Election

DI GIACOMO CAMISASCA

In vista dell’uscita al cinema di The Holdovers – fissata per il 30 novembre 2023 – continua il nostro viaggio on the road attraverso i film del regista statunitense Alexander Payne.

Oggi torniamo indietro di ventiquattro anni, nel 1999, è tempo di…

Election

“Tracy Flick for president! Sign up for tomorrow, today!”

Mi piace pensare che George W. Bush, prima di iniziare la sua campagna elettorale contro Al Gore nel 2000, abbia visto questo film al cinema con sua moglie e solo in quel preciso momento abbia pensato: “Ora so come vincere le elezioni”, ovviamente senza farsi beccare.

Ci troviamo alla Carver High School di Omaha, Nebraska, e stiamo per assistere a uno dei brogli elettorali più importanti della storia degli Stati Uniti… Ok non così importante, ma quasi.

Partiamo dall’inizio, partiamo dai protagonisti, dai candidati alla presidenza del governo studentesco e da chi invece, grazie al suo potere, preferiva operare nell’ombra.

Da una parte c’è la studentessa perfetta, colei che ha fatto espellere un professore dopo che questo ha avuto una relazione sessuale con lei, la presidentessa di ogni singolo club extrascolastico, quella che ha sempre ragione ed è determinata nel diventare una figura di spicco nella società statunitense, signore e signori Tracy Flick (Reese Witherspoon).

Dall’altra parte del ring, all’angolo dello sfidante, non abbiamo un candidato alla presidenza ma bensì il professore di educazione civica, idolo degli studenti, amato dalle famiglie e con una moglie amorevole che da lui vuole solo un figlio e miglior amico del professore che è stato espulso dopo la vicenda con Tracy Flick, signore e signori un grosso applauso per Jim McAllister (Matthew Broderick).

Piccolo particolare, Tracy è l’unica candidata alla presidenza e dato che Jim è inorridito dalla sua figura, ma anche attratto in un certo senso, decide di convincere Paul Metzler – popolare giocatore di football che non eccelle in acume e che si è appena rotto una gamba durante una vacanza sugli sci – a candidarsi alla presidenza, persuaso che grazie alla sua fama possa sconfiggere Tracy alle elezioni.

Qui la trama inizia a diramarsi, perché entra in scena il personaggio più bello di tutto il film, colei che non ti aspetti, ovvero la sorella di Paul Metzler, Tammy Metzler.

Che dire di Tammy? È un’anarchica, sovversiva, lesbica e racchiude tutto quello che gli studenti pensano delle elezioni, ovvero che non servono ad un beneamato… Nulla.

Ma Tammy c’entra con le elezioni? 

Sì, Tammy si candida quando scopre che la ragazza di cui è innamorata, ovvero la sua migliore amica Lisa, l’ha rifiutata per mettersi proprio con il fratello Paul, che dal basso della sua stupidità non si è accorto di nulla.

Tammy non decide di candidarsi perché quella è la sola cosa che ha, come nel caso di Tracy; o perché convinta da un professore, come per suo fratello. Lei decide di candidarsi per vendetta e per amore.

E invece il professore che era stato licenziato? 

Ok, un attimo, andateci piano. 

Il professore che era stato licenziato dopo lo scandalo con Tracy (scandalo che era rimasto un segreto) e amico di Jim, si chiama Dave Novotny.

Dopo quella vicenda, oltre al licenziamento, Dave era stato lasciato dalla moglie e aveva cambiato mestiere.

La moglie di Dave, Linda Novotny, ormai rimasta sola con un figlio piccolo sul groppone, chiede aiuto a Jim per piccoli lavori in casa e qui il nostro buon vecchio professore inizia a sentire qualcosa che lo accende nel profondo, qualcosa che non provava da parecchio tempo, una sorta di attrazione per la moglie del suo ormai lontano buon amico Dave.

E così, un giorno, dopo che lui toglie un ciuffo di capelli dallo scarico della vasca da bagno, lei lo abbraccia e in pochi secondi si ritrovano ad amoreggiare sul pavimento del salotto di Linda.

Ma torniamo alle elezioni.

La campagna elettorale si fa sempre più serrata, Tracy Flick, mossa da una rabbia incontenibile dopo che ha scoperto che Paul Metzler ha deciso di candidarsi sotto consiglio del professor McAllister, inizia a produrre spille, striscioni, e perfino cupcake al cioccolato solo per ingraziarsi i compagni.

Paul, dal canto suo, non si preoccupa troppo della campagna, lui è un tipo parecchio stupido ma decisamente non una cattiva persona e non pensa minimante che quella sia una battaglia, ma la vede più come un’opportunità per fare altro all’infuori del football.

Tammy, invece, dà il meglio di sé durante il dibattito finale in cui ottiene il consenso di tutti gli studenti, grazie ad un discorso degno del miglior rivoluzionario della storia dei rivoluzionari.

“Pensate davvero che a qualcuno importi qualcosa di queste stupide elezioni?” 

Beh, allora se si guarda solamente al discorso e alla folla urlante che inneggia Tammy, si può dire che è fatta! 

Io sono felice, tutti gli studenti sono felici, tranne Tracy e il preside.

Tammy vincerà, caos e anarchia domineranno la Carver High School, verranno abolite le elezioni e tutto sarà in mano agli studenti.

E invece no.

Tracy Flick, una sera in cui si trova a scuola completamente da sola, decide di strappare tutti i manifesti elettorali, sia i suoi che quelli dei suoi avversari, e per non farsi beccare nasconde tutte le prove in un sacco nero e lo va a buttare in un cassonetto della spazzatura che si trova vicino alla centrale elettrica, ignara del fatto che da lontano la giovane Tammy Metzler la sta osservando.

Intanto Jim, il giorno prima delle elezioni, ha un appuntamento galante con Linda in un motel della città.

Lui è super eccitato, durante una verifica a sorpresa data ai suoi studenti va al supermercato a comprare champagne, cioccolatini e un mazzo di fiori, poi al motel, prepara la stanza e a tempo record ritorna a scuola per ritirare le verifiche… Un cazzo di genio.

Jim, dopo il lavoro, va da Linda, in casa non c’è nessuno, controlla ovunque, va nel giardino e qui viene punto sull’occhio da un’ape. 

Così va nel motel, sperando di trovarla lì, ma nulla, la chiama, la chiama un bel po’ di volte ma senza ottenere la benché minima risposta.

Frustrato, con il morale a pezzi, e con un occhio gonfio torna a casa e qui scopre che Linda è insieme a sua moglie e capisce che la sua vita è appena andata a farsi fottere, Linda ha spifferato tutto quanto.

E la storia dei manifesti? 

La storia dei manifesti è quello che io chiamo un cazzo di disastro, è stata Tracy, tutto porta a lei, Jim la tiene in pugno, è lì lì per estrometterla dalla corsa alla presidenza, in più Tammy si presenta con delle prove schiaccianti, prove che sicuramente metteranno Tracy Flick alla berlina, ma come una doccia gelata Tammy Metzler si prende la colpa di tutto e consegna i resti dei manifesti al professor McAllister.

Tammy viene espulsa e i genitori la mandano in una scuola cattolica, convinti che il potere delle suore e l’amore di Dio possano guarirla da tutti i suoi mali.

Perché Tammy? Perché? 

Tammy viene estromessa dalle elezioni e così ci ritroviamo con due candidati, due candidati che sono l’opposto, sono come le mele e le pere, come la Coca-Cola e la Pepsi, come l’etica e la morale, Bush e Gore, sono Tracy Flick e Paul Metzler.

Il giorno delle elezioni, Paul Metzler fa una di quelle cose che cambiano inesorabilmente il corso della storia, quando si ritrova nella cabina elettorale non sa cosa fare, non sa se sia giusto votare sé stesso oppure l’avversario e così nella sua innocenza più pura decide di votare per Tracy… una bella X vicino a Flick.

Jim McAllister, senza più una moglie, una casa e con un occhio che sembra una frittella spiaccicata, ha ancora il suo lavoro e soprattutto è il sovrintendente al conteggio delle schede. 

Qui, dopo aver scoperto che Tracy risulta vincente per un solo voto, sta per decretare la vittoria della sua nemesi quando all’improvviso la nota intenta a scrutare dalla porta il conteggio con un’aria che sembra quella di un demonio assetato di potere. Così decide di eliminare due schede, gettandole nella spazzatura (con tutti i posti che ci sono Jim, non lì!).

Paul Metzler diventa presidente e mi ricorda un po’ un giovane Bill Clinton, tutti sono felici, io sono parzialmente felice, Jim è felice e Tracy è sconfitta

Il broglio elettorale più importante della storia dei licei americani è andato a buon fine.

Decisamente no!

Il giorno seguente il bidello ritrova le due schede nella spazzatura, Paul viene destituito e Tracy Flick diventa presidente della Carver High School e ovviamente Jim McAllister viene licenziato, Richard Nixon ne sarebbe fiero.

Anni dopo troviamo Jim che vive a New York, è diventato una guida turistica all’American Museum Of Natural History e frequenta una nuova donna, la vita sembra sorridergli.

Paul Metzler è il re delle feste, è stato lasciato da Lisa e vive i suoi anni del college senza preoccuparsi della vita da adulto che sta per presentarsi.

Tammy Metzler ha ritrovato l’amore in una nuova ragazza, la scuola cattolica ha funzionato.

Tracy Flick frequenta la Georgetown University, dove si isola sempre dai suoi coetanei a causa della sua natura, incentrata sul lavoro e sulla voglia di farcela a tutti i costi, nei momenti di solitudine pensa a Dave Novotny, il professore con cui aveva avuto una liaison amorosa chiedendosi se sia diventato un romanziere di successo. 

No Tracy, Dave lavora in un grande magazzino.

Anni dopo, quando Jim si ritrova a Washington DC per un convegno di pedagogia, vede Tracy Flick salire su una limousine e mosso da un impeto di rabbia, per il fatto che in qualche modo lei riuscirà sempre a cavarsela, nonostante sia una persona subdola e disonesta, decide di lanciare un bicchiere pieno di Pepsi sul vetro posteriore della macchina per poi fuggire a gambe levate.

Il secondo lungometraggio di Alexander Payne è una commedia geniale che si concentra sul dualismo tra etica e morale e si domanda fin dall’inizio la diversità tra queste due parole, riuscendo a non dare mai una spiegazione diretta ma lasciando che siano i personaggi a indirizzare il pubblico.

Ed ecco il punto focale di tutto il film, i personaggi.

Ogni singolo personaggio diventa iconico per qualche motivo.

Jim diventa il vero Jim quando si prepara per l’incontro galante con Linda nel motel; Tracy diventa Tracy quando, comandata dalla sua rabbia, strappa tutti i manifesti elettorali; Paul diventa Paul quando, nella sua bontà più pura, vota per Tracy e Tammy diventa Tammy quando fa il discorso della vita davanti a tutti. 

La narrazione viene portata avanti dai protagonisti come se fosse un’intervista, rilasciata a qualche documentarista che sta girando un film sullo scandalo della Carver High School.

All’inizio ci affezioniamo alla figura di Jim McAllister, pensiamo che sia l’eroe senza macchia di cui abbiamo bisogno, che affronta il tiranno Tracy Flick, l’antagonista per eccellenza. 

Poi però scopriamo che anche lui ha le sue debolezze, i suoi scheletri ed è disposto a spingersi parecchio oltre pur di raggiungere i suoi scopi.

Tracy è una ragazza solitaria che non riesce a creare dei rapporti con i suoi coetanei e cerca il conforto tra le braccia di uomini più grandi di lei che invece di proteggerla la sfruttano.

E quindi perché la odiamo tanto?

Perché ai nostri occhi, occhi di chi non è stato come lei, risulta una ragazza che pensa solo a sé stessa e pensa solo a diventare qualcuno, senza curarsi minimamente di chi la circonda e arrivando a mentire pur di vincere delle stupide elezioni scolastiche.

“Sa perché la Coca-Cola è la bevanda più venduta? Perché puntano tutto sulla pubblicità, sulla loro immagine”.

Elezioni che noi definiamo stupide ma che per Tracy non lo sono affatto, sono tutto quello che ha, sono il trampolino di lancio necessario per andarsene via da Omaha e iniziare una carriera – ovviamente dopo il College – nel mondo degli adulti.

Non c’è niente di stupido nel perseguire i propri sogni e il fatto che alla fine quella dentro la limousine sia lei e non Jim McAllister, ci fa capire che forse i cattivi siamo noi, che le abbiamo tifato contro e abbiamo sperato fino all’ultimo che il broglio elettorale andasse a buon fine.

Personalmente, il mio personaggio preferito rimane Tammy Metzler, il più profondo di tutti che cerca costantemente l’amore nella persona sbagliata e invece di chiudersi nel dolore decide di lottare e mettersi in gioco andando contro la Carver.

Tammy è il conte di Montecristo che cerca vendetta ma che si sacrifica solo per andarsene da quelle mura che lei considera una galera e alla fine di tutto, grazie a Dio, trova finalmente l’amore.

Election ci insegna che non puoi cambiare il destino e se cerchi di farlo le cose capitano lo stesso, che tu lo voglia oppure no.

Ma alla fine, chi è che sa la differenza tra etica e morale?

Mercuzio and Friends è un collettivo indipendente con sede a Torino.

Un gruppo di studiosi e appassionati di cinema, teatro, discipline artistiche e letterarie, intenzionati a creare uno spazio libero e stimolante per tutti i curiosi.

Scopri di più →

GO TO TOP