E voi… le sapete tutte sul Natale?

DI FEDERICA CANNATA

Le settimane scorse ho chiesto ad amici, parenti e conoscenti di farmi delle domande a cui provare a rispondere in maniera scientifica riguardo al periodo natalizio. Ho risposto a tutte le domande che mi sono state fatte – non preoccupatevi, non sono molte – e ho scoperto molte cose che io stessa non sapevo. Spero di poter riuscire a stupire anche voi!

Come fanno le renne di Babbo Natale a vederci con il buio artico?

Le renne sono degli animali straordinari, non a caso sono gli animali prediletti di Babbo Natale. Le renne, e non solo quelle di Babbo Natale, hanno infatti numerosi superpoteri: resistono alle rigide temperature artiche, riescono a sopravvivere mangiando solo licheni, hanno degli zoccoli che si adattano alle varie stagioni, son delle gran camminatrici e… ci vedono al buio!

(Credit: Unsplash/Saad Chaudhry)

Le renne infatti possiedono, come molti altri animali notturni, una particolare struttura chiamata tapetum lucidum, che si trova dietro la retina. Avete presente quello strano riflesso verdastro che appare negli occhi del vostro gatto di notte? Esatto, il responsabile è proprio il tapetum lucidum! Non tutta la luce che arriva alla retina, infatti, viene percepita e assorbita dai suoi recettori ma una parte la attraversa e normalmente viene “persa”. Grazie al tapetum lucidum, che si comporta come uno specchio, invece la luce in eccesso viene riflessa e rimandata verso la retina. Questo permette di captare più luce e di vedere meglio anche in condizioni di poca luminosità. La cosa incredibile delle renne è che modificano i propri occhi a seconda della stagione! Questo per adattarsi alla poca luce invernale e sopportare il brillante sole estivo. D’estate, infatti, il tapetum apparirà di un colore dorato mentre d’inverno la sua struttura cambia e si adatta a riflettere il profondo blu del crepuscolo invernale. 

Perché la neve è fredda?

La neve è fredda semplicemente perché la neve è acqua allo stato solido, ovvero ghiaccio, e affinché il ghiaccio si formi la temperatura esterna dev’essere al di sotto degli 0°C. La neve perciò è necessariamente fredda! 

Cos’era la stella di Betlemme vista dai Re Magi?

La stella di Betlemme fu quel fenomeno astronomico che, secondo il Vangelo di Matteo, guidò i Re Magi alla stalla dove nacque il Bambin Gesù. Che si sia credenti o meno c’è da chiedersi se questo evento raccontato nelle Sacre Scritture trovi le sue fondamenta in un reale evento astronomico. Per anni si è dibattuto su cosa effettivamente potrebbero aver visto i Magi in quell’occasione e ad oggi sono state avanzate tre ipotesi:

Ipotesi della cometa. Le comete sono corpi ghiacciati provenienti dalle parti periferiche del Sistema Solare che quando arrivano in prossimità del Sole brillano abbastanza intensamente. Quest’ipotesi si diffuse nel 1300 dopo che Giotto rappresentò nella sua Adorazione dei Magi la cometa di Halley che presumibilmente egli stesso aveva visto nella sua apparizione nei cieli nel 1301. L’ipotesi però non sembra valida perché la cometa apparve nei cieli intorno al 12 a.C, mentre la nascita di Gesù è datata tra il 7 e il 4 a.C.

   (L’adorazione dei Magi di Giotto. In alto possiamo osservare la rappresentazione della Cometa)

Ipotesi della supernova. Le supernove sono delle esplosioni di Stelle che aumentano la luminosità del cielo per giorni, settimane o mesi. Negli annali degli astronomi cinesi, grandi osservatori della volta celeste, nel 5 a.C fu registrata l’apparizione di un oggetto brillante, da loro identificata come una cometa. Ad oggi si pensa che in realtà l’oggetto osservato nell’antica Cina fosse una supernova, che rimase visibile per circa 70 giorni. Effettivamente questa apparizione potrebbe coincidere con ciò che è stato riportato dal Vangelo. 

 (Supernova Kepler. Credit: NASA)

Ipotesi delle congiunzioni planetarie. Le congiunzioni planetarie avvengono quando due o più pianeti appaiono molto vicini l’uno con l’altro quando li si guarda dalla Terra. Tra il 6 e il 7 a.C ci furono diverse congiunzioni tra Giove e Saturno nella stessa costellazione, quella dei Pesci, che coinvolsero però anche Marte e la Luna. Vi fu dunque una sequenza di eventi astrali della durata di circa diciotto mesi. Qualche anno più tardi, nel 3 a.C, Giove e Venere si congiunsero dando vita alla visione di un unico grosso oggetto con un diametro di 1/5 rispetto a quello della Luna. Come mai queste congiunzioni avrebbero dovuto essere significative per i Magi? A quanto pare, al tempo, per gli astrologi il pianeta Saturno avrebbe simboleggiato il Padre divino, Giove il Figlio e la costellazione dei Pesci sarebbe collegata con il Popolo di Israele.  Inoltre all’epoca della nascita di Cristo vi fu il trapasso dall’Era dell’Ariete a quella dei Pesci, a cui sarebbe dovuto corrispondere il ritorno dell’Età dell’Oro, un tempo mitico di prosperità e abbondanza, ricorrente in varie tradizioni antiche. 

(La tripla congiunzione di Saturno e Giove nel 7 a.C.)

Per concludere possiamo affermare che nessuno di questi eventi coincide perfettamente con ciò che fu descritto nel Vangelo di Matteo, pur essendo tutti e tre plausibili. La verità è che probabilmente non sapremo mai cosa ispirò i fatti narrati nel Vangelo, fu realmente un evento astronomico o mera fantasia? 

Quanto lontano può saltare un tappo di spumante?

Con la matematica non vado molto d’accordo. Potrete immaginare i sudori freddi che mi presero quando, alla richiesta di inviarmi delle curiosità scientifiche legate al Natale, ricevetti questa domanda. Dopo qualche iniziale attimo (durato alcune ore, per dir la verità) di panico, mi è ricomparsa in memoria la mia vecchia professoressa di matematica che ci aveva guidato durante le sue lezioni con lo stesso calore del sergente Hartman. Non potevo vanificare tutti gli anni di ripetizioni di matematica e pianti isterici davanti alle verifiche. Così ecco a voi la conclusione a cui son giunta.

Per risolvere questa domanda ho necessariamente dovuto prendere un modello, ho considerato un uomo alto 1.80 m, che stappa una bottiglia di spumante con un’angolazione di 45° e ho considerato che il tappo vada a una velocità di 75 km/h, che è la velocità media a cui viaggia solitamente un tappo di spumante. Ho considerato un moto parabolico e ho calcolato la distanza percorsa dal tappo con i dati da noi ipotizzati. È la risposta è… ben 45 metri! Poco meno della metà della lunghezza di un campo da calcio. Ovviamente questo calcolo non prende in considerazione la moltitudine di fattori che entrano in gioco nella realtà, uno dei quali potrebbe essere, per esempio, l’attrito dell’aria. Ma per far ciò dovremmo servirci di un fisico esperto o di test sperimentali pratici.

(2Credit: Unsplash /Myriam Zilles)

Qualcos’altro di interessante però possiamo dirlo! Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Food Engineering, più la bottiglia di spumante è tenuta a calde temperature più la velocità con cui il tappo salta è maggiore. Questo è dovuto al fatto che l’anidride carbonica contenuta nella bottiglia si dissolve in minore quantità e si concentra, sotto forma di gas, appena sotto il tappo, creando una maggiore pressione. 

Insomma, se non volete fare danni, tenete la bottiglia bella fresca e non puntatela verso nessun invitato (a meno che non sia in atto un piano vendicativo nei suoi confronti). 

Fonti:

How reindeer eyes transform in winter to give them twilight vision (theconversation.com)

Perché le renne sono perfette per Babbo Natale – Focus.it

The Star of Bethlehem: Can science explain what it really was? (astronomy.com)

Stella di Betlemme, tra scienza e leggenda (eroicafenice.com)

Stella di Betlemme – Wikipedia

La fisica del tappo della bottiglia di Champagne – Focus.it

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