DI ALBERTO GROMETTO
«Un film è la vita a cui sono state tagliate le parti noiose».
Sir Alfred Hitchcock
Sulla carta, il film di un tizio che all’inizio della storia pulisce cessi pubblici tutti i giorni tutto il giorno, nel mezzo prosegue a pulire cessi pubblici tutti i giorni tutto il giorno e alla fine… indovinate un po’?… continua a pulire cessi pubblici tutti i giorni tutto il giorno… non sembra essere esattamente un prodotto invitante, o comunque una pellicola troppo esaltante o avvincente, vero?

Soprattutto se comparato ad uno di quei grandi mega-blockbuster spara-tutto odierni, o anche ad un bel kolossal bellico, o ad una di quelle epiche saghe fantasy! Il Cinema del resto serve a questo, a raccontare cose emozionantissime ed adrenaliniche e che siano tutte rigorosamente leggendarie! Tu vedi un film proprio per dimenticarti quanto barbosa e noiosa e spaventosamente tediosa sia la tua piccola, grigia vita monotona e sempre uguale a sé stessa!
Oppure no?
Se le cose stanno così, perché allora dovrebbero fare un film in cui non succede niente di niente?
Che la faccenda sia molto più complicata di come l’ho spiegata?
Nessuna esplosione o combattimento o sparatoria in questo caso. Ma solo le giornate tutte pressoché identiche di un uomo solo e taciturno che, sempre-presente-in-scena, in una pellicola di due ore parlerà, sì e no, un minuto e mezzo in totale a dir tanto. Un uomo che la mattina si sveglia, va al lavoro, pulisce cessi, mangia e poi prima di addormentarsi si legge un libro. E basta. Una storia che non è per niente una storia ma è vita, quella barbosa e noiosa e spaventosamente tediosa, piccola, grigia vita monotona e sempre uguale a sé stessa di cui parlavamo prima!
Se ci riflettete un momento, a cosa serve il MONTAGGIO in un film? Prendiamo ad esempio un capolavoro targato 1972 che tutti conosciamo: IL PADRINO. L’epopea sensazionale e senza tempo di una famiglia criminale narrata dal Maestro Francis Ford Coppola è una vicenda che copre un arco narrativo di oltre dieci anni. Qualcuno potrebbe però dire: È la storia incredibile di alcuni uomini che in oltre un decennio… non vanno MAI in bagno!
Il senso di questa provocazione è che, in effetti, noi non vediamo mai, in una sola scena di un film che sfiora le tre ore di durata, i protagonisti andare alla toilette per soddisfare le loro esigenze corporee. Ma questo non significa che non siano andati in bagno per quei dieci anni: ci sono andati eccome, solo che non ce lo hanno mostrato. Hanno “tagliato via” i loro momenti in bagno, e lo hanno fatto attraverso il montaggio. E lo hanno fatto perché non erano importanti, perché non servivano a niente per quello che il film voleva raccontare. E a noi non serve vederli andare in bagno per sapere che ci sono andati. Lo diamo per scontato.
Ecco: quei momenti come andare in bagno, aspettare di essere serviti in un ristorante, guidare mentre si va al lavoro… tutti quei momenti in un film non li troverete mai, vengono “tagliati”. Perché sono quegli inutili momenti di niente che non contano nulla e di cui è fatta la Vita, ma non una Storia. E questo perché le Storie sono sempre superiori alla Vita.
Eppure… eppure esiste un SENSAZIONALE CAPOLAVORO MONUMENTALE come questo qua, che è fatto quasi esclusivamente di questi inutili momenti di niente che non contano nulla!!!
E ragazzi, dico davvero, voi non avete idea di quanto sia INCREDIBILE E PAZZESCO E IMPENSABILE E STRAORDINARIO E MICIDIALE E INSPIEGABILE come quel geniaccio assurdo del regista WIM WENDERS (che ne ha anche scritto la sceneggiatura insieme a TAKUMA TAKASAKI) riesca nell’impresa impossibile di concepire un gioiello del genere e al tempo stesso farci venire la voglia di vederne di più, al punto che quando finisce tu chiedi a metà tra l’incredulo e l’estasiato: Ma come? È già finito?

Fosse durato altre dieci ore, io sarei rimasto seduto in sala a vedere quel tizio pulire cessi per altre dieci ore! E ben contento di farlo! Datemene di più, volevo gridare!
La Vita è fatta di cazzate. Se non sono noiose, si tratta comunque di cose che non ti portano a niente: stare a sentire in un ristorante due tizi che litigano di fronte ad una partita in televisione, oppure vedere tutti i giorni lo stesso strambo senzatetto abbracciare un albero. In che modo ti tornerà utile tutto questo? Forse diventerai più ricco? Il tuo conto in banca aumenterà? Son cose che ti daranno da mangiare? Di che vivere? Magari son cose che ti fanno sorridere lì per lì, ma basta. E quindi… quindi sono forse cose senza importanza?
Sì, son cose senza alcuna importanza. Però su una cosa possiamo essere certi:
Quando ognuno di Noi giungerà alla fine della sua corsa terrena, e toccherà a tutti prima o poi, tante cose le avremo dimenticate lungo il tragitto, perse per sempre, scordate irrimediabilmente. Non ti ricorderai del giorno in cui hai ricevuto il primo stipendio, o quante tasse hai pagato nel ’72, o con quale voto di storia sei uscito alla fine del primo trimestre del penultimo anno di liceo. Ma ci ricorderemo invece delle stronzate che non contano assolutamente niente, che sono inutili, senza senso. Che non ci hanno reso nemmeno di un centesimo più ricchi. Eppure ce le saremo ricordate per tutta la vita. Perché sono questi momenti, del tutto inutili e insensati, la vera ragione per cui vale la pena essere qui su questa Terra e vivere la Vita. Le cose più importanti e preziose che abbiamo.
È questo il motivo per cui tale perla è tanto eccezionale e sovrumana. Perché Tu puoi essere un genio Premio Nobel così come un uomo che pulisce cessi pubblici tutto il giorno tutti i giorni. Quello che fa la differenza è come guardi alla Vita, e se riesci a coglierne sempre la sua insensata, folle, stralunata bellezza incandescente. Nel nostro mondo ci sono più mondi e ognuno ha il suo, dice l’incantevole protagonista in uno di quei pochi e rari momenti in cui parla nel film. Quest’uomo vive nel nostro stesso, grigio, triste mondo… eppure per lui sa essere meraviglioso, e questo perché lui è un collezionista di piccoli, inutili momenti in cui invece c’è così tanta straordinarietà. E lui quei momenti li vive tutti e li conserva dentro di sé.
Come quella volta che vide un abbraccio che non doveva vedere. Oppure quando giocò con uno sconosciuto a “calpestare la propria ombra”. O ancora quella partita a tris, condotta a distanza, con non-si-sa-chi. Riuscire a farci dimenticare che stiamo vivendo la vita mentre guardiamo un film è l’impresa straordinaria che ogni cineasta vorrebbe realizzare, ma farti innamorare della Vita attraverso un film… beh, questo è qualcosa di talmente assurdo che anche il solo pensarlo è assurdo!
Eppure è questo il tipo di viaggio che ci fa fare questa pellicola, accompagnati per mano, lungo questo percorso alla scoperta della meraviglia che ci circonda, dall’attore Kōji Yakusho, immenso e al tempo stesso magnetico per come restituisce il ritratto di un uomo che parla e parla tantissimo, senza mai usare le parole ma solo gli occhi, la mimica, le espressioni facciali. Non a caso giustamente premiato al Festival di Cannes come Miglior Attore.


La Vita, certo, resta piena di imprevisti. Come quando ti ritrovi ad aiutare il tuo giovane e sciocco assistente innamorato, oppure quella volta in cui hai ricevuto una visita inaspettata, o ancora il momento in cui hai dovuto accogliere un nuovo collega sul lavoro. E oltre che piena zeppa di imprevisti, la Vita resta molto difficile, e anche triste. Vivere ognuno nel suo mondo porta all’incomprensione, si sa.
Però, anche quando tutto sembra così triste e sconsolante, ricordatevi delle ombre degli alberi viste sui muri e che siete rimasti a osservare, nell’attesa di poter rientrare nel bagno che stavate pulendo. E sorridete. E rendetevi conto di essere vivi, e di poterle vedere quelle ombre, che sono uno spettacolo. E rammentate che c’è Bellezza intorno a voi, e che ne fate parte. E allora siatene grati.
Esiste un termine tedesco: DASEIN. Significa l’Essere Qui e Ora, Adesso, Proprio In Questo Momento. Basta solo aprire gli occhi per rendersene conto. È la terza volta che nomino il 1972 in questo articolo: l’anno in cui venne composta la canzone di Lou Reed da cui prende titolo il film, «PERFECT DAY». Chiudiamo citandola, e ricordando che qualsiasi cosa tu faccia, basta semplicemente amare quel che fai e allora quella sarà la giornata perfetta. E potresti anche aver pulito cessi tutto il giorno. Se ami farlo, e se ami le ombre di quegli alberi proiettate sui muri delle toilette, allora quelle giornate tutte uguali saranno veramente perfette.


Se ami il Cinema, pigia qui!!!
Se credi che la Perfezione non esista, allora leggiti questo!!!