Il classico della Vigilia di Italia 1: “Una poltrona per due”

DI ORIANA FERRAGINA

24 dicembre 1997: Italia 1 decide di mandare in onda, per la Vigilia di Natale, un film ambientato tra il 24 dicembre, appunto, e l’inizio dell’anno. Il film in questione si chiama, in originale, “Trading Places”, che si tradurrebbe in italiano “Scambiarsi di posto” ma che, invece, è stato tradotto con il nome “Una poltrona per due” (gli italiani e il loro modo buffo di tradurre i titoli di film, anime, manga); e da quel fatidico anno, questa è diventata la tradizione per il palinsesto di Mediaset per le vacanze natalizie (a parte per il 2005, anno in cui il film non è stato dato in tv), trasmettendolo sempre durante la Vigilia di Natale.

Ma di cosa parla, esattamente, questo film?

Di una scommessa; per essere precisi, il film si incentra su due personaggi principali: Louis Winthorpe III, interpretato da un Dan Aykroyd ancora in piena forma, un agente di cambio spocchioso e pieno di sé, che lavora per i fratelli Mortimer e Randolph Duke, e Billy Ray Valentine, interpretato da Eddie Murphy, che, a mio avviso, qui dà la sua interpretazione attoriale migliore, un senzatetto insolente che, per guadagnarsi da vivere, finge di essere un reduce del Vietman, chiedendo soldi ai passanti e trascorrendo la vita a scappare dai poliziotti per queste truffe.

Alla Vigilia di Natale i due si scontrano: Winthorpe, che aveva con sé una valigetta piena di soldi, salta immediatamente alla conclusione che Billy stia cercando di rapinarlo, quando quest’ultimo vuole solo restituirgli la valigetta che ha fatto cadere quando i due si sono urtati. Questo fraintendimento porta all’arresto di Valentine e alla sopracitata scommessa; sì, perché nel mentre che Louis stava implorando un confuso Billy Ray di risparmiargli la vita, i fratelli Duke stavano osservando la scena, incuriositi da questo scambio di battute tra due individui di estrazioni sociali tanto diverse e, una cosa tira l’altra, Randolph convince il fratello a fare un esperimento scientifico per provare una sua teoria sociologica: può essere l’ambiente in cui si cresce ad influenzare il futuro di una persona, spingendola verso una vita di successo se nata in un ambiente ricco o verso una vita di criminalità se nata in un ambiente povero?

Ovviamente, oggi queste teorie sociologiche sono state provate ancora e ancora, ma nel film i due fratelli discutono sulla questione, con Mortimer che si schiera dalla parte della teoria che i criminali hanno una propensione genetica che li spinge verso la strada del crimine e Randolph che afferma che sia l’ambiente che circonda una persona che lo forma a diventare una persona retta o meno.

Comunque, ritornando alla trama del film, una cosa tira l’altra, e i due fratelli decidono di risolvere il tutto con, appunto, una scommessa: faranno in modo che Louis e Billy Ray si scambino la vita per cercare di vedere chi ha ragione sulla questione sociologica e chi vince si intasca un dollaro.

Quindi, i due organizzano un modo per far cadere Winthorpe nel degrado più totale, incastrandolo per vari crimini e facendolo finire in prigione, dove verrà accusato anche di essere uno spacciatore di droga, e, ciliegina sulla torta, assolderanno una prostituta, attraverso il loro uomo più fidato, Clarence Beeks, per far naufragare il fidanzamento tra Louis e la loro nipotina. Peccato che, dopo aver fatto ciò, la prostituta, di nome Ophelia (interpretata da una sempre magistrale Jamie Lee Curtis, che forse vedremo nella seconda stagione del live action di Netflix di One Piece), decide di aiutare Louis, ospitandolo a casa sua fino a quando non riuscirà a reggersi sulle proprie gambe.

Intanto, Billy Ray si vede pagare la cauzione dai fratelli Duke, che, fino a prova contraria, erano stati quelli che lo avevano fatto finire in prigione non più di 24 ore prima, che decidono di portarlo a casa di Louis e dirgli che ora tutto quello che vede gli appartiene, con un riluttante Coleman, maggiordomo al servizio di Louis fino a poche ore prima, che conferma le parole di coloro che gli pagano veramente gli stipendi; inoltre, lo informano che da adesso in poi lavorerà per loro, cosa che Valentine trova molto buffa, ma che, alla fine, inizia ad accettare per vera.

Ovviamente le cose prendono, da qui, una brutta piega per Louis, che si vede sbattere le porte in faccia da quelli che credeva suoi amici, che si rifiutano di prestargli del denaro, trasformando il rispettabile uomo d’affari in un Babbo Natale ubriacone disposto a tutto per poter mangiare qualcosa. Per quanto riguarda Valentine, Billy Ray inizia a lavorare per i Duke, facendoli guadagnare anche molto bene, diventando un cittadino modello; fino ad un certo punto, perché, alla festa di fine anno dei soci, dove si è infiltrato anche Louis, il nuovo consulente d’affari dei Duke si nasconde in bagno per fumarsi uno spinello, origliando, inavvertitamente, la conversazione tra Randolph e Mortimer che discutono sulla scommessa fatta e su cosa faranno adesso dello loro due cavie, decidendo, infine, di scaricare entrambi e lasciare che Louis continui ad essere un criminale e far ritornare Billy Ray alla sua vecchia vita. Questo ovviamente non sta bene a Valentine, che decide di fare qualcosa al riguardo, riuscendo a coinvolgere nel piano anche Louis, Coleman e Ophelia.

Ma se volete sapere come va a finire la storia, vi invito ad andare a guardare il film (anche perché vi ho detto fin troppo sulla trama).

Passiamo invece a parlare di alcune curiosità sulla pellicola.

All’inizio si era pensato a Gene Wilder per il ruolo di Winthorpe e a Richard Pryor per il ruolo di Valentine, ma il secondo dovette rinunciare alla parte dopo che fu vittima di un infortunio grave che lo costrinse ad un lungo periodo di riabilitazione, causa gravi ustioni su varie parti del corpo. Questo portò alla scelta di Eddie Murphy, all’epoca famoso per le sue comparsate al Saturday Night Live, il quale fece pressioni per sostituire Wilder con Aykroyd, dato che non voleva essere considerato solo come il rimpiazzo nell’ormai parecchio famosa coppia Wilder-Pryor.

Un’altra sostituzione di attori ci fu nel caso di Mortimer Duke, la cui parte era stata pensata, inizialmente, per Ray Milland, ma che andò, alla fine, a Don Ameche, il quale fu erroneamente considerato deceduto dopo che la produzione e il cast lessero il nome di un suo omonimo negli annunci mortuari.

Il film venne girato tra Filadelfia e New York, a parte la sequenza finale, girata a Saint Croix, nelle Isole Vergini Americane, tra il 13 dicembre 1982 e il 1° marzo 1983: alcune scene, infatti, ritraggono le due Torri Gemelle di New York, sede di numerose società finanziarie.

La pellicola uscì negli Stati Uniti l’8 giugno 1983, arrivando in Italia solo il 19 gennaio 1984.

Concludendo, se vi ho incuriosito e vi ritroverete un paio di ore buche tra la fine della cena della Vigilia e l’avvento del Natale dell’anno prossimo, allora sintonizzatevi su Italia 1 e gustatevi “Una poltrona per due”.

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