La Più Grande Sfida Tra Le Grandi Sfide Del 2023: LA BOMBA ROSA TARGATA «BARBENHEIMER»!!!

DI ALBERTO GROMETTO

Sì, sì, sì! È proprio il momento che tutti aspettavamo: Mai è stato tanto desiderato, mai è stato tanto agognato, mai è stato così tanto sognato l’arrivo di una Bomba. E no, non sto parlando delle due orrende e nefaste sganciate per ordine del Presidente degli Stati Uniti D’America Harry S. Truman su Hiroshima e Nagasaki in Giappone il 6 e 9 Agosto 1945. Qui stiamo parlando di una bomba rosa, fatta esplodere il 21 Luglio 2023, una di quelle che porta Vita! Quantomeno, riporta la Vita al Cinema!!! 

Un fenomeno come quello del BARBENHEIMER è qualcosa di mai visto o sentito prima. Nemmeno immaginato o pensato. Il Caso ci ha colpito tutti di sorpresa, all’improvviso, senza che ce lo aspettassimo. Non solo un delirio del mondo del Web come ce ne sono tanti, ma qui siamo in presenza di un qualcosa che travalica e supera i meri confini di Internet per andare a coinvolgere la nostra intera società globale. Globale, non solo cinematografica. Trattasi di un fenomeno collettivo di proporzioni internazionali e di tale statura storica che ha già segnato un’epoca ed è diventato Leggenda. 

Magliette, gadget, promozioni, poster, manifesti, trailer, meme, gif, sketch, eventi, pubblicità di tutti i tipi: il Mondo si è fermato per tingersi di rosa ed esplodere nel Sacro Nome del Cinema!!! E se pure Wikipedia ha dedicato una pagina al tema, significa che forse tra decenni e decenni si parlerà ancora di quando, senza che nessuno se ne fosse reso conto, venne deciso che i due film più attesi (senza rivali!!!) di tutto il 2023 uscissero lo stesso giorno (quantomeno in America, ma anche nella stragrande maggioranza del resto del mondo). E allora noi potremmo dire: Io c’ero!

Da una parte il fashion super-fashion BARBIE: il film più inaspettato che possa esserci sulla bambola più famosa di sempre, venduto come una stronzata e che invece imprevedibilmente ti fa capire qualcosa di veramente molto profondo su te stesso in un fiume-mare-oceano di risate continue e pure tra qualche lacrimuccia commossa,  pellicola nata per far soldi e che invece grazie alla sua Autrice e cioè la MERAVIGLIOSA GRETA GERWIG diventa un’occasione per fare Arte vera e trasmettere un messaggio, un significato, una visione precisi. 

Dall’altro lato il tesissimo e drammatico OPPENHEIMER: il film storico-biografico sul Padre della Bomba Atomica col quale il MAGNETICO CHRISTOPHER NOLAN mostra al mondo intero fino a che punto di bassa bassezza può scendere l’Essere Umano. La tensione, l’ansia, l’angoscia salgono di fotogramma in fotogramma in attesa di quel BOOM, dopo il quale niente sarà più come prima. E il fatto è che tutti sanno e sapevano quale strada, terribile, si stesse imboccando: lo sappiamo noi che guardiamo il film, e lo sanno anche loro che sono dentro quel film.

Cosa hanno in comune queste due pellicole? Assolutamente nulla! Se non la data di uscita. E il fatto di essere così tanto desiderate. E anche se l’Italia è una di quelle poche Nazioni in cui si è dovuto aspettare un mese tra un film e l’altro, il BARBENHEIMER ha colpito anche qui: folle urlanti vestite di rosa hanno preso d’assedio le sale cinematografiche, mentre un mese dopo i biglietti per Oppy erano andati a ruba con settimane di anticipo! 

Ma ora la domanda che ci stiamo facendo tutti, la domanda a cui il Mondo intero vuole una risposta, è: 

BARBIE o OPPENHEIMER??? 

OPPENHEIMER o BARBIE??? 

Insomma: chi è il più bello tra i due? Chi vince questa Grande Sfida, la più GRANDE del 2023?

Le testate giornalistiche e le redazioni cinefile rispondono tutte o quasi allo stesso modo: Sono due film troppo diversi, è impossibile un raffronto. 

Beh, Noi siamo MERCUZIO AND FRIENDS. E Noi di MERCUZIO AND FRIENDS ci mettiamo la faccia e vogliamo rispondere a quella domanda, eccome se vogliamo! Non importa quanto ci criticheranno o martorieranno, mettetevi l’anima in pace, voi del Team-Barbie e del Team-Oppy: dopo un’attenta e accurata e meticolosa analisi, M&F procederà a dichiarare e incoronare il Vincitore Assoluto!!! 

Abbiamo dunque detto di avere a che fare con due film profondamente diversi. Da una parte una pellicola di fantasia coloratissima molto pop e assolutamente surreale che fa dell’assurdo e dello humour sarcastico il suo marchio di fabbrica. Dall’altro lato un biopic nero e tragico e serio serio che ci racconta lo schifo che alberga nell’Essere Umano senza fare sconti di sorta o addolcirci l’amara pillola.

Greta Gerwig e il compagno Noah Baumbach, una delle più straordinarie coppie d’Artisti e Geni che il Cinema può vantare di avere, scrivono una sceneggiatura che prende un oggetto così innocente e conosciuto come la bambola Barbie e ci fanno un film che non è per nulla innocente e che nei fatti sembrerebbe essere una commercialata prodotta solo per tirare su soldi e far felice la già ricca ricchissima azienda di giocattoli Mattel, quintuplicandone i profitti. E in effetti lo scopo è quello. Eppure la Gerwig riesce a sfruttare l’enorme budget a disposizione, i grandi nomi del cast e la magica occasione capitatale tra le mani per realizzarsi a livello artistico e fare del vero Cinema raccontando una Storia che mescola Trash e Bellezza come pochi film sanno fare davvero.

Non mi stancherò mai di ripeterlo: non è detto che se una cosa sia trash non possa anche essere bella, e allo stesso modo se una cosa è bella non è detto che non possa essere pure trash. Bellezza e Trash fanno entrambi parte dell’Umano, sono parte integrante di noi e del nostro essere. Se riesci a realizzare qualcosa che ha entrambi, realizzi qualcosa che è assolutamente umano. Ed è questo che la Regista Gerwig, la quale si dimostra un MAESTRO MAGISTRALE, riesce a fare regalandoci un film che sotto ogni punto di vista è da applausi: da un punto di vista visivo, narrativo, interpretativo (semplicemente MAESTOSI Margot Robbie, Ryan Gosling e Will Ferrell!!!) tutto concorre per veicolare e trasmettere un preciso significato. 

La visione della Gerwig infatti afferra tutta la comicità stralunata, tutta l’ironia sopra le righe, tutto il trash che caratterizzano la vicenda narrata e li ingloba in una Storia di un’originalità pazzesca proprio perché, camuffata come un’idiota operazione commerciale volta a strappare solo sorrisi e soldi, ci racconta invece inaspettatamente qualcosa che ci tocca tutti: solo Tu puoi scegliere di essere chi vuoi. Non sono gli oggetti che hai, la casa in cui abiti, i vestiti che indossi, neppure le persone di cui ti circondi a determinare chi sei. Non è nemmeno quello che dicono di te e i ruoli che t’assegnano. Ma solo Tu sei in grado di definirti. Contro ogni stereotipo possibile. E così Barbie può scegliere di non essere Barbie, e Ken di non far parte di “Barbie & Ken” ma di essere abbastanza per conto suo.

(Greta Gerwig durante le riprese di “Barbie”)

Riguardo alla cupa cupissima vicenda del fisico degno del Nobel, invece, non troviamo né risate né colori, a parte il bianco e il nero e il rosso fiammeggiante da esplosione. È buffo, ma tra le tante scene in cui parlano della potenza devastante di quello che stavano andando a creare, tra i tanti discorsi gravi e seri, tra le tante sequenze tese e tragiche… quella che, secondo me, fra tutte rimane la più esplicativa di quello che è il tema di «Oppenheimer» è una delle, rarissime, comiche. La quasi totalità del film tende infatti ad essere drammatica, i momenti di allegria e risata si contano sulle dita di una mano a cui è stato mozzato qualche dito. Eppure c’è un piccolo, minuscolo momento in cui si ride a crepapelle, di gusto. Ve lo descrivo: Oppenheimer si trova nell’ufficio del Segretario di Stato con altri grandi capi. È già stato deciso che saranno due le bombe da sganciare: una per dare una dimostrazione della “potenza di fuoco” di cui l’America dispone, la seconda per far capire che useranno questa “potenza di fuoco” senza soluzioni di continuità fino a quando non vi sarà la resa. Deve essere ancora scelto dove verranno sganciate. Il Segretario di Stato ha in mano un elenco di dodici città giapponesi, ma ne esclude subito una: Kyoto. Infatti c’è stato in luna di miele con la moglie: una città deliziosa!, aggiunge sorridente. 

Ecco, questa piccola scena tutta da ridere, per quanto possa sembrare assurda e messa solo per strappare un sorriso, in realtà si è paradossalmente rivelata per me un “magico momento rivelatore”. Con questa gag ci viene invece impartita una lezione immensa che ha del fondamentale: le grandi scelte che influiranno non solo su milioni di vite ma su intere generazioni a venire, che cambieranno il Corso degli Eventi e che avranno un impatto decisivo su ognuno di Noi e su tutta la Storia, sono comunque dei semplici e piccoli esseri umani a prenderle. Esseri umani con le loro piccole storie, le loro piccole emozioni, i loro piccoli problemi. E l’essere umano, per natura, non può prescindere dal suo essere umano: non è che, siccome sei un Segretario di Stato o un geniale e brillante fisico da Premio Nobel, questo significa che sei in grado di pensare senza alcun pregiudizio e senza lasciarti influenzare da come sei fatto tu e da quella che è stata la tua vita. Come è possibile, mi chiedo talvolta io terrorizzato, entrare ad esempio in una cabina elettorale e scegliere un’unica persona a cui dare in mano tutto il potere e che dovrà prendere tutte le decisioni importanti? Chi te lo dice che quella persona un giorno, siccome da bambino gli rubavano il gelato, non vieti la produzione a tutte le gelaterie di tutta la Nazione per quello che è alla fine dei conti un piccolo, miserrimo, fatto personale?

È così che funziona, l’umano. È così che è sempre stato ed è così che sempre sarà. Ed è in questo che sta tutto il senso del film di Nolan. Che immane fiammata, che botto terribile, che magnifica esplosione… ma tutta quella grandezza e quella onnipotenza e quel frastuono è stato un semplice essere umano a produrli: J. Robert Oppenheimer. Che si crede un Genio, che si crede l’Uomo del Suo Tempo, che si crede un Fisico da Premio Nobel. A parte che potrai anche essere un fisico da Nobel ma quel premio, oh Oppenheimer, tu non l’hai mai vinto, io credo ci sia qualcosa che tu abbia dimenticato: sei solo un essere umano. Hai ammazzato tanta gente per dimostrare di essere più di questo. Hai fatto la Storia, certo. Per farla hai portato Sangue, Morte e Distruzione. Ma a te interessava solo essere Leggenda. Non ti importava del come. Ma alla fine rimani solo e soltanto un essere umano e niente di più. La teoria arriva fino ad un certo punto, ripetono in continuazione nel corso del film. In teoria la Bomba doveva salvare il mondo dalla malvagità nazista. Ma la pratica è ben diversa: i nazisti si erano già arresi e la Bomba venne usata su un popolo, quello giapponese, che stava perdendo. Tu, Oppy, quel BOOM lo volevi comunque, a prescindere, e hai spinto perché ci fosse. 

(Christopher Nolan durante le riprese di “Oppenheimer”)

Oltre ad essere una magnifica dimostrazione di quanto il Cinema possa essere vario e diverso e totalmente originale, il BARBENHEIMER (sembra quasi il nome di una birra tedesca!) è la prova autentica di come, pur nella totale dissomiglianza quasi diametralmente opposta, v’è una fortissima vicinanza che nasconde più di una similitudine. Esatto: non sono poi così diversi, da un certo punto di vista. In che modo s’assomigliano il film che racconta la storia (quella inventata di sana pianta, con la s minuscola) della “fashion doll” per eccellenza e la pellicola che ci narra la Storia (quella vera, con la S maiuscola) del direttore del celeberrimo «Progetto Manhattan» che portò alla costruzione e realizzazione delle bombe atomiche? 

Innanzitutto entrambi sono monumentali esempi evidenti di come quello che più conta e vince, non solo nel momento in cui si fa del Cinema vero, ma nel momento in cui ci si approccia ad una qualsiasi storia e si decide di raccontarla, è lo Sguardo. Lo sguardo autoriale, la visione di chi quel film lo realizza, ciò che si vuole raccontare per davvero. 

È lo Sguardo che si posa sull’oggetto da narrare, più che l’oggetto stesso, a fare la differenza. È il modo di raccontare che cambia ciò che viene raccontato, non il contrario. Per questo qualsiasi storia, dalla più sciocca e demenziale che ci sia fino ad arrivare alla più seria e tragica possibile, merita sempre e comunque la S maiuscola. Questo significa raccontare Storie: e cioè farlo come se quella fosse la cosa più importante di tutto il mondo.  

Ambedue i film sono una straordinaria lezione in questo senso. E condividono un’altra precisa caratteristica: partono da qualcosa che esiste (in un caso uno dei giocattoli più venduti della Storia, nell’altro la Storia vera del fisico Oppenheimer) per confezionare un racconto che va al di là dell’oggetto narrato e il cui scopo è, alla fine, parlare di qualcosa che ci riguarda tutti e che parla a tutti. Anche a chi non ha mai giocato con le bambole o visto un bomba esplodere. Ed entrambi, nel fare questo, vogliono essere attuali, ma di un’attualità eterna. Da una parte BARBIE e le lotte per quanto concerne le differenze di genere tra Donna e Uomo. Dall’altro lato OPPENHEIMER e la Guerra tra esseri umani che, pur di vincere e raggiungere il successo e fare la Storia, sono disposti ad ammazzarsi e uccidersi, fino ad arrivare a rendere tutto Polvere e Sangue. 

Tornato a casa dopo «Oppenheimer», e sembrerà un’esagerazione ma fu proprio così che andarono le cose, un lampo di una luce bianca bianchissima illuminò tutto l’interno della mia casa. Quasi un minuto dopo un rimbombo pazzesco m’invase. Uno dei più violenti temporali a cui abbia mai assistito. Quel frastuono sovrumano m’ha fatto ripensare alla visione da cui ero reduce: Nolan ci regala una Storia d’una cupezza micidiale, l’esplosione ancora risuona nelle nostre orecchie e l’abbiamo impressa nei nostri occhi, così come il viso scavato del protagonista Cillian Murphy che interpreta un uomo che vuole essere sopra gli altri, segnare un’epoca, cestinare Albert Einstein. E ci riesce, ma cestinando vittime innocenti, uomini giusti che non avevano colpe se non quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. 

Se Nolan, che forse vincerà il suo primo Premio Oscar come Regista, ci regala un classicissimo biopic (genere spesso scivoloso, ma da lui gestito con la freddezza e la precisione di un killer) mettendoci però del suo come ad esempio l’audacia memorabile dell’impianto audio-visivo e l’assoluta tipica nolaniana a-linearità temporale del racconto, Gerwig ci fa dono di un film epocale che ha del rivoluzionario; e non solo perché lascia tutti a bocca aperta con una Storia vera e profonda e nuova che parla di Noi e che da Barbie proprio non ci aspettavamo mai più, ma perché da una parte dimostra che la Bellezza può nascondersi in ogni dove e anche nei luoghi più impensabili, mentre dall’altro canto prende quelli che sono gli stereotipi su sessismo, femminismo, maschilismo e sugli stessi stereotipi e stereotipando tutto al massimo realizza qualcosa che è tutto tranne che scontato e banale, ma il Trionfo dell’Originalità! Eh sì, la Mattel e tutte le altre aziende di giocattoli ci proveranno ad imitare il successone rosa di «Barbie» realizzando franchising che non finiranno più e che ci stuferanno, ma intanto questa pellicola ha dimostrato che niente può essere giudicato in base a dei pregiudizi, nemmeno un film fatto per soldi su una bambola che più stereotipata non si può! 

Dunque chi vince? 

Hype alle stelle, buzz a tutto andare, tormentoni a non finire! 

Il CINEMA, ecco chi è il vero Assoluto Vincitore: è il Cinema vero che vince, siamo tutti Noi che vinciamo, tutti coloro che torneranno in sala e capiranno che quello è il posto migliore che ci sia su tutta la faccia della Terra!!! Tanti vanno dicendo da anni che il Cinema è morto o che sta morendo, eppure questo fenomenale BARBENHEIMER sembra essere la RESURREZIONE, per non dire la SALVEZZA!!! 

Lo so, lo so: non siete soddisfatti, vero? 

Volevate un vincitore. E così invece sembra solo che abbiamo fatto la figura dei pagliacci

Certamente da un punto di vista prettamente economico, a trionfare è senza ombra di dubbio «Barbie» che rientra al momento nei venti più grandi incassi di tutta la Storia della Settima Arte. E chissà fin dove potrà arrivare. 

Anche se comunque, benché non epocale come quello del suo amico-nemico rivale, pure «Oppenheimer» ha goduto di un successo strepitoso.

Beh, entrambi hanno tratto molto beneficio da questo «Barbenheimer» che rimarrà nella Storia: si racconterà di come vedendo «Barbie» qualche spettatore abbia sentito nella sala accanto lo scoppio della bomba del film di Nolan, oppure di come la moglie del figlio del cugino di terzo grado del fisico si chiami Barbara Oppenheimer e che da giovane era soprannominata come la nota bambola. Le leggende fioccano e fioccheranno negli anni a venire. 

Sì, okay: ma quindi chi ha vinto? 

Va bene, solo perché siete voi! Dunque, tra BARBIE e OPPENHEIMER, il Grande Vincitore della più Grande Sfida tra le Grandi Sfide del 2023 è…

Rullo di tamburi, suspense, trattenete il fiato

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è

SIAMO SPIACENTI, MA PER RAGIONI DI NATURA LOGISTICA DOBBIAMO CHIUDERE L’ARTICOLO QUI. SE VOLETE CONOSCERE IL RESTO, SICURAMENTE OFFRIRE UNA CENA ALL’AUGUSTO DIRETTORE E PORTARLO FUORI A SVAGARSI UN PO’ DOPO TANTO DURO LAVORO POTREBBE FARLO PARLARE. SPECIE DOPO UN PAIO DI BICCHIERI.

Se ti è piaciuto questo articolo, leggi gli altri pezzi della nostra rubrica «La Grande Sfida»!!!

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Se invece preferisci i botti cupi e il tragico lato scuro dell’Umano, quello su «OPPENHEIMER» è l’articolo che fa per te!!!

Mercuzio and Friends è un collettivo indipendente con sede a Torino.

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