In conclusione alla sua Critica della ragion pratica, il filosofo tedesco Immanuel Kant esprime la propria ammirazione al cospetto di due immense realtà: il cielo stellato sopra di lui, e la legge morale che è in lui. La prima sembra suggerirgli che, di fronte ad innumerevoli mondi e tempi illimitati, la natura animale dell’essere umano si annulli. La seconda, invece, eleva il valore della sua intelligenza: non ci sono limiti alla propria esistenza, bensì essa si estende all’infinito (ref 0). La nostra vita si estende dunque al di là del mondo sensibile, proiettata verso l’infinito?O siamo piuttosto destinati ad essere annichiliti in un universo tanto immenso e per gran parte inaccessibile?
(Eccolo qui, il filosofo tedesco Immanuel Kant!)
Domande imponenti, se le sono poste molti pensatori nel passato dell’umanità. E non saremo certo noi, in questo breve momento di riflessione, a stabilire quale sia la risposta. Ma se vi dicessi che ciò che siamo dentro di noi, in qualità di specie Homo sapiens, è frutto di una evoluzione assai longeva, strettamente interconnessa con quella di altre forme di vita che hanno attraversato il pianeta Terra? Non saremmo ciò che l’essere umano è oggi senza aver acquisito nuove qualità lungo il percorso, attingendo dal mondo che ci circonda. Insomma, l’evoluzione agisce come un pittore che, per tentativi, sperimenta nuove combinazioni di colori. Eccole, quelle infinite possibilità a cui si riferiva Kant più di due secoli fa. Di che cosa stiamo parlando, in particolare? Si tratta dei virus, esserini ormai noti a chiunque in seguito alla recente pandemia che ha scosso le nostre vite e destato un maggiore interesse nei confronti di questi microscopici abitanti del nostro pianeta. Un virus è un’entità biologica costituita essenzialmente da DNA o RNA – il materiale genetico – e un involucro proteico che li avvolge. Alcuni, in aggiunta, possiedono anche un ulteriore strato lipidico esterno, che gli inglesi hanno elegantemente definito envelope. La natura si è sbizzarrita con le forme e le dimensioni dei virus, infatti ne esiste un vastissimo repertorio: tondi, allungati, a spirale, enormi, minuscoli, a forma di astronave addirittura! Sappiamo ancora poco di questa cosiddetta biodiversità virale, cioè delle varie tipologie di virus esistenti e delle loro caratteristiche. Alcune stime ipotizzano che la quantità di particelle virali attualmente presenti sul nostro pianeta si aggiri intorno a 1031 (ref 1). Un numero esorbitante che, per chi non riuscisse a visualizzarlo, si scrive con ben trentuno zeri! Vi serve un esempio concreto? Sono molti di più dei granelli di sabbia presenti su tutta la Terra, ma anche molto più numerosi delle stelle del cielo (ref 2). Sconvolgente, vero? Tale vastità si può giustificare considerando che i virus si trovano in qualsiasi ambiente: dalle profondità degli oceani fino al sottosuolo, passando per foreste e ghiacciai.
Quando si pensa alla parola virus, la prima associazione che la nostra mente mette in atto è l’equazione “virus = malattia”. Tutta colpa del latino, lingua da cui deriva il termine virus, veleno. In alcuni casi è vero, ma non tutti questi minuscoli esseri vengono per nuocere… I virus popolano abitualmente la nostra pelle e anche l’intestino, eppure non ce ne accorgiamo. Sono parte integrante del nostro organismo, infatti contribuiscono a mantenere uno stato di equilibrio che ci garantisce buona salute e difese immunitarie pronte ad agire. Ma non è finita qui: miriadi di virus sono presenti anche sulle piante, e accompagnano pure i microrganismi come i batteri.
I virus non sono considerati esseri viventi a tutti gli effetti, poiché per riprodursi hanno bisogno di infettare una cellula, sfruttandola per completare il proprio ciclo vitale e produrre nuove particelle virali. Possiamo immaginarli come degli esperti scassinatori di appartamento che possiedono le chiavi per entrare in certe abitazioni: una volta all’interno, fanno uso degli elettrodomestici per i propri scopi; poi se ne vanno, lasciando tutto in disordine. Per questo motivo, i virus sono definiti parassiti obbligati: non potrebbero esistere senza un ospite che gli fornisca il materiale necessario per assemblare altri virus (Figura 1). Questo passaggio all’interno delle cellule prevede talvolta l’inserimento del DNA virale nel patrimonio genetico dell’ospite infetto. E, nel farlo, qualcosa può andare storto: frammenti del DNA del virus possono essere “dimenticati”, e rimangono così integrati nel materiale genetico dell’organismo infettato (Figura 2). Se pensate che sia una questione poco rilevante, vi basti sapere che il genoma umano – ovvero il patrimonio genetico costituito da DNA presente in tutte le cellule degli esseri umani – è fatto per l’8% circa da resti di virus (ref 3). Sì, avete capito bene: quasi il dieci per cento del nostro DNA è fatto da avanzi di virus che erano solo di passaggio nel corpo dei nostri antenati. E proprio questa fusione di pezzi di informazione genetica ci ha resi ciò che siamo oggi. In particolare, è stato dimostrato che la componente di origine virale del nostro genoma ci avrebbe difeso da alcune pandemie nel passato, e potrebbe continuare a salvaguardare la nostra specie in futuro (ref 4). Tuttavia, non tutti i virus sono capaci di mettere in pratica questo astuto piano di sfruttamento a insaputa delle loro vittime. Dall’altro lato, invece, esistono famiglie di virus che richiedono necessariamente questo passaggio fondamentale per la loro sopravvivenza: sono i Retrovirus, un gruppo di virus a RNA tra i quali si annovera il famigerato HIV, virus dell’immunodeficienza umano.
FIGURA 1
(“Variety of viruses in existence, including size and morphology” Image by Lecturio. License: CC BY-NC-SA 4.0)
Quando un pezzo di virus rimane incastonato nel nostro DNA, possono verificarsi diversi esiti. Talvolta il fatto è silente, non ce ne accorgiamo. In casi tragici, invece, l’inserimento del frammento di virus può provocare malattie: citiamo, tra gli esempi più famosi, la malattia da sindrome autoimmune (AIDS) causata dal virus HIV che infetta alcune cellule del sistema immunitario. Ma anche alcuni tumori sono correlati a sequenze di DNA virale rimaste stabilmente nel nostro genoma (si stima che il 12% dei tumori umani sia da ricondurre ad infezioni virali) (ref 5). Ciò che è assai curioso, tuttavia, è che questo evento fortuito che porta ad incrociare i destini di esseri umani e piccoli virus mutanti, può addirittura essere vantaggioso per le nostre cellule. Infatti, ottenere un nuovo componente nel proprio armamentario genetico permette alle cellule del nostro organismo di sperimentare nuovi processi, di produrre nuove sostanze o anche di migliorare le proprie strategie difensive. Ecco spiegato uno dei possibili meccanismi dell’evoluzione: i virus si sono evoluti con noi, mescolandosi a noi, in un processo noto come coevoluzione. Infatti, se da un lato le nostre cellule si sono dovute adattare alla continua esposizione ai virus, anche i virus stessi hanno trovato delle tattiche molecolari per eludere i nostri meccanismi protettivi e continuare ad infettarci.
Come spesso accade nella ricerca scientifica, questa capacità “taglia-e-cuci” propria dei virus è stata anche sfruttata a nostro vantaggio: alcuni virus resi innocui possono essere “riprogrammati” dai ricercatori per consegnare un certo messaggio all’interno di una cellula bersaglio, come se fossero dei postini microscopici. E sono i migliori a farlo: la loro precisione non ha eguali! Tra i vari esempi di applicazioni pratiche di questa innovativa tecnologia molecolare, tenete d’occhio la terapia fagica – che si ripromette di sostituire gli ormai abusati antibiotici – e le terapie oncolitiche, ovvero una valida alternativa alle cure per il cancro, che impiegano eserciti di virus “buoni” scagliati contro le masse tumorali al fine di distruggerle.
FIGURA 2
(“Following retrovirus infection, reverse transcriptase converts viral RNA into proviral DNA, which is then incorporated into the DNA of the host cell in the nucleus.)
Esistono teorie molto fantasiose, per quanto accattivanti, secondo cui l’origine della vita sulla Terra sarebbe da ricondurre a qualche magico componente proveniente dallo spazio profondo. Si tratta della teoria della panspermia, che sostiene che in origine gli ingredienti della vita si trovassero sparsi nell’universo sotto forma di minuscole entità viventi (ref 6). Sfruttando gli asteroidi come mezzi di trasporto celestiali, sarebbero poi giunti sul nostro pianeta dando vita alla… vita. La comunità scientifica non ha ancora dimostrato se questa tesi sia vera in parte, ma una cosa è certa: sarebbe romantico poter affermare che, dentro di noi, vive un brandello di cielo. In ogni caso, nel nostro DNA ci sono parti di altri esseri che abitano la Terra, e questo ci rende profondamente interconnessi al resto del pianeta. Perciò tutti i dibattiti su “noi” e “l’altro da noi” perdono valore, si riducono a flebili lumi di candela destinati ad estinguersi. Eppure, una parte di me, quella del bambino sognatore, ancora s’immagina un futuro di scoperte sconvolgenti. Chissà, un giorno magari scopriremo che siamo veramente polvere di stelle: il cielo stellato sopra di noi e la legge morale dentro di noi, finalmente riuniti. Sarei curioso di discuterne con Kant: me lo immagino con gli occhi brillanti, pieni di meraviglia. Quegli stessi occhi con cui anche io, circondato dagli amici di una vita intorno ad un falò, osservavo l’immensità della volta celeste in una limpida notte d’estate.
Bibliografia:
0- Kant, Immanuel, Critica della ragion pratica (1788)
1- Rappuoli, R., Young, P., Ron, E. et al. Save the microbes to save the planet. A call to action of the International Union of the Microbiological Societies (IUMS). One Health Outlook 5, 5 (2023). https://doi.org/10.1186/s42522-023-00077-2
4- Evolution and antiviral activity of a human protein of retroviral origin. Frank JA, Singh M, Cullen HB, Kirou RA, Benkaddour-Boumzaouad M, Cortes JL, Garcia Pérez J, Coyne CB, Feschotte C. Science. 2022 Oct 28;378(6618):422-428. doi: 10.1126/science.abq7871. Epub 2022 Oct 27. PMID: 36302021.
5- Mesri EA, Feitelson MA, Munger K. Human viral oncogenesis: a cancer hallmarks analysis. Cell Host Microbe. 2014 Mar 12;15(3):266-82. doi: 10.1016/j.chom.2014.02.011. PMID: 24629334; PMCID: PMC3992243. 6- https://www.treccani.it/enciclopedia/panspermia/
Mercuzio and Friends è un collettivo indipendente con sede a Torino.
Un gruppo di studiosi e appassionati di cinema, teatro, discipline artistiche e letterarie, intenzionati a creare uno spazio libero e stimolante per tutti i curiosi.
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