La Lega degli Straordinari Gentlemen (1999): Uomini del mistero

DI PIETRO BERRUTO

Nell’aprile del 1938, Action Comics #1 fu pubblicato, presentando al grande pubblico per la prima volta Superman, creato da Jerry Siegel e Joe Shuster, e, di conseguenza, il concetto di supereroe. Il supereroe, per definizione, è un essere umano dotato di abilità sovrannaturali (che siano superpoteri o intelligenza e forma fisica eccezionali), ma questo tipo di personaggio ovviamente esisteva prima del 1938. A livello, narrativo, com’erano rappresentati i “superpoteri”? Pensiamo allora alla narrativa del 1800, quando personaggi con capacità extranormali erano spesso lontani dai ruoli da protagonista, venendo relegati alle volte al ruolo da antagonista. I tipici personaggi che si intravedono nei vicoli bui, uomini e donne del mistero, incomprensibili all’occhio umano e legati intrinsecamente alla tragedia. Esempi di romanzi che funzionano in questo modo sono Dracula, Lo strano caso del Dottor Jekyll e Mister Hyde, L’Uomo invisibile e Ventimila leghe sotto i mari. Tutte queste opere (assieme a Le miniere di re Salomone) hanno anche in comune un crossover a fumetti pubblicato nel 1999, scritto da Alan Moore (Swamp-Thing, Watchmen) e disegnato da Kevin O’Neill (Nemesis the Warlock), ossia La Lega degli Straordinari Gentlemen.

(Alan Moore)

La miniserie è ambientata nel 1898 e si presenta come un action/spy-thriller: Mina Murray viene incaricata dai servizi segreti britannici di reclutare una squadra di individui dotati di abilità particolari, un po’ per ingaggiarli come agenti segreti, un po’ per tenerli sotto il controllo del MI5. Murray riesce a recuperare il cacciatore Allan Quatermain, il capitano del Nautilus Nemo, l’imprevedibile Hawley Griffin alias “l’Uomo Invisibile” e l’ansioso scienziato Henry Jekyll, accompagnato dal suo coinquilino di corpo, l’abominevole Edward Hyde. A loro verranno assegnate multiple missioni dal membro del loro contatto nei servizi segreti Campion Bond (antenato di un altro noto agente segreto) e dal leader dello stesso MI5, il fumoso M, in realtà il professor James Moriarty, vecchia nemesi di Sherlock Holmes e criminale internazionale. I Gentlemen saranno costretti a scoprire il piano di M prima che gravi sciagure possano colpire la Gran Bretagna. Il tutto è incastonato in una meravigliosamente disegnata atmosfera steampunk, al limite tra la verità e la finzione, la modernità e il passato (viene per esempio parodiata la costruzione del tunnel sotto la Manica attraverso una vignetta rappresentante un ponte gigantesco che passa al di sopra del mare fino in Francia).

La storia è intelligente: riesce a sfruttare con abilità i personaggi e le loro capacità basandosi quasi unicamente sui romanzi originali, giustificando le differenze tra le versioni più famose e quelle fumettistiche dei Gentlemen in maniera brillante e insieme discreta. Anche le caratterizzazioni dei cinque ricevono puntuali espansioni rispetto al passato: per fare un esempio, Mina, reduce dalle esperienze con i vampiri, è una leader veterana e sicura di sé, capace di destreggiarsi abilmente tra le ingombranti personalità dei suoi compagni di squadra. Allo stesso modo la rabbia di Nemo, costretto a lavorare per l’Impero britannico, suo nemico giurato, è trattata come un’arma pericolosa in mano alla Lega, usata solo nei momenti di emergenza. Griffin è un sociopatico dai pensieri misteriosi, che collabora solo per denaro e per la possibilità di ricevere una cura, riprendendo i motivi della storia di H. G. Wells, e, giustamente, neanche uno dei suoi compagni di squadra si fida di lui, nemmeno un personaggio singolarmente malvagio come Mister Hyde. Hyde è mutato nel tempo, a causa dei misteriosi effetti della pozione che lo fa trasformare, diventando talmente grande che i suoi muscoli rompono la sua pelle: ritengo questa una trovata elegante di Moore e O’Neill per fornire la squadra di quello che negli RPG viene definito un “tank”. Quatermain è un uomo fuori dal tempo e che ha fatto il suo tempo, sopravvissuto alla sua stessa discendenza, depresso e dipendente dal laudano: questa storia è l’occasione per ridargli il vigore che gli mancava. La grande forza di quest’opera è l’amore provato nel narrare questa storia: si nota un’enorme riverenza nei confronti della narrativa ottocentesca e un mezzo in cui ciò si esprime molto bene è l’ironia, che pervade tutta l’opera. C’è un prendersi in giro costante, ma ben pensato, segno di conoscenza della materia di cui si parla. Anche lo stile di O’Neill è complice in questo: Alan Moore stesso dirà per il documentario della BBC Comics Britannia:

“Kevin ha un incredibile talento nel [disegnare il] grottesco, che riprende dalla grande tradizione dei caricaturisti politici britannici […]”.

Kevin O'Neill (fumettista) - Wikipedia
(Kevin O’Neill)

La grande forza degli uomini straordinari è che non sono eroi, anzi, originariamente buona parte di loro erano antagonisti. Non sono superiori, né moralmente, né per i loro poteri. Non sono buoni a niente in realtà: le loro capacità li rendono più dei mostri e dei reietti che degli idoli del popolo. Sono solo dei mezzi del MI5, sacrificabili per quanto potenti. Però, Moriarty, loro nemico, è considerabile un superuomo? È sicuramente molto più intelligente di loro, oltre che potente e ricco. Con Moriarty Moore riprende, nel modo in cui è articolato nella storia, il tema del politico ultracorrotto, insieme boss criminale e capo dei servizi segreti, che approfitterà dei propri privilegi per compiere atti egoistici e aumentare ancora di più il proprio distacco sociale ed economico da quelle che considera le classi inferiori e sue avversarie, tema presente anche in altre sue opere, come V per Vendetta e il ciclo di Capitan Bretagna, in forme lievemente diverse. Moriarty è un superuomo nella sua forma più viscida, archetipica, riprendendo, ironicamente, Superman, ma non la versione più nota.

Nel 1933, cinque anni prima di Action Comics #1, fu pubblicata una storia breve chiamata “Reign of the Superman”, sempre di Shuster e Siegel: essa presentava una versione precedente a quella archetipica di Superman, un uomo calvo e telepatico con manie di dominazione del mondo, simile al professore arcinemico di Sherlock Holmes. Moriarty è il superuomo della storia, incarnando il potenziale sottotesto tirannico, la nemesi del reietto della società (i Gentlemen), invece dettato dall’istinto di sopravvivenza e solo desideroso di vivere la propria vita in pace. Una critica velata, perciò, nascosta, si vedrebbe in questa storia in cui un gruppo di uomini del mistero affronta l’archetipo dei suoi successori, i superuomini.

La Lega degli Straordinari Gentlemen è un’avventura dinamica, divertente ed energica, che sfrutta al massimo le potenzialità dei personaggi da tempo nel dominio pubblico per narrare qualcosa di mai visto. Un primo volume di una lunga saga, ancora piena di sorprese.

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