La Sala Professori – La Scuola fa schifo!

DI ALBERTO GROMETTO

Esistono thriller di tutti i tipi. Ma, nei fatti, che cos’è un thriller?

Il thriller è quella pellicola che genera in noi suspense, tensione, terrore, incalzandoci col suo ritmo frenetico ad ogni sequenza sempre di più. Spesso il thriller ci racconta delle mostruosità che albergano nei recessi dell’animo umano e per farlo ci mostra killer, assassini, sparatorie, omicidi, sangue… 

Ma vi garantisco che sono veramente pochi quei film che riescono ad essere tanto ansiogeni, tanto terrificanti, tanto spiazzanti e insieme disturbanti quanto quello ambientato in una scuola come molte altre, con insegnanti e allievi come molti altri. 

Stiamo parlando della pellicola tedesca «LA SALA PROFESSORI», diretta dal regista İLKER ÇATAK, rappresentante della Germania ai Premi Oscar 2024 nella categoria “Miglior Film Internazionale”

Nessun cadavere o morto ammazzato in questo caso. Ma un’inquietudine sottocutanea che fin dai primi secondi non fa che salire e salire e ancora salire raggiungendo livelli vertiginosi che sfociano nel vero e proprio panico. E da cui alla fine si deduce una terribile, orribile, orrida verità: La scuola è un posto di merda! 

Ma perché? 

Io credo sia perché è una rappresentazione in piccolo di tutto quello che non va nel nostro mondo, un terribile microcosmo chiusissimo pieno zeppo di gente obbligata e costretta a stare insieme tra quattro mura tutto il giorno e tutti i giorni “senza che si sia scelta, un minuscolo angolo ansiogeno nel quale vige la Legge del Più Forte, ove regna un incontrastato Tutti-Contro-Tutti: studenti e professori e genitori e bidelli e segretari in lotta continua gli uni contro gli altri, e pure tra di loro! 

Questo è ciò che ci mostra tale film, sensazionale nel ritrarre l’umanità in uno dei posti più spietati e gelidi che esistano: la Scuola. Perché la verità è che la Scuola è un posto che non conosce pietà. Nel quale ad ogni secondo può succederti qualcosa. In cui vigono un senso di impotenza e insieme oppressione veramente terribili. Non puoi mai abbassare la guardia, nemmeno per riprendere fiato.

Se sei un genitore, devi sperare che non ti chiami l’insegnante di tuo figlio per dirti quanto tu faccia schifo come genitore.

Se sei un insegnante, devi fare attenzione a non dire o fare qualcosa di sbagliato, altrimenti i tuoi alunni andranno a riferirlo in giro e i genitori ti impaleranno.

Se sei uno studente, devi stare attento a non dare al professore il motivo di fargli credere che sei una mela marcia, altrimenti ti prenderà di mira e telefonerà ai tuoi per parlare male di te.

Insomma: non esiste pace, o tranquillità. E nemmeno cameratismo.

Se tu hai preso un voto più alto di me, sei un secchione schifoso! 

Se tu sei andato peggio di me nel compito in classe, sei un asino che non ha voluto studiare!

Se tu, che sei mio collega insegnante, non vuoi aiutarmi a capire chi ha rubato le matite dalla sala professori, allora sei un mio nemico e un pessimo maestro! 

Se tu mi costringi a spiattellarti le confidenze dei miei alunni, sei una persona orrenda che non merita di sedere a quella scrivania! 

Avete presente cosa significhi odiarsi tutti tutto il tempo

È un film in apparenza semplice, questo qua. Una serie di furti e furtarelli avviene in una scuola. Si sospetta di chiunque, ma in primis degli allievi. Ragazzini giovani, che tendono a sbagliare in quanto giovani… ma che soprattutto, in quanto giovani, sono in una posizione di inferiorità e pertanto possono essere accusati e colpevolizzati

Si arriva dunque sempre ad una situazione in cui ti dicono in continuazione: Potete fare quello che volete, nessuno è obbligato a fare nulla! 

Ma poi ti fanno le pressioni peggiori perché tu faccia la spia su un tuo compagno di classe, oppure per convincerti a svuotare il portafoglio sul banco e vedere quanti soldi hai, e se ne hai più di quanti si pensa dovresti averne, ecco che telefonano a casa ai genitori.

Ti dicono che puoi scegliere, ma poi devi scegliere bene altrimenti sono dolori.

È vero, ho detto al mio alunno che poteva fare quello che voleva, ma al tempo stesso gli ho fatto capire che in realtà quello che voleva era fare la cosa giusta e gli ho spiegato quale fosse questa cosa giusta!

A me sembra un ricatto manipolatorio. Chiamiamola pure: una brutale violenza bella e buona.

Ma il giorno in cui ti capita uno studente che non ci sta, che dimostra di avere un coraggio da leone e un carattere molto più forte di qualsiasi altro, che anche se sospeso se ne sta seduto al suo banco e non si muove al punto che è l’intera classe che è costretta a cambiare aula? 

Tutti o quasi sono vittime e insieme colpevoli delle più crude denigrazioni e aggressività possibili. Nulla di fisico, d’accordo. Ma le ferite dell’anima sanno essere profonde e amare. 

Tutti o quasi sono martiri e al tempo stesso carnefici. Sì, carnefici. E alla fine ci finisce in mezzo chi non ha mai voluto fare del male, chi ha sempre ritenuto sbagliato il sistema. Quello stesso sistema che costringe i suoi allievi a fare “quello che vogliono” a patto che quello che vogliono sia quello che vuole il potere. Quello stesso sistema che, quando si presenta un problema che non sa risolvere, decide di ricorrere all’espulsione e sbolognarlo a qualcun altro. Quello stesso sistema che deve sempre pensare solo a salvaguardare sé stesso, a proteggersi, a sopravvivere. 

E così a pagare i conti sono un alunno diligente la cui madre, segretaria dentro la scuola, è stata accusata di furto (giustamente o ingiustamente?) e una giovane insegnante, protagonista del film, che non ha mai condiviso i metodi dei suoi colleghi ma che è stata spinta a forza sull’orlo del precipizio perché lei doveva adeguarsi al sistema. 

Ma alla fine ci finiscono tutti in mezzo. 

Il giornalino scolastico diventa lo strumento col quale gli insegnanti vengono presi di mira e perseguitati.

Il corpo docente diventa il tribunale accusatorio in cui vengono decise le sorti di chiunque, anche se questo significa distruggere vite.

E la sala professori diventa il Luogo del Male.

E dire che non c’è all’interno del film un solo personaggio che risulti particolarmente orrido o cattivo o malefico. Non c’è il classico insegnante stronzo che ama fare del male ai suoi studenti. Né tra gli allievi il bulletto che ama vessare i poveri secchioni. Non c’è un solo personaggio odioso. È che è proprio l’ambiente, quel microcosmo, ad essere odioso. E tu che ci vivi dentro tutto il giorno tutti i giorni finisci per diventare odioso, anche sei sempre convinto di star facendo solo del Bene. E in questo film tutti, credo, pensano di star facendo solo del Bene, anche se fanno il Male.

Sapete che nel mio liceo all’improvviso, di punto in bianco, venne deciso di vietare l’accesso agli studenti in sala professori? Molti allievi entravano lì dentro solo per fare delle stampe o cose di questo tipo. Perché vietare l’accesso? La risposta mi era chiara allora come ora: perché si doveva sparlare degli alunni. E adesso che ho visto questo film, e mi ritrovo ad osservare quei professori, che non sono nemmeno cattivi, con il loro registro in mano che dicono “Questo alunno qua è un caso difficile!” oppure “Caro collega, credo dovresti prendere questo tipo di misure”, un brivido gelato mi sale lungo la schiena.

L’insegnante non è un impiegato d’ufficio o un passacarte da nulla. Tra le loro mani, passano vite umane. E basta un nonnulla, una frase detta in un certo modo o qualcosa scritto con penna rossa da qualche parte, per distruggere un ragazzino per sempre.

Ne esce fuori un fottutissimo horrorifico thriller del terrore ansiogeno fino all’estremo che ti fa capire come il Male non abbia bisogno di armi o sangue per agire: talvolta basta solamente una nota o un rimprovero, e nulla più.

Una frase mi è rimasta nel cuore:

«È troppo tardi per aver paura del proprio coraggio».

Lo hai fatto, alla fine hai fatto quello che tutti dicevano che dovevi scegliere di fare, anche se la decisione spettava sempre e comunque a te. Hai fatto il possibile per sgamare e incastrare il colpevole. Una volta fatto, però, forse non era la cosa giusta. Ma oramai è tardi per tornare indietro. E parte la caduta delle tessere del domino fino al crollo. E anche se ti dicevano tutti che andava fatto, chi lo ha fatto sulla carta e agli occhi del mondo sarai solo tu. E dunque, alla fine, senti davvero di aver avuto coraggio? 

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