Otherside, capitolo 32: Il gobbo di Notre-Dame

DI ELODIE VUILLERMIN

Questo film, ricordato dai fan come uno dei classici Disney più cupi e maturi, è tratto dal romanzo storico Notre-Dame de Paris, scritto da Victor Hugo nel 1831.

La fedeltà al materiale di partenza è davvero minima. Tanto per cominciare, i character design originali sono molto diversi da quelli disneyani.

(Lo scrittore del romanzo, Victor Hugo)

Quasimodo ha una fisionomia molto più grottesca: è cieco da un occhio, è diventato sordo a furia di suonare le campane ed è quasi muto. Inoltre ha problemi mentali, a causa dei quali ha fatto fatica nell’imparare a leggere e scrivere.

Nella versione animata Frollo uccide la madre di un neonato Quasimodo e cerca di affogarlo per il suo aspetto deforme, gesto che viene impedito dall’Arcidiacono. Alla fine è costretto, controvoglia, a prendersi cura del bambino.

Nel romanzo di Hugo, invece, Quasimodo è stato dato via dai suoi genitori, che non accettavano un figlio deforme, e scambiato alla nascita con un’altra bambina, Agnès. La vera madre di quest’ultima, disperata e convinta che i gitani avessero mangiato sua figlia, ha detestato il neonato Quasimodo, convinta che egli fosse la progenie del diavolo, e l’ha abbandonato a Notre-Dame (cosa tra l’altro non infrequente nell’epoca in cui la storia è ambientata). È qui che Frollo lo ha trovato e ha deciso di adottarlo.

In originale Quasimodo è molto leale a Frollo. Lo ama incondizionatamente, come un figlio ama un padre, dato che è l’unico essere umano ad averlo trattato con affetto; questo almeno prima di conoscere Esmeralda. Tuttavia, nel lungometraggio animato, per quanto sia grato a Frollo di averlo adottato, al tempo stesso teme l’uomo, che lo maltratta, lo manipola e abusa verbalmente di lui. I suoi unici amici e confidenti sono tre gargoyle parlanti.

Claude Frollo non è un semplice giudice, ma un Arcidiacono e un alchimista, laddove per la Disney l’Arcidiacono e Frollo sono due personaggi distinti. Tra l’altro all’inizio del libro ci viene mostrato come una persona più umana e generosa: dopotutto adotta Quasimodo dopo averlo trovato nei pressi di Notre-Dame e cerca di essere un modello positivo di ispirazione per il fratello minore Jean. La sua discesa nella follia e nella malvagità comincia quando si innamora di Esmeralda, un sentimento che presto diventa un’ossessione. Egli arriva al punto di ordinare a Quasimodo il rapimento della ragazza (gesto sventato da Febo) e pugnalare lo stesso Febo in un impeto di gelosia quando lo vede incontrarsi con la fanciulla.

Esmeralda, anziché una donna dalla personalità forte, coraggiosa e indipendente che combatte per la sua gente, è una ragazza di quindici anni un po’ ingenua e spesso inconsapevole del fascino che esercita sugli altri. Tra l’altro, contrariamente alla sua controparte animata, non è una gitana sin dalla nascita, ma una bambina qualsiasi che è stata rapita dai gitani e scambiata alla nascita con Quasimodo; quindi è il gobbo a essere di origine zingara, non lei. La capretta Djali, sua fedele compagna, c’è in entrambe le versioni.

Febo, il capitano delle guardie, è rappresentato dalla Disney come un uomo eroico e di buon cuore, salva le persone in difficoltà ed è in disaccordo con i metodi del suo superiore Frollo. Aiuta Esmeralda in più di un’occasione e si innamora di lei; i due finiscono per mettersi insieme dopo che lui si ribella apertamente a Frollo e viene quasi ucciso per questo. Non solo, Febo è uno dei pochi personaggi a diventare un sincero amico di Quasimodo, tanto che sul finale lo salva da una caduta fatale. Nel romanzo è un uomo meschino, superficiale e irresponsabile: Esmeralda si innamora di lui ed egli tradisce la sua promessa sposa Fiordaliso per soddisfare un mero desiderio carnale, ma dopo che Esmeralda viene accusata di averlo ucciso (quando in realtà lui sopravvive all’accoltellamento di Frollo), lui non interviene per salvarla, anzi resta indifferente all’impiccagione della giovane e si sposa con Fiordaliso.

Clopin, il leader dei gitani e burattinaio che funge da narratore del film, ha un ruolo più rilevante nel libro, poiché è colui che incita i cittadini di Parigi alla rivolta.

Molti personaggi del romanzo sono stati cancellati dalla versione cinematografica. Uno di questi è il poeta Pierre Gringoire, narratore della storia, un uomo squattrinato, mediocre e vigliacco che non riesce mai a ottenere il successo che vorrebbe. Per esempio all’inizio della storia, mentre sta cercando di mettere in scena un’opera teatrale, il pubblico organizza una gara di smorfie per la Festa dei Folli piuttosto che prestargli attenzione e dopo si precipita a vedere l’esibizione di Esmeralda, dimenticando completamente il poeta e il suo spettacolo. Tra l’altro rischia di essere ucciso quando sconfina nella Corte dei Miracoli, il rifugio dei gitani, ed Esmeralda lo sposa per evitargli la morte.

Altro personaggio importante, non presente nel classico Disney, è Paquette, detta la Chantefleurie. I gitani le rapirono la figlia Agnès, scambiandola a sua insaputa con un neonato Quasimodo, e si convinse che la piccola fosse morta, impazzendo di dolore. Porta al collo una scarpetta da neonata. Quadro scopre che l’altra scarpetta è posseduta da Esmeralda, capisce che la ragazza è sua figlia Agnès. Le due si rincontrano verso la fine del romanzo, ma la gioia è destinata a non durare, perché moriranno entrambe di lì a breve.

Assente anche la figura di Fiordaliso, una nobildonna promessa in sposa a Febo, che egli tradisce brevemente con Esmeralda per poi sposarla sul finale.

Nel romanzo ci sono ben due triangoli amorosi fondati su amori non corrisposti: il primo è tra Quasimodo, Frollo ed Esmeralda; l’altro riguarda Febo, Esmeralda e Fiordaliso. Nel film c’è solo un quartetto, che coinvolge Quasimodo, Esmeralda, Frollo e Febo.

Il film comincia con l’uccisione della madre di Quasimodo. Il romanzo originale inizia poco dopo la Festa dei Folli.

In entrambe le versioni Quasimodo si innamora di Esmeralda quando questa dimostra compassione nei suoi confronti. A cambiare sono le circostanze in cui avviene questo atto di generosità. Nel libro Quasimodo viene arrestato da Febo e fustigato davanti a tutti per aver tentato di rapire Esmeralda (su ordine di Frollo), e la fanciulla gli porta un po’ d’acqua per farlo stare meglio. Nel lungometraggio animato il gobbo sta partecipando alla Festa dei Folli quando viene umiliato dai cittadini, che gli gettano addosso verdure marce e lo legano a una ruota; dato che nemmeno Frollo interviene e resta fermo a guardare, è Esmeralda a salvarlo e a prendere le sue difese.

La scena in cui Quasimodo versa metallo fuso dall’alto di Notre-Dame è presente in entrambe le versioni. Nel film compie questo gesto per far fuggire i soldati al soldo di Frollo e proteggere Esmeralda da morte certa. In originale, Quasimodo lo fa quando una folla di gitani si raduna davanti alla cattedrale chiedendo la grazia, ma lui, essendo sordo, fraintende la situazione e crede che quella folla stia protestando a favore dell’esecuzione di Esmeralda.

A cambiare è anche il focus dell’opera. Hugo voleva concentrare l’attenzione del lettore più sull’architettura di Notre-Dame che sui personaggi. La Disney, invece, ha incentrato la storia attorno al confronto tra uomo e mostro e al tema dell’accettazione del diverso.

Il libro originale si conclude in modo drammatico. Frollo pugnala Febo quando questi porta Esmeralda in una camera presa in affitto e fa ricadere la colpa dell’attentato sulla stessa Esmeralda. Lei si rifiuta di parlare, così Frollo la sottopone alla tortura dello stivaletto, un parallelepipedo di legno o di metallo che si stringe progressivamente intorno al piede, fino alla rottura delle ossa (o peggio). Il dolore è tale che la fanciulla si arrende e si dichiara colpevole di omicidio, non sapendo che Febo è sopravvissuto. Una volta nelle segrete viene raggiunta da Frollo, che confessa di essere stato lui a pugnalare Febo e le offre la possibilità di salvarsi se si concederà a lui. Ma Esmeralda rifiuta, preferendo la morte.

Dopo una serie di peripezie e dopo aver ritrovato sua madre, la giovane viene impiccata e la genitrice muore nel tentativo di salvarla. Quasimodo uccide Frollo in un impeto di rabbia, gettandolo dall’alto di Notre-Dame, dopodiché si lascia morire mentre abbraccia il cadavere di Esmeralda. Quando un becchino rinviene un secondo scheletro attorno a quello di Esmeralda e prova a toglierlo, questo si riduce in polvere.

Nel film l’unica morte significativa è quella di Frollo, che precipita dall’alto della cattedrale di Notre-Dame in una “voragine di fuoco”, la stessa in cui voleva far precipitare Esmeralda e Quasimodo. Dopodiché Esmeralda e Febo scortano Quasimodo all’infuori della cattedrale, e il gobbo viene accettato dagli abitanti della città e acclamato come un eroe.

Una cosa che pochi sanno è che un Quasimodo è realmente esistito. Per il personaggio Hugo si è ispirato a un capo scultore che lavorò presso Notre-Dame a inizio Ottocento, durante il restauro della cattedrale. Quell’uomo era effettivamente gobbo e per questo veniva soprannominato “Le Bossu” dagli altri scultori, dai quali lui si teneva alla larga. Tutto ciò è stato confermato dalla Tate Gallery di Londra, dopo un attento studio del diario dello scultore britannico Henry Sibson, che lavorò in Francia proprio in quegli anni e conobbe di persona sia “Le Bossu” che il suo aiutante, l’incisore Trajan.

Come fanno notare gli esperti della Tate, gli scultori di cui parla Sibson nei suoi scritti lavoravano in un atelier nei pressi della École des Beaux Arts, nel sesto arrondissement di Parigi, lo stesso in cui Hugo abitava: questo, unito all’interesse dello scrittore per i lavori di restauro di Notre-Dame, rende probabile l’ipotesi che lo stesso Hugo possa aver conosciuto “Le Bossu”.

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