DI ORIANA FERRAGINA
Quando si parla di Goldrake, la prima cosa che mi viene in mente è un robottone gigantesco comandato da un minuscolo umano bloccato nella testa di questo enorme colosso di acciaio e vetro; poi mi blocco, urlo a mia mamma di venire nella mia stanza di corsa e le chiedo qual era il robot che le piaceva quando aveva la mia età.
Anticipando la risposta di mia madre, puntualmente sbaglio l’anime e dico Jeeg Robot invece che Goldrake (dall’anime “Atlas UFO Robot”). Ma tralasciando la mia eterna confusione su quale robot piaceva a mia madre e quale invece a mio padre (negli anni Settanta e Ottanta, quando erano giovani, andavano molto di moda in Italia questi anime, da quanto ho capito dai loro discorsi; quelli, e gli anime deprimenti come “Candy Candy” e “Dolce Remi”), mi sono alquanto stupita quando la mia amica Eleonora mi ha informato di un reboot di uno dei più famosi anime sui mecha, come vengono chiamati questi tipi di robot comandati: ovvero “Goldrake U”, di cui sono andate in onda, su Rai 2, le prime quattro puntate lunedì 6 gennaio 2025, in prima serata.

La trama è semplice: andando a controllare il luogo di uno schianto, Sayaka Yumi, membro della Fondazione Kabuto per la ricerca fotoatomica, trova un uomo svenuto nel deserto e decide di riportarlo alla base, dove viene adottato dal Dottor Procton che, dopo aver scoperto che il ragazzo ha perso la memoria a causa dello schianto, decide di ribattezzarlo Actarus.
Passano tre mesi e, durante una gara di moto, Actarus inizia a ricordare chi è: lui è Duke Fleed, principe del pianeta Fleed e pilota di Goldrake, arma protettrice del suo mondo d’origine che ha portato l’imperatore della Confederazione di Vega ad attaccarlo pur di impadronirsene; e, purtroppo, sembra che l’imperatore abbia mandato le sue forze anche sulla Terra, e nulla possono gli sforzi di Alcorn, nuovo amico di Actarus e nipote del creatore della Fondazione Kabuto, assieme a Mazinga Z, il mecha che il nonno ha costruito per aiutare i terrestri.

Dopo un inizio titubante e pieno di ricordi dolorosi (quando l’esercito di Vega ha attaccato Fleed, infatti, Duke ha perso il controllo delle sue emozioni e di Goldrake, causando la distruzione del suo palazzo), Actarus decide di mettersi al servizio della Fondazione Kabuto e diventare il protettore della Terra insieme a Goldrake e Alcorn, cercando di respingere gli invasori.
Riusciranno i nostri eroi a sconfiggere Vega e le sue forze e salvare non solo la Terra, ma anche l’Universo, dalle mire malvagie dell’imperatore?

Devo ammettere che di solito non mi attira questo genere di anime con i mecha: preferisco guardarmi prodotti come One Piece o InuYasha. Ma, questa volta, sono rimasta molto colpita dai primi quattro episodi che ho visto: disegni puliti, colori sgargianti e una resa dei combattimenti molto ben strutturata, hanno reso scorrevoli questi primi 92 minuti; inoltre, sono certa che in questi giorni sia la sigla iniziale che quella finale finiranno nella mia playlist musicale.
L’unica cosa che mi ha fatto storcere leggermente il naso è la velocità: a tratti è eccessiva, come se i produttori avessero deciso di schiacciare il bottone x2 della velocità di riproduzione per saltare alcune parti senza dialoghi e si fossero dimenticati di ritornare alla velocità normale di riproduzione.
Ma a parte questa piccola pecca, l’anime è scorrevole e ben costruito; e, ovviamente, mi sono già innamorata del co-protagonista, Alcorn.
In conclusione, consiglio agli amanti dei Transformers questo nuovo anime, in onda in prima serata su Rai 2 ogni domenica (ma se vi perdete le puntate, non vi preoccupate, le potete trovare facilmente su Rai Play), ma anche agli amanti dei film d’azione e a chi adora le storie di bei principi tenebrosi con un passato oscuro e conti da saldare con la propria coscienza.
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