Transformers (2023) pt. I: Sangue, Circuiti e Morte

DI PIETRO BERRUTO

A partire dal 2023, i diritti di pubblicazione delle proprietà Hasbro, nello specifico Transformers e G.I. Joe, passano dalla IDW alla Image Comics, convincendo il “chief operating officerRobert Kirkman ad inaugurare un nuovo universo narrativo condiviso, denominato “Energon Universe”, distribuito in Italia da Saldapress: mentre l’autore di Invincible si mette a scrivere una serie originale, Void Rivals, e Joshua Williamson (Superman, Green Arrow) si occupa di G.I. Joe, Transformers capita nelle mani di Daniel Warren Johnson, autore (sia come scrittore che come disegnatore) prolifico a Image Comics, già penna dietro Do a Powerbomb ed Extremity. Ad accompagnarlo in questo reboot, Mike Spicer, colorista, e Rus Wooton, letterer. 

La premessa della storia è quella nota anche a coloro che non conoscono così bene la lore dei Transformers: una guerra civile secolare tra due fazioni opposte, Autobot e Decepticon, ha quasi distrutto il loro pianeta, Cybertron, ora quasi privo di Energon, la fonte di energia vitale di tutti i cybertroniani. Un manipolo composto da membri di entrambi i gruppi si schianta sulla Terra con un’astronave, lasciando uno solo di loro senziente, Jetfire. Mentre quest’ultimo cerca di resuscitare i suoi amici, una coppia di adolescenti, Spike e Carly, scopre l’astronave e assiste all’evento. Sfortunatamente, inconsapevolmente, il primo che Jetfire sveglia è il Decepticon Starscream, che tenta di uccidere gli Autobot incoscienti e Jetfire stesso: con il poco Energon che gli rimane, Jetfire sveglia gli Autobot Optimus Prime, capo della fazione, e Ratchet, e insieme fuggono via con i cadaveri dei loro amici, accompagnati da Spike e Carly, che li hanno aiutati negli scontri di poco prima con i loro rivali. La guerra civile cybertroniana si è ufficialmente spostata sulla Terra.

Inizia qui uno dei temi importanti della storia: la caccia all’Energon. Daniel Warren Johnson pone come centrale nella vicenda il bisogno di ottenere risorse da parte dei Decepticon, che vogliono colonizzare la Terra per tale ragione. I Decepticon sono cattivi e anche in modo stereotipato, soprattutto il loro capitano Starscream, che non guarda in faccia nessuno, detesta gli umani e ha solo intenzione di dominare tutto e tutti, compresi i suoi compagni. Allo stesso tempo, poiché si tratta della stessa specie aliena, anche gli Autobot, teoricamente “buoni” e che sono sulla Terra per fermare i loro avversari, devono nutrirsi di Energon, energia che serve anche agli umani per sopravvivere. Inevitabilmente, pure coloro che non hanno ideali ostili si trovano su un campo di battaglia in cui non possono fare a meno che provocare danni: ciò si nota molto bene nel personaggio di Optimus Prime, profondamente preoccupato di fare del male a questo mondo alieno bellissimo e allo stesso tempo parecchio fragile in cui si trova ora. Il parallelismo importante per esplicitare questo tema nel mondo reale viene fatto con il padre di Spike, Sparky, soldato veterano (presumibilmente della guerra in Iraq, se la cronologia è paragonabile alla nostra), depresso e alcolista, annientato dalla perdita di suo figlio maggiore Billy e dalla sua esperienza militare. Ciò che è condiviso tra i due è anche l’ansia e il pentimento tipici dei sopravvissuti: ciò che unisce Sparky ad Optimus è il desiderio di fare di più ed essere pronti a sacrificarsi per il prossimo, allo scopo di poter portare di nuovo, alla fine, la pace, poiché stufi di commettere atti violenti. La domanda che quindi l’autore cerca di porsi è: “Può esistere il fair play in qualcosa di abominevole e dannoso come la guerra?”. Mentre, in questi primi sei numeri, non sembra venire data una risposta apparente, alcune considerazioni al riguardo possono essere fatte, soprattutto basandosi sugli ideali del camion protagonista:

  • La guerra è un flagello che si abbatte su chi la pratica e, per quanto possibile, deve essere evitata: al contrario di molti Autobot, Optimus prova sempre a stabilire un contatto con la fazione rivale per arrivare a una pace che metta d’accordo tutti, come quando prova a instaurare un dialogo, fallendo, con il Decepticon Soundwave nel Numero #6;
  • Per quanto possibile si devono limitare i danni, divenendo prima difensori dei più deboli e solo dopo punitori del male. Solo così si può pensare di poter agire correttamente in questo contesto così complesso.

Perciò, i temi principali della storia fanno radicare gli ideali antibellici nell’ambientalismo (poiché i Cybertroniani possono provocare danni ambientali non indifferenti e perché le risorse che utilizzano sono, come sottolineato più volte, limitate) e nell’anticolonialismo, facendo risultare la lettura insieme avvincente e politicamente complessa.

La brutalità della guerra è un elemento importante nell’opera di Johnson (già sottolineata in altre serie, come la sopracitata Extremity), che risulta annichilente e sanguinaria e, in alcuni specifici casi, ai limiti dello splatter: si crea quindi un enorme, ma piacevolissimo, contrasto tra scene di combattimento violente (Johnson si può permettere di esagerare nella sperimentazione in quest’ambito, anche grazie alla fisionomia robotica e “smontabile” dei Transformers) e i colori brillanti e “plasticosi” di Mike Spicer, che non fa dimenticare la natura di giocattolo dei personaggi. Ci si trova dunque ad affrontare un tema grave e complesso, non snaturando l’origine degli attori della storia, anzi abbracciando la loro natura pienamente, in modo molto diverso dall’operazione “Rendiamo questa cosa da nerd verginelli una roba con tante esplosioni e donne attraenti, come piace a noi fighi” dei film di Michael Bay (soprattutto agli occhi di chi è abituato, come il sottoscritto, solo a quest’ultima interpretazione, che mi ha tenuto lontano da altri media su questi personaggi fino ad ora). Grande pregio di Daniel Warren Johnson è l’avere uno stile artistico estremamente atto al movimento sfocato, che mette in risalto la forza impressa nelle lotte, rendendo veloci e fluide mosse che normalmente nell’immaginario collettivo verrebbero ritenute statiche. La priorità data all’azione è palpabile ed evidente.

Per chi si sta approcciando al mondo di Transformers per la prima volta, la serie del 2023, almeno per i suoi primi sei numeri, risulta il perfetto punto di partenza, introducendo in modo comprensibile i personaggi principali e i conflitti alla base della storia. Unica pecca è, forse, non dare spazio a tutti gli Autobot che non sono Optimus Prime e forse Cliffjumper, almeno per ora: risulta quindi che il lettore sia costretto a imparare una decina di nomi senza conoscere le loro motivazioni, storie e caratteri e, quindi, non può affezionarsi. Per fortuna, la serie è programmata per durare almeno ventiquattro numeri, secondo alcune dichiarazioni di Johnson; quindi, il tempo per esplorare i comprimari c’è ed è pure tanto. Per il resto, la lettura risulta scorrevole e piacevole, merito di un gran fumetto indipendentemente dal brand di cui fa parte.

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