferimento a cui aggrapparti quando tutto va male e ti guardi intorno e non vedi niente che possa salvarti. L’Eroe è quella persona che Tu vorresti rimanesse così come è. È la persona alla quale Tu vorresti assomigliare e che non riuscirai ad essere mai veramente, per quanto possa sforzarti. Perché l’Eroe è tanto più alto di Te, si staglia talmente in alto che Tu puoi solo sperare si volga a guardare Te, che sei piccolo e basso, mentre professi la tua stima e il tuo amore. L’Eroe è impossibile che ti deluda, neanche sforzandosi potrebbe mai farlo. Ci sarà in ogni momento, sia quando ne avrai bisogno sia quando semplicemente vorrai qualcuno accanto a Te. E tu lo ammirerai e lo adorerai e ciò che desidererai avere di più nella tua esistenza è il suo orgoglio. Vivrai per essere come il tuo Eroe.
A dispetto di quello che la gente possa pensare di me, io non sono mai stato un tipo allegro, e nemmeno ottimista. Mi sforzo di esserlo, rido sempre, sparo battute a raffica, faccio il mio show, ho un senso dell’umorismo che diverte e ammalia. Ma non sono mai stato allegro. E nemmeno ottimista. Per questo mi sarebbe sempre piaciuto, credo, essere come Lui. È incredibile come riesca ad essere sempre di buonumore, e a riempire una stanza con la sua presenza, e a brillare di quella luce rara che in pochi potranno mai dire di aver visto in qualcuno. Divertente, simpatico, spontaneo. Ma Lui… Lui chi?
Da bambino me ne giravo con un pupazzo il cui collo, nel corso degli anni, è andato a farsi più piccolo e malconcio. Lo prendevo sempre dal collo. Trattasi di TIGRO, il mio personaggio preferito in assoluto della serie animata Disney «WINNIE THE POOH», tratta dalle opere letterarie dello scrittore inglese A. A. Milne. È la storia di un tenero orsacchiotto giallo di pezza tontolone e dal cuore d’oro che amerebbe passare la vita mangiando miele tutto il giorno (cosa che, più o meno, fa già) e dei suoi adorabili e strambi amici. Vivono tutti insieme nel “Bosco dei Cento Acri”, terra meravigliosa. Ci sono il pauroso maialino Pimpi, il logorroico e barboso gufetto Uffa, il brontolone e irascibile coniglio Tappo, il tristissimo e ironico asinello pessimista Ih-Oh, e poi i due canguri mamma e figlio Kanga e Roo. Ah già, poi c’è Lui! Come dimenticarlo, lui?
Saltella tutto il giorno, è sempre allegro e vivace, il suo umore è alle stelle in ogni momento! Nessuno è come Tigro. E infatti al mondo di Tigri, che come canta lui stesso son sempre pieni di elettricità e non sono né lenti né pigri ma ricchi di elasticità, non ce ne sono poi tanti! «… al mondo di Tigri ci son soltanto me!» grida e strilla lui a squarciagola, ben contento e felice di farlo.
Ma c’è davvero da essere felici e contenti di essere uguali solamente a sé stessi? No, per niente. E di questo se ne accorge anche Tigro il quale, per la prima volta nella sua vita, diventa triste. Se SOLO lui è in grado di saltare tutto il giorno a perdifiato e senza fermarsi mai, se SOLO lui sa essere sempre allegro e carico di energie, se SOLO lui sa essere lui… allora questo significa che è SOLO. Quello che è stato tra i miei film preferiti da piccolo… e che a dire il vero è ancora uno dei miei film preferiti perché, come il discorso fatto sugli Eroi, esistono cose che sono per sempre… si intitola T COME TIGRO.
La vicenda ha inizio quando Tigro va da ognuno dei suoi amici per chiedergli di saltellare insieme a lui, allegro e spensierato. Tutti però declinano l’invito. È che sta arrivando l’inverno, e hanno altro da fare. È allora che Tigro si rende conto di quanto sia vero, dolorosamente vero, quello che continua a ripetere nella sua canzoncina. Di Tigri ci son soltanto… lui. SOLO E SOLTANTO Lui. Ma davvero non ci sono altri tigri al mondo? Qualcuno che sia come lui. Che gli assomigli. Magari, che ne so, una sorta di famiglia?
Quello che Tigro non sa è che, famiglia o non famiglia, nessuno in nessun angolo dell’universo è o sarà mai come lui. Di ognuno di noi ci son soltanto… noi. L’Unicità e l’Irripetibilità dell’Individuo, venduta come qualcosa di grandioso, non è poi tutta questa meraviglia! È anzi ciò che genera così tanta solitudine e sofferenza. Solamente io assomiglio a me stesso e solamente tu assomigli a te stesso… quindi in che modo io e te potremo mai tenerci compagnia l’un l’altro e riempire ognuno le solitudini dell’altro? Neanche volendolo con tutte le proprie forze, ce la si potrebbe mai fare.
È strano, mai avrei pensato in vita mia di citare l’Immenso DINO BUZZATI e quel suo capolavoro de «IL DESERTO DEI TARTARI» in relazione a Tigro di «WINNIE THE POOH». Eppure, eccoci qui! Buzzati, in quello che è uno dei miei romanzi preferiti in assoluto, scrive un pensiero di una bellezza tale che ancora ci si chiede come abbia fatto anche solo a pensarlo:
«Proprio in quel tempo Drogo [Giovanni Drogo, il protagonista del romanzo] si accorse come gli uomini, per quanto possano volersi bene, rimangono sempre lontani; che se uno soffre il dolore è completamente suo, nessun altro può prenderne su di sé una minima parte; che se uno soffre, gli altri per questo non sentono male, anche se l’amore è grande, e questo provoca la solitudine della vita».
Tigro si inventa questa comoda fantasia alla quale aggrapparsi con tutte le sue forze sperando stupidamente e scioccamente in cuor suo possa essere vera e che possa davvero essere quella la soluzione a tutti i suoi problemi: e cioè, avere da qualche parte una famiglia di Tigri fatti come lui che lo stanno cercando e grazie ai quali non sarà mai più solo e soltanto lui. I suoi amici provano a dissuaderlo, ma in realtà finiscono per fare il contrario e incoraggiare questa sua folle, pazza fantasia. Gli scrivono una lettera con la quale gli dicono il bene che gli vogliono: Non prendere freddo, Sorridi, Non avere paura, Ti staremo sempre vicino. E quando Tigro si convince che verranno a trovarlo, mettono in scena la più grande montatura del secolo travestendosi da Tigri e fingendo di essere come lui, dato che loro infatti lo conoscono così profondamente che sono pure in grado di imitarlo nei gesti e nella parlata e nei modi di fare.
Quando Tigro se li vede arrivare alla porta, non può credere ai suoi occhi! Non ci sono più solo e soltanto lui. Ora avrà altri che saranno in grado di saltellare come lui, di essere allegri come lui, di fare quello che vuole fare lui. Di essere come lui. Ma la gioia dura poco e l’inganno viene alla luce. Come da copione. E così Tigro parte, nella neve alta, alla ricerca di una famiglia che non ha e che gli ha scritto quella lettera che non gli ha mai scritto. I suoi amici, incuranti del grave pericolo, si lanciano al suo inseguimento. Persino Tappo, che non perde occasione per sgridare Tigro e che mal lo sopporta, che non ha voluto partecipare a quella mascherata, si getta disperato nel freddo e nel buio per salvare il suo amico. È anzi lui che guida la spedizione. Lo trovano, Tappo urla addosso a Tigro e Tigro per la prima volta serio nei suoi propositi e per nulla scherzoso intima agli amici di andarsene. Lui aspetterà la sua famiglia. Ma Tappo e gli altri non se ne vanno. Arriva immediatamente una valanga. Il finale non ve lo sveliamo, ma possiamo assicurarvi che è lieto. Probabilmente lo avrete capito già.
Ma come fa ad essere lieto? Arriva forse la famiglia di Tigro? No, non arriva nessuna famiglia. Tigro potrebbe aspettare in eterno, nessuna famiglia arriverà per lui. E questo perché la sua famiglia è già tutta lì. Sono Winnie The Pooh, Tappo, Ih-Oh, e tutti gli altri. Il piccolo Roo in un momento del film dice alla mamma che vorrebbe avere un fratello uguale a Tigro tanto gli vuole bene. Ma tu un fratello ce lo hai già ed è Tigro, gli spiega lei. Roo capisce. E alla fine della storia ci arriva pure Tigro. Quelli là, che pur non gli assomigliano, che non saltellano tutto il santo giorno e che non sono dei Tigri, quelli là sono la sua famiglia. Sono quelli che fingono di essere come lui solo per vederlo felice. Quelli che saltellano insieme a lui anche se non hanno le sue energie. Quelli che gli scrivono una lettera in cui gli dicono di non prendere freddo, non avere paura e che ci saranno sempre per lui.
Siamo tutti soli in questo mondo. Siamo tutti incompresi. E questo perché siamo tutti uguali solo a noi stessi. Ma troverai QUALCUNO in questa Vita che non ti capirà e che tu non capirai e che nonostante questo vorrà stare con te tutto il tempo e che faticherà e farà i salti mortali solo perché Tu possa essere felice. Quel QUALCUNO per me è Mia Madre, con la quale ho visto quel film milioni e milioni di volte. E con la quale lo rivedrei ancora e ancora e ancora, fino all’Eternità e anche Oltre. Lei è il Mio Tigro che anche quando non ha voglia di saltare saltella solo per potermi veder sorridere. E Buzzati avrà avuto sicuramente ragione quando ha scritto quelle parole, ma mi sento comunque così pazzescamente grato e fortunato ad avere Lei, che anche in una tormenta di neve (e lei odia la neve!) partirebbe in mio soccorso, solo per venirmi a ricordare come io non sia solo fin quando avrò Lei al mio fianco.
E voi lo avete mai avuto un Eroe?
Il Mio Eroe è la Mia Mamma.
Sempre, da sempre e per sempre.
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