DI LUCA GARNERO
Power Pose è una silloge poetica pubblicata da Déclic, casa editrice dalla linea editoriale eclettica e peculiare con sede a Perugia, a cura di Michele Zaffarano. Agile e palindromico, il testo si legge tanto da destra a sinistra quanto da sinistra a destra. Tramite questa originale forma di scrittura, l’autore, che è stato anche traduttore di Flaubert e Mallarmé, si mette a nudo e ci comunica gli aspetti più profondi della sua visione del mondo. Le poesie configurano un vero e proprio racconto, un resoconto articolato e intimista del suo stare nel mondo. Attraverso i versi l’autore analizza i suoi comportamenti nei confronti delle situazioni più disparate della vita e con un’accurata scelta delle parole descrive le sue sensazioni rispetto ad un certo fatto, palesando così il suo personale senso della vita. Mette in fila sentimenti e vicissitudini su più livelli, delineando un essere a più strati, metaforicamente accomunabile a una cipolla. La poesia di Zaffarano non è un banale esercizio di stile o una seduta psicologica a mezzo letterario, bensì un universo di sentimenti attraverso il quale il lettore scopre non soltanto sé stesso, ma anche nuovi ed inattesi modi di rapportarsi al mondo ed al suo senso. Il testo si presenta, attraverso un uso magistrale di artifici letterari quali l’enjambement, delineando una struttura ad anello che l’autore invita a osservare attentamente, facendosi permeare da esso e dal suo vortice di emozioni come se si assistesse a uno spettacolo teatrale. Si tratta di una poesia che invita a “camminare” lungo un percorso che garantisce l’accesso privilegiato all’animo del protagonista, ripercorrendo una storia che parte dalle sue prime esperienze fino ad arrivare alla piena maturità poetica. La palindromia del libro è emblematica dell’aspetto sperimentale, una struttura architettonica-testuale in cui i versi si tramutano in architravi che permettono il libero movimento e la libera osservazione delle poesie, le quali assumono la stessa consistenza e la stessa personalità dei quadri, che lo scrittore ci mostra e nei quali possiamo notare una composizione a trittico ed epidittici verbo-visivi. L’intero testo sembra riecheggiare ed interpretare la scuola dei Futuristi, basti pensare alle opere di Marinetti in termini di sperimentazione linguistica.

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