Eyes Wide Shut

DI GIOSUE’ TEDESCHI

Life goes on. It always does. Until it doesn’t.

Potrei fare la cosa responsabile e andare online, leggere qualcosa, capire davvero di cosa tratta questo film, e poi scriverci su. Potrei. Ma se cercassi una recensione seria e completa perché saresti qui?

La mattina della partenza era benedetta da un dolce temporale estivo. Piccole gocce inondavano le fronde degli alberi e scurivano le strade. Rendevano l’asfalto più scuro, i colori più vividi, e l’orizzonte un po’ più vicino. Mi ero preparato al lungo viaggio verso il mare scaricando metà del catalogo Netflix, e adesso tutta la mia preparazione iniziava a mostrare i suoi frutti. Dopotutto in macchina non puoi fare molto oltre guardare film. Al massimo qualche gioco da viaggio come forza quattro, o battaglia navale; facendo finta di non sapere che perderai tutti i pezzettini al primo dosso della strada. 

Collegate le cuffie e trovata una posizione strana ma comoda mi approccio alla visione di Eyes Wide Shut senza troppe aspettative. Non sono un esperto di Kubrick, avendo visto solo Full Metal Jacket e The Shining, e quindi l’ho iniziato come farebbe un profano qualunque. Come se fosse un film normale, con una storia lineare, e un finale comprensibile. Perché mai ho pensato ciò! Arrivato a destinazione non ero la stessa persona salita in macchina qualche chilometro prima. 

Seguiamo la storia del Dott. William “Bill” Harford e di sua moglie Alice Harford. Tutto inizia con l’invito ad una serata mondana da un comune e facoltoso amico: Victor Ziegler. Una festa normale, sfarzosa certo, ma nulla di esoterico. Se non fosse che durante la serata succede che un anziano signore si mette a flirtare con Alice, e due ragazze fanno lo stesso con Bill. Nessuno dei due coniugi ha fretta di frenare le attenzioni ricevute, così come nessuno dei due ha mai davvero pensato di accettare l’offerta ricevuta.

Tornati a casa parlano della serata. Mentre Bill ha piena fiducia nella moglie e non inquisisce riguardo all’uomo con cui ha ballato, Alice è meno sicura della fedeltà di Bill. Così mentre indaga a fondo riguardo alle due ragazze che gli ronzavano intorno finisce per perdere le staffe, forse anche per la canna che si erano appena divisi, e lo ferisce nel profondo, sapendo di farlo, con una storia di molto tempo prima. 

(Nicole Kidman e Tom Cruise, all’epoca ancora sposati, nei panni di Bill & Alice)

Bill non vuole crederci, si fida di lei ed è sicuro di sé, così la lascia sbollire ed esce per una passeggiata. Sfortunatamente fa alcuni incontri che lo spingono a dubitare di sé stesso, così mosso dall’insicurezza e da un insano desiderio di riscatto verso la moglie decide di imbucarsi a una festa in maschera. Non serve che vi dica io che se c’è una password per entrare a una festa e voi non la sapete forse non dovreste andarci. In ogni caso lui ci va. Tutti sono mascherati e, dopo uno strano rituale iniziale che non verrà mai spiegato, tutti hanno rapporti con tutti, senza un ordine apparente, per tutta la casa. Lui si aggira, senza avvicinarsi a nessuno, guardando incuriosito e spaventato allo stesso tempo. Finché, in qualche modo, lo riconoscono come imbucato e lo cacciano a male parole grazie a una ragazza che pare si immoli al suo posto per la punizione che meritava. 

Non sono mai stato un grande fan dei culti ma questo era veramente strano. Lui naturalmente vorrebbe saperne di più, anche se è stato cacciato; cosa sarà mai stato fatto a quella ragazza? E all’amico che lo aveva imbucato? Inizia ad essere perseguitato da questo culto, che gli intima di sospendere immediatamente qualunque tipo di indagine e dimenticare cosa ha visto. 

Alla fine, spaventato a morte, confessa tutto alla moglie. Fa pace con lei e accetta di fare come se quella serata fosse solo un brutto sogno

Only as sure as I am, that the reality of one night, let alone that of a whole lifetime, can ever be the whole truth. 

And no dream is ever just a dream.

In più punti mi ha ricordato The Shining. Per la musica, per il ritmo generale del film, per la fotografia (pazzesca). I colori sono molto 1999 (anno di uscita del film), ma non danno fastidio anche se si è abituati a film più moderni. Credo sia perché riesce a trascinarti dentro la trama, a coinvolgerti nella storia, quasi senza farlo apposta. Come hai potuto capire la storia non è nulla di sconvolgente, anzi alla fine neanche si capisce se sia successo davvero o meno. Se un culto esista o se fosse tutto finto. 

Però è parte del talento innato di Kubrick: sa sempre dove mettere la camera. Non in una sola scena si riesce ad immaginare un punto d’osservazione migliore. 

Personalmente credo che fosse effettivamente tutta una farsa, quella del culto. Penso che la moglie ne facesse parte, o magari ne fa parte ancora. Era solo offesa dalla mancanza di gelosia del marito e ha voluto dargli una lezione. Un modo come un altro per rafforzare il legame della coppia. Forse. 

Ci sono sicuramente altri livelli nella storia, ma questo penso sia quello con il messaggio principale. La storia di come una moglie innamorata di suo marito evita di perdere il rapporto che hanno in una maniera creativa. 

Altri potrebbero riguardare l’eccentricità delle classi benestanti, o l’ironia della sorte che dà a marito e moglie le stesse occasioni, un parlare d’amore simile a quello che troviamo in Carver

Di cosa parliamo quando parliamo d’amore incontra The Shining, e questo è il (bel) risultato. 

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