DI ELODIE VUILLERMIN
Basil l’investigatopo, uscito nelle sale nel 1986, è tratto da una serie di romanzi per l’infanzia, Basil di Baker Street, scritta da Eve Titus e illustrata da Paul Galdone. I libri, chiara parodia della saga di Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle, sono tuttora inediti in Italia, eccezion fatta per il primo. L’ambientazione è un microcosmo popolato da animali antropomorfi, parallelo al macrocosmo umano, situato nella Londra vittoriana.

Il primo libro, Basil of Baker Street (1958), vede Basil e il suo fido aiutante David Q. Dawson impegnati nella ricerca di due gemelli scomparsi, figli dei coniugi Proudfoot. In Basil and the Lost Colony (1964) il topo investigatore conduce una spedizione alla ricerca della Colonia perduta dei Tellmice, e per tutto il volume è inseguito dalla sua nemesi storica, Ratigan. Nel terzo volume, Basil and the Cave of Cats (1971), riscopre dei documenti che implicano l’esistenza dei Gatti Pigmei, una specie creduta estinta, ma prima di potersi dedicare a quel caso deve risolvere un delitto accaduto nella famiglia reale dei Bengistan e riportare il Marajah sul suo trono. Segue Basil in Mexico (1976), in cui il protagonista va in Messico a indagare sul furto di un’opera d’arte, la versione topesca della Monna Lisa, e deve al tempo stesso salvare Dawson, che è stato rapito una volta giunto sul posto. Basil in the Wild West (1982) vede Basil e Dawson alle prese con una banda di rapinatori nel selvaggio West e con un hotel apparentemente infestato dagli spiriti.
A partire dal 2018 sono stati pubblicati altre tre libri della serie, anch’essi mai tradotti in Italia. In Basil and the Big Cheese Cook-Off (2018), Basil e Dawson partono per Parigi per risolvere un mistero che minaccia una competizione di cucina famosa a livello globale. Basil and the Royal Dare (2019) vede l’investigatore e il suo fido braccio destro alle prese con la scomparsa dei figli delle famiglie reali d’Inghilterra e di Boemia. In Basil and the Library Ghost (2020), infine, Basil indaga su una presunta libreria infestata al Ratcliffe College.
Il classico Disney racconta una storia totalmente originale: la missione di soccorso di un giocattolaio, rapito da Ratigan per portare a termine un complotto volto a farsi eleggere re dei topi. L’unica cosa che prende dai romanzi sono i tre personaggi principali: Basil, Dawson e il Professor Ratigan.
Passiamo ai personaggi. Come sono in originale?
Basil non è solo uno Sherlock Holmes in versione topo, ma vive anche nella cantina dell’investigatore, aiutando i topi in difficoltà. Contrariamente al vero Sherlock, è un pessimo suonatore di violino. Suona molto meglio il flauto.
David Q. Dawson è l’aiutante e biografo di Basil come Watson lo è per Sherlock. È dal suo punto di vista che vengono raccontati tutti i libri di Titus, in maniera simile a quel che accade nei romanzi originali di Arthur Conan Doyle, e allo stesso modo è proprio lui la voce narrante nel film. In una vecchia versione dello script, il lungometraggio doveva essere tutto raccontato dal punto di vista di Basil, ma alla fine si optò per adottare la prospettiva di un Dawson appena arrivato a Londra, che sarebbe stato inconsapevole proprio come gli spettatori.

Ratigan è il nemico numero uno di Basil, basato su Moriarty, il rivale di Sherlock Holmes. Nei libri è un topo, mentre la Disney ha voluto trasformarlo in un ratto che odia essere definito tale e cerca di negare la sua vera natura a tutti i costi. Ha inoltre un fido aiutante, Doran, che nel film è stato rimpiazzato da Vampirello, un pipistrello con un’ala spezzata e una gamba di legno.
Ci sono poi alcuni personaggi esclusivi dei romanzi. Come Relda, una cantante lirica per cui Basil sembra provare qualcosa. O Mrs. Judson, la governante di casa Basil.
Anche il classico Disney ha una serie di personaggi originali, non presenti nei libri: il giocattolaio Hiram Flaversham e la figlia Olivia, la Regina dei topi (l’equivalente della regina Vittoria), Ugo il cane di Sherlock Holmes, Lucrezia la gatta di Ratigan.
Se paragoniamo invece i romanzi della Titus con le opere di Arthur Conan Doyle, notiamo differenze di tutt’altro tipo. Per esempio, Ratigan è intelligente quanto Moriarty, ma al tempo stesso è più stravagante e dotato di molta più forza bruta rispetto a lui. Oppure il fatto che Basil considera Ratigan la sua nemesi per eccellenza, laddove la rivalità tra Sherlock e Moriarty è meno feroce, tanto che in alcuni libri Holmes ha dimostrato di rispettare l’intelligenza del suo avversario.
Ma come si è arrivati alla produzione di Basil l’investigatopo? Quali sono i suoi retroscena?
La Disney nei primi anni ‘80 non era messa benissimo, complice anche il flop commerciale del classico precedente, Taron e la pentola magica. Nel reparto animazione i vecchi maestri non c’erano quasi più, ormai tutto era in mano agli animatori di nuova generazione, più giovani e desiderosi di sperimentare con nuove idee, ma al tempo stesso messi sotto pressione dal nuovo amministratore delegato, Michael Eisner.
L’idea di adattare i romanzi di Eve Titus era, come nel caso della saga fantasy di Lloyd Alexander, nei piani della Disney da molto prima. È un’idea nata nella seconda metà degli anni ‘70 grazie a Joe Hale, che aveva già lavorato a La bella addormentata nel bosco e Robin Hood. Così gli studios ottennero i diritti per adattare la serie di Basil di Baker Street. Ma il progetto risultava troppo simile a Le avventure di Bianca e Bernie, altro film con dei topi antropomorfi come protagonisti, e per questo venne accantonato per qualche anno. Fu ripreso nel 1982 da Ron Clements, grande appassionato di Sherlock Holmes, che presentò il suo progetto all’allora presidente Ron Miller e stavolta ottenne l’approvazione.
La squadra al lavoro sul film di Basil era molto affiatata, convinta del potenziale dell’animazione, laddove Eisner riponeva più fiducia nelle opere per la televisione e non in quelle per il grande schermo. La scrittura di una sceneggiatura originale e inedita, diversa in tutto e per tutto dai romanzi di Titus, fu però impegnativa e piena di ripensamenti. Fu necessario cancellare diverse scene introspettive per dare più spazio all’azione. Il budget, poi, fu ridotto da 24 a soli 10 milioni di dollari, il che costrinse a ridurre la durata del film, da 90 a 70 minuti. Venne cambiato anche il titolo originale del classico Disney, poiché si temeva di associare il nome di Basil alle vicende di Sherlock Holmes in un periodo in cui erano usciti altri film ispirati all’investigatore di Baker Street, come Piramide di paura; una scelta che il team creativo non digerì affatto.
Al momento della sua uscita in sala, Basil l’investigatopo non fu un successo clamoroso, ma comunque se la cavò bene, incassando 40 milioni di dollari al box office. In un certo senso viene ricordato come uno dei film che salvò la Disney e restituì fiducia nell’animazione. Un peccato che quell’anno fu surclassato da Fievel sbarca in America del rivale Don Bluth, e che ancora oggi sia un film tra i più sottovalutati della Disney.

