DI GABRIELE DE BENEDETTI
“La serie musical targata Netflix ci porta nel misterioso e coloratissimo mondo dei centauri, dove non tutto è come sembra”

Poche serie animate possono vantare la peculiarità di Centaurworld. Creato da Megan Nicole Dong, già nota per aver lavorato come disegnatrice presso Dreamworks e Nickelodeon, lo show si presenta come un vivacissimo musical pieno di colori, arcobaleni e buffi personaggi; ma c’è molto di più.
La trama segue le avventure di Cavallo, un cavallo (ma va?) proveniente dal mondo degli umani, da decenni dilaniato dalla guerra. Dopo essere stata separata dalla sua padrona, una cavallerizza amazzone, Cavallo si ritrova suo malgrado nel fantastico e glitterato mondo dei centauri, adorabili creature con diverse peculiarità e caratteri eccentrici. Tra i protagonisti principali figurano il centauro Zuli, che si distingue per la sua creatività, Wammawink, nota per essere saggia ma anche piuttosto stravagante e Ched, incredibilmente goffo ma dal cuore grande. Insieme, affrontano varie sfide e si imbattono in personaggi strani almeno tanto quanto loro mentre cercano di riportare Cavallo nel mondo degli umani affrontando diverse sfide, spesso a suon di gag comiche e peti (sì, avete capito bene).
Uno degli aspetti più interessanti di “Centaurworld” è il suo tono, che oscilla tra il leggero e l’inquieto. La serie è nota per le sue battute umoristiche, con situazioni al limite del ridicolo che spesso hanno a che vedere con battute sulle flatulenze (forse fin troppe) che attireranno l’attenzione dei giovanissimi. Tuttavia, accanto a questi momenti di spensieratezza si trovano sequenze che definire inadatte ai piccoli pargoli sarebbe un eufemismo. Infatti, vi sono diversi momenti che potrebbero evocare un senso di stranezza e tensione nell’incauto spettatore, in particolar modo quando viene citata l’oscura figura che per gran parte della narrazione incombe come un’ombra sui nostri protagonisti: il Re di Nessundove. Questi è una misteriosa e terrificante entità, il cui scopo è quello di causare quanta più sofferenza e morte possibile nel mondo dei centauri e degli umani, portando con sé un’atmosfera di paura e terrore, quasi da film horror. Le scene che lo coinvolgono sono cariche di suspense e inquietudine, creando un contrasto piuttosto affascinante con i momenti più leggeri.

“Non si sopravvive al Re di Nessundove, con lui regnerà l’oscurità”
Non solo, “Centaurworld” è una serie che affronta temi anche complessi, rendendosi molto più di una semplice produzione per bambini. L’amicizia è uno dei temi centrali, evidenziando l’importanza dei legami che si formano tra i protagonisti e come queste relazioni possano supportare e rafforzare chi le crea. Il senso di appartenenza è un altro argomento importante ed è rappresentato da Cavallo, che cerca un posto dove sentirsi accettata e amata, compiendo un viaggio che in qualche modo potrebbe riflettere le esperienze di molti spettatori.
Un tema delicato che emerge nella narrazione è anche quello del suicidio, trattato con una sensibilità sorprendente. La serie inoltre affronta la sofferenza e l’assenza di speranza attraverso personaggi che si confrontano con il dolore e la perdita. Tuttavia, questo argomento è presentato in modo tale da non risultare pesante o deprimente, ma piuttosto come un invito a trovare la luce anche nei momenti più bui. La narrazione riesce a trasmettere un messaggio di speranza, incoraggiando gli spettatori a cercare aiuto e a non perdere mai la fiducia nel futuro.
In conclusione, “Centaurworld” è una serie che merita di essere vista, nonostante i suoi difetti. La sua capacità di mescolare umorismo e momenti di profonda introspezione la rende unica nel panorama delle serie animate. La varietà di temi affrontati, dall’amicizia alla lotta contro le avversità, offre spunti di riflessione per un pubblico di tutte le età. Se siete in cerca di una serie che possa intrattenervi e allo stesso tempo stimolare la vostra mente (e non solo i vostri gas corporei), “Centaurworld” è un’opzione da non sottovalutare.