Otherside, capitolo 6: Pierino e il lupo

DI ELODIE VUILLERMIN

Prima di tutto, è necessaria un’analisi del contesto. L’Epoca d’Oro della Disney era finita. Con l’inizio della Seconda guerra mondiale, gran parte del personale di Walt si era arruolato nell’esercito e il Presidente degli Stati Uniti pretendeva la creazione di film di propaganda. Quindi venne prodotta una serie di film collettivi, l’unico modo per affrontare la mancanza di manodopera e la perdita economica causate dalla guerra stessa. È proprio a quell’epoca che appartiene Musica maestro, una raccolta di dieci segmenti animati che accompagnavano la musica, sul modello di Fantasia.

Tra gli episodi più celebri di quel film non posso non citare Pierino e il lupo, tratto dall’omonima fiaba musicale di Sergej Prokofiev. Ma facciamo un piccolo passo indietro per capire quali circostanze hanno portato l’autore a realizzare proprio quest’opera. Nel 1932, dopo aver viaggiato a lungo in Europa e negli Stati Uniti, Prokofiev tornò in Unione Sovietica nella speranza di saldare i debiti accumulati e di poter scrivere la sua musica in piena libertà, senza che che altri compositori del calibro di Igor Stravinskij e Sergej Rachmaninov lo mettessero in ombra. Tuttavia subì pesanti accuse da parte delle autorità sovietiche: nel 1934, alla prima esecuzione del Canto Sinfonico, lo stroncarono, accusando la sua sinfonia di essere responsabile del declino culturale della nazione.

Così il compositore decise di dedicarsi a qualcosa di diverso e scrisse su Izvestija (un quotidiano russo fondato nel 1917) un articolo in cui tentò di difendere le proprie opere e propose di realizzare, in futuro, qualcosa di più semplice e orecchiabile. Fu in questo periodo che incontrò la regista e pedagoga Natalja Satz, che tra l’altro era direttrice del Teatro Centrale per l’Infanzia di Mosca, la quale gli propose la realizzazione di un’opera per bambini. Fu così che, in sole due settimane, Prokofiev compose la fiaba sinfonica nota come Pierino e il lupo, eseguita per la prima volta al Teatro Nezlobin il 2 maggio 1936.

(L’autore e compositore, Sergej Prokofiev)

L’opera racconta la storia di un bambino che vive insieme al nonno in una casetta di montagna. Un giorno, sfuggendo al controllo del nonno, Pierino si allontana da casa per andare a giocare e nel suo cammino incontra un uccellino e un’anatra incapace di volare, con cui fa amicizia. Raggiunto uno stagno, incontrano un gatto che vorrebbe mangiarsi l’uccellino, ma non ci riesce. Pierino viene raggiunto dal nonno, che lo rimprovera, e giusto in tempo: poco dopo, infatti, arriva un lupo. L’uccellino e il gatto riescono a salvarsi, mentre l’anatra viene divorata. Pierino, che ha assistito alla scena dal cancello di casa sua, si procura una corda e aiutato dagli amici animali riesce a legare il lupo. Quando arrivano i cacciatori, pronti a sparare, Pierino chiede loro di portare l’animale allo zoo anziché ucciderlo. Così, pur avendo disubbidito al nonno, Pierino diventa un piccolo eroe tra la sua gente per aver liberato la foresta dalla minaccia del lupo cattivo.

Mentre una voce narrante racconta la fiaba, la musica ha il compito di descrivere il carattere e le azioni di tutti, per questo ogni personaggio è rappresentato da una specifica classe di strumenti musicali: Pierino dagli archi, l’uccellino dal flauto traverso, l’anatra dall’oboe, il gatto dal clarinetto, il nonno dal fagotto, il lupo dal corno francese. Anche i cacciatori hanno una loro raffigurazione sonora, data dai legni, e gli spari dei fucili sono inscenati dai timpani e dalla grancassa.

Nella versione Disney la duplice narrazione, sia sonora che vocale, è rispettata. La differenza è che mentre nell’originale Pierino si imbatte nel lupo per caso, nel film animato va a caccia dell’animale di sua iniziativa. Inoltre l’anatra è e rimane morta, non si scopre essere sopravvissuta al lupo. E per la Disney gli animali avevano ognuno un nome, tranne il lupo: l’uccellino si chiama Sasha, l’anatra Sonya e il gatto Ivan.

A ogni modo, Pierino e il lupo ha un forte valore pedagogico. Riesce a insegnare una morale ai bambini in un modo semplice e divertente, nonché a riconoscere gli strumenti che compongono un’orchestra. L’opera è stata pensata proprio per questo: per avvicinare alla musica classica i più piccoli, coloro che vi si approcciano per la prima volta. Non solo, insegna come sia possibile creare corrispondenze perfette tra suono e immagini.

Alcuni hanno interpretato l’opera come un’allegoria del proletariato sovietico (Pierino) che affronta e sconfigge il capitalismo (il lupo) per salvare il borghese codardo (l’anatra) divorato da quest’ultimo.

Altri ancora hanno dato un significato politico a questa favola, sostenendo che l’uccellino sia l’artista che riesce a sopravvivere al potere e a farsi beffe del dittatore Stalin, rappresentato dal lupo. Se Stalin seppe decifrare o meno questi indizi è difficile saperlo; fatto sta che comunque si vendicò, prima arrestando la moglie di Prokofiev e poi proibendo l’esecuzione delle sue opere. Per una strana coincidenza, Stalin e Prokofiev morirono lo stesso giorno, il 5 marzo 1953. Come scrisse Mstislav Rostropovich, violoncellista e direttore d’orchestra russo naturalizzato statunitense:


«Tutto il Paese piangeva Stalin e nessuno sapeva che era morto Prokofiev, che viveva a quattro isolati di distanza dalla sala dove era esposto il corpo del dittatore. A causa della folla, per alcuni giorni non fu possibile far uscire il corpo di Prokofiev da casa. Al suo funerale non vi era neppure un fiore fresco: tutti i fiori di Mosca erano stati portati a Stalin».

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