Fucking Chic! Fate ciò che è necessario per trovare il modo: Il Filo Nascosto

DI ALBERTO GROMETTO

Amare è innanzitutto non comprendersi. E, pur non comprendendosi, voler comunque stare insieme a quella persona. Ma quanti ci riescono veramente? Il fatto che ad oggi così tanti matrimoni falliscano dipende dal fatto che ci si sia sposati troppo in fretta o per le ragioni sbagliate? Può darsi, è possibile, ma questo vale anche per quei matrimoni che durano decenni e poi d’un tratto si interrompono? Magari è solo perché l’amore è finito, ogni tanto l’amore finisce, anche se questo è terribile. Può darsi, è possibile, benché questa idea dell’amore che finisce mi ha sempre convinto poco. No, la verità è molto più ambigua, complessa e per questo tremenda da affrontare. Sì, tremenda. Credere che l’amore finisca è un conto. È triste, è dolorosissimo. Ma pensare che a volte le relazioni si interrompano, anche se l’Amore durerà per sempre… cavolo, quello significa beccarsi una bella pugnalata in pieno petto. Ma così è. Però non è possibile, come è umanamente concepibile che l’amore non sia sufficiente a tenere in piedi una relazione? Beh, non lo è. E lo dico con profonda amarezza personale, non credete! Ma se c’è una cosa che m’ha insegnato il mio vivere qui su questa Terra e vedere tanti rapporti d’amore sgretolarsi di fronte ai miei occhi, è che l’amore, l’affetto e il volersi bene non sono sufficienti a tenere in piedi una relazione, proprio no. Per quanto assurdo e inquietante possa essere, ho capito che anche se un rapporto non esiste senza amore, l’amore non basta a preservarlo. Serve qualcos’altro. Cosa non lo so, non ne ho idea. Ma io non ci ho mai capito niente, che volete farci? Però qualcosa mi dice che sono tanti a questo mondo a non avere idea di cosa sia quel qualcosa, oltre l’amore, che serve ad una relazione per poter esistere. E che fare allora? Accettare che le cose vadano così? Molti lo fanno certo, ma altri no. Altri devono trovare un modo. Un modo di stare insieme. È quello che hanno fatto il sarto d’alta, altissima moda Reynolds Woodcock e la sua Alma. O è lui che è suo? 

Spesso può capitare di imbattersi in quella persona che, per ragioni tutte sue e che avranno sicuramente un senso e una logica, ti tiene a distanza. Mette una distanza fredda, glaciale, gelida tra se stesso e chiunque altro. Questo è Reynolds, che ha le sue fisse, le sue manie, le sue ossessioni. I suoi riti maniacali. La sua indisponenza opprimente, arroganza soffocante, presunzione insopportabile. Ha i tormenti del suo passato. Ha la madre, che non c’è più, ma a cui lui pensa tutto il tempo. E gli manca. C’è tutto questo a tenerlo distante. Non esiste parola migliore di questa: distanza. La sola e unica persona che può avvicinarglisi è quella che lui chiama affettuosamente la sua «Tale E Quale». Trattasi di sua sorella Cyril, la sola che sa come prenderlo. Reynolds è fatto così, incontra una ragazza, questa rimane affascinata e incantata da lui e dal suo charme e dal suo modo di concepire la perfezione assoluta che lui brama raggiungere sempre e costantemente. Ma alla fine se ne stufa, lei si accorge che lui è un bluff, un tipo irraggiungibile e probabilmente vuoto ma ancora vuole provarci a stare con lui… ma lui se ne stufa prima e chiede alla sorella di scaricarla a nome suo. Poi un giorno incontra Alma. Lei è diversa dalle altre? No, per Reynolds no. Ma il fatto è che lei è diversa per davvero. Diversa perché lei non si lascerà mettere da parte dalla possessiva sorella, perché lei sa che lui non è vuoto per niente, perché lei farà tutto ciò che è necessario per trovare un modo, un qualsiasi modo di stare insieme.

Ah, certo, non sarà affatto facile. Scontri, incontri, avvicinamenti seguiti da distanza assoluta. Ma lei un modo penserà di averlo trovato. E non ha nulla a che fare con il romanticismo o il bello dello stare insieme o qualsiasi cosa rosa e colorata e positiva vi venga in mente. Ha a che fare con l’essere malati e morbosi e disposti a tutto, ma proprio a tutto! Tutti siamo dei malati, accettiamolo. L’Amore non deve essere malato, direbbe qualche benpensante perbenista borghese dei miei stivali.

Ma l’Amore, per sua stessa natura e definizione, è malattia. Malattia allo stato puro. I tormenti, le ossessioni, lo stare male per qualcuno… tutto questo è malattia. E con la malattia puoi fare solo due cose: assecondarla, oppure abbandonarti completamente ad essa.

Io ringrazio il Cielo ogni giorno che esista una divinità immortale, perché di questo si tratta, quale è PAUL THOMAS ANDERSON: cuore, mente, perno, fondamento, sceneggiatore unico, regista, ideatore, soggettista unico, pure direttore della fotografia… di «Il Filo Nascosto». Lui è Colui che m’ha cambiato la Vita facendomi capire cosa volerne fare di questa mia esistenza. E qui racconta, racconta in maniera così schietta e più che perfetta (e infatti la mera perfezione è noiosa, per questo il sarto Reynolds che cerca perfezione dappertutto è uomo noioso e fastidioso) qualcosa che ci riguarda tutti in quanto esseri umani, come solo le Grandi Storie sanno fare, e PTA lo fa immergendosi totalmente lì dentro, fino alla punta dei capelli, e ogni volta riemerge per cambiare non solo la Storia del Cinema ma il nostro stesso modo di guardare alle cose. Una Storia esiste perché deve saperci raccontare qualcosa di Noi. Vedere i suoi film, che per me sono più che film, significa vedere noi e la nostra vita. Naturalmente vado ancor di più in brodo di giuggiole quando penso che il protagonista di questa pellicola è interpretato dal MIO PIÙ GRANDIOSO E GLORIOSO IDOLO in fatto di Recitazione, e cioè DANIEL DAY-LEWIS, che è e rimarrà in eterno IL PIÙ GRANDE ATTORE MAI ESISTITO. Punto. Non dimentichiamo ovviamente le altre sublimi interpretazioni (certo che solo PTA è capace di far sì che le sue attrici e i suoi attori regalino le più grandi performance non solo della loro carriera ma quasi sempre della loro generazione!). La performance della divina Lesley Maville che incarna la sorella Cyril, dimostra un talento veramente impressionante. E poi naturalmente la quasi sconosciuta all’epoca Vicky Krieps, che venne lanciata da questa pellicola, l’altra grande protagonista del film, che non recita e basta, ma vive intensamente e fortissimamente tutto quello che il suo personaggio vive nel film.  

«Fucking Chic!», «Fanculo La Moda!», dice ad un certo punto esasperato, consegnando queste immortali parole alla Storia, Daniel Day-Lewis/Reynolds Woodcock alla sorella. Lui le sta dicendo che non sopporta Alma. Cyril, che una volta lo avrebbe pure assecondato, oramai si è fatta mettere da parte dallo stesso fratello, proprio come voleva Alma, e ha accettato che le cose siano andate così. Non la scaricherà per lui a nome suo. Fanculo la moda, a questo mondo bisogna fare tutto quello che è necessario se si vuole combinare qualcosa, la gente si preoccupa sempre della moda, della forma, del fatto che l’Amore non dovrebbe essere malato quando invece, lo abbiamo detto, è pura malattia. Alma lo spiega, del resto, che ha dato a Reynolds, uomo dall’esigenza assoluta, ogni singola parte di lei. È forse malattia questa? Sì. Ma rimane una malattia quando lui le dice «Mi sembra di averti cercata per moltissimo tempo» e lei gli risponde «Ora mi hai trovata»? Lì ci si scioglie, lì sono dolci. Beh, per arrivare a quella dolcezza, o meglio, per far sì che duri per sempre, bisogna essere disposti a scendere, abbassarsi e fare QUALSIASI cosa possibile. 

Il filo nascosto, ma la traduzione esatta sarebbe: filo fantasma. E non stiamo parlando della madre di Reynolds. Stiamo parlando della presenza costante di un qualcosa in un rapporto tra due persone che entrambi percepiscono ma non vedono né sanno definire o dirsi. Può essere cucita qualsiasi cosa nella stoffa di un vestito, spiega l’illustre sarto. Anche in una relazione, però. Ma se si riesce ad intuire quel filo, è possibile comprendere l’abito? O se non comprenderlo, quantomeno preservarlo per l’eternità?

Lui cerca sempre di essere quello forte, quello invincibile, quello invulnerabile e impenetrabile. Per questo è il freddo e gelido duro DISTANTE che è. Lei deve trovare il modo di renderlo quello debole, quello perdente, quello vulnerabile e indifeso. Solo così possono stare insieme. La cosa peggiore e migliore insieme, la più malata eppure la più dolce possibile, è che Reynolds capirà le intenzioni di Alma. E la asseconderà pienamente, perché lui vuole che quella relazione esista e resista, e se per farlo deve essere reso debole e perdente e vulnerabile e indifeso, ben venga. Lo trovano insieme, alla fine, il modo di stare insieme. Malato, bruttissimo, terribile, pericoloso, orrendo? Certo, certo. Ma serve per stare insieme. E non c’è niente di più bello. 

Mercuzio and Friends è un collettivo indipendente con sede a Torino.

Un gruppo di studiosi e appassionati di cinema, teatro, discipline artistiche e letterarie, intenzionati a creare uno spazio libero e stimolante per tutti i curiosi.

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