Lo Schiaccianoci – Il balletto

DI SARA NOEMI SCATOLA

La storia del piccolo e audace soldatino Schiaccianoci è uno dei classici di Natale più noti e amati in giro per il mondo ed è stato d’ispirazione per numerosi film, cartoni, musiche e balletti.

E questo articolo tratterà proprio del Balletto con le musiche di  Pëtr Il’ič Čajkovskij, portato in scena quest’anno al Teatro Regio di Torino. 

Prima di procedere col descrivervi questa esperienza unica cui ho avuto la possibilità di partecipare, vi lascio qui sotto il link alle  musiche del Balletto, così che, se ne avrete piacere, potrete ascoltare la meravigliosa opera di Čajkovskij mentre leggete l’articolo.

Ho assistito allo spettacolo da uno dei palchi in alto, e devo dire che questa postazione ha senz’altro contribuito a rendere lo spettacolo magico e intimo, non essendo seduta in mezzo ad altri spettatori ma soltanto vicino a due signore insieme alle loro figlie piccole.

L’attesa prima dello spettacolo mi lascia sempre quel pizzico di ansia positiva e di brividi, che precedono la consapevolezza che qualcosa di speciale sta per iniziare.  Credo che lo spettacolo non sia dato solo dalla performance in sé, ma anche da tutto il tempo impiegato qualche ora prima per prepararsi e dal bagaglio di emozioni con cui varchi la soglia e sali le alte scalinate, vestita elegante per l’occasione. Ascoltare il chiacchiericcio del pubblico, guardare i bambini corricchiare davanti all’orchestra emozionati e un po’ impazienti…tutto questo per me fa parte dell’irripetibilità e della magia di andare a teatro.

Mi guardo intorno affascinata, fino a quando le luci si spengono, e l’orchestra inizia a suonare. E in sala scende un silenzio che ferma il tempo. Sembra di entrare in una dimensione altra e vibrante.

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(Illustrazione di Sara Noemi Scatola)

Il grande sipario decorato da meravigliosi disegni di bambini, topi, zucchero e decorazioni di Natale si solleva. Le illustrazioni mi ricordano nello stile le opere di Emanuele Luzzati.

Si mostra così il palcoscenico, nella bellezza delle scenografie invernali e delle proiezioni della soffice neve che cade. 

Lo spettacolo si apre con il ballo della Vigilia di Natale. I bambini scartano emozionati i loro doni e ci giocano gioiosi. Anche la giovane Clara abbraccia entusiasta il suo nuovo orsacchiotto di peluche, fin quando si accorge che c’è un altro gioco nel grande salone addobbato: un soldatino Schiaccianoci. Clara ne rimane estasiata, ha occhi solamente per lui. Dopo uno scontro con suo fratello, che sarebbe in grado di rompere qualsiasi giocattolo gli si metta in mano, la ragazza si lascia cullare dalle note della musica in un etereo ballo con il suo amato Schiaccianoci.

Poi, cala la notte. Le luci sul palco si fanno più scure e spicca il luminoso albero di Natale al centro della scena. E come molti di voi ricorderanno dal classico racconto, con il calare della notte arrivano i Topi. I costumi combinati ai movimenti dei ballerini che interpretano gli avversari del nostro soldatino Schiaccianoci portano perfettamente in vita questi personaggi. Il Re dei Topi ha grazia e fascino, e i movimenti delle due schiere avversarie dei soldatini e dei topi si dispongono nello scontro con leggiadria. 

Le decorazioni dell’albero di Natale prendono vita! E fanno il loro ingresso in scena uscendo da una porticina incastonata nel tronco del magnificente albero di Natale. Saltano e si alternano tra una caleidoscopica gamma di stoffe variopinte.

Semplice meraviglia.

Quello che mi stupisce è come si riesca a raccontare una storia senza l’uso di parole, come un racconto possa trovare intessuta la sua trama all’interno della purezza del movimento, del suono e dei colori.

Non vuoi andartene da quel mondo in cui la storia ti ha trasportato, vorresti esserne protagonista, o, se non protagonista, vorresti esserne partecipe. Vorresti lasciarti risucchiare, perché intanto cos’hai da perdere nel permettere di farti catturare? Solo per qualche minuto, solo per qualche ora… restare lì, nel limbo tra realtà e sogno.

O almeno, questo è quello che vorrei io.

Ma poi arriva la fine, i ballerini si mettono in fila e fanno il loro inchino, salutando il pubblico e allo stesso tempo l’illusione che hanno creato e in cui, anche loro oltre a noi, hanno vissuto.

Il Balletto è terminato.

È ora di rimettersi il caldo cappotto e uscire di scena, per tornare alla concretezza ordinaria della vita di ogni giorno. Cammino per le fredde strade della città, impregnate dell’atmosfera di Natale.

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