Scappare Col Circo

DI ALBERTO GROMETTO

Un giorno qualcuno di saggio scrisse: Il Tempo mette ognuno al proprio posto. Ogni Re sul suo trono… e ogni Pagliaccio nel suo Circo.

Ma questa, amiche e amici miei, non è una cosa brutta, se tu, oh Gran Pagliaccio, senti di appartenere a quel Circo. 

Or bene, il terzo Sabato del mese di Aprile ricorre la «Giornata Mondiale Del Circo» (World Circus Day), indetta dalla Federazione Mondiale del Circo, presieduta dalla Presidente Onoraria Sua Altezza la Principessa Stéphanie di Monaco, e nella quale si rende onore e merito ad una delle più antiche e nobili arti che ci siano, quella circense. 

Il tendone rosso e bianco; la vivace musichetta allegra e brillante; i venditori di popcorn col loro ammaliante profumo; gli elefanti e le giraffe e le scimmie e tutti gli altri animali; i clown che si tirano torte in faccia; i baldi destrieri che sfrecciano come saette; gli indomiti giocolieri; i domatori di leoni la cui arte non sta nel saper mettere la testa dentro quelle fauci ma nel non farsela mangiare; gli acrobati e trapezisti che rischiano la vita pur di donarci qualche secondo di pura magia e incredulità. Tutti, chi più e chi meno, hanno idea di chi siano queste figure, impresse indelebilmente nell’immaginario collettivo. Ma solo chi è andato e ci va, al circo, può conoscere cosa realmente si provi a vivere quel tipo di incanto assoluto.

Trattasi di una tradizione, quella del Circo, che deve essere preservata a ogni costo, un’esperienza che non dobbiamo perdere, mai. Dobbiamo tenerla stretta a noi e non lasciarla andare. Non lasciarcela sfuggire. In un mondo sempre più dominato dai social, dal web, dalle piattaforme streaming, vi sono meraviglie di tesori che rischiano la loro esistenza. Si è fatto un gran parlare di come l’esperienza della sala cinematografica, che rimane per me tra le più magiche possibili, ogni giorno di più diventi precaria. Lo stesso vale per tutta quella che è la cultura circense.

Il futuro sarà pure importante, ma se per andarci incontro dobbiamo perdere ciò che per tanti secoli ci ha reso umani, come il rimanere a bocca aperta di fronte a quel piccolo giocoliere che, in groppa ad un elefante, saluta e indomito sorride, allora non ne vale la pena. Questo mondo è pazzo, signore e signori, se in cambio di progresso e razionalità vuole rinunciare al Genio e alla Follia, che poi sono l’essenza stessa del Circo.

Esisteva dai tempi di Roma la Grande, pensate un po’. Decimo Giunio Giovenale, retore e poeta, scriveva che due cose bastava a chi aveva il potere per portare il popolo dalla sua parte: «Panem Et Circenses». Il pane e il Circo. I giochi erano una parte fondamentale nella vita di ogni Romano. Caduta Roma, artisti giramondo mostravano la loro abilità attraverso spettacoli di strada, e i più abili si ingegnarono per poter allestire una sorta di palco da montare e smontare velocemente. E da lì si passò al memorabile e celeberrimo tendone. Molte di queste compagnie si portavano con sé animali ammaestrati. 

A partire dal Settecento, nacque la platea circolare intorno ad una pista sulla quale lo spettacolo andava in scena. Numerosi i numeri offerti, da esibizione di giocoleria fino ad arrivare a performance per cui era necessaria un’abilità veramente straordinaria. È il caso degli equilibristi, ad esempio. E i pagliacceschi intermezzi comici divennero la prassi. Si arriva così al XX secolo e alla canonizzazione dell’Arte Circense così come la conosciamo oggi.  

L’immaginario tradizionale circense ci è stato raccontato da grandi autori e grandi opere. Il primo nome che mi viene in mente è senza ombra di dubbio quello dell’indimenticato e indimenticabile Maestro Federico Fellini, la cui Arte ha saputo influenzare e condizionare il corso di tutta la Storia Cinematografica successiva. E lo fa ancora oggi. I suoi film avevano tanto circo dentro di loro, quella visione sospesa tra il fantasioso e il sognante che solo quel pazzo pazzo mondo sa incarnare. Lui lo ha sempre detto, se non fosse stato regista, sarebbe stato Direttore di un Circo. Oh Maestro, posso dirti, da Direttore a Direttore, io… in qualità di Augusto Direttore di «MERCUZIO AND FRIENDS»… che ogni cosa, per me, può essere Circo, se solo lo desideri. 

Che sia un film oppure un Web Magazine Culturale, non fa differenza: è il credere ciecamente nelle proprie fantasie che fa di qualcosa, qualsiasi cosa, un meraviglioso e incantevole Circo. Per questo si dice “scappare col circo”. E poi credono che i pazzi siano quelli che stanno sotto quel tendone tutto il giorno a fare ciò che amano e per cui sentono di essere qui su questa Terra! Scappare col Circo significa mollare gli ormeggi e abbandonare un mondo che ti dice che tutto deve essere quadrato e razionale, per prendere la rincorsa, spiccare il volo e andare in alto fino a toccare il Cielo con un sol dito. E non v’è niente di meglio, fidatevi, che trovare il proprio circo, i propri pagliacci, la propria Arte… e fuggire per poter fare ciò che ami, sempre e per sempre. 

Nella Giornata Mondiale Del Circo, il Comitato di Redazione fa dunque un annuncio: possa questa pazza e incantevole fantasia accompagnarci sempre e non sparire mai… Auguri a tutti i pagliacci, possiate scappare col vostro Circo, ovunque si trovi!!!

Viva il Circo!!!

Mercuzio and Friends è un collettivo indipendente con sede a Torino.

Un gruppo di studiosi e appassionati di cinema, teatro, discipline artistiche e letterarie, intenzionati a creare uno spazio libero e stimolante per tutti i curiosi.

Scopri di più →

Carrello Close (×)

Il tuo carrello è vuoto
Sfoglia negozio
GO TO TOP