Povere Creature! vs Oppenheimer: La Grande Sfida degli Oscar 2024

DI ALBERTO GROMETTO

Oscar, Premio Oscar.

C’è chi li ama. C’è chi li odia. C’è chi conosce ogni, singola nomination che c’è stata in 96 anni di storia. Chi non ne sa quasi niente. Ma credo sia impossibile trovare qualcuno che non li conosca. Nel Bene e nel Male, gli Oscar hanno determinato il corso della Settima Arte. Quelle celeberrime statuette di bronzo placcate in oro 24 carati, alte 34 centimetri e pesanti 4 chili, valgono 300 dollari… ma il loro reale valore è di ben altro tipo. Il significato storico e culturale che hanno finito per assumere a partire dalla loro nascita, datata 16 Maggio 1929, quando vennero assegnati per la prima volta. 

Assegnati dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences (AMPAS), composta da attori e registi e produttori e tante altre personalità cinematografiche per un totale di 6.000 membri votanti, ad oggi li conosciamo con il soprannome di “Oscar”: perché? La cosa sarebbe da attribuire all’impiegata dell’Academy Margaret Herrick, che quando vide la statuetta su un tavolo disse: «Assomiglia proprio a mio Zio Oscar!»

Ebbene, pure quest’anno la Magica Notte s’avvicina, e così i Premi Oscar 2024: tra i grandi titoloni di peso, dei dieci nominati al Miglior Film due sono i super contendenti stra-favoriti alla vittoria. Due titoli che più diversi non si può! 

Da una parte l’ultima perla di un Genio che Noi di M&F stimiamo e ammiriamo e idolatriamo da immemore tempo, e cioè il Maestro greco YORGOS LANTHIMOS, capace di realizzare pellicole di una straordinarietà assoluta per come guardano dentro l’Umano.

(Il Nostro Eroe Yorgos Lanthimos)

Dall’altra troviamo invece l’ultimo film di CHRISTOPHER NOLAN, britannico londinese impegnato da quasi tre decenni in produzioni cult di grande successo, al punto che lui è attualmente il settimo regista che con i suoi film ha incassato di più a livello mondiale, oltre 6 miliardi di dollari.

(Il Maestro Christopher Nolan)

Da un lato abbiamo a che fare con una pellicola di tipo fantastico-visionaria, che racconta una storia inventata da zero e che mescola fantascienza e avventura coniugando risate e un filo di profonda amarezza con lo scopo di prendere le distanze da un unico genere prediligendo invece un’unicità estetico-narrativa somigliante solamente a sé stessa.

All’angolo dello sfidante invece ritroviamo un biopic da intendere nel senso più classico del termine, che ti sa raccontare una verità storica senza spiegarla ma narrandola, realizzando comunque un’operazione di storytelling, pur non inventando da capo.

Una delle due pellicole lottatrici è il Vincitore ai Golden Globes 2024 nella Categoria Miglior Film Commedia o Musicale: POVERE CREATURE!

L’altra invece s’è portata a casa il Golden Globe come Miglior Film Drammatico: OPPENHEIMER.  

Il film lanthimosiano narra la storia di una donna che non è nata da una madre e da un padre come tutti gli esseri umani normalmente detti, ma è stata creata artificialmente a partire da un cadavere. Con un corpo adulto fatto e cresciuto e un cervello bambinesco e infantile che deve ancora andare incontro ad una maturazione intellettuale, motoria ed emotiva, Bella Baxter, impersonata da una straordinaria Emma Stone che tocca il divino, sente l’esigenza di partire all’avventura ed esplorare il mondo intorno a sé per poter intraprendere un percorso di crescita che le permetterà nei fatti di evolvere. Tranne (FORSE) per un aspetto, e cioè quello dei Sentimenti Umani, un tema tanto caro a Yorgos, l’ossessione che ha inseguito e continua a inseguire da tutta la vita nell’arco della sua carriera.

L’opera nolaniana invece sceglie di prendere uno dei capitoli più bassi e infimi della Storia Umana come quello della Bomba Atomica, decide di prendere una figura poco raccontata come quella del suo padre e inventore, e di costruirci uno dei film più attesi e tesi dell’anno 2023. Robert J. Oppenheimer, il fisico, e la sua vicenda diventano l’esempio lampante di come i Grandi Fatti Storici sono alla fin fine solo piccoli, semplici esseri umani a deciderli. E puoi anche crederti un Genio degno del Premio Nobel, ma alla fine resti prima di ogni altra cosa solo e soltanto un uomo. Oppy, nel vano tentativo di dimostrare di essere più di questo, ha sterminato un sacco di gente gettando il Mondo nel Terrore e nell’Orrore, nel Panico e nel Caos. 

Cosa hanno dunque in comune queste due pellicole da Oscar? Apparentemente nulla. E invece, sorpresa delle sorprese, così non è!

Entrambe hanno al centro un tema che è poi molto più che un tema, ma un concetto cardine e fondante in entrambi i casi: quello della fallibilità dell’infallibile Scienza

Nel mondo dipinto da Lanthimos, tutti i personaggi o quasi credono nell’asettico e freddo rigore scientifico: le emozioni e i sentimenti propri dell’Umano non devono influenzarci perché caotici e disordinati. Solamente la Logica e la Ragione sono indice di un’infallibilità oggettiva che ci porta a conoscere quale sia la vera Verità. E la Verità è Libertà. La Scienza è quello in cui crede ciecamente l’inventore di Bella, il Dottor Godwin Baxter, interpretato da un immenso ed immane Willem Dafoe gigantesco, il quale rifugge ogni tipo di emotività propriamente umana.

Allo stesso modo, Nolan racconta una storia di uomini di Scienza che per tutto il tempo non fanno altro che parlare di quello di cui sono più esperti, cercando di tenersi il più lontano possibile da dilemmi di natura etica. E questo perché la Scienza e le scoperte rivoluzionarie in quel campo devono venire prima. Perché anche i Nazisti in quel periodo stavano facendo le loro ricerche e stava a loro, dice Robert J., arrivarci per primi, così da poter salvare il Mondo. Perché solo attraverso i loro sforzi, in quello che meglio sapevano fare, si sarebbe potuta salvare la razza umana. Almeno, così diceva Oppenheimer.    

La realtà dei fatti però è che sia Baxter sia Oppy sbagliano. La teoria arriva solo fino ad un certo punto, ripetono continuamente nel corso del film di Nolan. In teoria la Bomba doveva salvarci dal Nazismo, ma la Verità è che la Germania si era già arresa nel momento in cui venne sganciata su un popolo, quello giapponese, che aveva già perso la guerra e quelle esplosioni Robert J. le volle per poter far vedere al mondo quanto lui fosse grande, che era l’Albert Einstein della sua epoca, l’Uomo del Suo Tempo. I sensi di colpa, alla fine, si faranno sentire eccome. Quanto invece al Dottore della pellicola a firma di Lanthimos, alla fine pure lui non può nulla contro i Sentimenti Umani che hanno la meglio, come su qualsiasi altro personaggio del film. È quello che Yorgos fa in ogni suo capolavoro: inscenare un mondo distaccato e anafettivo pieno zeppo di personaggi in apparenza apatici e privi di emozioni per raccontare invece proprio del caos emotivo che alberga in ogni essere umano in quanto umano. E così pure il personaggio di Dafoe, che tanto predicava la perfezione della Scienza, è un umano imperfetto che non riesce a tenere a freno i suoi sentimenti.

La Scienza, dunque, sbaglia. O meglio ancora: la rigorosa freddezza scientifica non potrà mai essere veramente il motore delle azioni umane. Il solo motore delle azioni umane rimane l’Umanità. 

Ed è questo il perno fondamentale di due pellicole che sulla carta sono quanto di più diverso possa esserci. Lanthimos racconta di come il Sentimento batta la Ragione, Nolan di come la Storia con la Esse Maiuscola sia fatta da uomini e non da dei che detengono il monopolio della Ragione.

Due Autori con la A maiuscola che dunque, attraverso vero e vivo Sguardo Autoriale, realizzano due opere che sono sia narrativamente brillanti sia visivamente ineccepibili, due esperienze estatiche. In entrambe riscontriamo peraltro l’uso del Bianco-e-Nero rispetto all’utilizzo dei Colori: in «Povere Creature!» si passa dal B/N al Colore nel momento in cui la stessa Bella passa da una vita infantile statica ad un’adultità matura dedita all’esplorazione del mondo; in «Oppenheimer» invece il Colore incarna il punto di vista soggettivo del suo protagonista che crede ciecamente in sé stesso e nel suo talento ma poi, man mano che gli anni trascorrono e lui si ritrova a distruggere il Mondo e a sporcarsi le mani di sangue, la fotografia perde i suoi colori e assume una cupa oggettività rappresentata dal Bianco e dal Nero. 

In conclusione? I pronostici attribuiscono il trionfo al classicissimo biopic «Oppenheimer» che rimane grandioso e che con ogni probabilità sarà il Miglior Film 2024. Ma l’Oscar di “Mercuzio And Friends” lo porta a casa il Maestro Yorgos Lanthimos e la sua splendida opera che in fatto di originalità e visionarietà non ha rivali, nel momento in cui dimostra il coraggio di sapersi prendere la Libertà di Osare e tentare il Nuovo!!! 

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Se ti è piaciuto questo articolo, leggi gli altri pezzi della nostra rubrica «La Grande Sfida»!!!

Mercuzio and Friends è un collettivo indipendente con sede a Torino.

Un gruppo di studiosi e appassionati di cinema, teatro, discipline artistiche e letterarie, intenzionati a creare uno spazio libero e stimolante per tutti i curiosi.

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