DI ELODIE VUILLERMIN
La Läckberg si lancia in una serie di “deliziose storie al veleno, che sembrano il frutto di un’indagine a quattro mani tra Agatha Christie e Mary Higgins Clark” (parole di Marie France). Si distacca dai romanzi, ma i loro marchi di fabbrica si fanno sempre sentire.
RACCONTI DA BRIVIDO
Ogni racconto è una suspense continua, è come un’immersione in apnea da cui ne esci senza fiato. Ha una forza magnetica senza pari, ti cattura e non ti molla più finché non sei arrivato alla fine. È lì che, come una bomba a orologeria, scatta il colpo di scena. Tutto ciò che hai creduto durante i racconti si ribalta, come una moneta di cui hai visto solo “testa” e poi scopri che esiste anche “croce”. Le azioni di ognuno vengono viste sotto una luce diversa. Il confine tra ciò che è giusto e atto criminale è molto labile, l’autrice lo sa e si diverte a farlo sfumare fino a che non esiste più.
Lo stile è scorrevole e accattivante, la scrittura fluida e precisa. Ogni parola è piazzata nel modo giusto, le frasi costruite con sapienza.
Il fil rouge di ogni storia sono i rapporti di coppia o familiari. Rapporti per lo più alla deriva, distrutti, morti e sepolti. Rapporti che celano oscuri segreti dietro una facciata di calma, serenità o indifferenza.

PERSONAGGI
Abbiamo Malin, una donna che ha sperato tante volte, cercando di crescere una nuova vita dentro di sé. Ma quella vita moriva prima ancora di cominciare a esistere, di avere un nome. Un aborto spontaneo dopo l’altro, la delusione ha scavato il vuoto dentro di lei come una trivella, fino a dar vita a un cratere. La voragine non è solo dentro di lei, ma anche tra lei e il marito. E non fa che allargarsi, ancora e ancora, aumentando le distanze tra i due, sciogliendo i pochi fili del sentimento che li tengono uniti a malapena.
C’è Marianne, proprietaria di un locale che a conti fatti è una vendetta silenziosa, un’opera di giustizia controversa, l’ultimo baluardo di salvezza per donne prigioniere di mariti violenti. Nessuno meglio di lei conosce l’inferno di essere sempre contestata per le sue azioni, di non essere mai all’altezza del marito (o meglio, carceriere) nonostante l’impegno messo.
Poi una giovane donna che non esita a sacrificare la vita di sua madre per il proprio tornaconto. Un ragazzo bullizzato per il suo peso. Abbiamo perfino una comparsata di Patrik e la sua squadra, Erica e i personaggi che abbiamo imparato ad amare durante la serie I delitti di Fjällbacka, in scene che non avevamo ancora visto prima. Come il momento in cui Patrik ha scoperto che la sua prima moglie lo tradiva. O il coinvolgimento di Martin in un caso di omicidio per una questione di eredità.
Non sono personaggi infallibili, sono ben lontani da essere perfetti. Per questo è facile immedesimarsi in loro. L’autrice è, in un certo senso, affezionata a tutti e riversa su di noi tutto quell’affetto.
Come spesso accade quando è la Läckberg a scrivere, i ruoli di killer e vittima si sovrappongono e si confondono. È difficile giudicare i personaggi per le loro azioni. In poche pagine la Läckberg ti fa provare pena per tutti, perfino i più detestabili o quelli che si macchiano di omicidio.


Se ti interessa Agatha Christie, leggiti questo articolo!!!