La Grande Sfida — Ghostbusters vs Howard The Duck

DI ALBERTO GROMETTO

Io chiedo scusa. Dico sul serio. Domando umilmente perdono a tutta la comunità cinefila nella sua interezza, alla Settima Arte, a tutti i suoi sacri rappresentanti, alle divinità del Cinema e a chiunque si possa essere sentito offeso da tale inusitato e audace (per non dire folle!!!) accostamento.

Da una parte abbiamo a che fare con un FILMONE che più FILMONE non si può: trattasi di una pellicola capace di costituire fin da subito un fenomeno culturale di altissimo livello e che ha fatto la Storia segnando l’immaginario collettivo globale; il numero uno nelle sale statunitensi per sette settimane di fila al punto da incassare nei soli primi sette giorni di proiezione 23 milioni di dollari e nei soli USA; il secondo maggior incasso globale cinematografico dell’anno 1984 (battuto solo da quel grand’uomo molto COOL che è il professor Indy nella pellicola spielberghiana «Indiana Jones e il Tempio Maledetto»).

Dall’altro lato, all’angolo dello sfidante, si trova invece un’opera ritenuta quasi universalmente un FILMACCIO, considerata immediatamente alla sua uscita come uno dei peggiori film mai realizzati; costato 36 milioni, ma ne ha portati a casa appena 38 e dopo essere uscito in tutto il mondo; una produzione candidata a sette Razzie Awards (i Premi Oscar dei PEGGIORI!) e che se ne è presi tre, tra cui quello come Peggior Film e Peggior Sceneggiatura. Non a caso si è guadagnata pure il titolo dispregiativo di «Howard The Turkey», e cioè «Howard Il Tacchino»

Come mai accostare due film del genere? Eh, bella domanda… dato che ad accostarli sono stato io stesso! Non saprei davvero come rispondere. Ma in realtà, scherzi a parte, delle valide motivazioni ci sono eccome. 

Dunque: «GHOSTBUSTERS» e «HOWARD E IL DESTINO DEL MONDO»!!!

Chi non conosce la canzone di «Ghostbusters», QUELLA CANZONE? Per decenni successivi alla sua uscita, chiunque… anche chi di quel capolavoro strepitoso non ha mai visto nemmeno mezzo secondo (peccato mortale al quale rimediare immediatamente!)… conosceva quell’epica canzone, sapeva che forma avessero i fantasmi e che venivano acchiappati per mezzo di apparecchi simili in tutto e per tutto a degli aspirapolvere! 

Allo stesso modo però Howard il Papero, che si presentava con quel suo bel vestito elegante e una parlantina sciolta, ha fatto breccia nell’immaginario collettivo dell’86. Tanto che a distanza di quasi trent’anni, quando fa la sua fugace apparizione nella scena post-credits del capolavoro Marvel «GUARDIANI DELLA GALASSIA» (2014) del Maestro JAMES GUNN, tutti in sala esclamarono: «Howard!». 

(Howard il Papero nel film “Guardiani Della Galassia”)

In due parole, la trama

«Ghostbusters»: simpatici fantasmi combinaguai prosperano nella New York targata anni ’80. Questi ectoplasmi ne fanno di ogni! E CHI CHIAMERAI? Loro, alcuni dei più bizzarri individui che esistano, si presentano come dei pagliacci buffoni… ed effettivamente lo sono! Ma quei fantasmi li acchiappano per davvero! Tra battute comiche irresistibili da imparare a memoria e tanti ma tanti casini da risolvere, al punto da dover salvare il mondo, questa pellicola ha fatto felici intere generazioni e continua a farlo ancora oggi. 

«Howard The Duck» (titolo originale): la storia di un papero che viveva tranquillo nel suo pianeta di papere e paperi, i quali vivono come “umani” e sono gli “umani” del loro pianeta che, a parte per il fatto che ha due Lune, è proprio come la nostra Terra. Ma per via di un esperimento scientifico, Howard si ritrova catapultato qui tra di noi. Deve trovare un modo per tornare a casa, però in mezzo spuntano altri alieni come lui, ma decisamente meno amabili e molto meno innocui. Così toccherà ad Howard salvare il mondo. 

Dunque le due storie, se ci pensate bene, non sono troppo diverse. Se escludiamo che una parla di fantasmi e l’altra di alieni, se escludiamo che da una parte abbiamo dei ricercatori (o presunti tali) e dall’altra un papero umanoide che però avrà a che fare con scienziati, la trama vede al centro l’avvicendarsi di assurdi pericoli paranormali, affrontati sempre col sorriso e l’ironia, che porteranno a dover salvare il mondo. 

Senza considerare che, alla fine, per quanto l’esito possa essere stato differente, i presupposti, originalissimi e innovativi per l’epoca, da cui partivano entrambi i film erano nei fatti simili: unire, legare, fondere, mescolare e armonizzare istanze e generi tanto diversi tra loro quali commedia, action, fantascienza, romanticismo, horror e avventura. Davvero, ce n’è per tutti i gusti: e questo perché tutte e due sono pellicole che nascono per essere trasversali. Ambedue, alla fine, sono riuscite a parlare alle masse, e il loro verbo ha attraversato le epoche.

Entrambe le vicende narrate, poi, sono contraddistinte dalla precisa intenzione di voler… sì, emozionare… ma mantenendo sempre un inguaribile, forte e spiccatissimo senso dello humour nel corso del racconto. E in questo non possiamo non citare i due protagonisti assoluti di ambo le pellicole. E, io non so voi, ma trovo esista una somiglianza veramente pazzesca tra questi due personaggi: il DR. PETER VENKMAN e HOWARD IL PAPERO!

Peter e Howard, il Leader dei Ghostbusters e il Pennuto-Alieno, sono interpretati rispettivamente da quel GENIO STREPITOSO ASSOLUTO MEGAGALATTICO CHE È BILL MURRAY e dai due interpreti ED GALE e CHIP ZIEN. Il primo, attore nano, infilato in un costume da papero gli ha dato corpo; il secondo lo ha doppiato dandogli voce.

Indipendentemente dagli sconvolgenti fatti straordinari che capitano intorno a loro, entrambi questi protagonisti rimangono impassibili, emotivamente distaccati, non si fanno toccare da qualsiasi evento accada, per quanto assurdo e bizzarro e totalmente paranormale possa essere: anzi, per quei due ogni occasione è buona per sparare una stronzata di proporzioni colossali! Ne dicono a raffica, son sempre lì pronti a fare battute sganascia-risate. Oltre questo sono pure dei seduttori niente affatto male, molto interessati ai soggetti femminili (specifico: umane!). E poi alla fine riescono sempre, in un modo o nell’altro, a trarre sé stessi e i loro amici fuori di impiccio. La sola differenza è che Bill è quasi apatico con stampata in faccia la stessa espressione sul volto con la quale però potrebbe recitare in mille e più film, mentre Howard tende ad essere più scorbutico e irritabile. Però ambedue sono cinici in un certo senso, capaci di non lasciarsi sopraffare dagli eventi che sconvolgono (LETTERALMENTE) il resto del pianeta.

Altro fatto che queste due pellicole hanno in comune: una storia di lavorazione assai travagliata, anche se per ragioni diverse. 

«Ghostbusters», che in parte fu ispirato dal celeberrimo cortometraggio d’animazione Disney del 1937 «Topolino e i Fantasmi» con protagonisti Pippo, Paperino e lo stesso illustrissimo Mickey Mouse, doveva avere in origine un cast completamente diverso. Il ruolo di Peter era stato pensato per JOHN BELUSHI, che insieme a DAN AYKROYD (uno dei due autori del soggetto e della sceneggiatura, oltre che interprete dell’acchiappafantasmi RAY STANTZ) avevano fatto la Storia con «THE BLUES BROTHERS». Purtroppo Belushi venne tristemente a mancare per overdose nell’82, una tra le più terribili tragedie nella Storia del Cinema. L’acchiappafantasmi WINSTON ZEDDEMORE, ruolo poi andato a ERNIE HUDSON, doveva essere interpretato da EDDIE MURPHY, il quale sarebbe anche stato interessato non avesse dovuto interpretare un altro Eroe degli anni ’80 e cioè Axel Foley nel cultone «BEVERLY HILLS COP». Così i quattro acchiappafantasmi che si sono consegnati alla Leggenda sono stati interpretati da: Murray, Aykroyd, Hudson e il compianto e insieme sempre immortale HAROLD RAMIS (l’altro autore del soggetto e della sceneggiatura, oltre che interprete di EGON SPENGLER). Infine LOUIS TULLY, il vicino di casa di DANA BARRETT (interpretata dalla splendida SIGOURNEY WEAVER), doveva essere del fenomenale JOHN CANDY, il quale però dovette rifiutare dato che interpretava il fratello di TOM HANKS in un altro epico cult di quegli anni: «SPLASH», diretto dal Maestro RON HOWARD. Così il ruolo venne affidato all’impareggiabile RICK MORANIS.

La cosa assurda è che pure «Howard e il Destino del Mondo» vede coinvolti grandissimi nomi, in primis quello del Maestro GEORGE LUCAS il quale, reduce dal trionfale successone planetario (se non galattico!) della trilogia di «STAR WARS» (1977–1980–1983) col quale cambiò per sempre il nostro modo di concepire il possibile e l’impossibile al Cinema, si innamorò perdutamente del papero e del suo fumetto. La LUCASFILM lo produce e la UNIVERSAL lo distribuisce, pensando che erano soldi a palate, considerando il nome di Lucas. Inizialmente doveva essere un film d’animazione, poi venne cambiata idea perché serviva al più presto una pellicola che potesse essere il successo dell’estate, così si opta per la dispendiosissima e decisamente discutibile tecnica dell’animatronic. «Non puoi mettere un nano in un costume da papero e sperare che la cosa funzioni!» dichiarerà molti anni più tardi al festival cinematografico di Tribeca nel 2015 lo stesso Lucas. Il film serve alla svelta, vengono utilizzate tre troupe in contemporanea, i ritmi sono infernali, Ed Gale dentro quel costume robotico non vede niente mentre recita, sbucano diversi buchi di trama qui e là e salta fuori un’ambigua scena hot tra quel papero e una donna umana che avrebbe destato scalpore e perplessità per i prossimi quarant’anni, ancora oggi. Viene fuori un fiasco e non si capisce di chi sia la colpa. I produttori che hanno seguito da vicino il progetto ad oggi negano qualsiasi loro coinvolgimento e dicono di non aver mai letto neanche una riga di copione. Il regista WILLIAM HUYCK non dirigerà più alcunché e si limiterà a fare lo sceneggiatore. Quel mattacchione dell’attore TIM ROBBINS dirà che si sapeva al momento delle riprese che quell’anatra non era adatta a nessun tipo di pubblico. È il disastro.

Si sa: ogni decade ha i suoi film, ogni decennio è contraddistinto da alcune pellicole che hanno attraversato quegli anni, ogni epoca ha le sue Storie che hanno cambiato il Mondo. Gli anni ’80 hanno avuto, tra le altre cose, quegli strampalati acchiappafantasmi e quel papero chiacchierone! E sì, alla loro uscita avranno suscitato reazioni opposte e si saranno pure guadagnate un tipo di fama completamente diverso nel corso del tempo: ma entrambe le opere alla fine condividono una Sorte che… forse ora dire che è uguale sarebbe pura blasfemia… ma che sicuramente non è poi così diversa. Ad oggi sono infatti ambedue delle opere cinematografiche che vantano un’orda di fanatici estimatori e amanti spasimanti, oltre che appunto il vero e proprio status di CULT DEGLI ANNI ’80!!! 

«GHOSTBUSTERS» è un film talmente originale e innovativo, dannatamente divertente e spassosamente comico, da assomigliare solo a sé stesso, amato in tutto il globo. Applaudiamo il regista IVAN REITMAN, anche lui compianto ed eterno. Questo articolo è dedicato proprio a lui e ad Harold. 

«HOWARD E IL DESTINO DEL MONDO», che pure vede nomi importantissimi nel cast quali quello di Robbins o di LEA THOMPSON (scelta per il successo riscosso da quell’epocale trilogia che fu «RITORNO AL FUTURO») o di JEFFREY JONES (indimenticabile in quel capolavoro tra i capolavori che fu «AMADEUS» di MILOŠ FORMAN), fu un fallimento su tutta la linea. Eppure ad oggi lo hanno guardato in milioni, James Gunn dice di amarlo, e ricordiamoci che Howard è il primo personaggio Marvel mai trasposto al cinema. È riuscito a lasciare il segno, quel papero.

No, tranquilli, so cosa vi starete chiedendo tutti in questo momento: mica vuoi farci credere, pazzo di un buffone, che consegnerai davvero la vittoria a quel maledetto, inquietante papero parlante? È ovvio che vincano gli acchiappafantasmi, lo sapevamo tutti già solo nel momento in cui abbiamo letto il titolo che alla fine avrebbero vinto loro. 

Questo articolo è fatto però per dire, in ultima analisi, che: 

I film davvero belli di cui ancora oggi cantiamo la sigla e ricordiamo perfettamente intere sequenze sono pietre miliari della nostra Storia culturale e umana. Ma lo stesso vale anche per quei film davvero brutti, che in quanto fenomeni di bruttezza meritano amore e riconoscenza. Perché sì, nel caso delle opere belle ti ritroverai a citarne a memoria le frasi declamando: “Che meraviglia!”. Ma nel caso di quelle brutte, farai la stessa identica cosa! Solo che poi esclamerai: “Che monnezza!”. Ma, alla fine, quelle citazioni e quelle scene e quei personaggi, in un caso o nell’altro, te li ricorderai a menadito. Ed è questo che significa: “Fare la Storia”.

Se ti è piaciuto questo articolo, leggi gli altri pezzi della nostra rubrica «La Grande Sfida»!!!

Se ami la Bellezza e la Bruttezza e rifuggi la tetra e grigia mediocrità, questa è La Grande Sfida che fa per te!!!

Se stravedi per i fantasmi, allora leggiti questo articolo!!!

Se invece la tua grande passione sono i paperi, beh, questa è allora la Grande Sfida che fa decisamente al caso tuo!!!

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