Una volta nella vita (Danielle Steel)

DI ELODIE VUILLERMIN

Vigilia di Natale. I miracoli sono dietro l’angolo. Non per Daphne, almeno. Investita per strada, ne esce con molte ferite e una grave commozione cerebrale. Non è certo se si salverà. Ma qualcuno di speciale potrebbe ridarle la vita e la speranza.

UNA DONNA SPEZZATA

La storia è una serie di flashback che ci porta nella vita di Daphne, o meglio nelle sue molteplici sventure e disgrazie, che al confronto Candy Candy era una fortunella. Perde il marito e la figlia in un incendio. Resta incinta di un secondo bambino, che però nasce sordo e muto, e deve accettare l’idea di mandarlo in una scuola apposita e renderlo meno dipendente da lei. Intrattiene una relazione con un falegname che muore per un incidente sul lavoro. Il terzo uomo della sua vita, un attore, la tradisce nonostante sembrasse una brava persona e non riesce a vedere suo figlio come un bambino normale. Ma nonostante tutto, Daphne non smette di lottare, sia quando è in coma che nei flashback. Riesce a trovare l’appoggio di persone importanti, prima fra tutte la sua amica e segretaria Barbara, la cui backstory è molto interessante.

Fin dalle prime pagine Daphne ci viene descritta come una donna empatica ma triste, che sembra con la mente altrove anche quando è in compagnia degli amici, segno che il vuoto nel suo cuore non ha mai saputo colmarlo del tutto. Ce lo dimostra questo estratto:

Sembrava sempre che si tenesse un passo indietro, fuori della portata degli altri, eppure bastava che ti guardasse, per sentire che sapeva raggiungere il punto più intimo e segreto della tua anima. Era come se vedesse ogni cosa e, al tempo stesso, non desiderasse essere vista. […] A ventitré anni la si poteva giudicare spiritosa, quasi audace e sfrontata, amante della compagnia… protetta, sicura, felice. A quel punto era più taciturna, più quieta, il riso del passato si rivelava soltanto in qualche rapido barlume negli occhi e pareva che la sua eco fosse seppellita laggiù, chissà dove, in fondo al suo cuore.

È una donna vissuta, segnata dalle disgrazie, al punto che la gioia sembra un’emozione del passato, o peggio non le sia mai appartenuta. Estremamente riservata, ha chiuso il suo cuore al mondo. Ha dovuto sopportare situazioni molto difficili e frustranti. Eppure, in mezzo a tante sventure, ha trovato una ragione per vivere: Andrew, il suo figlioletto. La scuola per sordomuti, i libri, il film, l’ostinazione ad evitare le interviste, sono tutti sacrifici fatti per il bene del bambino, che antepone sempre al proprio. Non accetta che la tv e i giornali facciano spettacolo con le sue tragedie, tanto meno che usino la disabilità di suo figlio come mezzo per gettare infamia su lei e su Andrew stesso. E se un uomo vuole amarla, deve essere disposto ad accettare Andrew per quello che è.

Daphne si lega a molti uomini, cercando in loro quel barlume di felicità che dopo la morte del marito ha creduto perso. Ma quegli uomini scompaiono dalla sua vita, o peggio ancora la deludono. Solo uno di loro non ha mai smesso di amarla per quel che è: Matthew, il direttore della scuola per bambini sordomuti, l’unico che la conosce in tutte le sue fragilità, che considera Andrew un figlio speciale e lo adora (pienamente ricambiato). Ed è proprio lui il miracolo che giunge in tempo da Daphne, ormai sveglia dal coma e pronta ad amare di nuovo.

RIPARTIRE DA ZERO

Il libro si addentra in temi complicati e struggenti: la perdita dei propri cari, la disabilità, il peso della fama, la solitudine e il superamento del lutto. Danielle Steel ce li racconta con parole delicate, come a non voler infierire troppo su Daphne, quasi invitandoci ad avere cura di lei e rispettare ogni sua fragilità. Con la stessa tenerezza ci fa vedere, nelle loro molteplici sfaccettature, i rapporti tra Daphne e le altre persone; legami d’amicizia, familiari e soprattutto d’amore.

Ricominciare non è facile, soprattutto quando hai la sensazione che il mondo si accanisca su di te. La vita è spesso ingiusta, ci mette alla prova, ma non dobbiamo farci sopraffare dalle tragedie o dalla sfortuna. Meglio concentrarsi sui traguardi raggiunti, sui successi e sul bene che hanno portato alla nostra persona, piuttosto che dare troppo peso ai fallimenti.

Daphne ha saputo ridare la speranza e il coraggio di ripartire a molte persone. Lo ha fatto con Barbara, donna dalla vita complicata quanto la propria. Lo ha fatto con Elizabeth, l’infermiera che fa di tutto per salvarla, e con molti fan dei propri libri. Lo ha fatto con gli altri ma non con sé stessa. Tra l’altro ha fatto conoscere alle persone solo la punta del suo iceberg personale, non la parte più vera e profonda celata sott’acqua, tant’è vero che tutti hanno l’impressione di conoscerla mentre leggono i suoi libri ma nella pratica non sanno nulla della sua vera vita (il paradosso di ogni celebrità). L’incidente è il bene che avviene nel male, l’evento scatenante che la invita a riflettere sulla sua vita e ad avere di nuovo speranza nel futuro.

Se credi che esista qualcosa per cui valga la pena lottare, allora leggiti questo articolo!!!

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