You – stagione 1

DI GIOSUE’ TEDESCHI

Il punto è, Beck, che l’amore è traditore. Uno si deve proteggere.

Questa serie inizia con delle ottime premesse, e non può fare altrimenti se si aspetta che io rimanga attaccato per ben quattro stagioni. C’è l’investigazione, l’indagine, il segreto, la psicologia da capire e tutto il resto. Ti tira piano piano verso di sé e quando ti rendi conto che la stai guardando sei già al terzo episodio. 

E quando ti rendi conto che il protagonista è folle ormai hai già empatizzato troppo con lui per non sentirti tu stesso un po’ colpevole delle sue malefatte. Joe Goldberg è infatti una persona davvero strana. Non so bene come sentirmi verso di lui.

Da una parte è gentile verso il bambino dei vicini del piano di sopra e lo aiuta come può, quando i genitori litigano. Dall’altra ha rapito un uomo e ha stalkerato Beck, la prima ragazza di cui pare essersi innamorato. È gentile con tutti e fa sì che tutti abbiano un’ottima opinione di lui; ma fa tante cose sbagliate. Quindi alla fine è una persona normale, no?

Poco dopo uccide un uomo. Senza guardare la serie si dirà: è un assassino, non c’è dubbio che si merita di andare in carcere. Ma guardando la serie adotti la sua narrazione dei fatti, e quindi vedi che l’ha fatto con una coscienza così candida che si fa fatica a giudicarlo male. Perché certo l’ha ucciso, ma un po’ se lo meritava no? Picchiava Beck, la trattava male, aveva un business che era niente più di una grossa truffa. Insomma non faceva niente di buono nella sua vita a parte dare soldi agli spacciatori. È davvero una perdita?

Certo ha un’idea dell’amore molto strana, ma possiamo accettarlo. Dopotutto non sappiamo ancora bene cos’ha passato. Magari è davvero giustificato nelle sue azioni, magari era inevitabile che uccidesse quest’uomo. 

A un certo punto, guardando la serie, ho smesso di considerarlo come uno psicopatico e semplicemente ho accettato di osservare la vita come la vive lui, per quanto strana e contorta possa essere. 

Dopotutto chi sono io per dire che la mia visione delle cose è giusta? Magari ha ragione lui a prendersi un po’ più di spazio, a far sì che le cose vadano come ritiene giusto che vadano. 

La parte più cattiva di me a un certo punto ha iniziato a giudicarlo per come si comporta con gli altri. Non è sbagliato in sé cercare di farsi amare dagli altri e presentarsi quindi in un certo modo. Ma se lo devi fare almeno fallo bene. Ogni tanto anche lui si lascia scappare delle cose che non dovrebbe dire. Non è bravissimo (lo diventerà).

Dice più volte “Ti mostro esattamente chi sono”, a coloro che chiedono di conoscere il vero lui. A quelli che lo fanno per affetto, come Beck, e a quelli che lo fanno perché sospettano qualcosa. Ovvero tutti gli altri. E li porta sempre nella Gabbia. La Gabbia si capisce subito che è un posto importante per lui. Ma non capiamo davvero quanto è importante finché non ci concede i flashback della sua vita da ragazzo. La Gabbia è una stanza dove vengono conservati i libri più antichi della biblioteca in cui lavora, alla temperatura perfetta e all’umidità perfetta. Protetti persino dalla polvere. Vivendo con lui impariamo che lui è quei libri, più tutto il tempo che ha passato lì dentro. È più profondo di quanto appaia, ed è molto ma molto più malato di quanto sembri all’inizio. 

Tuttavia per quanto sia bravo a controllare l’opinione altrui a un certo punto anche lui ha bisogno di aiuto, e a chi può chiedere? Al bambino di cui si prendeva cura. Abbastanza innocente da non fare troppe domande e abbastanza riconoscente da essere accurato nell’esecuzione. 

Molto bello come il padre del bambino per quanto sempre bevuto e violento sia l’unico a rendersi conto di cosa ha negli occhi Joe Goldberg. Certo prova ad avvisare gli altri, ma la parola di un ubriacone non è così credibile.

Uno dei problemi che Joe non riesce a superare è che le persone sono ambigue. Anche se lui ha ragione a non fidarsi di nessuno a prescindere sbaglia a giudicare frettolosamente le situazioni. Così come sbaglia a leggere le reazioni delle persone. Nonché ad aspettarsene di positive come risposta a certe azioni. 

È molto ossessionato e non sa ancora conviverci. La sua intera personalità è basata sul piacere agli altri. Questo ha lati positivi ma chiaramente ha anche lati negativi. Per esempio gli rende facile capire cosa gli altri si aspettano da lui ma non sa più chi è lui senza gli altri intorno. 

Entra nella testa delle persone per passione, è l’unico modo che ha imparato per stare con gli altri (vedi flashback della Gabbia).

Ha trovato un’antagonista perfetta nella migliore amica di Beck. Perché anche lei è una stalker, però meno distaccata dalla realtà di quanto non lo sia lui. Sfortunatamente per lei questo è un punto debole, in questo caso. Ma nonostante tutto viene da pensare che l’amica sia mossa da malvagità nelle azioni che compie, mentre lui dalla fame d’amore. E tra le due una è chiaramente più moralmente giustificata dell’altra. 

“Beck non sa cosa è meglio per lei”.

“Non potrei essere più d’accordo”.

Entrambi pensano di essere quella persona che deve prendersi cura di lei. Almeno concordano sul fatto che lei abbia bisogno di qualcuno che se ne prenda cura. Da una parte è imbarazzante. Dall’altra è altamente improbabile che una sola persona abbia due stalker nello stesso momento e questi si conoscano tra loro. Molto divertente la storia dal punto di vista di Beck che si becca due molestatori e non si accorge assolutamente di niente. Poi scusa, di solito con gli interessi in comune si fa amicizia. Perché loro si vogliono uccidere? 

Forse è un po’ una rivisitazione di American Psycho? Lascio giudicare a chi è più esperto di me. Comunque le capacità di analisi che aveva mostrato all’inizio sono scomparse dalla serie. Era proprio solo un gancio, e cavolo se funziona bene. Però riesce comunque a tenerti incollato grazie a quella lievissima ansia psicologica che permea ogni scena. E grazie alla completa surrealtà del mondo in cui ti trasporta, quello di Joe. 

Un thriller psicologico coi fiocchi. 

Importante notare come nonostante tutto, nessuno si conosca mai veramente. Dopo tutto lo stalking che Joe ha fatto a Beck, dopo essere riuscito a controllare ogni aspetto immaginabile della sua vita, ancora non sapeva davvero chi fosse. Penso ci sia una sorta di poesia in tutto questo. 

E il finale è veramente struggente. Ti porta su delle montagne russe emotive molto strane, non riuscivo più chiaramente a distinguere cos’è bene e cos’è male. Penso che già questa prima stagione metta a dura prova il relativismo morale. Non m’immagino le altre. 

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