DI GIOSUE’ TEDESCHI
Tra i ricordi di questo libro rimarranno sicuramente le atmosfere avvolgenti che Morgernstern riesce a creare. Senza essere prolissa o confusionaria dipinge in grande dettaglio ogni luogo e situazione, caricando ogni pagina di un altissimo potenziale immersivo. Ogni tanto volevo poter leggere più lentamente per osservare più a lungo quelle stanze che con tanta minuzia andava descrivendomi, e tuttavia tutto sfumava veloce come un sogno al mattino.
Penso fosse uno degli obiettivi del libro però. Fare passare la vera magia che fanno quei maghi, la manipolazione delle percezioni, come vera in un sogno. Ci vuole far credere che nulla di tutto ciò che è raccontato nel libro sia falso. E’ reale fin nella lana delle calze, solo che non qui. E perché non dovremmo crederlo dopotutto?
Mi avevano avvisato che ci sarebbero stati molti salti temporali e senza saperlo avrebbero potuto confondere non poco il lettore. Dopotutto le indicazioni di date e di eventi sono piuttosto mancabili, una sola piccola riga a inizio capitolo. Personalmente non sono mai stato un fan del seguire le linee temporali nei libri fantasy. In nessun libro in realtà – la mia prof di storia non me l’ha mai perdonato – però qui darci un’occhiata non guasta davvero. Diventa semplicemente un’abitudine, andando avanti nella lettura, dare un’occhio alla data e capire se quell’evento sia prima o dopo quello che stavi leggendo prima.
Non temete, non serve fare uno schema alla NCIS per trovare dove siamo nella storia. Anche se potrebbe essere divertente leggere un libro che lo richiede. E chissà che io non l’abbia già trovato.
In questa storia forse nulla è come sembra – partendo dai rapporti tra i personaggi che restano opachi, nessuno è direttamente onesto. Quasi ogni personaggio ha un secondo fine, un altro obiettivo, un’informazione che gli altri non possiedono e nemmeno tu lettore. All’inizio c’è una forte enfasi su questo, sulla differenza tra la magia che è solo finzione e la magia vera che per essere credibile deve mascherarsi da finzione.
Come etica del lavoro mi è sempre sembrata poco professionale, un po’ umiliante quasi. Far passare per finto qualcosa che è vero, mi pare svilente. Eppure capisco che in questo caso forse si può fare un’eccezione.
La verità, per fortuna, viene comunque fuori alla fine. Quando introduce il tema del potere della scrittura e dei racconti. C’è ben più di un personaggio che scrive in questa storia, che narra le vicende del circo dall’interno. Altrimenti non si spiegherebbe come le conosciamo e come abbiamo tutti questi dettagli. Ritengo ci sia un filino di metanarrazione in questo. Trovo che lei fosse molto fiera di star scrivendo questo libro e della giustificazione trovata per farlo, così non ha potuto fare a meno che inserirlo nella storia.
Prende un po’ una deriva alla Mondo d’Inchiostro a un certo punto. Chi ha letto il libro sa cosa intendo, in particolare mi riferisco al fatto che si semplifichi un po’ troppo sul finale. Crea un rituale di rievocazione del circo piuttosto scialbo che rompe un po’ tutta la magia che aveva meticolosamente messo su nelle pagine precedenti.
Tanto di cappello al bellissimo sistema di manipolazione (magia) che propone – molto coinvolgente. È davvero credibile, di fatto non c’è nulla che lo renda incompatibile con la realtà di tutti i giorni. Questo è un grandissimo punto a favore. Non saprei dire a cosa si sia ispirata per inventarlo, probabilmente un mix di cose. Per me è la prima volta che vedo la magia raccontata in questa forma, se anche non doveste apprezzare tutto il resto almeno questo direi che è qualcosa di nuovo per molti.
Sempre d’effetto l’amore corrisposto a un livello astrale, che va a concludere con il romanticismo di un bacio sotto al vischio tutta la vicenda. Così i due protagonisti rimangono bloccati in un posto che non esiste per l’eternità e non gli passa neanche per la testa l’idea che potrebbero darsi sui nervi a passare l’eternità insieme. Può esistere un amore così cieco da sopportarsi per sempre? Certo che una lunga durata è fatta di piccoli momenti, ognuno dimenticato nella realtà del successivo.
Che ogni amore sia eterno, finché dura.
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