DI PIETRO BERRUTO
Action Comics, la serie natale di Superman, ha aperto le sue porte allo scrittore Jason Aaron e al disegnatore John Timms e i due hanno terminato un arco narrativo dedicato a Superman e Bizzarro, che va dal numero 1061 al 1063. Aaron esce da una run di Avengers, terminata circa un anno fa, particolarmente controversa e poco apprezzata dalla critica e dal pubblico. È perciò particolare il grande ritorno di Aaron, ritorno che però avviene alla DC e su Superman.

Per chiunque non sappia chi sia Bizzarro, seguirà una spiegazione che spero sia semplice e comprensibile: il primo Bizzarro è il “perfetto clone imperfetto di Superman” e sa fare tutto quello che Superman può fare, ma al contrario (per esempio possiede la visione glaciale e l’alito fiammante); questo antagonista è diventato nel corso degli anni una figura più eroica, divenendo membro degli Outlaws e, più recentemente, della Suicide Squad. Esiste però un secondo Bizzarro, proveniente da Terra-29 o Arret o Mondo Bizzarro, dove tutti sono dei Bizzarro, compresi Lois Lane, Batman e la Justice League; quest’ultimo è il protagonista della storia. Dopo recenti problemi multiversali, Terra-29, con tutti i suoi abitanti, si è volatilizzata, con l’eccezione di Bizzarro, disperato per essere stato abbandonato in un mondo che gli è estraneo. Decide quindi di attuare un piano per risolvere la cosa: lanciare un incantesimo per trasformare tutti gli abitanti della Terra in suoi simili. Superman tenta di fermarlo, ma fallisce e Bizzarro scompare, facendo mutare i terrestri, compreso Superman, che comincia a sentire nella sua testa la voce del Bizzarro originale. Mentre la follia imperversa a Metropolis, Clark combatte con il suo opposto interiore, cercando di respingerlo costantemente e contemporaneamente viene braccato da tutti i mutati, che invece vogliono che lui si trasformi definitivamente nella sua nemesi. Molto stanco di cercare di salvare gli umani da sé stessi, Superman vuole liberarsi del problema e chiede una mano all’uomo più sano di mente del mondo, ovvero un Joker, anche lui trasformato in un pacifico Bizzarro. Nella lotta interiore fra il kryptoniano e l’anti-kryptoniano, alla fine vince il secondo, che si bea sulla cima del Daily Planet. Joker però facendo un sentito discorso dal profondo del cuore, riesce a riesumare Superman, che riprende possesso del suo corpo e lancia l’incantesimo di annullamento, riportando tutti allo status quo originale e terminando l’arco narrativo. Tutti sono felici e contenti tranne Joker che è tornato il sadico di prima.
Jason Aaron purtroppo ricade in alcuni degli errori commessi in passato, che però vengono parzialmente attenuati durante questi tre numeri. È perfettamente chiaro che Aaron comprenda pienamente la caratterizzazione di Superman, ma credo non si trovi completamente a suo agio con quella di Bizzarro. Come ho detto prima, questo NON è il Bizzarro eroico, ma in ogni caso nessun Bizzarro di natura è crudele quanto questa versione, inspiegabilmente, e questa nuova personalità risulta una sorpresa (non necessariamente piacevole) per i fan del personaggio. La principale caratteristica che definisce Bizzarro nel suo carattere si basa sul confronto con il suo opposto: Superman è talmente buono che persino il suo opposto è buono e Jason Aaron non sembra aver capito questo dettaglio appieno. Una nota positiva però si può trovare nei dialoghi, che sono molto divertenti, anche se non scritti in maniera sempre coerente: per esempio, i mutati alternano la parlata al contrario tipica di Bizzarro a quella normale senza alcuna ragione specifica. Anche dei tentativi di rendere la storia più emotivamente coinvolgente sono stati fatti, ma non sono sufficienti per rendere quest’arco accattivante, principalmente poiché semplici e sbrigativi. La parte più irritantemente banalizzata è la risoluzione, affidata ad un discorso di incoraggiamento; per quanto si possa pensare che lasciare la conclusione al Bizzarro-Joker sia stata un’idea sensata e che “il discorso”, sì didascalico e sempliciotto, sia un cliché perfettamente in linea con la narrazione tipica delle avventure di Superman, non è assolutamente perdonabile che questo dialogo non avvenga davvero, ma sia solamente descritto dal narratore nelle didascalie; la possibilità di una splendida occasione per esplorare insieme i personaggi di Joker e Bizzarro viene annichilita dalla fretta di finire la storia. Un’altra caratteristica tipica della scrittura di Aaron è il famigerato scambio di poteri o di personalità fra due personaggi, che ha vessato la sua run su Avengers e ha generato tantissimi personaggi “interessanti” come “Tony Stark con i poteri di Ant-Man”, “Thor con i poteri di Iron Fist” e “Mystica che però è l’avatar della Fenice”; questa particolarità la ritroviamo anche in quest’arco narrativo, che per fortuna ripropone una versione più dimessa e moderata di quella originale, nauseante nella sua banalità. Bizzarro-Joker è un personaggio piacevole da leggere, simpatico e carismatico, e sarebbe carino rivederlo in futuro, in qualche maniera. Anche Bizzarro che guadagna poteri magici, rispetto ai quali Superman è vulnerabile, è un concept affascinante, che però non viene esplorato a sufficienza e risulta strano alla lettura. La narrazione, inoltre, è lievemente confusa, perché ambientata sia nella vita reale sia nella testa di Clark, e a volte costringe il lettore a rileggere le pagine precedenti perché potrebbe non aver davvero capito cosa stia accadendo in alcune vignette. D’altro canto, i disegni sono senz’altro piacevoli: Timms sguazza nel character design spigoloso dell’opposto di Superman e dei suoi confratelli, ottenendo dei grandi risultati che si adattano molto bene al tipo di storia che è raccontata qui.

Jason Aaron ci prova di nuovo e non riesce ad arrivare al risultato voluto, sempre a patto che il risultato voluto sia una storia funzionante. Al solito sembra che lui abbia costantemente delle idee intelligenti, che però non riesce a sviluppare in modo concreto e funzionale per la storia che vuole davvero raccontare. È la versione in piccolo della sua run in Avengers, che non mi è piaciuta allo stesso modo in cui non mi è piaciuto questo arco narrativo. Penso però che, se qualcuno andasse a recuperare le idee introdotte qui e le riutilizzasse in una storia meglio strutturata, io non solo ne sarei incuriosito, bensì anche felice. Aspetto il giorno in cui le idee di Jason Aaron si trasformeranno da sabbia in cemento su cui costruire una vera storia. Per adesso, parafrasando Bizzarro, il parlatore al contrario, dico a voi tutti: “Non grazie per aver ascoltato fino a lì.”

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