Il cinema di Francesco Nuti: “Caruso Pascoski”

DI ORIANA FERRAGINA

A dieci giorni dalla scomparsa dell’attore Francesco Nuti, morto a soli 68 anni, vorrei ricordare l’interprete toscano con il film che me lo ha fatto conoscere: “Caruso Pascoski”.

“Caruso Pascoski (di padre polacco)” è una commedia del 1988 che vede Francesco Nuti sia nel ruolo di attore protagonista, sia in quelli di regista e sceneggiatore, in quest’ultimo caso insieme a David Grieco e a Giovanni Veronesi.

La trama è la seguente: Caruso Pascoski (Francesco Nuti) è uno psicoanalista che, nel suo lavoro di tutti i giorni, deve affrontare i casi più strampalati e assurdi, figlio di una madre opprimente (Patrizia Corti da giovane e Gianna Sammarco da anziana) e di un padre polacco taciturno (Umberto Angelucci). È fidanzato sin da piccolo con Giulia (Clarissa Burt), di cui si è innamorato follemente la prima volta che l’ha incontrata al mare, d’estate, in vacanza con i genitori e con cui è cresciuto insieme. Normale successione degli eventi, quindi, che la sposi; non tanto normale quando lei scompare improvvisamente, per poi ritornare un giorno e chiedere il divorzio, motivandolo con il fatto che lei non lo ama più e che ha una relazione con un suo ex paziente, Edoardo (Ricky Tognazzi), ritenuto da Caruso un omosessuale latente. Caruso entra, così, in depressione, buttandosi a capofitto nel lavoro e ubriacandosi spesso, con la conseguenza di dar vita a varie scene spassose in compagnia del solito maresciallo (Novello Novelli) che viene chiamato per i suoi schiamazzi notturni. Ma le cose cambieranno un anno dopo il divorzio, quando, nel giorno della ratifica delle carte, Giulia gli confessa di amarlo ancora.

Ho visto per la prima volta il film quando ero molto piccola, non riuscendo a capirne appieno la comicità; non che una seconda visione della pellicola mi abbia aiutato ad apprezzarla totalmente, ma almeno sono riuscita a capire alcune battute che prima non coglievo.

La pellicola è una commedia, ma una commedia tragicomica, con una storia d’amore reale e palpabile in ogni scena e ogni emozione dipinta sul volto dell’attore protagonista.

Iconiche sono alcune scene del film, come quella delle nozze tra Caruso e Giulia, dove la madre di lui, gelosa e infastidita dal matrimonio del figlio con una ragazza che non approva, lancia il riso contro la coppia di neo sposini con rabbia e furore; o la famosa battuta del padre di Caruso che dà un consiglio al figlio per la sua prima notte con la moglie: “Caruso, saltale addosso e strappale le mutande”. Cosa che il figlio effettivamente fa, portando ad un’altra sequenza iconica nella quale Giulia, sbigottita, gli chiede cosa diamine fa e lui le promette di comprarle un altro paio di mutandine. Per non parlare, infine, delle molto spassose e ben inserite gag da ubriaco di Caruso con il maresciallo.

Il film “Caruso Pascoski” è una piccola perla del cinema comico italiano non solo dal punto di vista attoriale, ma anche registico: flashback azzeccati e messi nei momenti giusti, movimenti degli attori precisi e nessun momento di noia o scena superflua. Merito, questo, del regista del film: Francesco Nuti, nato a Firenze il 17 maggio 1955 e morto a Roma, come detto, la scorsa settimana, il 12 giugno 2023. Esordisce da adolescente nel mondo dello spettacolo, quando era ancora studente, portando in scena monologhi scritti di suo pugno e continuando a recitare anche dopo essere stato assunto come operaio in una ditta tessile di Prato.

Negli anni ’70 entra a far parte del trio comico dei Giancattivi, per poi lasciarli un anno dopo aver recitato insieme a loro nel suo primo film: “Ad ovest di Paperino” (1981).

Nel 1983 vince il David di Donatello come Miglior Attore Protagonista per il film “Io, Chiara e lo Scuro”, di cui, nel 1985, girerà un seguito con il nome di “Casablanca, Casablanca” nel suo esordio come regista. Grazie al sequel, inoltre, vincerà il premio come Miglior Regista Esordiente al Festival Internazionale del Cinema di San Sebastian ed il secondo David di Donatello come Miglior Attore.

Questi sono gli anni della fama di Nuti: tra la seconda metà degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, Francesco gira e interpreta molti dei suoi film più famosi, come “Tutta colpa del paradiso” (1985) con Ornella Muti, e “Donne con le gonne” (1991) con Carole Bouquet.

Sempre in questi anni Nuti si dedica anche alla musica, partecipando pure al Festival di Sanremo nel 1988, con la canzone Sarà per te e, duettando con Mietta, col brano Lasciami respirare.

Nel 1994 realizza, dopo una lunga e travagliata produzione, l’ambizioso film “OcchioPinocchio”, che però non riceve il favore né di pubblico né di critica, risultando un duro flop che porterà alla fine della fama che Nuti aveva avuto fino a pochi anni prima. Nonostante i tentativi di ricreare il successo avuto negli anni ’80/’90 riprendendo il filone vincente di film che fecero la sua fortuna, l’attore non riuscì a riguadagnarsi la fama. Questo lo portò a soffrire di depressione, a problemi di alcolismo e a tentare persino il suicidio.

Nel 2005 veste i panni dell’ispettore Francesco de Bernardi nel film “Concorso di colpa”, diretto da Claudio Fragrasso, e sarà il suo ultimo film.

Alla vigilia del suo ritorno sul set, il 3 settembre 2006, Francesco Nuti precipita violentemente giù dalle scale della propria abitazione ed entra in coma per un ematoma cranico. Ricoverato d’urgenza al policlinico Umberto I di Roma, viene operato immediatamente. Il 24 novembre dello stesso anno esce dal coma e viene trasferito all’ospedale Versilia di Camaiore, centro specializzato nella riabilitazione neuromotoria.

Nonostante la notizia data dai giornali nel maggio del 2007 relativa ad un miglioramento delle condizioni dell’attore, con la possibilità di tornare a camminare, il trauma causato dalla caduta lo costringerà a restare paralizzato su una sedia a rotelle e gli toglierà la capacità di parlare.

Il 21 settembre del 2016 Nuti viene nuovamente ricoverato in gravissime condizioni al CTO di Firenze per colpa di un’ennesima caduta, per poi essere ospitato, successivamente, in una clinica specializzata della capitale.

Nel luglio 2017 la figlia Ginevra Nuti chiede e ottiene di essere la nuova tutrice legale del padre.

Il 7 dicembre 2019 riceve il Premio Internazionale Vincenzo Crocitti “Alla Carriera”, ritirato dalla figlia.

Muore a Roma presso la clinica Villa Verdi, il 12 giugno 2023. I funerali si sono tenuti il 15 giugno in forma privata, presso la basilica di San Miniato al Monte di Firenze. Le sue spoglie riposano al cimitero delle Porte Sante situato entro il bastione fortificato della basilica ed è uno dei cimiteri monumentali di Firenze.

Se vuoi assaporare un po’ di comicità italiana, leggiti questo pezzo dedicato ad un Sommo Maestro!!!

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