SIX The Musical

DI JUL MARCHIANI

Ho visto SIX The Musical, in streaming e questa è la recensione. 

Prima una nota su dove trovarlo, e a chi lo consiglio – e lo consiglio anche a chi non ama i musical o non ha una gran cultura di Broadway o del teatro e cinema musicale in generale –.

SIX The Musical streaming, dove vederlo 

Se stavi solo cercando dove guardarlo in streaming posso dirti che ancora non è uscita una versione come si deve su Amazon Prime, e non credo uscirà su Disney +, ma al momento trovi gratuitamente una registrazione dell’intero spettacolo in streaming su The Internet Archive, e anche su Youtube ci sono delle repliche registrate dalle mani tremolanti di emozione dei fan. 

Ora che ti ho fatto dono di questa utile informazione potresti prendere in considerazione di avvalerti di una recensione prima di spararti quasi un’ora e mezza di vocals e coreografia, senza sottotitoli.

E poi SIX The Musical, è sicuramente la portata principale, ma non vorrai perderti tutto il delizioso contorno da cui è circondata: aneddoti storici, drammi, influenze musicali, gen-Z, millennial, internet e youtube culture. 

Insomma, quello che sto cercando di dire è… 

(Stia con noi, stia con noi – Ops, musical sbagliato…)

SIX the musical, chi può vederlo? 

I non amanti dei musical sono sopravvissuti alla citazione Disney? La vera domanda è chi non può vederlo? E la risposta è chi non vuole, dato che il consenso è fondamentale, ed è anche un tema caldo dell’opera. 

Seriamente: forse i musical non piacciono a tutti e non sono super popolari, non tutti vogliono assistere a una storia narrata cantando e de gustibus non disputandum est; d’altro canto, i concerti? Sono su un piano completamente diverso, e qui il genio di Toby Marlow e Lucy Moss, gli scrittori e co-registi, di renderlo un concerto con sei co-cantanti principali e una band. Tutte sono coriste, ballerine, accompagnamento e tutte sono protagoniste.

Il musical è una tragicommedia che non posso che consigliare a tutti gli amanti del genere, – ogni riferimento a un uomo-cavallo è puramente voluto – e le interazioni tra le regine e con il pubblico sono autentiche, live, proprio come il concerto di un performer che non ti fa pentire del costo del biglietto. 

SIX The Musical, di che si tratta? 

SIX The Musical segue delle vicende storiche, come il contemporaneo Hamilton, anche se, a mio dire, SIX ha delle modalità che hanno il potenziale di distinguersi ancora di più. 

Si potrebbe “vanverare” che SIX non è un musical, dato che si presenta come un concerto. Invece fa tutto parte della finzione letteraria, del piano delle sei ex mogli di Henry the VIII.

(Bellissimo frame fumettato da me dell’animatic “Anne Boleyn introduction” di KaitCake1289 – Lo avevo detto che ci sarebbe stata tanta Youtube culture –.)

SIX” sta quindi per “six ex wives”, ma potrebbe chiamarsi anche “SIX, live”. 

Nella prima canzone cantano “Welcome to the show” e, nessuno spoiler solo Storia, si fanno conoscere dai finali delle loro scaramucce amorose con Henry, “divorced, beheaded, died, divorced, beheaded, survived”, e poi “but just for you tonight, we’re divorced, beheaded, LIVE”. Ed ecco il primo squisito paradosso servito come un piatto che va mangiato freddo, digerito nel corso dello show: non sono vive, ma sono dal vivo – e solo per noi, perché una storia, anche riscritta, è tale solo se la racconti a qualcuno –.

Insomma, “SIX” si avvale di una cornice narrativa, un po’ come faceva “Il Decameron”, o “Il Grand Budapest Hotel” dove tutto parte da lo “Scrittore” che racconta la storia di Zero Moustafa e del leggendario hotel, tranne che qui, come nel primo esempio citato, il racconto è a più voci. 

I personaggi li conosciamo già, la prima canzone dice “conoscete i nostri nomi, i nostri volti”: Catherine Of Aragon – divorziata –; Anne Boleyn – decapitata –; Jane Seymour – morta di parto –; Anne Of Cleves – divorziata, a essere onesti la sua storia con Henry The VIII è ancora più sorprendente che nel musical, incoraggio a ricercarla e approfondire –; Katherine Howard – decapitata, la sua è la canzone più famosa del musical –; Catherine Parr – sopravvissuta ad Henry, muore un anno dopo di lui –. 

Un altro aspetto interessantissimo di questa cornice è la consapevolezza dello strappo nel cielo di carta, di tutto ciò che è successo. Le regine sono figlie del loro tempo, ma parlano come nostre contemporanee: con tanto di battute a sfondo storico. 

SIX The Musical, dove lo hai già sentito? Da Instagram e Youtube a Tiktok e Spotify

Non è meravigliosa la globalizzazione? Jung dovrebbe vederci: il nostro inconscio collettivo ha fatto salti da gigante, con la tv e soprattutto con il grande schermo è arrivato l’immaginario collettivo, – quindi la vista ⅕ sensi – ma oggi… Abbiamo anche il sonoro! Grazie Tiktok, grazie Musically! – Sono già ⅖ sensi, chissà cosa ci riserverà il futuro. – 

(“Tu, tu! Infermabile, guardabile
Il tuo tempo è ora, il tuo dentro è fuori, tesoro, come sei cresciuto
E se staremo insieme, chissà cosa faremo…”. Da Welcome To The Internet, canzone di Inside di Bo Burnham… – Non posso credere che sono già passati quattro anni –.
)

Insomma, è come con Inside e “Jeffrey Bezos! Jeffrey Bezos!”, l’hai già sentito ma non sai di averlo già sentito. 

Corset – tiktok/youtube

“He brings the corset… No one wants a waist over nine inches”.

Dubito che tutte le femminili persone che hanno sfoggiato il loro vitino da vespa con questo trend del corsetto ne conoscano la provenienza. 

Ovvero: la canzone che introduce le vicende di Anne Of ClevesHaus of Holbein”, che viene presentata come una sorta di programma di restauro per future principesse e regine… E dopo il ritratto, eccoci nel Tinder di Re Henry, swipe a sinistra, swipe a sinistra, … Swipe a destra! Ed eccola, la futura regina di Inghilterra che si imbarcherà dalla Germania per giungere a corte e sposare il Re in tre soli anni.

(Dal Tinder di Henry The VIII: “re d’inghilterra lol inginocchiati. romperò col papa per te baby. perderai la testa.”)

I’m The Queen of the castle

Questo trend super girlboss, viene da Get Down, che poi è la canzone dopo Haus of Holbein. In questo caso: l’audio ha catturato in pieno lo spirito della canzone, be’ era difficile mancarlo.

Per me la canzone di Anne Of Cleves è come Players di Coi Leray, trovo che si parlino, dal beat al testo. 

Animatic da gigi o gigizetz, artista che non puoi perderti su Youtube, soprattutto per Epic the musical.

… Yeah that didn’t workout… Yeah that didn’t workout… Yeah-

Il trend del loop delle cattive decisioni, così perfetto per la più giovane, e inesperta, Katherine Howard, viene dalla sua canzone All You Wanna Do, che in effetti potresti aver già sentito.

“You’re a nice guy, I’ll think about it maybe… XO BABY” 

Ho scoperto questo trend molto prima del musical e nella mia testa lo attribuivo a Gossip Girl – tipo XOXO gossip girl –. 

Quest’audio virale in realtà è una delle prime versioni di Don’t Lose Ur Head, la canzone di Anne Boleyn, e non potrebbe rappresentare meglio il capovolgimento che a quel punto della Storia sta per avere la sua vita.

(– Ecco un reel youtube dimostrativo, ma non farti prendere dallo scrolling, torna qui pls –)

SIX, sei personaggi, sessanta performer 

A teatro la sceneggiatura e la regia sono fondamentali, e spesso vanno a braccetto. 

Toby Marlow e Lucy Moss, classe 1994 – per intenderci: non proprio gen-Z, non proprio millennial, zillenial – avevano 23 anni quando nel 2017, lo spettacolo che hanno scritto nel loro ultimo anno a Cambridge, è stato messo in scena per la prima volta: ad agosto al Fringe di Edimburgo, si alzava il sipario su SIX, The Musical.

Quindi… Sessanta performer? Okay potrebbe essere di meno o di più, ma dal sito ufficiale di SIX e tenendo presente Wikipedia, il totale delle produzioni professionali con cast diversi è circa 12. A queste si aggiunge la student production del 2017: se la consideri «originale», il totale salirebbe a 13. Di queste solo 10 sono state dirette dal dinamico duo zillenial di Cambridge. Le 3 che se ne distaccano? Sono state autorizzate e prodotte tra 2021 e 2022 in Ungheria, Polonia, Crozia. E da ottobre 2021 fino a gennaio 2026 il concerto-queens è stato e sarà a Broadway. Insomma, una vera epidemia di regine sfortunate. 

Con tutti questi cast c’è chi cerca di dire quale performer era meglio per quale ruolo, eleggere le migliori sei. 

Dal canto mio, ho visto solo una versione, sono curiosa anche di quella teenager ma la versione in streaming che ho visto interamente e revisionato un paio di volte, nonché quella di cui preferisco ascoltare molte canzoni, ha questo cast :

(Cast: Da in basso a sinistra in senso orario, nonché ordine temporale Adrianna Hicks la nostra dorata (Catherine of Aragon), Andrea Macasaet ha le green sleeves (Anne Boleyn), Abby Mueller la candida (Jane Seymour), Brittney Mack più red che il luteranesimo (Anna of Cleves), Samantha Pauly e la sua coda alta da Ariana Grande (Katherine Howard), e infine Anna Uzele col suo femminismo punk, un po’ Pink (Catherine Parr).)

C’è effettivamente una scelta di cast e di costumi, trucco e parrucco che vuole ricordare determinate icone pop e pop-rock, per tutta una serie di motivi, ma questa è tutta un’altra storia.

Metto solo una pulce nell’orecchio: nella canzone più popolare “All You Wanna Do” sia per il beat che per l’estetica di Katherine Howard, ci sono richiami a Britney Spears, Ariana Grande e Miley CyrusChe cosa hanno queste tre in comune con Katherine?

(Bellissimi frame dal breve ma stupendamente disegnato All You Wanna Do animatic di Hayley Deli, link:
https://youtu.be/J2XO6bynUNA?si=1fQG613WlrontvMy )

SIX the musical di cosa parla? Trama vs realtà 

Ma perché un concerto? Perché rinunciare a scenografie, costumi storicamente accurati? 

In SIX the musical, lo sfondo è occupato da una band che suona dal vivo, le protagoniste sono le cantanti e ognuna di loro ha un assolo… Lo scopo di tutto ciò? Decidere chi tra loro ha avuto la storia più tragica e merita di essere incoronata ex moglie e regina onoraria… Ovvero leader della band. Non ha senso, perché vantarsi delle proprie disgrazie? Forse… Perché Henry The VIII e le sventure che si porta dietro sono tutto ciò che le accomuna o forse… Altrimenti a cosa è servito? Subire una vita di sventure e angherie deve pur servire a qualcosa, giusto? Soprattutto se non porta la gloria o la memoria eterna come nel loro caso, laddove alcune di loro non ce le ricordiamo neanche, e chi di loro non è stata dimenticata, è sempre e solo legata a Henry The VIII.

(«Questo significa che tutto il danno che ho subito non è “danno buono”. È solo danno. Non ho ottenuto niente da tutto questo e tutti quegli anni in cui sono stata infelice sono stati inutili».)

In un memento mori che nel suo assoluto caos, secondo Camus, ci unisce tutti, ti lascio un piccolo cimitero da visitare qui sotto. 

Sei lapidi, e un invito a vedere uno dei musical più pop e rock, non solo nella musica, a portata di clic. 

Catherine Of Aragon (1485-1536): cancro al cuore, madre, credeva che ogni donna dovesse avere diritto a un’educazione, fedele alla Chiesa, attraverso suo nipote il Re di Spagna, ha praticamente tenuto in scacco il Papa.

Anne Boleyn (1507-1536): decapitata, madre, cugina di Katherine Howard, bilingue, ha cambiato la Storia. 

Jane Seymour (1509-1537): morta di parto, moglie, madre, devota, ha supplicato perché i monasteri non venissero smantellati, condivide la tomba con Henry The VIII. 

Anne Of Cleves (1515-1557): morta di cancro, amata “Sorella” del Re, figura di rilievo a corte, proprietaria del castello dei Boleyn, ha accettato di buon grado l’annullamento e vissuto più di ogni moglie e di Henry stesso.

Katherine Howard (1523-1542): decapitata, giovane donna, innocente, riposa accanto alla cugina Anna Boleyn.

Catherine Parr (1512-1548): morta di parto, moglie, madre, poliglotta, autrice, finalmente le sue spoglie riposano in pace.

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