Prova a prendermi (Steven Spielberg)

DI GIOSUE’ TEDESCHI

“Due topolini caddero in un secchio pieno di panna; il primo topolino si arrese subito e annegò, il secondo topolino non voleva mollare e si sforzò a tal punto che alla fine trasformò quella panna in burro, e riuscì a saltar fuori; signori da questo momento io [Frank Abagnale Sr.] sono quel secondo topolinο”.

(Christopher Walken nei panni di Frank Abagnale Sr. nel momento in cui racconta la storia dei due topolini)

Catch Me If You Can, è un titolo piuttosto accattivante, non credi? 

I due personaggi di questo film, il gatto e il topo per così dire, sono rispettivamente Carl Hanratty – un agente dell’FBI – e Frank Abagnale Jr. – un ragazzino che prova a vivere in un mondo difficile. 

Per un caso fortuito si è dovuto ingegnare e ha imparato a falsificare assegni nel modo più facile disponibile. Poi ha iniziato a vivere una vita di avventure, perché è questo quello che succede quando racconti delle storie fatte bene. Perché è inevitabile quando sei minorenne e hai più soldi di quelli che puoi spendere. 

“Mi hai sempre detto che un uomo onesto non deve avere paura di niente, così faccio del mio meglio per non avere paura di niente”.

La cosa più difficile, anche per Frank il fuorilegge, rimane comunque farsi accettare dalla propria famiglia. Le reazioni della propria famiglia non si possono controllare, pur conoscendola benissimo. E non si può controllare l’effetto che avranno su di noi. È impossibile non prenderle a cuore, sono importanti per noi. Lo sono sempre. Non ci si può far niente. 

Nel film l’unico personaggio serio, oltre a lui, è Carl. L’agente che lo sta cercando sembra l’unica persona che si interessa di lui. Certo lui è spinto dal senso del dovere, è il suo lavoro. Ma Frank la vive in modo diverso. In un mondo in cui deve sempre scappare, non si può fidare di nessuno, e deve cambiare continuamente dimora, Carl diventa una costante. Un adulto che si interessa di lui, lo cerca, lo insegue. Certo non può farsi prendere, sarebbe la fine del gioco. Così fa del suo meglio perché il gioco duri il più a lungo possibile, e se dura abbastanza è ovvio che si sviluppi un qualche tipo di legame tra i due. 

(Da sinistra a destra: Leonardo DiCaprio nei panni di Frank, il regista Steven Spielberg e Tom Hanks nel ruolo di Carl Hanratty)

Un po’ di charme ti porta molto lontano, questo Frank l’ha capito presto. Così ne approfitta per imbrogliare la gente, giocare con i sentimenti, con le percezioni. È tutto molto bello e divertente, ma poi non ci si ferma più. Peggio ancora, non può fermarsi neanche volendo. Perché vive nella menzogna, e ovunque pensi di fermarsi la verità lo raggiungerà prima o dopo. 

“Le persone sanno solamente quello che gli racconti”.

È una bella conversazione quella tra lui e il poliziotto. Un po’ come tra Light ed Elle, se qualcuno ha visto Death Note. Se non l’avete visto lo consiglio vivamente. In ogni caso, vediamo come non sia per niente facile fare il falsario, ma una volta che ci prendi la mano puoi diventare molto molto bravo in poco tempo

Ricordiamo che secondo alcuni basta conoscere il 20% di qualcosa per fare l’80% di quello che ti viene richiesto. Magari è anche grazie a questo che Frank riesce a farsi passare per medico laureato ad Harvard, e a lavorare come medico per un po’. Nonché a diventare avvocato in due settimane. Un intelletto sfaccettato il suo, e mirabilmente votato all’imbroglio.

Questo ragazzino è riuscito a diventare un medico, un avvocato e un pilota di linea. Complimenti, che altro? Tutto perché ha capito una sola cosa: che la gente vede solo quello che vuole vedere.

Verso la fine del film ho avuto un momento in cui mi son detto: sì certo, ha fatto qualche assegno falso, ma alla fine è soltanto un ragazzino che prova a farsi una vita in un mondo difficile. Non credi? Voleva una vita dignitosa per sé e per suo padre. Chi non si rispecchia in questo desiderio?

“Tutti i gioielli, tutte le pellicce. Mi riprendo tutto papà. Mi riprendo tutto. Me lo riprendo io”.

Un desiderio così semplice, che porta su una strada così sbagliata. 

Il più grande nemico di ogni ragazzo è sempre suo padre e non sarà mai diversamente da così. 

Mi piace come romanticizzino il tutto, e mi piace che nonostante ti dicano da subito che lui verrà catturato ti facciano pensare durante tutto il film che riuscirà a scappare. E pensare che inizia tutto da una strana passione per le etichette. Dalle risate che ti fai quando realizzi quanti errori puoi fare nell’imitare un ruolo, perché chi conosce il ruolo vedrà sempre solo quello che vuole vedere. 

Sono belli questi film mezzi thriller in cui tifi per il cattivo, in cui ti perdi l’idea che sia un film e vuoi solo vedere come finisce

Notiamo che andando avanti cambia la qualità degli assegni che contraffà. Dal falsificarli con degli adesivi di modellini di aeroplanini al falsificarli con gli strumenti adatti, allo stamparli con una cavolo di stampatrice da due tonnellate. C’è qualcosa di innegabilmente bello nell’entrare dentro qualcosa – immagina sapere tutto di frodi bancarie. Quando sei così esperto di un argomento che lo conosci dentro e fuori, ci hai fatto tutte le esperienze possibili. 

Quando viene preso è comunque un bel momento, è difficile non vedere 12 anni di isolamento come una possibilità.

Anche nel caso del falsario, basta imparare a fare qualcosa per vivere. Certo ha imparato a fare il falsario e non altro, ma è stato bravo. È un ragazzo talentuoso alla fine. Immagina studiare per due settimane e superare l’esame di avvocato in Louisiana. E ovviamente quando sei il miglior falsario del mondo chiunque vuole averti a lavorare al suo fianco. Certo, devi lasciare le comodità del freelancer se ti assume l’FBI, ma non è male lavorare in società. 

“Allora chiedimi di fermarmi”.

“Non puoi fermarti”.

Alla fine lui non ha mai fatto male a nessuno. E se l’obiettivo è solo vivere una vita buona, bella, con delle persone che puoi chiamare amici, direi che ce l’ha fatta. Certo non ha seguito la strada più ortodossa. Ma mica era un luterano dopotutto. Potrebbe aver rubato un po’ di soldi a qualche banca. Ma sono un ente così astratto che non penso qualcuno possa mai sentirsi in colpa per questo. Certo non si fa, ma chi ci ha perso davvero? 

Senza far male a nessuno un ragazzino scappato di casa è riuscito a vivere una vita da sogno, piena di emozioni, con un intelletto fuori dal comune e capacità relazionali di un livello estremo. 

Possiamo fare altro che ammirarlo?

E, come vien detto riguardo alla pellicola: 

“Il film si basa sulla vera storia di Frank Abagnale Jr., che tra il 1964 e il 1969 riuscì a incassare centinaia di assegni falsi in 26 Paesi del mondo e in tutti gli Stati Uniti. Frank Abagnale scrisse la sua autobiografia quando era già stato rilasciato. Successivamente, Abagnale ha continuato a lavorare nel settore finanziario, contribuendo allo sviluppo delle tecniche anti-contraffazione delle banche, disegnando anche nuovi tipi di assegni”.

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