DI ALBERTO GROMETTO
Va bene, sarà un luogo comune. D’accordo, sarà scontato. Certo, sarà banale. Credere che basti avere un sogno e lottare per esso per poter essere felici. Quante volte abbiamo sentito dire cose del genere! Ma quel che è peggio è che poi non è neanche vero. Queste sono cose che esistono solo nei film o nei romanzi. La Vita è diversa, nella Vita non funziona in questo modo. Hai un sogno, dai tutto te stesso per realizzarlo e poi fallisci, non combini nulla, sei un fallito e finisce lì. La delusione fa parte della nostra esistenza e i nostri sogni sono solo sogni. Lo splendido personaggio shakesperiano MERCUZIO, che dà il nome a questo nostro piccolo angolo di mondo, parlando dei sogni diceva: «sono figli di una mente vagabonda, pieni soltanto di vana fantasia». Mercuzio aveva ragione. Solo vana fantasia. Inutile. Eppure lui ne parlava sempre. Di sogni, intendo. E anche in questo nostro piccolo angolo di mondo non facciamo altro che parlare di sogni. Il Cinema, il Teatro, la Letteratura, la Musica, l’Arte non son altro che sogni e fantasie. Ma allora che senso ha tutto questo? Che senso ha guardare un film se è solo un sogno? Che senso ha sognare se i sogni non si avverano? Perché sperare in quello che tanto non avviene mai?
Un sognatore pazzo come un cavallo, un folle talmente originale da assomigliare solo a sé stesso, il geniale e brillante regista, sceneggiatore, cineasta, documentarista ed eroe della Settima Arte, Werner Herzog, parla di questo in quasi ogni sua opera e, in particolare, nel suo film che preferisco: «FITZCARRALDO». Non perdiamoci in altisonanti paroloni o convenevoli: trattasi oggettivamente di uno dei più meravigliosi capolavori mai realizzati da quando il Cinema esiste. E non ammetto repliche a questo proposito!
Dicevamo: Herzog.
Questo sognatore scriteriato decide un bel giorno del 1979 di rendere realtà il suo sogno fuori di testa: realizzare un film pazzesco su un sognatore scriteriato che un bel giorno a cavallo tra ‘800 e ‘900 decide di rendere realtà il suo sogno fuori di testa.
Per prima cosa è necessario rendersi conto che il regista-sceneggiatore-produttore-autore-genio e il personaggio protagonista di questo film, Werner e Fitz, sono fuori come due balconi. Il primo dovette lottare tra il Perù e l’Ecuador contro tribù indigene che non volevano venisse girato niente nei loro territori, combattere contro malattie tropicali fulminanti, realizzare l’impossibile impresa di trainare navi di trecento tonnellate sulle montagne sudamericane. Il secondo fece quasi più o meno lo stesso!
Ad ogni ora del giorno e della notte, Werner non la smetteva di pensare di fare un film. Un film diverso da tutti gli altri. Un film che, se fatto come voluto da lui, avrebbe però messo a repentaglio la salute e la vita di molte persone. Fitz invece sognava di veder sorgere, nel fitto del verde dell’Amazzonia, un maestoso teatro d’opera lirica. Solo che per farlo aveva bisogno di qualcosa che con i sogni non ha nulla a che vedere: il denaro.
Ed ecco che a Fitzcarraldo viene l’idea del secolo: cimentarsi nel redditizio commercio del caucciù e andare ad occupare una zona ricchissima ma mai sfruttata per via dei terribili pericoli che vi si possono incontrare. Per riuscire in questo, però, dovràz traslare la sua nave da un fiume ad un altro facendola passare sulle montagne. Cosa che lo stesso Werner volle fare nella vita vera, perché desiderava regalare al mondo un film che fosse vero. Due pazzi!!!
Svelare qualcos’altro sulla trama, sarebbe un peccato oltre ogni modo mortale. Film di questo tipo non vanno mai raccontati, ma vissuti fino in fondo. Devi trovarti lì, nel verde della foresta amazzonica, insieme a Werner e Fitz, a bordo di una nave, ed osservare la montagna, quella montagna così alta, mentre ti ripeti sottovoce: Io posso portarla fin lì e questo perché io ci credo e se continuerò a credere in quel qualcosa, quel qualcosa avverrà.
È triplice il motivo per il quale non potevamo esimerci dallo scrivere questo pezzo.
Il primo è presto detto. Per chi ama il Cinema, questa pellicola, dal valore quasi sacro per chi vi sta scrivendo, rappresenta un capitolo leggendario nella Storia della Settima Arte.
Secondo. Questo è uno di quei film che sono stati scelti per celebrare il 70º anniversario dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema, nostri cari amici. In tutta la sua lunga storia l’AMNC, nata il 7 Luglio 1953, si è sempre impegnata a difendere e diffondere strenuamente la fervente e luminosa passione per il Cinema, nel segno dell’inclusione sociale e dell’attenzione al vecchio e al nuovo che la Settima Arte sa offrire. Dal 2 all’8 Luglio 2023 sono dunque stati previsti festeggiamenti degni di questo nome: eventi, appuntamenti, visioni cinematografiche… e altro ancora! Uno dei titoli in programma non poteva non essere «FITZCARRALDO», la cui proiezione è stabilita per Martedì 4 Luglio alle ore 21.00 presso l’Associazione Culturale Comala situata in Corso Francesco Ferrucci 65/a.
Terzo. Lo so, nessuno di noi si sognerebbe mai di prendere una nave da trecento tonnellate e trasportarla sulle montagne del Sudamerica! È assurdo pensare anche solo di poterla fare, una cosa del genere. Però una parte di noi non può non esserne affascinata. Non può non esultare qualora l’impresa davvero riuscisse. Non può non guardare quei due scriteriati di Werner e Fitz senza pensare: Meravigliosi!
Ognuno di noi, nella Vita, ha avuto un sogno. Magari ha tentato di realizzarlo. Magari non ce l’ha fatta. Magari non c’ha neanche provato. Ma un sogno lo abbiamo avuto tutti. Se tanto quel sogno non riuscirai a renderlo realtà, a che serve averlo? Beh, sognare e lottare per i propri sogni non ti renderà certo felice, ma ti darà un significato a cui aggrapparti. Avrà dato un senso al tuo esistere. Soprattutto andrai a dormire dicendo: Non ce l’ho fatta oggi, ma chissà che accadrà domani. E sì, magari non capiterà nulla. Ma tu continui a sognare. E a lottare. Perché se non ce la fai, non ce la fai. Ma se ce la fai, dove potrai arrivare? Il limite è il Cielo.
Tutto questo me lo hanno insegnato Fitz e Werner. I Sognatori sono folli, pazzi, fuori di testa. Sono inoltre disposti a tutto per farcela, anche a cose alle quali sarebbe meglio non essere disposti. Mettere a rischio vite, ingannare tribù indigene, andare avanti anche se qualcuno lungo il percorso si fa male. Ogni cosa ha il suo lato oscuro, e così pure l’essere Sognatori. Ma naturalmente c’è anche la Bellezza: circondarsi di matti come te che ti seguono in ogni caso, vedere qualcosa che altri non vedono o faticano a vedere ma che non per questo non esiste, e poi ovviamente… muovere le montagne.
Werner Herzog disse che sarebbe andato in manicomio dopo le riprese e avrebbe smesso di fare Cinema. Almeno: questo è quello che avrebbe dovuto fare. E invece fa film ancora oggi. Ancora oggi tenta di muovere le montagne. A chi gli chiese, durante la produzione di questa sua perla, perché non lasciasse perdere, data la sequela di orribili incidenti e disgrazie catastrofiche nei quali si era imbattuto, lui rispose:
«Se io abbandonassi questo progetto sarei un uomo senza sogni, e non voglio vivere in quel modo. Vivo o muoio con questo progetto.»
Esiste forse un altro modo di vivere?
PER SAPERNE DI PIU’ SUL COMPLEANNO DELL’AMNC, CONSULTATE QUESTO LINK: https://amnc.it/7-giorni-per-festeggiare-i-70-anni-dellamnc/