Vinland Saga

DI GIOSUE’ TEDESCHI

Lontano a ovest e oltre il mare c’è una terra chiamata Vinland. E’ un luogo caldo, ricco, lontano dai trafficanti di schiavi e dalle fiamme della guerra. Che ne dici? Vorresti venire a viverci con noi un giorno? 

Si apre il sipario e abbiamo un villaggio pacifico. Un protagonista, seppure per poco, con un passato da vichingo e una famiglia che ama. Vivono in Islanda, all’estremo nord del mondo. Certo fa freddo e la vita non è facile, ma nessuno dal suo passato dovrebbe riuscire a trovarlo lassù.

Eppure ci riescono, sono vichinghi danesi dopotutto. Se c’è una persona da trovare e quella persona è viva, quella persona sarà trovata. Un vecchio amico bussa alla sua porta. Solitamente non si è troppo gentili con i disertori, così lo obbliga a tornare a combattere con loro minacciando di distruggere il villaggio dove vive se non lo farà.

Sembra già una motivazione sufficiente, ma non finisce qui. Questo vecchio amico vuole ucciderlo. Proprio non ha preso bene la sua vigliaccata, sempre che lo fosse davvero. 

Si capisce dopo pochi episodi che c’è molto altro qui oltre le antiche guerre vichinghe. Intrighi, motivazioni personali, inganni e sotterfugi. L’ho capito al terzo episodio: qui ci sarà del veleno a un certo punto, anche se non sarebbe molto vichingo. 

Qui finisce il tempo del nostro primo protagonista, Thors, padre di Thorfinn. In un’imboscata alla strettoia prima del villaggio combatte per salvare chi viaggiava con lui, tra cui suo figlio che non avrebbe dovuto essere lì. Combatte in modo davvero eroico, e per i pochi episodi che ha avuto rimarrà indelebile nella memoria di chiunque l’abbia conosciuto. Perché lui per primo ha capito cosa vuol dire davvero essere un guerriero. Si lascia uccidere per salvare suo figlio, e con questo ci ricorda che la tua forza non serve a te, ma a proteggere quelli che ami. E ovviamente la forza non è solo quella fisica. 

Non fissare il mare di notte. Ti trascinerà giù.

Thorfinn rimane non poco traumatizzato dal vedere suo padre morire di fronte a lui in quella che è la seconda scena più triste di tutta la storia.

Thors ci lascia troppo presto, ora tocca a Thorfinn fare la sua vita. Proverà a seguire l’esempio del padre ma non sarà facile. Sia perché nessuno si occuperà di lui sia perché è consumato dalla vendetta che sente di dovere a suo padre. Per essere morto contro un avversario meno forte di lui e per essere morto a causa sua. 

L’accuratezza storica è rispettata, almeno per quanto riguarda armi, abitudini e principali eventi storici. Ed è un tocco di classe su una storia davvero incalzante. 

Così il tempo passa e il ragazzo cresce. Inizia a uccidere, per sopravvivere e per farsi accettare. La vita gli mette davanti più di una prova. Fa esperienza della crudeltà del mondo mentre prova a seguire con i suoi 12 piccoli anni il gruppo di vichinghi che ha ucciso suo padre, per riuscire un giorno a vendicarlo. 

Vediamo come le vicende della vita siano veramente casuali, non c’è un karma o un ordine. Niente riposo per i giusti né punizioni per i malvagi. 

Inizia a servire come spia al gruppo di Askeladd, il vichingo che ha ucciso suo padre. Questo ovviamente lo pone in situazioni molto rischiose. In una di queste sta davvero per lasciarci la pelle ma alla fine viene aiutato, salvato quando ne aveva più bisogno. Da una famiglia inglese. Mentre lui è danese. Loro sono i nemici.  

Una madre e sua figlia, sono molto gentili con lui. Non solo lo salvano da morte certa, ma lo nascondono anche dalle guardie venute a cercare una spia che corrisponde alla sua descrizione. Tuttavia non gli basta un solo gesto di gentilezza per rinunciare a quella che ormai sembra essere la sua natura. Il giovane Thorfinn e la sua innocenza sono morti quel giorno con suo padre. Questo Thorfinn ha una vendetta da compiere e un compito da portare a termine per avvicinarsi sempre di più ad Askeladd. Per riuscire a ucciderlo e finalmente vendicare suo padre. Non gli bastano una zuppa e una pettinata per rinunciare a quella che adesso è diventata la sua vita. Così accende il fuoco sulla spiaggia, il segnale che Askeladd e gli altri stavano aspettando. Arrivano dal mare, e distruggono il villaggio. Ancora una volta chi gli ha voluto bene, seppur per poco tempo, muore davanti ai suoi occhi. Ed è colpa sua. 

Tu non hai nemici, nessuno ne ha. Non hai bisogno di una spada.

Ora siamo nel 1012, l’invasione dell’esercito danese e dei vichinghi in Inghilterra sta procedendo bene. In ottobre però le ostilità si fermano, per aspettare l’estate, far riposare le truppe.

Ma se non si combatte i mercenari non vengono pagati. Thorfinn che vive ancora seguendo Askeladd e i suoi soldati arriva in Francia. Vediamo come passino gli anni e lui sia ancora manipolato da Askeladd che vuole uccidere in un leale duello. Quando riesce ad ottenere che Askeladd accetti di duellare con lui, perde. Accecato dai sentimenti. 

D’estate ricomincia l’offensiva in Inghilterra.

Nell’ottobre 1013 d.C. arrivano a Londra dove la loro avanzata, che pareva inarrestabile, si ferma. 

Si trovano a fronteggiare Thorkell, un comandante di tutto rispetto. Non si sa molto su di lui, se non che la sua abilità in battaglia fa tremare i suoi nemici. Presto si scopre che è un mercenario danese anche lui, ecco perché riesce a tener testa a tutti. Un disertore, un amante della guerra che si è schierato con i deboli per poter combattere di più. 

Si arriva a uno stallo, e Askeladd a cui non piace perdere tempo usa la sua solita strategia: mandare Thorfinn dietro le linee nemiche a uccidere il capo. Se riesce, com’è loro solito, gli concederà un altro duello. Un’altra possibilità di vendicare suo padre. Askeladd non ha nulla da perdere da questo accordo, se Thorfinn muore non dovrà sfidarlo, se vince avrà conquistato Londra. Una manipolazione perfetta, facendo leva su ciò a cui Thorfinn tiene di più. La sua ragione di vita.

Thorfinn affronta Thorkell e perde. Assomiglia terribilmente a suo padre, nella corporatura e nell’etica del combattimento. Thorkell riconosce in Thorfinn il figlio di Thors, il suo vecchio compagno d’armi. Sono destinati a incontrarsi ancora. 

Intanto però l’assedio di Londra è abbandonato, ci sono molti altri villaggi più facili da depredare. Il ragazzo vive la guerra, e gli toccherà capire che l’ha scelta lui. Ha scelto lui di andare con suo padre, e a causa della sua scelta è successo tutto questo.

Più subisci il fascino di un uomo più cose ti andranno storte.

Mentre attraversano il Galles incontra un ragazzo della sua età, con una vita ben diversa dalla sua. E’ il principe Canuto, figlio dell’attuale re d’Inghilterra, Sweyn. Mercenari come sono non possono che catturarlo e portarlo con loro, sperando in un riscatto. Intanto il cristianesimo si diffonde.

Durante il bellissimo arco del viaggio attraverso l’Inghilterra, da una parte abbiamo chi scopre Dio e il significato dell’amore di Cristo, e dall’altra parte abbiamo chi scopre cos’è un vero guerriero, cos’è che dà accesso al Valhalla. 

Alla fine cercano la stessa cosa, gli uni attraverso la preghiera e gli altri attraverso il combattimento. 

La prima stagione si conclude con Thorfinn che è costretto ad abbandonare la vendetta, perché non c’è più nessuno contro cui vendicarsi. Infatti Askeladd è morto dopo aver ucciso Re Sweyn, durante la manovra politica messa in atto per porre il principe Canuto sul trono d’Inghilterra. Chissà cosa aveva visto Askeladd in quel ragazzo.

Un abete arido muore senza protezione 

come un uomo che nessuno ama

perché continuare a vivere?

La seconda stagione si apre con il tempo delle mele. Si coltiva il grano e si aspetta la prossima guerra, in poche parole. 

Thorfinn ha perso la voglia di vivere, ha vissuto troppa guerra anche lui e ne è stanco, almeno razionalmente. Per troppi anni ha vissuto per la vendetta, e ora che la vendetta gli è negata non è che un uomo vuoto.

Dall’altra parte Canuto si sta adattando a fare il Re, è il suo turno di spargere crudeltà e distruzione per la conquista dell’Inghilterra.

Nel 1016 Re Ethelred II, l’altro possibile re di Inghilterra, muore. Si dice di malattia. Dopo la sua morte il figlio Edmund sale al trono e continua la battaglia del padre opponendosi a Canuto. Gli causa molti danni, tuttavia dopo sette mesi anche lui muore. Di malattia. 

Queste tattiche sono considerate meschine dall’esercito di Canuto, non le approvano ma non si oppongono nemmeno.

In ogni caso dopo Sweyn, Ethelred ed Edmund nel 1018, in conseguenza delle morti naturali dei suoi rivali, Canuto diventa ufficialmente il re di tutta l’Inghilterra. 

Troppa ricchezza porta disastri. Quando hai tanta ricchezza temi di perderla. Per gestire la paura usi i soldi. Poi provi a guadagnare di più. Il mio stupido figlio non capisce quando sia futile.

Dice il vecchio padrone a una delle guardie dell’enorme fattoria dove Thorfinn è finito a lavorare come schiavo. Ormai non ha più molto per cui vivere, è un uomo vuoto come dicevo. Fortunatamente gli viene assegnato un campo da lavorare congiuntamente a un altro schiavo. Un uomo della sua età, un po’ più energico ed entusiasta della vita. Nonostante anche lui abbia perso la sua famiglia per colpa di predoni come un tempo lo era stato Thorfinn, riesce ancora a trovare la passione per l’agricoltura. E in questa la forza e l’entusiasmo per inseguire la promessa della propria libertà. 

Prega chi vuoi, ci serve tutto l’aiuto possibile.

Dice a Thorfinn, che non aveva mai avuto un dio dell’agricoltura. Ancora sogna di Askeladd e suo padre, ma almeno non odia più Askeladd. Proprio per questo è difficile vivere. Era l’odio a mantenerlo vivo. Conosceva solo la battaglia. 

Il vecchio padrone sente Thorfinn dire queste cose e gli fa notare una cosa tanto semplice quanto importante: se sei vuoto, hai spazio per metterci dentro di tutto. 

Se pensi di iniziare una nuova vita è meglio essere vuoto.

Come nota conclusiva vorrei far notare quanto sono belli i sogni di Thorfinn. Ovviamente riflettono ciò che ha vissuto, sono la rielaborazione dei suoi traumi di ragazzo. Ora che è solo uno schiavo in una fattoria e non ha nessuno da uccidere ha finalmente il tempo di ripensare a ciò che ha fatto. Nel costruire i suoi sogni hanno fatto attenzione a mantenerli entro i confini dell’immaginario che un uomo come Thorfinn poteva avere. Sembra una cosa scontata ma è proprio su queste che si finisce con lo scivolare.

Dall’altra parte del mondo il principe Canuto è invece ancora perseguitato dalle persone che ha fatto uccidere. Era in una situazione molto simile a quella di Thorfinn, ma la affronta in modo diverso. Forse per la posizione che occupa, forse per le compagnie, forse la corona è davvero maledetta. Forse il potere corrompe chiunque ne abbia un po’.

Ridi di me quanto vuoi, farò qualunque cosa per un mondo in pace. Qualunque cosa per l’amore che è stato perso.

Mercuzio and Friends è un collettivo indipendente con sede a Torino.

Un gruppo di studiosi e appassionati di cinema, teatro, discipline artistiche e letterarie, intenzionati a creare uno spazio libero e stimolante per tutti i curiosi.

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