DI ELODIE VUILLERMIN
Chi mi conosce lo sa: adoro i draghi. Mi basta guardarne uno e penso “Wow, sono creature fighissime“. D’altronde per i Mercuziani sono nota come la Draghessa. Quindi un libro come questo, primo della lunga saga di Naomi Novik, non poteva che piacermi.
UN “WHAT IF?” AFFASCINANTE
Il romanzo è un’ucronia, ossia quel genere letterario in cui viene introdotta una variazione nella storia dell’umanità, sulla base di una premessa ipotetica, del tipo: cosa sarebbe successo se l’Impero romano non fosse mai crollato e fosse sopravvissuto fino ai giorni nostri? Temeraire – Il drago di sua maestà si colloca nel 1805, durante l’era di Napoleone, con la differenza che qui i draghi esistono sin dai tempi più antichi e vengono usati come armi da guerra. Possederne anche uno solo è motivo di prestigio per il Paese che ha la fortuna di trovarlo. Tuttavia non è affatto facile addomesticare queste creature, che il più delle volte rifiutano di farsi sottomettere dall’uomo e anche in cattività sono difficili da controllare.

Oltretutto diventare aviatore di draghi richiede un grande sacrificio: la rinuncia a una vita tranquilla in favore di un grande impegno che pure è mal visto dalla società. Nessuno è disposto a correre il rischio, tanto meno Will Laurence, capitano di una nave da guerra inglese. Ha una donna che ama, con cui vorrebbe costruire una vita da sposati, pur non essendo certo che lei lo aspetterà. Diventare un aviatore significherebbe abbandonare la marina, i suoi uomini, le battaglie in mare aperto. Ma il destino sconvolge i suoi piani. Perché la sua nave, dopo aver assaltato un bastimento francese, ne scopre il suo carico, molto prezioso e al tempo stesso rischioso: un uovo di drago, ormai pronto alla schiusa, tra l’altro di un esemplare raro proveniente dalla Cina. Quando il cucciolo nasce, qualcuno dovrà essere il suo partner. Pur non volendolo, sarà Will a legarsi al drago, da lui chiamato Temeraire.
L’ANTESIGNANO DI DRAGON TRAINER
C’è un legame speciale tra Will e il suo drago. Una solidarietà e un’amicizia profonde, che si costruiscono con il tempo, fin dal primo istante in cui Will gli dà un nome e insieme salvano la vita a un uomo durante una tempesta. Sono sempre uniti, in ogni circostanza: nei momenti di svago, nelle esercitazioni di volo, nella cura delle bardature, nelle simulazioni di guerra e nello sventare i piani di Napoleone, a cui era destinato l’uovo di Temeraire in origine.

Entrambi sono unici, pecore nere nei propri greggi. Temeraire è di carattere sensibile e colto, appassionato di storie ma incapace di sputare fuoco o veleno. Will, dal canto suo, deve affrontare le malelingue degli altri aviatori, che lo ritengono inadatto a cavalcare un drago solo perché viene da un altro mondo (la marina), e quella di suo padre, che ritiene degradante la sua occupazione. La loro vicinanza getta una nuova luce su un gruppo di creature in teoria mostruose, aggressive e sottomesse all’uomo: a furia di stare con Temeraire, Will impara a trattare i draghi come pari dell’uomo, i quali sanno pure parlare e hanno un’intelligenza tale da consentire ad alcuni di loro di addestrare gli aviatori (invertendo così il normale rapporto in cui è l’umano l’addestratore del drago).
Al di là del forte rapporto tra Will e suo drago, sono interessanti anche i personaggi secondari. Come Granby, dapprima avverso all’idea che un marinaio possa essere aviatore, il quale impara a rispettare Will e ad assisterlo con la propria esperienza. Poi Celeritas, il drago capo addestratore delle nuove reclute. Poi Catherine e Jane, alcune tra le poche donne del plotone. Poi Rankin, un uomo che pareva simpatico e invece trascura il suo drago, trattandolo come un’arma che cammina, vola e parla. E Choiseul, uno dei tanti francesi considerati traditori per aver lasciato la nazione con il suo drago dopo la Rivoluzione, che si ritrova a tradire i suoi nuovi compagni inglesi nella speranza di ottenere il perdono di Napoleone.
UNA STRUTTURA BEN CURATA
La scrittura di Naomi Novik è molto realistica e scorrevole. Ti restituisce la sensazione di essere padrone del mondo mentre voli su un drago e tutto diventa più piccolo sotto di te, il fischio del vento nelle orecchie, i dolori che il corpo accusa dopo voli troppo lunghi. Descrive con minuzia ogni minimo particolare: gli addestramenti, le battaglie aeree, il sistema di classi e ranghi che esiste tra draghi e umani e che è spesso motivo di discriminazione.

L’autrice riesce a combinare l’elemento fantastico a un periodo storico con grande abilità. Ogni elemento della narrazione è coerente con la premessa scelta: siccome i draghi esistono e vengono addestrati per scopi militari, ci sono figure esperte nell’identificare la razza a cui appartengono; allo stesso modo è normale trovare draghi che addestrano i loro simili più giovani, come un normale sergente farebbe con i suoi soldati; o ancora, in battaglia i draghi si portano dietro una squadra di uomini agganciata alla loro bardatura, affinché forniscano supporto per la battaglia e curino le ferite sul momento. Lampante e scioccante è la differenza tra una normale battaglia aerea o navale e un combattimento tra draghi: a scendere in guerra non è un veicolo, un mezzo bellico che si produce in serie, ma un fedele amico, insostituibile, con cui hai un legame profondo.
L’unica pecca è che la saga di cui fa parte questo libro non è stata tradotta del tutto in Italia, alcuni libri si possono trovare solo in lingua originale. Ciononostante consiglio vivamente questa lettura a tutti, specie a chi ama i draghi e a chi, nei suoi sogni erotici, ha sempre voluto cavalcarne uno.


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